Volevo mostrarvi che cosa era in grado di proporre la Parker poco più di trent'anni fa quando portò sul mercato la Duofold Centennial /International la top di gamma di tutta la produzione Parker allora come oggi.
Le livree sono cambiate, i materiali pure (oggi vanno di moda i look metallizzati) ma la qualità della penna è sempre stata al rendez-vous. I pennini della centennial /international sono dei veri chiodi. Quindi chi cerca un po' di molleggio/elasticità o deve rivolgersi al vintage oppure deve optare per le sonnet di prima generazione che avevano dei pennini che in termini di elasticità ridicolizzavano le Centennial. Non una bella cosa per la stilografica top di gamma. Allora perché continua a esercitare un fascino così grande? È una stilografica grande ma non gigante. Non leggera ma neanche pesante e con una ergonomia da Rolls-Royce. Insomma la penna perfetta (anche se è una cartuccia converter). Ma una macchina per quanto bella senza il motore non va da nessuna parte e la Parker i motori li sapeva fare eccome. Guardate quanti pennini aveva a catalogo per questa penna e piangete sapendo che la Parker di oggi offre meno di 5 pennini. Da 27-24 pennini a 5. Che tragedia immane.
La Duofold centennial è tra le mie penne preferite e sicuramente una di quelle che utilizzo di più nella scrittura quotidiana.
Oltre all’aspetto estetico ne apprezzo l’ergonomia che me la rende comoda in mano e i pennini che certamente tendono al rigido, ma non li definirei chiodi, in quanto un pelo di elasticità ce l’hanno da renderli confortevolmente precisi. Potrei vivere tranquillamente con due Duofold e i miei amati pennini Extra extra broad e Medium Italic!
Mi è spiaciuto dover lasciare un Extra fine nello scambio con il Medium Italic: un peccato perché permetteva discrete variazioni di tratto, in quanto sufficientemente reattivo alla pressione.
L’M montato sulla Mandarin yellow rimane, tra i tanti provati, in zona podio per la sua morbida precisione.
Gli italici Parker (dritti o obliqui) sono dei veri italici come quello Aurora . Affilati come lame di rasoi. Il vantaggio che hanno è la grande varietà di gradazioni che permette di usarne alcuni anche per la scrittura normale quotidiana.
Invece è più difficile usare l'italico Aurora o anche l'italico broad Pelikan (che in realtà è un cursive smooth italic) perché troppo larghi per un uso normale.
Mi pare che oggi sia Parker che Waterman hanno la stessa proprietà. Direi che a Waterman è andata ancora peggio che a Parker, ridotta a produrre penne per la maggior parte di tipo economico (lasciamo stare la Man 100 edizione limitata a 2.400€!! e poco altro).
Purtroppo la varietà di modelli che vedevo negli anni 80 e 90 non tornerà mai più, ci si deve accontentare del vintage o di quello che offre il mercato.