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Penne dal passato: Sheaffer Crest Mark II

Le recensioni: impressioni d'uso e valutazioni direttamente dagli utenti
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Enbi
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Penne dal passato: Sheaffer Crest Mark II

Messaggio da Enbi »

Eccoci qui con un’altra recensione by Enbi! Siccome in questi anni di passione stilografica ho accumulato un po’ di penne ormai fuori produzione, ho deciso di iniziare questa rubrica, che non pubblicherò in ordine cronologico, anche perché per molti esemplari avrò bisogno del vostro aiuto per risalire al periodo di produzione, e che inframmezzerò con le solite recensioni di penne moderne.
Iniziamo questo viaggio con una penna relativamente moderna, la Sheaffer Crest MK II; si tratta della riedizione moderna, con caricamento a cartuccia-converter, della storica Snorkel Pen. Furono prodotte in diverse varianti di colore e materiali, tra cui eleganti laccature, resine e metalli. Questo esemplare era del tipo con cappuccio in metallo placcato in oro tramite galvanostegia e corpo in resina. Eh già, dico “era” perché questa penna ha una storia molto interessante alle spalle, raccontatami da colui che me l’ha venduta: la penna fu acquistata nuova, ma per via di instabilità di quel materiale plastico il corpo si deformò restringendosi (mi pare che un problema simile successe con i primi esemplari in “auroloide” di Aurora) e lui, eccelso artigiano, decise di ricostruire il corpo della penna usando un’ebanite nera striata di verde. Ebbi così la fortuna e quasi l’onore di avere tra le mani una penna unica e di un bellissimo materiale. Ma andiamo con ordine.
Per quanto riguarda la descrizione esteriore della penna, da chiusa essa si presenta con una forma a sigaro senza interruzioni della linea esterna, come dicevo il cappuccio è in metallo placcato oro con la tecnica della galvanostegia, presenta una decorazione a righe raggruppate a gruppi di quattro che si interrompe sulla sommità, che è lasciata liscia, e alla fine, creando una sorta di banda sul limite inferiore della quale sono incise le scritte: “GOLD ELECTROPLATE / SHEAFFER / USA”. Da notare che uno dei fasci di righe, è troncato e lascia uno spazio vuoto nel decoro, molto probabilmente allo scopo di accogliere un’incisione con un nome, una data ecc. La clip è molto semplice, a molla, e presenta il pallino bianco prima simbolo della garanzia a vita e poi divenuto il logo della Sheaffer incastonato sulla sommità, leggermente sporgente. Il corpo è in una bellissima ebanite a fondo nero con striature verdi che ricordano molto le venature del legno, perfettamente lucidata e levigata. Le dimensioni sono piuttosto contenute: circa 134 mm da chiusa, circa 116 mm da aperta. Anche il diametro è piuttosto contenuto.
Sheaffer_Crest_Foto1.jpg
Sheaffer_Crest_Foto2.jpg
Sheaffer_Crest_Foto3.jpg
Sheaffer_Crest_Foto4.jpg
Svitando il cappuccio viene rivelata una banda metallica dorata che ospita la filettatura, una sezione in resina nera e il pennino: si tratta di un bellissimo pennino conico (detto anche “tipo Triumph”) in oro 18 carati i cui rebbi sono rivestiti di platino. Nella parte lasciata in colore oro, appena sotto la parte platinata, è incisa la scritta “SHEAFFER” arcuata e più in basso le due forme per indicare il titolo dell’oro, “18K” e “750”, poste ai lati di un simbolo (che non sono ben riuscito a vedere neanche con la lente d’ingrandimento ma credo sia una marchiatura seriale del pennino come accade in molti pennini in oro, come quelli Pilot). La particolarità di questo pennino è nella sua forma, poiché nella sua prima parte è cilindrico, avvolgendo completamente l’alimentatore, e si apre inferiormente in corrispondenza dei rebbi rivelando solo parte dell’alimentatore, che mi sembra sia in plastica. Si tratta di un pennino che ha fatto la storia della Sheaffer, montato su diversi modelli di fascia alta di questa azienda e riproposto, come mostra questo esemplare, fino a pochi decenni fa.
Sheaffer_Crest_Pennino1.jpg
Sheaffer_Crest_Pennino2.jpg
Sheaffer_Crest_Pennino3.jpg
Il sistema di caricamento è il pratico cartuccia/converter: la penna mi è stata venduta con il suo converter (modello con sacchetto e barretta di pressione) ma ho preferito caricarla con una cartuccia riempita con la siringa (attacco proprietario Sheaffer, mi tengo strette le cartucce vuote dato che non si trovano più facilmente). Sia la filettatura della sezione che quella interna al fusto sono in metallo.
Sheaffer_Crest_SistemaDiCaricamento.jpg
Veniamo dunque alla scrittura: il pennino è di tratto dichiarato M (così è inciso sulla parte inferiore della sezione; non provo neanche a mettervi una foto perché si vede solo in controluce, ma vi assicuro che c’è la leggera incisione di una “M”) ma, secondo me, scrive proprio come un fine europeo, non si avvicina neanche lontanamente agli M Pelikan o Montblanc. Il pennino ha una scorrevolezza che definirei “frenata”, nel senso che ha un certo mordente sulla carta, senza mai graffiare veramente, ma si sente un certo feedback (per me cosa molto buona perché mi permette di controllare meglio il tratto, per chi predilige pennini molto scorrevoli non credo faccia al caso loro) e a livello uditivo “canta” molto sulla carta (soprattutto usando carte più porose viene fuori un bello ASMR). Il pennino per la sua configurazione è ovviamente molto rigido, credo che si potrebbe considerare quasi un “manifold” o “accountant nib”, anche se essendo in oro 18 carati non metterei alla prova la sua resistenza (con i pennini ci scrivo, mica ci zappo). Come flusso lo trovo perfettamente regolato, un po’ sul bagnato, non perde un colpo ed è veramente piacevole da usare. La particolarità di questi pennini era quella di poter scrivere bene anche sul lato secco, cioè con il pennino ruotato di 180 gradi, fornendo un tratto più sottile. In questo caso il cosiddetto “reverse writing” è assolutamente possibile, ma la punta acquisisce ancora più feedback diventando per me quasi fastidioso. Il flusso è abbastanza continuo e si ottiene un extrafine, molto utile, quasi come avere due penne in una; un pochino meno feedback e sarebbe stato perfetto come pennino a doppio tratto. A chiunque piacciano i pennini rigidi consiglio vivamente di provare uno di questi pennini conici.
Sheaffer_Crest_ProvaDiScrittura.jpg
In conclusione si tratta di una penna che ho apprezzato molto per vari motivi: mi piace il design, le dimensioni sono ottime per la mia mano, il pennino è piacevole da usare e una goduria da guardare. Forse agli occhi di un collezionista il fatto che il fusto non sia quello originale fa perdere valore all’esemplare, ma per me è perfetta così, ha il valore aggiunto di essere un esemplare unico. Un po' un peccato per il reverse: evidentemente la riedizione moderna di questo pennino non è stata pensata esattamente come quella originale, ma lo considero un aspetto veramente secondario, di solito non sto a rigirare le penne mentre scrivo. Non ho una grandissima collezione di vintage, ma da quelle che ho provato posso dire di avere una predilezione tra le americane proprio per Sheaffer, e sicuramente questa penna depone a favore di questa inclinazione.
Enrico
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Penne dal passato: Sheaffer Crest Mark II

Messaggio da mastrogigino »

Bella recensione e bellissima penna!

Anche la mia ragazza ne ha una, per la precisione quella in resina screziata rossa , con pennino Fine.

Il materiale del fusto credo che Sheaffer l'abbia chiamato "Opalite" , fortunatamente nel nostro caso non si è ristretto (solo un pochino, infatti il fusto non si avvita al 100% ma rimane un decimo di giro ) .

La nostra è rimasta chiusa in un cassetto per 30 anni con dentro l'inchiostro infatti ci è voluto parecchio per spurgarla e anche adesso il flusso è ancora intermittente.
Andrebbe smontato il pennino e l'alimentatore per pulire in profondità ma non oso metterci le mani.

Andrò avanti con lavaggi normali.

Complimenti proprio bella l'ebanite! :thumbup:
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Messaggio da Silvia1974 »

Bellissima recensione e penna interessante! Grazie :thumbup:

P.S. ignoranza mia che non conosco l’acronimo ASMR: me lo traduci per favore? :)
Silvia

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Penne dal passato: Sheaffer Crest Mark II

Messaggio da ASTROLUX »

Non avendo più il suo fusto originale, sostituito con qualcosa di più bello ;) , direi che la penna andrà ad assolvere senza patemi "collezionistici" alla sua funzione primaria: scrivere. :thumbup:
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Messaggio da ASTROLUX »

Silvia1974 ha scritto: giovedì 24 ottobre 2024, 7:11 Bellissima recensione e penna interessante! Grazie :thumbup:

P.S. ignoranza mia che non conosco l’acronimo ASMR: me lo traduci per favore? :)
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Autonom ... sperimenta.


Nell'accezione piú comune, viene legata alle sensazioni di rilassamento che alcuni rumori "bianchi" provocano.
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Messaggio da Silvia1974 »

Grazie! Interessante ;)
Silvia

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Messaggio da Enbi »

mastrogigino ha scritto: giovedì 24 ottobre 2024, 1:07 Bella recensione e bellissima penna!
Il materiale del fusto credo che Sheaffer l'abbia chiamato "Opalite" , fortunatamente nel nostro caso non si è ristretto (solo un pochino, infatti il fusto non si avvita al 100% ma rimane un decimo di giro ) .
La nostra è rimasta chiusa in un cassetto per 30 anni con dentro l'inchiostro infatti ci è voluto parecchio per spurgarla e anche adesso il flusso è ancora intermittente.
Andrebbe smontato il pennino e l'alimentatore per pulire in profondità ma non oso metterci le mani.
Complimenti proprio bella l'ebanite! :thumbup:
Grazie mille! :D
Brutta storia questa del restringimento, da quello che ho capito è una cosa molto comune, si trattava di un materiale particolarmente instabile.
Eh neanche io non mi sognerei di smontare questo pennino, ha l'aria di essere molto ostico.
Enrico
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Messaggio da Enbi »

Silvia1974 ha scritto: giovedì 24 ottobre 2024, 7:11 Bellissima recensione e penna interessante! Grazie :thumbup:

P.S. ignoranza mia che non conosco l’acronimo ASMR: me lo traduci per favore? :)
Grazie a te!
Come ti hanno già risposto, è l'acronimo di Autonomous Sensory Meridian Response, un fenomeno fisiologico di solletico e piacevolezza che si ottiene in alcuni modi, tra cui l'ascolto di suoni bianchi. Esistono interi canali YouTube o di streaming legati a questo, ho visto una tizia che lo fa spiegazzando e appallottolando la carta stagnola davanti a un microfono, immagina cosa succede alle conversazioni con gente nuova:
"Cosa fai di lavoro?"
"Appallottolo carta stagnola" :lol: :lol: :lol:
Enrico
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Messaggio da Enbi »

ASTROLUX ha scritto: giovedì 24 ottobre 2024, 7:26 Non avendo più il suo fusto originale, sostituito con qualcosa di più bello ;) , direi che la penna andrà ad assolvere senza patemi "collezionistici" alla sua funzione primaria: scrivere. :thumbup:
Guarda il patema collezionistico non ce l'ho con nessuna penna vintage in mio possesso, le uso tutte :D
Anche perché non possiedo pezzi da collezione di eccelso valore, di quelli da tenere in una teca con tutte le attenzioni.
La penna assolve perfettamente alla sua funzione primaria, scrive che è una meraviglia, pennino sempre pronto anche dopo giorni a testa in su nel portapenne; ipotizzo perché non sono un esperto, ma forse ciò è anche merito della geometria del pennino che "protegge" l'alimentatore?
Enrico
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