RisottoPensa ha scritto: ↑mercoledì 29 gennaio 2025, 12:06
Io ad esempio trovo strano collezionare scarpe e borse perché sostanzialmente senza un marchio o una scritta sono praticamente come le borse che si trovano dai cinesi o dal mercatino davanti alke stazioni.
Non colleziono né scarpe né borse, ma sono oggetti che possono raggiungere una qualità artigianale molto alta, oltre che un utilizzo di materiali pregiati.
Le differenze ci sono. Poi è vero che il marchio può spingere a eccessi di valutazione, e che, ad esempio, non basta una suola rossa o un monogramma ripetuto per determinare un'alta qualità.
A mio modo di vedere c'è da fare una differenza tra collezione e accumulo. Vengo da una famiglia di scoiattoli e io stessa devo stare attenta alla scoiattolite.
Mia sorella, per reazione credo, ha il problema inverso, cioè la mariecondonite e tende a buttare senza pietà.
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A me mi frega l'usabilità di un oggetto: faccio molta fatica a separarmi da qualcosa che può essere ancora usato.
Quindi anch'io ho tanti contenitori riciclati in cucina, soprattutto di vetro, ma non è una collezione, è proprio un accumulo.
Che però spesso torna utile.
Penso diventi insensato ogni accumulo/collezione che porta a far vivere male, che sia per questioni di soldi o per vivibilità degli ambienti.
PS: tra le cose che accumulo e che molti troverebbero insensato ci sono le stoffe. Le prendo per realizzare oggetti, ma ce ne ho troppe. Entrare in un negozio di scampoli o da un artigiano tessile per me è deleterio come entrare in cartoleria.