Uso correntemente alcuni colori, taluno sensibilmente di più, talaltro decisamente meno, ma ognuno ha un suo ruolo preciso.
Blu: indica genericamente una bozza.
Blu-nero: bozza definitiva, con riferimenti precisi relativi al testo finale, ancora soggetta a variazioni, ma ormai ben definita, al punto da essere conservata.
Nero: testo finale.
Verde: note a margine (quasi solo nei testi tecnici).
Viola: usato solo nelle bozze, indicano quelle parti che potrebbero diventare definitive, sia in forma di testo (quindi nere) che in forma di nota (quindi verde).
Rosso: nelle sole bozze, indica le correzioni. Nei testi finali viene usato per la numerazione e per tirare linee di demarcazione, come quelle utili ad ottenere uno spazio a sinistra per eventuali note a margine.
Bordeaux: titoli.
Quando uso la biro, il ruolo dei colori resta identico.
Questi sono colori per me di uso comune, sia quando elaboro testi tecnici, sia quando mi dedico a scrittura creativa.
Mi piacciono moltissimo, e uso volentieri, anche i bruni, per la sola scrittura personale; questa può essere condotta con qualsiasi altro colore mi venga in mente. In questo caso posso andare a periodi: ultimamente mi ero un po' fissato con il turchese.
In passato mi è capitato di scrivere molte lettere (in francese) a una ragazza africana (nei periodi in cui era impossibile vederci o sentirci), usando un colore per me inusuale per quello scopo (un violetto di sottotono fucsia che componevo io), perché sapevo che le piaceva particolarmente.
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