Si, può essere una strategia. Se va bene, bene. Se non va bene, la cede e passa a misure più "cristiane".
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Montblanc, da dove iniziare?
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C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Anche questa non è male. Le MB anni '70 son molto sottovalutate ma son delle signore penne
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resto convinto che dalla 146 ci si deve passare... poi si spazia, più grande: 149, più "speciale": le varie serie, musicisti, etc. (molte sono 146 mascherate), più vintage: (con cautela, il vintage per uno che inizia può avere qualche controindicazione/rischio, dipende molto dove compri, e se non ti fermi alla 342, occhio ai prezzi), più piccola: la Mozart, più sottile: le serie anni 70, etc.
La 146 è sempre un investimento abbastanza oculato, difficile che perda molto valore, nel caso non piaccia.
Dipende anche da cosa parti, se hai già altre penne e quali.
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Intanto non escludo affatto che una 149 possa essere meno perfetta per lui di una 146.
E poi il post parla chiaro: “stellite” unita all’uso del plurale fa intendere la volontà (più che giustificata) di intraprendere un percorso all’interno di un marchio.
Quindi perché non partire dal modello più iconico, che nello specifico coincide con una gran bella penna?!
…poi magari le prova entrambe e alla fine prende una TWSBI…
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Io non sono particolarmente attratto dalla stella, però è innegabile che la 149 sia un mito e monti il pennino esteticamente più bello e ricercato che ci sia. Insomma, è una penna da avere, anche se con le sue peculiarità: la sezione è molto grossa (esageratamente, e lo dico da amante delle cicciotte), il corpo è bilanciato ma fondamentalmente corto rispetto alle dimensioni della penna, l’alimentazione particolarmente generosa anche con i tratti sottili. Insomma non è una penna per tutte le occasioni, anche se meccanicamente ineccepibile.
Le più interessanti (come sempre) per me sono le più vecchie: le silver rings, quelle in celluloide o le primissime in resina, meglio ancora la 139. Con pennino 18C flessibile, ovviamente! Però costano un botto… quindi credo che la scelta più ragionevole sia pescare nel secondo dopoguerra, una delle prime versioni in resina con pennino tritono 14C o 18C (i bicolori successivi sono molto meno belli da vedere e i moderni ancora meno) che sono anche veramente piacevoli da usare, sebbene non flessibili. Ci vuole un po’ di pazienza, sicuramente sono più rare è un po’ più costose rispetto a quelle degli anni ‘70-‘80, ma secondo me ne vale la pena.
Io ne ho una con queste caratteristiche, con pennino EF 14C che in realtà è piuttosto architect, con tratto sottilissimo solo in verticale, mentre l’orizzontale è vicino al mm, piuttosto rigido. Molto piacevole da usare e anche come resa. Lo trovo un acquisto sensato anche per chi, come me, non ama particolarmente l’estetica Montblanc: la gratificazione di togliere il cappuccio e scoprire ogni volta quel pezzo di oreficeria che è quasi un peccato sporcarlo d’inchiostro, vale la spesa (non folle). Mentre di sicuro non spenderei il doppio per una di nuova produzione.
L’unica alternativa per me interessante del marchio (e forse anche più fruibile) sarebbe qualche vecchio modello in celluloide striata, però andiamo su un genere su cui si trovano tante penne altrettanto belle a prezzi più economici.
Le più interessanti (come sempre) per me sono le più vecchie: le silver rings, quelle in celluloide o le primissime in resina, meglio ancora la 139. Con pennino 18C flessibile, ovviamente! Però costano un botto… quindi credo che la scelta più ragionevole sia pescare nel secondo dopoguerra, una delle prime versioni in resina con pennino tritono 14C o 18C (i bicolori successivi sono molto meno belli da vedere e i moderni ancora meno) che sono anche veramente piacevoli da usare, sebbene non flessibili. Ci vuole un po’ di pazienza, sicuramente sono più rare è un po’ più costose rispetto a quelle degli anni ‘70-‘80, ma secondo me ne vale la pena.
Io ne ho una con queste caratteristiche, con pennino EF 14C che in realtà è piuttosto architect, con tratto sottilissimo solo in verticale, mentre l’orizzontale è vicino al mm, piuttosto rigido. Molto piacevole da usare e anche come resa. Lo trovo un acquisto sensato anche per chi, come me, non ama particolarmente l’estetica Montblanc: la gratificazione di togliere il cappuccio e scoprire ogni volta quel pezzo di oreficeria che è quasi un peccato sporcarlo d’inchiostro, vale la spesa (non folle). Mentre di sicuro non spenderei il doppio per una di nuova produzione.
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Io ho tre 149 con tre pennini differenti (EF, F, F architect): sebbene ultimamente usi molto la Capless, rimangono le mie preferite, sempre inchiostrate e pronte all’uso.
Riccardo
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tutto interessante, ma mettiti nei panni dell'OP, che conosce poco il marchio, è confuso e partirebbe con i modelli base, sei sicuro che inizieresti da una celluloide striata?rizzi83 ha scritto: ↑domenica 17 novembre 2024, 12:21 Io non sono particolarmente attratto dalla stella, però è innegabile che la 149 sia un mito e monti il pennino esteticamente più bello e ricercato che ci sia. Insomma, è una penna da avere, anche se con le sue peculiarità: la sezione è molto grossa (esageratamente, e lo dico da amante delle cicciotte), il corpo è bilanciato ma fondamentalmente corto rispetto alle dimensioni della penna, l’alimentazione particolarmente generosa anche con i tratti sottili. Insomma non è una penna per tutte le occasioni, anche se meccanicamente ineccepibile.
Le più interessanti (come sempre) per me sono le più vecchie: le silver rings, quelle in celluloide o le primissime in resina, meglio ancora la 139. Con pennino 18C flessibile, ovviamente! Però costano un botto… quindi credo che la scelta più ragionevole sia pescare nel secondo dopoguerra, una delle prime versioni in resina con pennino tritono 14C o 18C (i bicolori successivi sono molto meno belli da vedere e i moderni ancora meno) che sono anche veramente piacevoli da usare, sebbene non flessibili. Ci vuole un po’ di pazienza, sicuramente sono più rare è un po’ più costose rispetto a quelle degli anni ‘70-‘80, ma secondo me ne vale la pena.
Io ne ho una con queste caratteristiche, con pennino EF 14C che in realtà è piuttosto architect, con tratto sottilissimo solo in verticale, mentre l’orizzontale è vicino al mm, piuttosto rigido. Molto piacevole da usare e anche come resa. Lo trovo un acquisto sensato anche per chi, come me, non ama particolarmente l’estetica Montblanc: la gratificazione di togliere il cappuccio e scoprire ogni volta quel pezzo di oreficeria che è quasi un peccato sporcarlo d’inchiostro, vale la spesa (non folle). Mentre di sicuro non spenderei il doppio per una di nuova produzione.
L’unica alternativa per me interessante del marchio (e forse anche più fruibile) sarebbe qualche vecchio modello in celluloide striata, però andiamo su un genere su cui si trovano tante penne altrettanto belle a prezzi più economici.
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Е chi potendoselo permettere non inizierebbe volentieri da una 146 verde? O anche da una 139?
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In realtà neanch’io sono esperto del marchio e intendevo solo condividere la mia idea personale che ne ho.
Le MB sicuramente scrivono bene e sono belle, sono molto ben realizzate ed hanno una grande storia: però personalmente non sono penne che mi attirano particolarmente rispetto ad altre. Quindi non ci vedo un gran senso, considerati i prezzi… a parte il pennino della 149, che innegabilmente è qualcosa che nessun’altra penna ha! Questo è stato l’unico (finora) oggetto dei miei desideri stellati… purché tritono e fidandomi di chi dice che i vecchi sono meglio dei nuovi.
Io ho scelto così e ho una penna che mi soddisfa, anche se per me è troppo grossa.
E sia chiaro: scrive benissimo, è un pezzo di storia, quando te la vedono sulla scrivania fa figo, il pistone va liscio come l’olio e l’alimentatore è perfetto… ma io non l’avrei presa per questo. E neanche per una bella celluloide o un buon flessibile vintage: su queste caratteristiche, che mi intrigano di più assai, avrei guardato altro.
Ovviamente è solo il mio sentire ed un estimatore del marchio ragionerà in modo diverso: capisco molto il senso di partire da un modello “medio” per apprezzare quelle caratteristiche di buona fattura, precisione, scrittura piacevole ecc. che la Casa innegabilmente offre, e poi magari salire…
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L’opener ha chiaramente detto che la vuole comprare per usarla non per guardarla.
Inutile quindi comprare una penna che avrà un pennino bellissimo da ammirare ma, come dici, troppo grossa.
Lui deve prenderne una che funzioni bene e che sia comoda e le penne di riferimento sono poche la Classic o la 146 se le vuole a pistone, oppure 144/145/147 se le vuole a cartuccia.
Classic e 144/145 più sottili. 146 e 147 più cicciotte a seconda dai gusti.
Per uno che si approccia alle Montblanc le penne giuste sono queste il resto sono tutte cose interessanti ma solo quando si avrà maggior conoscenza del marchio ed in generale delle stilografiche. Una celluloide anni 50 sarà meravigliosa ma oltre a costare un fulmine se si rompe , e si rompono, sei finito.
Quelle che ho citato sopra sull’usato le trova a prezzi che vanno dai 150 di una 144 ai 220 di una 146, solo la 147 soprattutto con la sua custodia la paghi di più.
Inutile quindi comprare una penna che avrà un pennino bellissimo da ammirare ma, come dici, troppo grossa.
Lui deve prenderne una che funzioni bene e che sia comoda e le penne di riferimento sono poche la Classic o la 146 se le vuole a pistone, oppure 144/145/147 se le vuole a cartuccia.
Classic e 144/145 più sottili. 146 e 147 più cicciotte a seconda dai gusti.
Per uno che si approccia alle Montblanc le penne giuste sono queste il resto sono tutte cose interessanti ma solo quando si avrà maggior conoscenza del marchio ed in generale delle stilografiche. Una celluloide anni 50 sarà meravigliosa ma oltre a costare un fulmine se si rompe , e si rompono, sei finito.
Quelle che ho citato sopra sull’usato le trova a prezzi che vanno dai 150 di una 144 ai 220 di una 146, solo la 147 soprattutto con la sua custodia la paghi di più.
Cesare Augusto
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concordo
spesso ci si dimentica anche di una cosa, Montblanc non è solo "un bel marchio". Lo abbiamo detto altre volte, se il suo mito resiste, e non si dissolve in fumo dopo il primo acquisto, è perché chi compra una Montblanc, dopo aver gongolato ed aver rimirato la penna per un po', poi la usa e dice: "ah però! che bella penna!" nel senso che scrive anche bene.
Ecco, la 146 ad esempio ti dà quella sensazione lì, la resina per quanto preziosa è sempre resina (e ci sono certamente penne con materiali più belli), la stellina per quanto "status" è sempre solo un marchio, ma quando la usi ti accorgi che dà la birra a parecchie altre penne! pronta, regolare, costante, affidabile.
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spesso ci si dimentica anche di una cosa, Montblanc non è solo "un bel marchio". Lo abbiamo detto altre volte, se il suo mito resiste, e non si dissolve in fumo dopo il primo acquisto, è perché chi compra una Montblanc, dopo aver gongolato ed aver rimirato la penna per un po', poi la usa e dice: "ah però! che bella penna!" nel senso che scrive anche bene.
Ecco, la 146 ad esempio ti dà quella sensazione lì, la resina per quanto preziosa è sempre resina (e ci sono certamente penne con materiali più belli), la stellina per quanto "status" è sempre solo un marchio, ma quando la usi ti accorgi che dà la birra a parecchie altre penne! pronta, regolare, costante, affidabile.
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Ma concordo pure io
Collezionare non mi interessa, tutte le penne che ho le uso, alcune costantemente ed altre a rotazione. Certo la 149 non è la penna che scelgo per una letterona o per prendere appunti, ma è sempre inchiostrata e trovo appagante usarla per brevi frasi, mi godo il pennone quando la apro e il tratto molto particolare che restituisce quando scrivo.
Anche il funzionamento è eccellente: capisco bene chi sceglie MB per uso anche quotidiano e intenso (con una buona carta, considerato il flusso importante) e quindi ovviamente predilige misure un po’ più umane.
Io personalmente per questo utilizzo preferisco altre penne. So di essere una mosca bianca e mi rendo conto che siano un grande classico, ma trovo “banali” le edizioni ordinarie nere e le versioni speciali proprio brutte.
Poi ovviamente tutto dipende da cosa cerca l’OP e perché si interessa a Montblanc. Mi sono permesso di aggiungere la mia opinione perché mi pareva attratto più che altro dal marchio in sé, dalla sua allure…
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Collezionare non mi interessa, tutte le penne che ho le uso, alcune costantemente ed altre a rotazione. Certo la 149 non è la penna che scelgo per una letterona o per prendere appunti, ma è sempre inchiostrata e trovo appagante usarla per brevi frasi, mi godo il pennone quando la apro e il tratto molto particolare che restituisce quando scrivo.
Anche il funzionamento è eccellente: capisco bene chi sceglie MB per uso anche quotidiano e intenso (con una buona carta, considerato il flusso importante) e quindi ovviamente predilige misure un po’ più umane.
Io personalmente per questo utilizzo preferisco altre penne. So di essere una mosca bianca e mi rendo conto che siano un grande classico, ma trovo “banali” le edizioni ordinarie nere e le versioni speciali proprio brutte.
Poi ovviamente tutto dipende da cosa cerca l’OP e perché si interessa a Montblanc. Mi sono permesso di aggiungere la mia opinione perché mi pareva attratto più che altro dal marchio in sé, dalla sua allure…