Ovviamente non è il solo e significativo parametro.
Ma la canfora è il plasticizzante, e sentirne l'odore significa che qualcosa sta prendendo il largo...
Tanto, poco? E chi lo sa!
Se si tratta di una penna ferma da un bel po', sentire l'odore di canfora quando si svita il cappuccio o si apre il fusto ci può stare (ma non con tutte succede), perché c'è stato l'accumulo.
Poi è vero che si dice "celluloide", ma bisognerebbe parlare di celluloidi, al plurale, perché le differenze (di produzione, di tipologia, di composizione degli additivi) possono essere veramente molte.
E le differenze di conservazione fanno il resto.
Una volta chi si occupava delle pellicole cinematografiche, per cercare di preservarle metteva nei contenitori le palline di canfora, o le ungeva con la vaselina canforata...
L'idea era che la saturazione di vapori di canfora avrebbe evitato la perdita della stessa dal materiale, o addirittura che l'avrebbe assorbita aumentando la plasticità. La verità è un po' differente, e la celluloide procura molti grattacapi ai conservatori museali.
Detto questo: nessuno (non io, comunque) mette in dubbio la serietà dell'azienda.
Ma, visto anche certi esempi passati, bisogna secondo me mettersi il cuore in pace e sapere che la celluloide può (ma non è che debba per forza) avere problemi di invecchiamento, e tenerne conto.
Una cosa sono barre stagionate da decenni, semplicemente tornite, un'altra è una celluloide (moderna? vintage?) con cui sono stati fatti montaggi particolari e, pare, innovativi.
La penna ha un materiale molto bello come effetto, per quanto mi riguarda.
Ma ha anche un bel prezzino.
L'importante, sempre secondo me chiaramente, è tenere conto di cosa si sta acquistando.