Per una completa ricostruzione storica rimando all’ottima pagina del Wiki del forum (https://www.fountainpen.it/Skyline); qui mi limito a ricordare che si tratta di una penna rimasta in produzione per relativamente poco tempo (1941-1948) ma che ebbe molto successo. Il suo punto di forza è sicuramente il design innovativo e originale, ideato dal designer Henry Dreyfuss.
Cominciamo dunque proprio con la descrizione della penna: si tratta di una penna interamente in celluloide dalla forma decisamente particolare, con il cappuccio cilindrico e il corpo particolarmente sottile e rastremato. Da chiusa misura circa 135 mm (è il modello detto “Standard”) e pesa 16 grammi con cappuccio e 9 senza. La forma complessiva è molto aerodinamica, sembra quasi una navicella spaziale dei film di fantascienza, il corpo se guardato da solo ricorda un po’ i proiettili per i fucili da cecchino, quelli belli lunghi. Insomma, sembra proprio che sia pronta a spiccare il volo e coprire lunghe distanze. Andando più nei dettagli, il cappuccio ha in cima un derby in celluloide blu scuro attraversata a metà dall’innesto del fermaglio in metallo dorato; quest’ultimo prosegue in modo semplice e sobrio, dritto, termina con una punta squadrata a poco più di metà del cappuccio e reca il marchio di una “W” stilizzata (simbolo della garanzia a vita) e sotto l’incisone EVERSHARP in verticale. A delimitare il derby dal resto del cappuccio è un anello in metallo dorato che reca l’incisione: “Eversharp SKYLINE Pat. Made in U.S.A.”, sotto l’anello vediamo la vera chicca, cioè la particolare celluloide verde-giallo a righe verticali con cui è realizzato. In fondo poco sopra al labbro del cappuccio c’è un sottile anello in metallo dorato. Il corpo è interamente realizzato nella stessa celluloide blu scuro del derby, l’unico dettaglio che interrompe la continuità è la levetta del sistema di caricamento, sempre in metallo dorato. Svitando il cappuccio si scopre la sezione dello stesso materiale del resto del corpo. Presenta una leggera curva che rende la forma più armoniosa da chiusa senza però presentare alcuno spigolo da aperta; la trovo una soluzione di design semplicemente geniale (e purtroppo poco seguita dai produttori attuali, che spesso fanno gradoni inguardabili, fino a un certo punto lo sopporto anche, però forse alcuni non hanno ben compreso che le penne dovrebbero essere gradevoli alla vista anche da aperte). La sezione prosegue dritta e termina con una leggera svasatura.
Il pennino, in oro 14 carati, è un piccolo capolavoro sia da guardare sia (come vedremo poi) da usare: presenta un foro di sfiato di forma… ecco… non so come si chiami questa forma geometrica
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Il sistema di caricamento è a levetta laterale, consistente cioè in una leva che agendo su una barretta di pressione comprime una vescica in gomma/silicone per permettere il caricamento. Un sistema molto classico e diffuso nelle penne americane. La Skyline adotta propriamente una variante con un tubicino di sfiato interno al sacchetto. Personalmente non nutro un grande amore per i sistemi di caricamento con sacchetto, vuoi per scarsa capienza, vuoi per possibili problemi nella manutenzione. Ma è così, fa parte della magia del vintage.
Passiamo ora alle prestazioni di scrittura, si tratta di un pennino dal tratto fine, un fine vero. È un pennino rigido ma non un chiodo, risponde alla pressione di scrittura donando morbidezza. Perciò non presenta variazioni di tratto ma è molto comodo da usare. La forma della penna la rende molto ben bilanciata mentre si scrive. Vi lascio una prova di scrittura con il solito waka e la traduzione in italiano.
In conclusione… che dire, si tratta di una penna iconica, riconoscibile quasi immediatamente anche da lontano persino a un penshow, dove di vecchiette in celluloide certo non mancano. È leggera, comoda da usare, non stanca anche in lunghe sessioni. La lunghezza e la forma della sezione permettono di impugnarla in qualsiasi posizione. Non la consiglierei a chi ha le mani grandi o chi vuole una penna di sostanza da sentire in mano, ma la qualità di scrittura è indiscutibile.
Spero di non avervi annoiato troppo, sono veramente un profano quando si tratta di vintage, però posso dire che è una bella penna.