I colori delle prime Extra sono, per lo più, italianamente sgargianti: rosso, turchese, giallo, pergamena (ma anche Blue Notte e Carbone). La produzione di Extra in questi colori durò all’incirca cinque anni. Quando, nel 2005, Montegrappa passò nelle mani della multinazionale del lusso LVMH (uno dei gruppi leader mondiali nei prodotti di alta qualità, con marche come Chanel, Luis Vuitton, Christian Dior, TAG Heuer, Tiffany, Bulgari, Moët & Chandon e Veuve Clicquot, tra gli altri), la bellissima Extra venne in qualche modo internazionalizzata. Ribattezzata Extra 1930, se ne cancellò l’incisione sul fusto (peccato veniale, ma pur sempre un peccato) e il numero di colori disponibili passò drasticamente da sei a due, entrambi inediti per la marca. Di questi due nuovi colori, il “Tartaruga” sarebbe praticamente divenuto il “colore bandiera” di Montegrappa, che continuò a produrre la Extra 1930 con questa celluloide anche quando l’azienda ritornò in possesso della famiglia Aquila, e la mantenne in produzione pressoché inalterata per 18 anni, sino al 2023, quando questa colorazione fu dismessa come offerta per la Extra 1930 in versione regolare (anche se rimane disponibile nella versione personalizzata).
Il destino dell’altro colore originale della Extra 1930, il Verde Marmorizzato (Marbled Green) fu distinto e di vita più breve. Intanto, a differenza di Tartaruga, la Verde Marmorizzato non fu una celluloide proprietaria di Montegrappa. Altri produttori industriali (per esempio Delta) ed alcuni più artigianali acquistarono alcuni stock di questa bella celluloide e produssero le loro penne.
Ho sempre avuto un debole per le “celluloidi proprietarie” di Montegrappa, come la Tartaruga, Bambù Nero, Rosso, Bianco e Nero, Giallo, Carbone, Linee Brillanti, Zebra, per citarne alcune, celluloidi delle quali i proprietari di Montegrappa acquistarono l’intera produzione in modo da “firmare” le proprie penne in modo univoco. Con il tempo, ho acquistato quasi tutte le Extra prodotte in questi colori. Me ne mancavano, in particolare, due che apprezzo oltremodo. La Blu Mezzanotte, della quale di tanto in tanto affiora qualche esemplare in vendita, mi ha sempre tentato. La tentazione per questa celluloide in questo modello é però un poco venuta meno da quando Montegrappa ha prodotto, con lo stesso materiale, la sua Extra Otto in edizione non-limitata, che prima o poi sarà - credo - la mia seconda e forse ultima Extra Otto. Per i miei gusti, insieme a Linee Brillanti - che già possiedo - la Otto in Blu Mezzanotte é la più bella ed elegante tra le Otto; come Linee Brillanti, una “penna da sera”, per andare all’Opera.
Ma l’altra celluloide, Verde Marmorizzato, é ai miei occhi davvero splendida e insostituibile. Certo, essendo stata prodotta per meno di due anni (2005 e 2006; già dal 2007 venne sostituita da Bambù Nero), una Extra 1930 in Verde Marmorizzato é una vera rarità. E c’é di più. In Verde Marmorizzato, una parte importante del colore é - praticamente - il colore paglierino opalescente naturale della celluloide. Questo colore opalescente e cremoso invecchia, a contatto con la mano ed esposto alla luce, e assume un tono ambrato-marrone. Non c’é niente da fare: il processo é impossibile da evitare, a meno che la penna non si usi e rimanga chiusa in un luogo scuro. Nessuna delle due condizioni é accettabile per uno come me, che le sue penne le usa. Però..
Però, ecco, mi sarebbe piaciuto trovare una Extra 1930 in Verde Marmorizzato ancora intatta, che invecchiasse, certo, in quel suo modo allo stesso tempo inevitabile e come organico e quasi vivo, ma che invecchiasse con i segni e le ombre della mia mano, invece che con quelli di qualcun altro. Miracolo compiuto quest’anno, quando ho trovato e acquistato la penna, new old stock, da un rivenditore in linea.
Dire che é bella non é poco, é una balbuzie. Extra 1930 in Verde Marmorizzato é spettacolare.
Qui ve ne presento due fotografie, una in un’ambientazione piú classica, l’altra piú tropicale.
Le piccole banane verdi si chiamano, in Costa Rica, guineos, parola con la quale ci si riferisce a una banana acerba e verde, come quella della fotografia. La banana matura, gialla, si chiama qui banano. Il termine guineo deriva dalla Guinea, una delle regioni africane di origine delle banane, ma la parola non ha lo stesso significato in tutta l’America latina. In Bolivia, lo guineos sono le banane piccole (quelle grandi si chiamano gualeles), mentre nel Salvador si chiamano guineos tutte le banane, acerbe o mature. I guineos si consumano una volta cotti in acqua e vi si preparano molti piatti deliziosi, tanto caldi quanto freddi.
Quando ricevetti la mia nuova penna, che in negozio era stata mantenuta riposta nel suo astuccio senza un velo di protezione, mi accorsi che su un lato si era appena incollata alla finta-pelle colore crema della scatola. La staccai e la pulii un poco, giusto il sufficiente per accorgermi che la finta pelle non solo era aderita alla celluloide, ma vi aveva interagito, creando lungo la superficie di contatto una sottile frangia di bollicine microscopiche, appena percepibili al tatto, ma che rendevano quella striscia leggermente opaca alla vista. Chiamai il mio oramai carissimo amico Peter Zanesco in Montegrappa, per chiedere se avessi potuto far qualcosa per conto mio, ma Peter di mi disse che - forse - avrei potuto smerigliarla un poco, ma che la lucidatura della celluloide é una cosa che richiede l'intervento di professionisti e macchinari adatti. La penna partí la mattina seguente (era un venerdì) in spedizione raccomandata per Bassano del Grappa. Credo la ricevettero lunedì in Veneto. Martedì mattina Peter mi scrisse che la penna era stata riparata e rinviata al mittente. Arrivò a casa nel pomeriggio! Montegrappa si incaricò gratuitamente della pulizia e della spedizione con corriere. Scrivo queste cose per condividere la mia gioia per questa celerità e per sottolineare che spesso, molto più spesso di quanto si creda all’udire solamente le campane dei lamenti, il servizio ai clienti delle imprese italiane - e certamente quello di Montegrappa - é strepitosamente efficace e da lodare.
La mia Extra 1930 in Verde Marmorizzato ha un pennino medio, del tipo di vent’anni fa, decorato con greca palladiana, che scrive alla perfezione: un medio piuttosto sottile e brioso, che rende la scrittura un gesto di puro piacere. Mi piace rigirarla tra le dita e scriverci. So che invecchierà e avrà i suoi segni, come lo faccio io e come mi stropiccio anch’io. Ma é bello sapere che lo faremo insieme.