Tra un po'... vi parlerò della mia Nakaya, bottino del pen show di Milano, ma prima vi parlo un po' di Nakaya, perché è giusto spendere anche più di qualche parola su questa azienda piuttosto speciale.
Sebbene di Nakaya si sia parlato altre volte, è bene ricordare che si tratta di una azienda giapponese, relativamente giovane, ma con solide basi piantate nella tradizione.
Nakaya Fountain Pen è stata fondata nel 1999 da Toshiya Nakata (Direttore e Presidente di Platinum Pen Co., Ltd.) come azienda specializzata in penne stilografiche personalizzate in lacca urushi. Con la passione di tramandare l'arte della creazione di penne stilografiche, Nakaya dichiara di aver iniziato l'attività insieme ad artigiani veterani che hanno lavorato presso Platinum Pen per oltre 40 anni. Il nome commerciale “Nakaya” deriva da “Nakaya Manufacturing Company”, un'azienda fondata nel 1924 come predecessore di Platinum Pen.
Nakaya ha prodotto penne in vari materiali, ma quello che ha riscosso il maggior interesse e apprezzamento è la finitura in lacca urushi su una base di ebanite.
Nakaya stessa sostiene che "ogni penna stilografica Nakaya è accuratamente rifinita da un artigiano della lacca urushi.
Combinando l'abilità dell'artigiano con il know-how di Nakaya, si ottiene la profondità unica del colore e la consistenza del rivestimento in lacca urushi in una penna stilografica. Nakaya si augura di preservare la cultura tradizionale giapponese dell'artigianato della lacca urushi per le generazioni future, sotto forma di strumenti di scrittura che tutti conoscono."
Giulio Fabricatore (un esperto pennofilo di vecchia data) ha spiegato meglio di quanto possa farlo io gli aspetti caratteristici della laccatura urushi, un arte che si tramanda da secoli (ovviamente non solo per produrre penne, ma una infinità di oggetti di uso quotidiano, anche noti in termine inglese come "laquerware") nelle culture asiatiche.
"Urushi è il nome che si dà alla linfa elaborata dalla pianta omonima, rhus verniciflua (nome scientifico: toxicodendron vernicilfluum), nota anche come albero cinese della lacca; da questa si ricava la lacca pregiata universalmente conosciuta con lo stesso nome.
In giapponese il termine “urushi” ha finito per identificarsi, per semplice antonomasia, con quello di “lacca”. In realtà si può segnalare che, secondo alcuni, la parola giapponese “urushi” deriverebbe da due parole giapponesi: ‘uruwashi’ (bello, gradevole) e ‘uruosu’ (umido e lussuoso)."
E' interessante sapere che "Da giugno a novembre l’urushi viene spillato tagliando la corteccia dell’albero con tagli orizzontali per far fuoriuscire la spessa linfa bianca (arami) dal tronco. Questa linfa inizia a solidificarsi non appena viene a contatto con l’aria. Viene quindi raccolta e filtrata attraverso cotone assorbente con un separatore centrifugo per rimuovere la corteccia e altre impurità. Il risultato è urushi grezzo (nama-urushi) che può essere ulteriormente raffinato o utilizzato così com’è per le mani di fondo in oggetti laccati.
La quantità di linfa raccolta da ogni albero è estremamente limitata: durante i 14-15 anni del proprio periodo produttivo medio, un albero produce solo circa 200 grammi di urushi; deriva da ciò la rarità e il valore commerciale della lacca.
Non a caso, quindi, l’albero dell’urushi è stato storicamente considerato un bene così prezioso da venire piantato in tutto il Giappone durante il periodo Edo (1603-1868).
Ai nostri giorni tuttavia le aree in cui viene ancora ricavata la linfa di urushi sono rimaste molto limitate.
La linfa è composta principalmente da urushiol (un olio irritante allergenico) e gomma.
L’ossidazione e la polimerizzazione dell’urushiol in presenza di umidità consentono di formare una lacca dura, che si usa per produrre le tradizionali lacche cinesi e giapponesi: è l’urushiol che conferisce le particolari caratteristiche di questa lacca: maggiore la sua percentuale, migliore il prodotto; è stato verificato che questo componente è presente in misura maggiore nelle piante giapponesi, in misura minore in quelle della Cina e del Vietnam.
L’urushiol è la stessa identica sostanza che si trova nell’edera velenosa, nella quercia velenosa e nel sommacco velenoso che provoca una vivace reazione allergica, con eruzioni cutanee e prurito, quindi non è consigliabile maneggiare l’urushi liquido a mani nude a meno che non si sia uno dei pochi fortunati immuni a questa allergia. Apparentemente, gli asiatici e i nativi americani hanno meno probabilità di essere sensibili all’urushiolo.
Secondo una tradizione consolidata la lacca viene applicata in diversi strati successivi, aspettando ogni volta la completa asciugatura, prima di passare a quello successivo: la struttura finale, a strati multipli, produce l’effetto di una maggiore resistenza ma può essere anche sfruttata per ottenere o semplicemente accentuare alcuni risultati estetici"
Mi piace anche far notare le particolarità della tecnica Tamenuri, quella che personalmente mi attrae di più. Sempre il Fabricatore (scusate se lo cito per paragrafi estesi, ma ritengo le sue spiegazioni tra le più chiare), spiega
"Tamenuri è una delle tecniche di base in urushi. Molto spesso utilizzata su penne stilografiche, ma anche su manici di coltelli, armature da samurai, scatole, ciotole e altri oggetti laccati.
Si realizza sovrapponendo uno strato trasparente (traslucido) (detto suki urushi ) su un urushi di colore “pieno”. Lo scopo di tale stratificazione è creare profondità e, se ben eseguiti, con una corretta finitura, anche semplici oggetti laccati tamenuri possono essere di una bellezza mozzafiato.
La tecnica è nota fin dal periodo Jomon (300 a.C. e precedenti) e da allora è stata continuamente perfezionata.
Lo stesso termine che designa questa tecnica di laccatura vale a spiegare l’effetto: “tame” significa “lago”, “nuri” significa laccatura. Si tratta perciò di un nome direttamente esplicativo: in un lago sono presenti zone di acque poco profonde, vicino alle rive, attraverso le quali si può scorgere il fondo, e zone di acque più profonde, più scure, che nascondono il fondo. Più complesso è il litorale, più interessanti possono essere le combinazioni di acque basse e profonde.
Lo stesso vale per le penne tamenuri: più la forma è complessa, meglio è visibile l’effetto tamenuri.
Un oggetto laccato secondo questa tecnica, una volta che sia ben lucidato e pulito, riflette la luce in un modo unico, estremamente diversa dalla plastica o da una qualunque resina. Anche la sensazione tattile presenta caratteri assolutamente peculiari."
Per capire la bellezza e la unicità della laccatura urushi bisogna anche capire che i materiali utilizzati fanno sì che la finitura non sia immutabile nel tempo, ma cambi!
Ad esempio, nel caso della laccatura Aka Tamenuri (laccatura utilizzata - tra poco ci arriviamo - sulla penna che vi mostro):
"Tutto inizia con l’oggetto base, per esempio una penna stilografica in ebanite, a cui viene applicato un primo strato di lacca, rosso o vermiglio, sul quale vengono applicati nuovi strati, più traslucidi.
Nel caso appunto di Aka Tamenuri gli artisti Wajima (piccola città portuale, ufficialmente designata dal governo come “Bene culturale immateriale” del Giappone) usano “shu urushi” (colore rosso) per la base urushi e “shuai-urushi” (miscele di lacca rossa e trasparente) per le mani di finitura.
Quando il processo è finito, si riesce ancora a vedere la superficie di base dell’urushi rosso.
Dopo questo processo di rivestimento, gli artigiani lucidano la superficie più e più volte a mano per mesi al fine di ottenere una maggiore trasparenza, capace di rivelare il colore sottostante.
Inoltre, con l’uso e il passare del tempo, questi strati superiori assumeranno gradualmente un colore più ambrato, evidenziando ulteriormente i cambiamenti di colorazione."
Vi lascio il riferimento (che molti di voi avranno già)
https://www.ilpennofilo.it/wp-content/u ... URUSHI.pdf
Sostanzialmente, un volta asciugata la lacca urushi conferisce grande brillantezza e resistenza al manufatto, ma anche effetti di peculiare traparenza e profondità, impossibili da ottenere con altre tecniche.
Inoltre, come accenna il Fabricatore, ma anche da quello che ho potuto osservare personalmente su questo tipo di laccature, i cambiamenti nella lacca mostrano pian piano maggiormente gli strati sottostanti, rendendo più evidente il colore base nelle parti più sottili della lacca, tipicamente in corrispondenza delle filettature e dei bordi visibili del manufatti, il bordo sulla sezione, il bordo del cappuccio, etc.
Il colore è in mutamento e questo rende la penna ancor più unica, segnandone l'età, man mano che la usate.
E' ovvio quindi che una parte per nulla trascurabile di una stilografica Nakaya stia nel suo aspetto estetico e nella sensazione che dà tenerla in mano.
L'ebanite è un materiale leggero, e la laccatura non altera più di tanto questa caratteristica (seppure ne alteri la sensazione tattile rendendola lucida, incredibilmente levigata, e resistente), le Nakaya in ebanite sono quindi penne leggere, seppure in genere di dimensioni medio grandi.
Nel mio caso specifico, la penna è stata acquistata, come dicevo, al pen show di Milano.
La penna l'ho potuta provare, e quindi la decisione riguardo il pennino in dotazione è stata corroborata dalla prova.
Per chi dovesse comprare sul sito di Nakaya, la procedura è personalizzata, e il processo di acquisto è guidato.
L'esperienza è interessante e molto "customer oriented."
Il sito consiglia di seguire dei passaggi specifici:
la scelta del modello,
la scelta di accessori: pennino, clip o roll stopper, aggiunta di peculiari iscrizioni e intarsi (al momento non dissponibili sul modello da me scelto), e altri accessori (converter, portapenne e molto altro).
il tratto del pennino: UEF, EF, F, SF, M, SM, B, BB disponibili tutti senza sovrapprezzo,
il colore del pennino: gold (0$), pink gold plated (50$), rhodium plated (50$), ruthenium plated (50$), two tone (100$)
customization del pennino: elastic (150$).
Nakaya accetta gratuitamente anche richieste di nib tuning (si intende messa a punto, non grinding)
Dopo la possibilità di scegliere accessori vari, si passa ad un questionario sulla scrittura (writing chart).
Il questionario raccoglie informazioni sull'angolo di scrittura rispetto al foglio, se si ruota la penna, quanta pressione si applica, come si tiene la penna, etc.
A questo punto si entra nella fase dell'ordine, con le informazioni classiche, nome, indirizzo, etc.
Una volta che il pagamento è effettuato inizia la produzione della penna. Vi sarà quindi un tempo di attesa, si riceverà una email con la conferma d'ordine, la cifra finale, la presunta consegna. Spedizione e dazi/tasse sono a parte.
Anche se la mia Nakaya non è frutto di tutte queste personalizzazioni, è interessante sapere che esistono.
Avendo acquistato la mia Nakaya usata, rispetto ad un acquisto sul sito di Nakaya il mio risparmio è stato, sul prezzo listato, di circa 350 euro, senza contare il non aver dovuto affrontare spese di spedizione, tasse e dazi...
Diciamo che si è trattato di una occasione irresistibile (che ha azzerato il mio budget destinato al pen show, nei primi due minuti dell'evento!)
Il pennino è il classico Platinum delle 3776, eppure è evidente che quando si acquista una Nakaya ogni singolo pennino viene non solo testato ma personalizzato a seconda delle preferenze dell'acquirente (in questo senso è evidente che comprare una Nakaya non è come comprare una 3776).
Ed eccoci alla mia Nakaya. Si tratta di una Portable Sigar, la versione a sigaro leggermente più corta del modello denominato Long.
qualche misura:
Weight 20.0g
Length 150.0mm (15cm di penna e si tratta della portable! la Long è lunga 17 cm!)
Diameter 15.0mm
Material Ebonite
Il materiale base è ovviamente ebanite, e la finitura è Urushi, Aka Tamenuri (quindi colore base rosso).
La penna si presenta in una elegante scatola in legno (tipico dei prodotti Giapponesi) e contro-scatola in setosa carta di riso.
La penna è inoltre dotata di un soffice portapenna in seta che protegge la lucida laccatura urushi.
(Nella confezione, la scatolina con il converter, che non è incluso con la penna, ma è omaggio del gentile venditore!)
Ed ecco la penna con il suo portapenna
Sono stato immediatamente attratto all'acquisto di questa Nakaya, non solo perché la versione Sigar era quella da me desiderata a lungo (Portable o Long poco importa), e caso vuole anche esattamente nella finitura Aka Tamenuri, ma in aggiunta a causa della assenza della clip! (che sulla Long in genere non c'è, mentre la si vede molto più di frequente sulla Portable.
La mancanza della clip, lascia intatta la laccatura urushi che si mostra in tutta la sua bellezza
Il cappuccio si svita in un giro e mezzo o poco meno.
E qui potete vedere meglio quello di cui parlavo, quell'effetto peculiare di chiaro scuro della laccatura che si crea in corrispondenza delle parti in cui la laccatura è per forza di cose più sottile.
CONTINUA...
Nakaya, Portable Sigar, Aka Tamenuri.
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ecco qualche altra foto (che in un solo post non ci stanno...)
ecco ancora un dettaglio della filettatura e dei bordi dello stacco tra sezione e fusto. Parliamo appunto di questo, nota fisima che mi tormenta.
Nell'uso la penna è sdoganata al 100%! Intanto la sezione è davvero lunga, 28 mm, per cui c'è tutto lo spazio che si vuole, e poi quel bordo è stondato e laccato. Anche quando si tiene la penna leggermente indietro, e viene voglia di farlo, sia perché è leggera, sia perché è lunga, quindi una impugnatura a pennello viene naturale, il piccolo gradino non si sente proprio.
Anche in questo caso, poterla prendere in mano e provare al Pen Show è stato determinante.
Veniamo al pennino. Anche a vederlo il pennino Nakaya è meno semplice di quello della Platinum 3776.
Ha un aspetto certamente più classico e raffinato.
Il tratto è un gradevole fine, che mi ha subito convinto per la sua scorrevolezza e precisione.
Ecco qui invece il sistema di riempimento (cartuccia/converter) al momento monta una cartuccia.
e per finire un veloce confronto per dimensioni con una penna a tutti nota...
è incredibile come (a parte il piccolo gradino) la forma delle due penne si somigli! Non mi ha sorpreso accorgermi come tenerla in mano dia una sensazione di quasi-perfezione ergonomica (essendo la 88 big il mio riferimento per ergonomia).
Nella sostanza una bellissima penna che ho desiderato a lungo (e che intendo usare a lungo). Ora dovrò solo stare attento a non farmi risucchiare nel vortice delle altre Nakaya (La Decapod! La Dorsalfin!
)
ecco ancora un dettaglio della filettatura e dei bordi dello stacco tra sezione e fusto. Parliamo appunto di questo, nota fisima che mi tormenta.
Nell'uso la penna è sdoganata al 100%! Intanto la sezione è davvero lunga, 28 mm, per cui c'è tutto lo spazio che si vuole, e poi quel bordo è stondato e laccato. Anche quando si tiene la penna leggermente indietro, e viene voglia di farlo, sia perché è leggera, sia perché è lunga, quindi una impugnatura a pennello viene naturale, il piccolo gradino non si sente proprio.
Anche in questo caso, poterla prendere in mano e provare al Pen Show è stato determinante.
Veniamo al pennino. Anche a vederlo il pennino Nakaya è meno semplice di quello della Platinum 3776.
Ha un aspetto certamente più classico e raffinato.
Il tratto è un gradevole fine, che mi ha subito convinto per la sua scorrevolezza e precisione.
Ecco qui invece il sistema di riempimento (cartuccia/converter) al momento monta una cartuccia.
e per finire un veloce confronto per dimensioni con una penna a tutti nota...
è incredibile come (a parte il piccolo gradino) la forma delle due penne si somigli! Non mi ha sorpreso accorgermi come tenerla in mano dia una sensazione di quasi-perfezione ergonomica (essendo la 88 big il mio riferimento per ergonomia).
Nella sostanza una bellissima penna che ho desiderato a lungo (e che intendo usare a lungo). Ora dovrò solo stare attento a non farmi risucchiare nel vortice delle altre Nakaya (La Decapod! La Dorsalfin!

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Molto bella e il colore è perfetto a mio gusto 

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Bella bella! Complimenti!
L'alimentatore è in plastica vero?

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RisottoPensa ha scritto: ↑mercoledì 5 marzo 2025, 16:51granbella penna ( strano che lo hai fatto diventare ancora più accattivante con le foto
)


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non c'è dubbio, è uno dei colori più belli tra le Nakaya. Poi se guardi, in realtà ci sono alcuni altri Tamenuri che sono stupendi... e un po' meno soliti del Aka, che gradualmente ti prendono... Heki Tamenuri... Kuro Tamenuri... meglio non guardare troppo il sito

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sì, mi risulta di plastica. Peraltro penne giapponesi con alimentatori in ebanite (stranamente) sono molto rare (sono in ebanite alcuni alimentatori sulle Eboya... ma li fa Bock!!)
Il funzionamento è comunque molto buono, l'ho usata poco finora, ma mi è sembrato che abbia un flusso costante.