Un poco di calligrafia giapponese dilettantistica

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Messaggio da Enbi »

Salve a tutti.
Condivido con voi quello che sto provando a fare in questi giorni con la calligrafia giapponese: ho ritrovato in un cassetto una fude-pen della Pentel comprata ormai tre, quattro anni fa e accantonata dopo essere passato alla stilografica, e ho quindi deciso di provare un po'. Con mia grande sorpresa, funziona ancora perfettamente!
Vi riporto qui la trascrizione di un waka del Kokinwakashū, la prima antologia imperiale di waka.
Si tratta di una poesia di Ki no Tsurayuki (872-945), che nella traduzione di Ikuko Sagiyama è:

Se del fior di susino
la fragranza effusa
impregnasse la neve che si posa,
chi potrebbe isolare
e cogliere un ramo fiorito?


Appena avrò un po' di tempo proverò con pennello e carta veri da calligrafia giapponese.
IMG_20250311_214253.jpg
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Messaggio da RisottoPensa »

Enbi ha scritto: martedì 11 marzo 2025, 21:59 Appena avrò un po' di tempo proverò con pennello e carta veri da calligrafia giapponese.
Bella non vedo l'ora :roll:
Enbi ha scritto: martedì 11 marzo 2025, 21:59 chi potrebbe isolare
e cogliere un ramo fiorito?
depositphotos_320870542-stock-photo-golden-retriever-dog-holding-blooming.jpg
Lui :mrgreen:
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Messaggio da Enbi »

RisottoPensa ha scritto: mercoledì 12 marzo 2025, 8:27 Lui :mrgreen:
Ma non mi pare sia nella neve, quindi è facile distinguere :D

Ecco, piccola spiegazione: nella poesia giapponese classica è molto presente il topos dei fiori di susino che, per il loro candore, si confondono con i fiocchi di neve. La poesia è costruita su una domanda retorica che parte proprio da questa idea: la risposta sottintesa è che nessuno riuscirebbe a distinguere i fiori di susino dalla neve se quest'ultima prendesse il profumo dei primi.
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Messaggio da RisottoPensa »

Questi non sono fiori di susino ma ci si avvicinano :mrgreen:
20250312_101906052.JPG
( e profumano anche!)
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Messaggio da Enbi »

IMG_20230209_145132.jpg
IMG_20230209_145210.jpg
Giusto per capirci, questo è il susino giapponese (le foto sono di uno che ho visto a Kamakura in febbraio).
Come si vede, sono bianchi, e il fatto che fioriscano molto presto (verso febbraio) li rende i tipici fiori di fine inverno. In molte parti del Giappone in quel periodo nevica o comunque è da poco finito il tempo della neve, da cui viene l'associazione fiore di susino-neve. La tradizione del waka si basa in gran parte sull'osservazione della natura.
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Messaggio da Esme »

Ma l'apparenza della forma grafica (non so se il termine calligrafia coincide) è parte integrante della poetica giapponese?

Cerco di spiegarmi meglio: per noi occidentali la poesia è fatta dal significato delle parole e anche dal suono, dal ritmo. Ma il fatto di venire scritta in calligrafia o in scrittura avicola non ne altera la valenza.
Esistono i calligrammi, ma sono una forma poetica ben precisa.
Per la poesia giapponese il modo con cui si scrive è rilevante?
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Messaggio da Enbi »

Esme ha scritto: venerdì 14 marzo 2025, 9:15 Ma l'apparenza della forma grafica (non so se il termine calligrafia coincide) è parte integrante della poetica giapponese?
Allora... Calligrafia e poesia, in Giappone come da noi, sono due arti distinte, tant'è vero che abbiamo cronache che riferiscono di poeti giapponesi che commissionavano la stesura in bella copia delle loro opere a rinomati calligrafi del tempo. C'è da dire che spesso le due figure coincidevano, cioè insigni poeti erano anche abili calligrafia e viceversa calligrafia sapevano anche comporre poesie. Non è una cosa strana se si pensa al contesto storico-culturale: tutti costoro appartenevano alla nobiltà della corte imperiale di Heian-kyō (come era allora chiama Kyoto), e la loro vita ruotava attorno alle arti, ai convivi (dove era costume declamare poesie)... Insomma facevano solo quello, non dovevano mica andare in ufficio o a lavorare nelle risaie, quindi il tempo lo avevano :D
Una cosa che forse unisce i due mondi (calligrafia e poesia) è il modo in cui è scritta la poesia: la poesia con metrica propria giapponese (waka e haiku per intenderci) anche oggi nei volumi a stampa viene scritta in un'unica riga/colonna, mentre nelle traduzioni in lingua europea (io ho verificato per l'italiano e per l'inglese) c'è la convenzione editoriale di "spezzare" la poesia in versi (cinque per il waka, tre per lo haiku; io stesso quando riporto le traduzioni seguo questa convenzione). Questa convenzione è la nostra abitudine per cui una poesia "deve" essere spezzata in versi, mentre questa idea è assente nella tradizione giapponese. Le poesie in calligrafia vengono scritte proprio come ho fatto io, un'unica colonna che si interrompe solo quando finisce il foglio. Su questo c'è un saggio molto interessante che ho studiato per la mia tesi di laurea:
Thomas Lamarre, Uncovering Heian Japan: an Archeology of Sensation and Inscription, Duke University Press, 2000.
Lamarre affronta per ben cinquanta pagine la questione della calligrafia e quanto essa sia importante per la comprensione della poesia giapponese classica, spingendosi forse un po' troppo in là a mio modesto parere, ma è comunque uno studio interessante.
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Messaggio da Esme »

Grazie per la spiegazione.
In Italia, a scuola, viene spiegato che gli haiku sono componimenti in tre versi (mi pare 5-7-5 sillabe ma forse ricordo male).
È una spiegazione imprecisa o comunque c'è la scansione?
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Messaggio da Enbi »

Esme ha scritto: venerdì 14 marzo 2025, 11:27 Grazie per la spiegazione.
In Italia, a scuola, viene spiegato che gli haiku sono componimenti in tre versi (mi pare 5-7-5 sillabe ma forse ricordo male).
È una spiegazione imprecisa o comunque c'è la scansione?
Lo schema metrico c'è, per lo haiku è 5-7-5, per il waka è 5-7-5-7-7 more (il giapponese è una lingua moraica, quindi ci sono sillabe lunghe e sillabe brevi).
Dal punto di vista metrico lo haiku è un waka "accorciato". Adesso mi fai venire il dubbio, non so se lo haiku, che è una forma poetica molto più recente, nell'editoria giapponese sia diviso in versi oppure no.
Comunque sicuramente per la poesia giapponese classica non c'è tanto l'idea di divisione in versi (lo schema metrico serve più per la declamazione).
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Messaggio da Esme »

Capito, grazie per la condivisione.
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Messaggio da Silvia1974 »

Grazie! Immediatamente condiviso con figli* n.2 appassionat*! :thumbup:
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Messaggio da Koten90 »

Ci sto provando anche io, iniziato 4 giorni fa e sono già estremamente confuso dalle prime sillabe :crazy:

Perché un suono semplice come una vocale deve essere così complicata da scrivere, mentre per un suono complesso come tsu o shi basta uno svirgolo?!
あ = a
つ = tsu
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Messaggio da Enbi »

Grandissimo! Con molti ci sei quasi, ti lascio un link utile: https://youtu.be/bLRbuk19piw?feature=shared
Koten90 ha scritto: venerdì 14 marzo 2025, 20:26 Perché un suono semplice come una vocale deve essere così complicata da scrivere, mentre per un suono complesso come tsu o shi basta uno svirgolo?!
Perché ciascun kana deriva da un kanji che ha/aveva più o meno quella lettura, dunque la forma dei kana deriva da quella dei caratteri. Qui una tabella riassuntiva:
Origin_of_Hiragana_.png
Origin_of_Hiragana_.png (71.81 KiB) Visto 20574 volte
Gli hiragana derivano dalla semplificazione della forma corsiva dei caratteri.
Enrico
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Messaggio da Koten90 »

:o
Chiarissimo! Grazie!!

Continuo a sentire la mancanza dell’emoji cuore❤️
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Messaggio da Esme »

Comunque sapere che quei caratteri sono una scrittura, ma non riuscire a leggerli (non capirne il significato, ma proprio solo leggerli) mi fa sentire un'analfabeta.
Ho provato la stessa cosa la prima volta che sono arrivata in Grecia: vedevo le scritte ma non sapevo leggerle (ho fatto lo scientifico).
Una sensazione molto brutta, anche se poi ho fatto alla svelta a imparare l'alfabeto e a capirci l'essenziale, dato le radici lessicali prossime.
Se dovessi andare in Giappone sarebbe ancora più straniante.
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