Me ne farò una ragioneSilvia1974 ha scritto: ↑domenica 10 novembre 2024, 10:34Allora, io non ho nessuna particolare preferenza per la cultura cinese come non ne ho per altre, ma leggere una critica così secca ad un Paese che come il nostro ha la sua dignità mi ha lasciato perplessa. Non sono d'accordo con questo modo di porsi, perdonami.Automedonte ha scritto: ↑domenica 10 novembre 2024, 8:55 Il “loro stile” fa schifo ed è millenario (come la loro cultura )
Non cambiano mai fanno cose sempre uguali da sempre, copiano ancora i vasi ming di 2.000 anni fa, il mondo si evolve loro sotto questo punto di vista sono fermi sanno solo copiare.
....
Riguardo allo stile è normale che ognuno abbia il proprio ma quello italiano è amato ed apprezzato in tutto il mondo il loro no, ci sarà un motivo
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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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La produzione cinese, da infima copia a convincente imitazione?
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anche sulla estetica credo sia cambiato molto, soprattutto le influenze hanno modificato i gusti un po' di tutti, il mondo si è globalizzato e forse anche l'estetica delle penne va verso il "fusion" (come al ristorante... non ci accorgiamo, ma dieci/quindici anni fa ancora molta gente avrebbe storto il naso alla proposta di mangiare al ristorante indiano, e altri etnici a scelta). Per ora l'estetica europea guida ancora sulle penne ma già si vedono forti influenze ad esempio dalle penne giapponesi, chissà in futuro.maylota ha scritto: ↑domenica 10 novembre 2024, 13:44Sicuramente è un processo in corso da tempo. Tutto sta a capire e intendersi su quale sia la reale estetica cinese contemporanea. Anche perchè il mondo viaggia veloce: quando rileggo quello che scrisse Terzani sulla Cina mi vengono i brividi su come sia ormai datato e sia cambiato tutto.
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Oggi ho visto un servizio giornalistico riguardo l' Eicma, il salone della moto in pratica... Tanta Cina.
Emblematico il caso Benelli, proprietà e produzione in Cina, design e progettazione in Italia.
Ho sbagliato. Non lavoreremo per loro, lo stiamo già facendo.
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Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
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Loro fanno ancora i vasi Ming e noi ancora ci facciamo grandi per l’Impero Romano… sempre 2000 anni sono passati, con la differenza che la loro storia torna molto più indietro della nostra.Automedonte ha scritto: ↑domenica 10 novembre 2024, 8:55Diciamo che gli mancano fantasia ed inventiva. Il “loro stile” fa schifo ed è millenario (come la loro cultura )
Non cambiano mai fanno cose sempre uguali da sempre, copiano ancora i vasi ming di 2.000 anni fa, il mondo si evolve loro sotto questo punto di vista sono fermi sanno solo copiare.
Detto questo hanno altre capacità non sono certo stupidì ed imparano in fretta quindi non mi meraviglia che, nelle penne come in altri campi, abbiano imparato a costruire oggetti similari a quelli occidentali.
Riguardo allo stile è normale che ognuno abbia il proprio ma quello italiano è amato ed apprezzato in tutto il mondo il loro no, ci sarà un motivo
Continuando a sentirci un’elite non facciamo altro che chiuderci nel nostro club dei ricchi che da là vedono come la gallina dalle uova. Noi italiani, per loro, non possiamo essere altro. Con la nostra popolazione nazionale copriamo la loro di 3-4 città.
Se devi vendere qualcosa che ti frutti un guadagno consistente, punti a qualcuno che ha i soldi, non fai certo le penne in base al gusto degli abitanti del Corno d’Africa.
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
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Punti alla gente che ha i soldi per il tuo prodotto... te ne importa il giusto di dove abita. Poi guardiamo le penne di "alta gamma" e ci domandiamo... chi diavolo la compra questa?
Venceremos.
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Stiamo parlando di gusto e di stile, il nostro non è rimasto all’impero romano si è evoluto ed è apprezzato in tutto il mondo il loro no.Koten90 ha scritto: ↑domenica 10 novembre 2024, 16:25
Loro fanno ancora i vasi Ming e noi ancora ci facciamo grandi per l’Impero Romano… sempre 2000 anni sono passati, con la differenza che la loro storia torna molto più indietro della nostra.
Continuando a sentirci un’elite non facciamo altro che chiuderci nel nostro club dei ricchi che da là vedono come la gallina dalle uova. Noi italiani, per loro, non possiamo essere altro. Con la nostra popolazione nazionale copriamo la loro di 3-4 città.
Se devi vendere qualcosa che ti frutti un guadagno consistente, punti a qualcuno che ha i soldi, non fai certo le penne in base al gusto degli abitanti del Corno d’Africa.
Per il resto rilevo solo che personalmente mi faccio grande per lo sviluppo della mia civiltà democratica dove ormai sono giuridicamente acclarati certi diritti che da loro non sono mai esistiti e forse mai esisteranno
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La produzione cinese, da infima copia a convincente imitazione?
Beh qui stiamo andando a parlare di civiltà, storia ecc. mentre eravamo partiti dalle penne stilografiche e da quando hanno cominciato a migliorare. Difficile stabilire uno "spartiacque". Ma rimango curioso di vedere dove si andrà.
Ad esempio su Ali già si vedono stilo cinesi, apparentemente di buona fattura, con pennino oro, a prezzi decisamente occidentali (300/400 ecc.).
Sicuramente incide anche l'oro ma... un pennino quanto pesa ? Non ci ho mai fatto caso sinceramente...2 g ?
Se queste dovessero rivelarsi interessanti / valide / non-cloni inizieranno a "rubare" clienti ai vari MB, Pelikan, Aurora, Leonardo ecc. Per ora la penna da 30/40 non pesca nel medesimo bacino di utenza, o perlomeno non del tutto. Perchè per buone che possano essere/divenire, mancano totalmente di blasone, storia ecc.
Giusto ieri però ho visto una recensione di un signore, credo Australiano, che confrontava penne con pennini #8, fra queste una WingSung 630 e una 632 (la 630 con pennino oro, molto più costosa ovviamente). Mi ha colpito che oltre alle solite penne Asvine, Jinhao ecc. avesse anche una WingSung pennino oro...
Mi incuriosisce insomma capire dove andremo, e non solo nelle penne ma anche in altre produzioni (auto, orologi, computer ecc.). Certo è che se non riusciamo a competere con loro sui costi (ed è quasi impossibile, vista la loro "massa") dovermo riuscire a batterli in qualità, stile, tecnologia... mica banale eh...
Ad esempio su Ali già si vedono stilo cinesi, apparentemente di buona fattura, con pennino oro, a prezzi decisamente occidentali (300/400 ecc.).
Sicuramente incide anche l'oro ma... un pennino quanto pesa ? Non ci ho mai fatto caso sinceramente...2 g ?
Se queste dovessero rivelarsi interessanti / valide / non-cloni inizieranno a "rubare" clienti ai vari MB, Pelikan, Aurora, Leonardo ecc. Per ora la penna da 30/40 non pesca nel medesimo bacino di utenza, o perlomeno non del tutto. Perchè per buone che possano essere/divenire, mancano totalmente di blasone, storia ecc.
Giusto ieri però ho visto una recensione di un signore, credo Australiano, che confrontava penne con pennini #8, fra queste una WingSung 630 e una 632 (la 630 con pennino oro, molto più costosa ovviamente). Mi ha colpito che oltre alle solite penne Asvine, Jinhao ecc. avesse anche una WingSung pennino oro...
Mi incuriosisce insomma capire dove andremo, e non solo nelle penne ma anche in altre produzioni (auto, orologi, computer ecc.). Certo è che se non riusciamo a competere con loro sui costi (ed è quasi impossibile, vista la loro "massa") dovermo riuscire a batterli in qualità, stile, tecnologia... mica banale eh...
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La produzione cinese, da infima copia a convincente imitazione?
Mah, secondo me un punto di svolta nella produzione cinese di stilografiche sono state le jinhao x159 e la Majohn p136. Penne decisamente affidabili e tutto sommato ben fatte.
Alla fine non penso sia così difficile realizzare una penna carina che scriva bene.
Il punto però è un altro ed è legato al perché oggi giorno una persona dovrebbe desiderare una stilografica; un oggetto tutto sommato di cui si può fare a meno visto che per scrivere va più che bene la solita Bic da 50 centesimi...
La stilografica piace (a pochi ormai) se ne percepisci il fascino e per averlo non basta la mera capacità di scrivere bene. Facciamo un esempio. L'unica ragione (almeno per me) che potrebbe indurmi ad acquistare una Majohn p139 o una v60 è proprio la somiglianza con le muse ispiratrici MB Hemingway e Omas 360. Non essendo semplice avere le originali, non mi dispiacerebbe avere qualcosa che, da lontano, possa assomigliare a queste due bellissime penne piene di fascino.
Insomma, ci deve essere un legame con la tradizione della stilografica, oppure bisogna essere di fronte a materiali e finiture di grande qualità per spingermi all'acquisto (ferma l'ovvia necessità che la penna scriva bene). E penso che se in Cina andassero nella direzione della qualità (non potendo puntare su una tradizione stilografica pari a quella dei vicini nipponici) forse, col tempo, potrebbero anche creare un nuovo mercato di livello paragonabile a quello occidentale.
Certo, rimane più facile puntare su grandi numeri, ispirandosi alle tradizioni altrui e creando prodotti carini a prezzo contenuto. Ed è quello che per ora stanno facendo.
Alla fine non penso sia così difficile realizzare una penna carina che scriva bene.
Il punto però è un altro ed è legato al perché oggi giorno una persona dovrebbe desiderare una stilografica; un oggetto tutto sommato di cui si può fare a meno visto che per scrivere va più che bene la solita Bic da 50 centesimi...
La stilografica piace (a pochi ormai) se ne percepisci il fascino e per averlo non basta la mera capacità di scrivere bene. Facciamo un esempio. L'unica ragione (almeno per me) che potrebbe indurmi ad acquistare una Majohn p139 o una v60 è proprio la somiglianza con le muse ispiratrici MB Hemingway e Omas 360. Non essendo semplice avere le originali, non mi dispiacerebbe avere qualcosa che, da lontano, possa assomigliare a queste due bellissime penne piene di fascino.
Insomma, ci deve essere un legame con la tradizione della stilografica, oppure bisogna essere di fronte a materiali e finiture di grande qualità per spingermi all'acquisto (ferma l'ovvia necessità che la penna scriva bene). E penso che se in Cina andassero nella direzione della qualità (non potendo puntare su una tradizione stilografica pari a quella dei vicini nipponici) forse, col tempo, potrebbero anche creare un nuovo mercato di livello paragonabile a quello occidentale.
Certo, rimane più facile puntare su grandi numeri, ispirandosi alle tradizioni altrui e creando prodotti carini a prezzo contenuto. Ed è quello che per ora stanno facendo.
Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.
La produzione cinese, da infima copia a convincente imitazione?
Ho qualche cinesina, compresa una Wing Sung con pennino in oro; devo dire che sono soddisfatto di tutte ( dalla Hero da qualche euro alla detta Wing Sung). Sono molto tentato dalla Wing Sung 900, mi piace decisamente. Più che sia cinese mi frena il fatto di affrontare la spesa senza poterla prima vedere e toccare. Non so se somigli a qualcos'altro, a me fa pensare ad una Omas. Mi piacerebbe capire se ha il gruppo pistone in metallo....meglio non saperlo ...altrimenti perdo i freni inibitori
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Alpha7 ha scritto: ↑domenica 10 novembre 2024, 22:10
Alla fine non penso sia così difficile realizzare una penna carina che scriva bene.
Il punto però è un altro ed è legato al perché oggi giorno una persona dovrebbe desiderare una stilografica; un oggetto tutto sommato di cui si può fare a meno visto che per scrivere va più che bene la solita Bic da 50 centesimi...
[OMISSIS]
Sono solo io che, quando scrivo qualche pagina e non poche righe, trovo la stilografica assai meno "affaticante" rispetto alla Bic (biro in generale)? Affaticamnte è relativo alla fatica di mano, polso ecc. , quindi in realtà percezioni più che vera fatica, ma... la stilo mi stanca meno perchè scorre di più, calco di meno ecc.
Quindi, e arrivo a quel che intendevo dire, si può scrivere bene un testo breve anche con la biro, ma su componimenti più lunghi, almeno personalmente, preferisco la stilo !
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Non si può generalizzare. Esistono biro che sono estremamente morbide e confortevoli, anche sulle lunghe sessioni di scrittura.
A me non capita. La mia scelta (biro, stilo, gel, matita...) è più dettata dalla possibilità di scelta della carta: se ne ho il controllo scelgo a prescindere la stilografica, altrimenti mi regolo di conseguenza. Ad esempio, nonostante tutto io adoro i Moleskine; quando voglio usarli scelgo giocoforza una (buona) biro.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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Ecco , questo è interessante !
Mi piacerebbe provare un'ottima biro, ma me ne intendo poco, nel senso che più che Bic e refill Parker e Cross (no roller, biro) non uso !
Mi piacerebbe provare un'ottima biro, ma me ne intendo poco, nel senso che più che Bic e refill Parker e Cross (no roller, biro) non uso !
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https://youtu.be/VhTvQ3QvA8w?feature=shared
La primissima parte del video parla dell'importanza della scrittura in Cina, mi pareva interessante postarlo qui !
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siamo parecchio OT (magari apri un 3d apposta), ma riguardo le biro, che in genere odio e tento il più possibile di non trovarmi a dover usare, ne esiste qualcuna che si salva.
Quelle che posso raccomandare sono le Caran D'Ache, quelle che usano il refill (che poi la biro è tutta lì) Goliath.
Il Goliath va su varie penne Caran D'Ache, le intramontabili Ecridor, le Madison (citate di recente) e immagino altre della marca.
La produzione cinese, da infima copia a convincente imitazione?
Per me i cinesi sono ottimi maestri nell'omaggiare un dato articolo (che siano orologi, penne o altro), ormai non si parla più di copie ma correttamente di omaggi che sono quelli che attualmente loro sanno fare molto bene.