Esme ha scritto: ↑giovedì 13 febbraio 2025, 23:28
Un graphos a cartuccia? Wow.
Pensavo ci fossero solo quelli in ebanite Pelikan, da caricare a contagocce.
Anche questo è a contagocce...
Ho anche il foglio di istruzioni, cerco di scansionarlo...
ahah, che tuffo nel passato che riemerge sempre quando si nominano questi attrezzi da disegno.
Comunque per spiegare l'uso del normografo, a chi non sapesse a che serviva, quella specie di righelli con le lettere, hanno la forma delle lettere forate, si posizionava il normografo aiutandosi a mantenere la posizione con un righello allineato sotto, quindi sopra si posava il normografo, si scriveva la lettera passando la punta del rapidograph nel foro, poi si spostava il normografo mantenendolo allineato al righello, e si scriveva la lettera successiva. Un lavoro lungo. Bisognava fare attenzione a non spostare il righello per non disallineare le lettere, e inoltre bisognava fate attenzione a spaziare le lettere correttamente! Gli errori erano in agguato ad ogni lettera...
AlexO ha scritto: ↑giovedì 13 febbraio 2025, 23:33
Esme ha scritto: ↑giovedì 13 febbraio 2025, 23:28
Un graphos a cartuccia? Wow.
Pensavo ci fossero solo quelli in ebanite Pelikan, da caricare a contagocce.
Anche questo è a contagocce...
Ho anche il foglio di istruzioni, cerco di scansionarlo...
Ecco (perdonate la qualità, ho dovuto fare di fretta...)
Rotring Graphos (Art. 240 520)
Rotring Graphos - Foglio istruzioni - pag.1
Rotring Graphos - Foglio istruzioni - pag.2
Rotring Graphos - Foglio istruzioni - pag.3
Rotring Graphos - Foglio istruzioni - pag.4
Kit pennini "A" (0.18 - 0.2 - 0.4) in mio possesso:
Rotring Graphos - Kit pennini A 0.18-0.2-0.4
Rotring Graphos - Pennini A 0.18-0.2-0.4
(Edit: Corretto l'ordine delle pagine 2 e 3 che erano invertite... Scusate ma è sera tardi...)
AlexO ha scritto: ↑giovedì 13 febbraio 2025, 23:33
Esme ha scritto: ↑giovedì 13 febbraio 2025, 23:28
Un graphos a cartuccia? Wow.
Pensavo ci fossero solo quelli in ebanite Pelikan, da caricare a contagocce.
Anche questo è a contagocce...
Ho anche il foglio di istruzioni, cerco di scansionarlo...
Prima c'erano anche i tiralinee, quelli con la rotellina come quella dei compassi, che permettevano anche una variazione di tratto.
AlexO ha scritto: ↑giovedì 13 febbraio 2025, 23:32
AlexO ha scritto: ↑giovedì 13 febbraio 2025, 23:02
[...]
Per altro... ora ricordo che esisteva pure la "prolunga", una specie di asta che si montatava da un lato sul compasso e su cui si montava in posizione libera il raccordo: serviva per poter tracciare circonferenze di raggio più ampio dell'apertura del compasso.
[...]
Ritrovata anche la prolunga... Eccola insieme al raccordo:
AlexO ha scritto: ↑giovedì 13 febbraio 2025, 20:33
sansenri ha scritto: ↑giovedì 13 febbraio 2025, 19:54
[...]
mai usati gli odiosi trasferibili
c'è chi era costretto...
sansenri ha scritto: ↑giovedì 13 febbraio 2025, 19:54
e comunque per disegno tecnico il normografo era obbligatorio...
andavano fatte opportune prove prima di usarlo, perché se sbagliavi o sbavavi a china sul compito, o ti rassegnavi ad un voto ben più basso, o dovevi fare il disegno da capo! (ecco un tipico esempio di "benedetti computer")
Comunque rispetto all'aggeggio in esame, già i rapidograph davano grandi vantaggi.
Il normografo era "obbligatorio" nel disegno tecnico "in bella" (professionale): il disegno fatto a matita era "ripassato" a china su carta lucida, che poi veniva portata in tipografia per fare le copie cianografiche (chi l'ha usata ricorda di certo il tipico odore) da consegnare al committente.
Per la mia esperienza, non ci si poteva affidare a prove estemporanee: in campo tecnico professionale era proprio necessario imparare a usare per bene i rapidografi a china (delle varie misure) con tutti i vari strumenti di disegno (righe, squadrette, normografo, curviline, circoligrafi, compasso con adattatore per rapidografo, retini semitrasparenti da rifilare ecc.).
E comunque sbagliare o sbavare con la china non sempre era un accidente irreversibile (tale da dover rifare daccapo): su carta lucida c'erano diversi sistemi, dalle apposite gomme rotring (non particolarmente efficienti per quello che ricordo) all'uso di lamette e taglierini con cui raschiare la china "indesiderata" (tecnica difficile e rischiosa che necessita di molta esperienza e manualità, ma che risulta sorprendentemente efficace soprattutto se la carta lucida è di qualità elevata).
Una gran fatica... Almeno, grazie a San Rapidografo, non ho mai dovuto usare l'aggeggio (da brividi) in esame
Certo che il normografo era obbligatorio, a mano i prof. non ci facevano scrivere. Gli errori a china sulla carta da lucido venivano corretti con le lamette da barba, facendo attenzione a non eccedere l'ampiezza del tratto con l'abrasione, pena la visibilità della correzione. Le gomme apposite non funzionavano bene.
Ricordo benissimo anche le copie eliografiche, fatte da laboratori appositi quando ero studente, fatte poi da me quando lavoravo in una impresa di costruzioni e facevo le copie per uso di cantiere. Puzzo di ammoniaca terribile. Ricordo che una volta per distrazione versai il contenuto di una bottiglia di liquido per copie eliografiche: ho rischiato l'intossicazione per pulire
All' I.T.I non usavamo la china, solo le mine da 2 mm, che sofferenza fare la punta che entrasse nelle lettere più piccole. Per poter scrivere dovevi togliere le stecchette.
Riccardo
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie (G.U.)
ricart ha scritto: ↑venerdì 14 febbraio 2025, 14:15
xx.jpg
All' I.T.I non usavamo la china, solo le mine da 2 mm, che sofferenza fare la punta che entrasse nelle lettere più piccole. Per poter scrivere dovevi togliere le stecchette.
Con la matita (col normografo appoggiato direttamente sul foglio senza i distanziatori) era più facile
Esme ha scritto: ↑giovedì 13 febbraio 2025, 23:39
Che poi non ho mai capito perché dovesse risultare più comodo avere un solo fusto.
Perché se studiavi disegno tecnico negli anni '30-'50 le cose costavano. Infatti le confezioni di Graphos di quegli anni si differenziavano per l'assortimento di punte, non per il numero di fusti
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
Ottorino ha scritto: ↑venerdì 14 febbraio 2025, 19:08
Perché se studiavi disegno tecnico negli anni '30-'50 le cose costavano.
Quindi una questione di costo, non di comodità.
Il fatto è che anche dopo la Rotring ha mantenuto queste confezioni con un fusto e molte punte. Però le punte costavano un botto di più rispetto ai fusti, non è che si risparmiasse molto...
"È tutta colpa di Esme" [Bons]
"Nove decimi del cervello non vengono usati, e come la maggior parte dei fatti noti, è falso."
[sir Terry Pratchett]