Ascoltate anche dal minuto 49....la valenza positiva del copiare in Cina....credo spieghi moltissime cose.Andre1977 ha scritto: ↑lunedì 11 novembre 2024, 22:07 https://youtu.be/VhTvQ3QvA8w?feature=shared
La primissima parte del video parla dell'importanza della scrittura in Cina, mi pareva interessante postarlo qui !
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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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La produzione cinese, da infima copia a convincente imitazione?
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Molto interessante, grazieAndre1977 ha scritto: ↑lunedì 11 novembre 2024, 22:57Ascoltate anche dal minuto 49....la valenza positiva del copiare in Cina....credo spieghi moltissime cose.Andre1977 ha scritto: ↑lunedì 11 novembre 2024, 22:07 https://youtu.be/VhTvQ3QvA8w?feature=shared
La primissima parte del video parla dell'importanza della scrittura in Cina, mi pareva interessante postarlo qui !
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La produzione cinese, da infima copia a convincente imitazione?
qualcuna delle "convincenti imitazioni" ogni tanto però si rivelano per quello che sono, strumenti inaffidabili.
Una delle mie Moonman M600s, penna convincente per la sua forma identica alla Parker Centennial, e come la Parker quindi comoda in mano, dopo qualche anno dall'acquisto, e uso davvero modesto (ho troppe penne per usare sempre la stessa) ha sviluppato un grave, inatteso e inspiegabile trafilamento di inchiostro dalla sezione (mai avuto lo stesso problema su altre penne).
In pratica l'inchiostro fuoriesce dalla intercapedine tra sezione in resina e l'anello in metallo della stessa, e la resina non è crepata.
Ho postato una richiesta di consiglio per ripararla,
viewtopic.php?t=33430
ma pare che nessuno mi abbia considerato (avevo detto "altrimenti va nel cestino", temo che il silenzio sia assenso).
Una delle mie Moonman M600s, penna convincente per la sua forma identica alla Parker Centennial, e come la Parker quindi comoda in mano, dopo qualche anno dall'acquisto, e uso davvero modesto (ho troppe penne per usare sempre la stessa) ha sviluppato un grave, inatteso e inspiegabile trafilamento di inchiostro dalla sezione (mai avuto lo stesso problema su altre penne).
In pratica l'inchiostro fuoriesce dalla intercapedine tra sezione in resina e l'anello in metallo della stessa, e la resina non è crepata.
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ma pare che nessuno mi abbia considerato (avevo detto "altrimenti va nel cestino", temo che il silenzio sia assenso).
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Ti ho risposto di là .sansenri ha scritto: ↑martedì 12 novembre 2024, 14:41 <<<<<<<<
Ho postato una richiesta di consiglio per ripararla,
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ma pare che nessuno mi abbia considerato (avevo detto "altrimenti va nel cestino", temo che il silenzio sia assenso).
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E' esattamente la mia esperienza. Ogni tanto ho preso una cinese, ma nessuna è durata. C'è stato sempre qualcosa: un cappuccio che si rompe, un pistone che perde, un alimentatore stampato male, un pezzo che si stacca, un gruppo da cui trafila inchiostro...
Per quanto mi riguarda, almeno fino a ora, sono l'antitesi di ciò che mi fa amare le stilografiche: affidabilità, durata e gradevolezza d'uso.
Forse, tra un bel po' di brunose ne potremo riparlare.
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Oggi mi è arrivata la Lamy Al star Gold, ho potuto fare un confronto con la cinese.Monet63 ha scritto: ↑martedì 12 novembre 2024, 17:27E' esattamente la mia esperienza. Ogni tanto ho preso una cinese, ma nessuna è durata. C'è stato sempre qualcosa: un cappuccio che si rompe, un pistone che perde, un alimentatore stampato male, un pezzo che si stacca, un gruppo da cui trafila inchiostro...
Per quanto mi riguarda, almeno fino a ora, sono l'antitesi di ciò che mi fa amare le stilografiche: affidabilità, durata e gradevolezza d'uso.
Forse, tra un bel po' di brunose ne potremo riparlare.
Ci sono piccole differenze estetiche, che forse evitano le cause per plagio, la cinese non permette di postare il cappuccio in maniera stabile, unico difetto riscontrabile.
Come scrittura il pennino della cinese è qualitativamente pari all' originale, il costo ve lo lascio immaginare . Chi produce penne entry level, dovrebbe preoccuparsi.. e parecchio pure.
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
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Le copie (di qualsiasi cosa) le fanno soprattutto per noi, per venire incontro al nostro mercato e ai nostri gusti: Aliexpress, Temu, le inserzioni su Amazon ed e-bay sono punti-vendita ad uso e consumo esclusivo degli occidentali.
Sui loro mercati si trova tutt'altro e di tutt'altro genere, con tutta la varietà che ci si può aspettare (se non si è razzisti, quantomeno) da un Paese di un miliardo e mezzo di persone.
D'altronde banalità e scemenze del genere si dicevano anche dei prodotti giapponesi 50, 40 e 30 anni fa, prima che dimostrassero coi fatti di essere più bravi di Europa e USA nel fare praticamente qualsiasi cosa (e a costo più basso nonostante il benessere diffuso).
Ho alcune riviste degli anni '70 e '80 in cui i giornalisti fanno ironia sulla produzione giapponese di qualsiasi cosa, quando già era evidente che il "blasone" europeo era solo spocchia e non anche contenuto.
In ogni caso, per rispondere alla domanda iniziale, direi che la produzione cinese di stilografiche ha dato il (definitivo) strappo con il lancio di modelli propri. In particolare direi che, nella produzione ancora "popolare", diciamo sotto i 50€ (e in gran parte sotto i 20€), con il modus agendi di Hongdian, che sta abbandonando la copia e l'omaggio per passare a produzioni più "personali".
Per quanto mi riguarda l'Hongdian M2 è un capolavoro di estetica e funzionalità, ad esempio: spanne sopra anche alla pur plurilodata Kaweco Sport. Con 13€ di spesa (converter incluso).
Così come l'Hongdian N6 è al contempo "molto cinese" e molto apprezzabile nell'estetica e nell'uso.
Tutto questo continuando ad omettere colpevolmente tutta la loro produzione, vintage e moderna, quasi sempre riservata al mercato interno se non per qualche lodevole venditore che si propone di esportare ogni tanto qualche vecchia Hero/WingSung/Yongshen/Youlian e compagnia cantando, che danno anche qualche idea sulla reale evoluzione delle stilografiche cinesi. Della bellezza del pennino montato (anche) sulla Hero 395 ne parlano un po' ovunque: e per 5-10€ di costo delle penne che lo montano, non ha nulla da invidiare alla pletore di Jowo-Bock-Schmidt che ci circonda.
E per tacere dei pennini in oro sempre della stessa Hero, che si rimediano facilmente attorno ai 50€ (se non meno e molto meno).
Insomma, la visione che abbiamo della Cina (alcuni più degli altri, ma generalmente tutti) è molto molto parziale, filtrata e difficile da afferrare nel suo insieme per mancanza (o grande difficoltà) di reperibilità di informazioni.
Sui loro mercati si trova tutt'altro e di tutt'altro genere, con tutta la varietà che ci si può aspettare (se non si è razzisti, quantomeno) da un Paese di un miliardo e mezzo di persone.
D'altronde banalità e scemenze del genere si dicevano anche dei prodotti giapponesi 50, 40 e 30 anni fa, prima che dimostrassero coi fatti di essere più bravi di Europa e USA nel fare praticamente qualsiasi cosa (e a costo più basso nonostante il benessere diffuso).
Ho alcune riviste degli anni '70 e '80 in cui i giornalisti fanno ironia sulla produzione giapponese di qualsiasi cosa, quando già era evidente che il "blasone" europeo era solo spocchia e non anche contenuto.
In ogni caso, per rispondere alla domanda iniziale, direi che la produzione cinese di stilografiche ha dato il (definitivo) strappo con il lancio di modelli propri. In particolare direi che, nella produzione ancora "popolare", diciamo sotto i 50€ (e in gran parte sotto i 20€), con il modus agendi di Hongdian, che sta abbandonando la copia e l'omaggio per passare a produzioni più "personali".
Per quanto mi riguarda l'Hongdian M2 è un capolavoro di estetica e funzionalità, ad esempio: spanne sopra anche alla pur plurilodata Kaweco Sport. Con 13€ di spesa (converter incluso).
Così come l'Hongdian N6 è al contempo "molto cinese" e molto apprezzabile nell'estetica e nell'uso.
Tutto questo continuando ad omettere colpevolmente tutta la loro produzione, vintage e moderna, quasi sempre riservata al mercato interno se non per qualche lodevole venditore che si propone di esportare ogni tanto qualche vecchia Hero/WingSung/Yongshen/Youlian e compagnia cantando, che danno anche qualche idea sulla reale evoluzione delle stilografiche cinesi. Della bellezza del pennino montato (anche) sulla Hero 395 ne parlano un po' ovunque: e per 5-10€ di costo delle penne che lo montano, non ha nulla da invidiare alla pletore di Jowo-Bock-Schmidt che ci circonda.
E per tacere dei pennini in oro sempre della stessa Hero, che si rimediano facilmente attorno ai 50€ (se non meno e molto meno).
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Abulafia ha scritto: ↑martedì 12 novembre 2024, 21:21 Le copie (di qualsiasi cosa) le fanno soprattutto per noi, per venire incontro al nostro mercato e ai nostri gusti: Aliexpress, Temu, le inserzioni su Amazon ed e-bay sono punti-vendita ad uso e consumo esclusivo degli occidentali.
Sui loro mercati si trova tutt'altro e di tutt'altro genere, con tutta la varietà che ci si può aspettare (se non si è razzisti, quantomeno) da un Paese di un miliardo e mezzo di persone.
D'altronde banalità e scemenze del genere si dicevano anche dei prodotti giapponesi 50, 40 e 30 anni fa, prima che dimostrassero coi fatti di essere più bravi di Europa e USA nel fare praticamente qualsiasi cosa (e a costo più basso nonostante il benessere diffuso).
Ho alcune riviste degli anni '70 e '80 in cui i giornalisti fanno ironia sulla produzione giapponese di qualsiasi cosa, quando già era evidente che il "blasone" europeo era solo spocchia e non anche contenuto.
In ogni caso, per rispondere alla domanda iniziale, direi che la produzione cinese di stilografiche ha dato il (definitivo) strappo con il lancio di modelli propri. In particolare direi che, nella produzione ancora "popolare", diciamo sotto i 50€ (e in gran parte sotto i 20€), con il modus agendi di Hongdian, che sta abbandonando la copia e l'omaggio per passare a produzioni più "personali".
Per quanto mi riguarda l'Hongdian M2 è un capolavoro di estetica e funzionalità, ad esempio: spanne sopra anche alla pur plurilodata Kaweco Sport. Con 13€ di spesa (converter incluso).
Così come l'Hongdian N6 è al contempo "molto cinese" e molto apprezzabile nell'estetica e nell'uso.
Tutto questo continuando ad omettere colpevolmente tutta la loro produzione, vintage e moderna, quasi sempre riservata al mercato interno se non per qualche lodevole venditore che si propone di esportare ogni tanto qualche vecchia Hero/WingSung/Yongshen/Youlian e compagnia cantando, che danno anche qualche idea sulla reale evoluzione delle stilografiche cinesi. Della bellezza del pennino montato (anche) sulla Hero 395 ne parlano un po' ovunque: e per 5-10€ di costo delle penne che lo montano, non ha nulla da invidiare alla pletore di Jowo-Bock-Schmidt che ci circonda.
E per tacere dei pennini in oro sempre della stessa Hero, che si rimediano facilmente attorno ai 50€ (se non meno e molto meno).
Insomma, la visione che abbiamo della Cina (alcuni più degli altri, ma generalmente tutti) è molto molto parziale, filtrata e difficile da afferrare nel suo insieme per mancanza (o grande difficoltà) di reperibilità di informazioni.
Ricordate il film "arrivano i giapponesi" ? https://it.wikipedia.org/wiki/Gung_Ho_(film)
Divertente, ma interessantissimo ! Vero, i prodotti giapponesi erano trattati un pò come oggi si trattano i prodotti cinesi. Salvo poi rendersi conto che erano bravissimi a produrre di tutto.
La M2, che cerca di piazzarsi nel segmento della Kaweco Sport, è veramente ben fatta, e costa (parecchio) meno della Sport aluminium. Se iniziassero a tirar fuori altri colori ne acquisterei volentieri un'altra tanto è robusta e scrive bene.
Personalmente poi, pur non avendo un'esperienza lunghissima con le stilografiche cinesi (le prime le acquistai in epoca pre covid, diciamo 2018/2019?) non ho avuto esperienze negative, salvo ovviamente il famigerato controllo qualità su quelle più economiche (tipo 6 stilografiche a 6 eur su amazon). Ma in quel caso neppure lo considero...cosa vuoi pretendere da penne prodotte a chli e vendute a prezzo di una bic e dintorni ?
Sul pennino Hero a meno di 50....dove li trovi ? Io ho visto solo delle Hero e WingSung pennino oro (un paio anche decisamente interessanti ), ma tutte veleggiano oltre i 300 !
Della Cina è verissimo, sappiamo davvero poco, forse solo quel che si desidera sappiamo. Ma andrei volentierissimo a farci un viaggio (prima devo andare in Giappone però...)
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L'ho sempre detto e ripetuto: Giappone docet! Ricordo perfettamente le sghignazzate dei puristi audiofili sui prodotti cosiddetti HI-FI giapponesi degli anni 70/80.Abulafia ha scritto: ↑martedì 12 novembre 2024, 21:21 Le copie (di qualsiasi cosa) le fanno soprattutto per noi, per venire incontro al nostro mercato e ai nostri gusti: Aliexpress, Temu, le inserzioni su Amazon ed e-bay sono punti-vendita ad uso e consumo esclusivo degli occidentali.
Sui loro mercati si trova tutt'altro e di tutt'altro genere, con tutta la varietà che ci si può aspettare (se non si è razzisti, quantomeno) da un Paese di un miliardo e mezzo di persone.
D'altronde banalità e scemenze del genere si dicevano anche dei prodotti giapponesi 50, 40 e 30 anni fa, prima che dimostrassero coi fatti di essere più bravi di Europa e USA nel fare praticamente qualsiasi cosa (e a costo più basso nonostante il benessere diffuso).
Ho alcune riviste degli anni '70 e '80 in cui i giornalisti fanno ironia sulla produzione giapponese di qualsiasi cosa, quando già era evidente che il "blasone" europeo era solo spocchia e non anche contenuto.
In ogni caso, per rispondere alla domanda iniziale, direi che la produzione cinese di stilografiche ha dato il (definitivo) strappo con il lancio di modelli propri. In particolare direi che, nella produzione ancora "popolare", diciamo sotto i 50€ (e in gran parte sotto i 20€), con il modus agendi di Hongdian, che sta abbandonando la copia e l'omaggio per passare a produzioni più "personali".
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Tutto questo continuando ad omettere colpevolmente tutta la loro produzione, vintage e moderna, quasi sempre riservata al mercato interno se non per qualche lodevole venditore che si propone di esportare ogni tanto qualche vecchia Hero/WingSung/Yongshen/Youlian e compagnia cantando, che danno anche qualche idea sulla reale evoluzione delle stilografiche cinesi. Della bellezza del pennino montato (anche) sulla Hero 395 ne parlano un po' ovunque: e per 5-10€ di costo delle penne che lo montano, non ha nulla da invidiare alla pletore di Jowo-Bock-Schmidt che ci circonda.
E per tacere dei pennini in oro sempre della stessa Hero, che si rimediano facilmente attorno ai 50€ (se non meno e molto meno).
Insomma, la visione che abbiamo della Cina (alcuni più degli altri, ma generalmente tutti) è molto molto parziale, filtrata e difficile da afferrare nel suo insieme per mancanza (o grande difficoltà) di reperibilità di informazioni.
La Hongdian n. 6 non so se sia molto cinese, io la trovo molto "penna", nel senso della classicità della forma, dei materiali e soprattutto del pennino, davvero stupendo (Long Knife F).
Le penne Hero montano (o montavano fino a non molto tempo fa) pennini in oro a 10K ed è probabile che a quelli si riferisse Abulafia.Andre1977 ha scritto: ↑martedì 12 novembre 2024, 21:41
Ricordate il film "arrivano i giapponesi" ? https://it.wikipedia.org/wiki/Gung_Ho_(film)
Divertente, ma interessantissimo ! Vero, i prodotti giapponesi erano trattati un pò come oggi si trattano i prodotti cinesi. Salvo poi rendersi conto che erano bravissimi a produrre di tutto.
Sul pennino Hero a meno di 50....dove li trovi ? Io ho visto solo delle Hero e WingSung pennino oro (un paio anche decisamente interessanti ), ma tutte veleggiano oltre i 300 !
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se ne parlava sull'altro 3d, quello dedicato alla musica in casa.
Vi sono due aspetti però distinti e da non dimenticare
-uno è l'efficacia del prodotto
-l'altro è l'affidabilità del prodotto (troppo spesso dimenticata guardando solo il primo aspetto)
sull'affidabilità non ci siamo ancora (leggi anche il commento di Monet, e il mio commento nel 3d sulla musica in casa, riguardo la durata degli apparecchi HIFI cinesi).
è anche un approccio mentale diverso, io personalmente tendo a preferire avere un prodotto che funzioni e duri negli anni (e non mi costringa a continui aggiornamenti) pur spendendo inizialmente di più, altri preferiscono spendere meno inizialmente e dover magari cambiare il prodotto dieci volte nello stesso arco di tempo.
Non c'è un approccio "migliore" ciascuno ha pro e contro, a parità di efficacia (sempre che sia confermata come presupposto iniziale) l'approccio usa e getta è più consumistico e meno ecofriendly, l'approccio chi più spende meno spende espone maggiormente al rischio di una obsolescenza della tecnologia.
Sull'HIFI questo è più vero, per una stilografica molto meno, forse per nulla.
Con il tempo speriamo che i cinesi raggiungano l'affidabilità giapponese, vi sono buone avvisaglie.
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Alla fine imparano, mica sono scemi
Io non sono così esterofilo e penso che, come negli anni 80 su molti aspetti tipo le auto, le critiche nei confronti dei Giapponesi avevano un gran senso. Oggi le stesse critiche nei confronti dei prodotti cinesi ci stanno tutte.
Sia i Giapponesi in quegli anni che i cinesi oggi copiano molto ma si tratta di periodi:
1) Copi ma i tuoi prodotti sono ancora di qualità inferiore;
2) Copi bene, la qualità è simile o anche superiore ma mancano di originalità;
3) Impari ad essere anche originale ed alla fine superi il mastro.
Ci sta è nell'ordine delle cose e della storia umana.
Ovvio che ognuno di quei 3 periodi ha livelli diversi, a mio parere sulle penne oggi i cinesi sono a cavallo tra il primo ed il secondo periodo, ci vuole ancora un po' perché possano competere alla pari con le produzioni "storiche".
Adesso devono ancora tenere un prezzo più basso altrimenti non si vendono.
Cesare Augusto
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Non sono un'estimatore di stilografiche cinesi, sono troppo tradizionalista e avrei una curiosità, esistono marchi cinesi "antichi" dal fine ottocento a seguire ...
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Di una avevo parlato già a luglio*, guarda caso una copia di una Parker 51
(*ora scrive un po' meglio, dopo che ho imparato a dividere i rebbi, riallinearli un po' e levigarli quando necessario).
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Mi sa che a fine '800 si fatica a individuare perfino "la Cina", figurati i marchi cinesi.
Erano in piena disgregazione imperiale, tra guerre civili e (pesanti) ingerenze straniere; credo che per parlare di produzione industriale cinese ci sia da aspettare quantomeno il loro periodo repubblicano (dal 1912 ad oggi, con il grande "cambio di direzione" del 1949 con la nascita della repubblica popolare cinese).
Esiste il marchio Rockman fin dal 1928; l'attuale marchio Hero rappresenta la Fabbrica di Penne di Shanghai nata nel 1931; Wingsung nasce, sempre a Shanghai, nel 1935; non ho idea se esista qualcosa di ancora più risalente.
Quasi tutti i marchi più antichi sono comunque stati acquisiti da Hero più o meno recentemente.