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Flex o non flex questo è ... elastico? (classico fuoritema da Delta intesa 2.0 pennini flex)

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edis
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Flex o non flex questo è ... elastico? (classico fuoritema da Delta intesa 2.0 pennini flex)

Messaggio da edis »

Quello che sto cercando di dire è spiegato molto bene in questa discussione:

viewtopic.php?t=24194#p292888

Ho riletto con attenzione l'intervento di Fufluns che mi sembra centrare il vero punto: usiamo i flessibili per ottenere la variazione di tratto, il cui risultato è una scrittura espressiva. Ora, come dice giustamente Simone: flessibile è un pennino che si apre dentro un range di 200 grammi di pressione.

Il mio punto era: basta che il pennino si apra, o ci vuole anche un tratto di partenza sottile per fare vedere la variazione? Evidentemente sì, ci vuole un tratto di partenza sottile, già con F si è al limite perché la variazione si noti:
fufluns ha scritto: venerdì 30 aprile 2021, 21:12
Il vero “diavoletto” della flessibilità si vede e si valuta, di fatto, nelle lettere piccole della grafia minuta. Qui, lo “spazio” per esercitare la pressione e rilasciarla é molto corto, e il pennino deve perciò rispondere molto rapidamente a una pressione che non può essere eccessiva perché non ha lo spazio/tempo sufficiente per essere eseguita. Qui, inoltre, é molto avvantaggiato il pennino a punta finissima, perché la variazione tra il tratto più sottile e quello con pressione é più apprezzabile.

[...]


E’ piuttosto evidente come le righe di testo più “espressive” siano la 3, la 4 e la 7 (nell’ordine, OMAS Gentlemen con pennino Extra Lucens, Gentlemen con pennino Extra e Montblanc 149 con pennino Calligraphy), tre penne con pennini finissimi. Il pennino Extra Lucens della Milord (seconda riga) varia meno tra tratti fini e larghi perché parte da una gradazione fine anziché extra-fine. La flessibilità di pennini medi, tanto quella della Aurora 88 Nikargenta come quello in titanio della Stipula Etruria, non ha modo di esprimersi nello spazio ridotto di poco più di 3 mm, e di fatto il testo scritto con questi pennini (righe 1 e 5) appare sostanzialmente come un monolinea.
Tutti gli esempi nel post di Fufluns, per me rappresentano una scrittura calligrafica, in cui la variazione di tratto da sottile a spesso ha un senso. Secondo me, gli stessi flessibili degli esempi Fufluns usati fuori da certi canoni stilistici, non hanno molto senso. Sì è vero, si ottiene una variazione di tratto, ma come? Il sottile e lo spesso sono belli se seguono delle regole, a mio avviso, non se ogni tanto premo un po' e ottengo un tratto più spesso.

Quanto al fatto che un pennino flessibile debba anche partire sottile perché la variazione di tratto sia visibile, mi pare non sia un mio parere, visto che anche Fufluns definisce "monolinea" il tratto ottenuto da pennini che di partenza sono dei medi.
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Messaggio da maylota »

Enbi ha scritto: sabato 28 settembre 2024, 23:32 Sui B flessibili non so, però sono sicuro che esistano, anche se rari, pennini vintage stub flessibili (li ho visti proprio qui sul forum).
Io ho comprato un M flex nuovo, ho una Wahl Symphony M flex ed ho uno stub vintage molto flessibile. Per esistere, esistono. Magari la gente li prende(va) per fare le firme e non il corsivo inglese su carta di lusso però... ;)
Venceremos.
edis
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Messaggio da edis »

maylota ha scritto: domenica 29 settembre 2024, 12:39 Io ho comprato un M flex nuovo, ho una Wahl Symphony M flex ed ho uno stub vintage molto flessibile. Per esistere, esistono. Magari la gente li prende(va) per fare le firme e non il corsivo inglese su carta di lusso però... ;)
E qui si torna al punto che quando si parla di pennini flessibili e magari si scrive che sono deludenti, si dovrebbe dire deludenti rispetto a cosa. Se devi farci il corsivo inglese magari un Flex m è deludente, ma per firmare è magnifico.

A questo punto però mi domando che differenza ci sia tra un Flex M ed un elastico...
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Messaggio da Roland »

Un aspetto sociologico (non tecnico) interessante sono i cataloghi vintage (diciamo fino agli anni 80 per mettere un limite alquanto arbitrario). Beh in molti di questi cataloghi anche di marche blasonate i pennini flessibili erano disponibile dietro ordinazione del cliente. Non così per i pennini EF, F, M, B, BB. Questo dice qualcosa di rilevante e cioè che anche nell'epoca d'oro delle stilografiche non è vero che il flessibile era lo standard. Forse sarà stato vero fino agli inizi degli anni 20, ma poi le cose cambiano in fretta e i cataloghi delle aziende sono li a dimostrarlo.
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Messaggio da piccardi »

edis ha scritto: domenica 29 settembre 2024, 12:52 E qui si torna al punto che quando si parla di pennini flessibili e magari si scrive che sono deludenti, si dovrebbe dire deludenti rispetto a cosa. Se devi farci il corsivo inglese magari un Flex m è deludente, ma per firmare è magnifico.
Secondo me la maggior delusione relativa ai flessibili, è che uno li vede usare per fare del bel copperplate, e pensa che la cosa dipenda dall'uso del pennino, e non dalle capacità di chi scrive, e non si rende neanche troppo conto che quelli molto flessibili (i cosiddetti wet-noodles) non sono affatto comodi da usare.

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Messaggio da piccardi »

edis ha scritto: domenica 29 settembre 2024, 9:37 Sì è vero, si ottiene una variazione di tratto, ma come?
Per quanto mi riguarda semplicemente perché nei tratti discendenti premo di più, per cui la differenza di tratto si vede.

Può essere una caratteristica personale del mio modo di scrivere, ma se mi sembra abbastanza naturale che in un tratto discendente si prema di più.

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Messaggio da sansenri »

i pennini flessibili che partono da F a volte anche da M esistono, e si sono visti anche B e stub flessibili.
Per usare pennini molto flessibili ci vuole la mano giusta, l'utente medio, che magari comunque scrive in corsivo e cerca un po' di variazione di tratto, con un pennino molto flessibile fatica... deve fare attenzione a non esagerare, deve stare leggero. Appunto ci vuole la mano.
Per cui non sorprende che esistano pennini che flettono meno, ma flettono.
Non sorprende nemmeno che esistano pennini che flettono a partire da F o da M.
Ho un paio di 146 che partono da F e arrivano a M abbondante, a me vanno benone così, non mi interessa il tratto a filo di capello (che poi data la vista in peggioramento non riesco a leggere quello che ho scritto...) mi basta un po' di variazione di tratto a dar carattere.
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edis ha scritto: domenica 29 settembre 2024, 9:37 Il mio punto era: basta che il pennino si apra, o ci vuole anche un tratto di partenza sottile per fare vedere la variazione? Evidentemente sì, ci vuole un tratto di partenza sottile, già con F si è al limite perché la variazione si noti:
[...]
Quanto al fatto che un pennino flessibile debba anche partire sottile perché la variazione di tratto sia visibile, mi pare non sia un mio parere, visto che anche Fufluns definisce "monolinea" il tratto ottenuto da pennini che di partenza sono dei medi.
Fufluns è un calligrafo e, giustamente, gli preme molto che ci sia una grande escursione di tratto, quindi che la flessibilità si noti sulla carta, soprattutto per alcuni stili.
Bene, ma questo non ha nulla a che fare con il concetto di flessibilità, è invece un discorso che riguarda la punta del pennino, quella che tocca la carta, e non gli interi rebbi. Ovvio che a parità di flessibilità quest'ultima si noterà visivamente (non all'atto di scrivere) di più su pennini con una punta più sottile, però non per questo il pennino con la punta più grossa può essere considerato tecnicamente meno flessibile.
Non è che un pennino flessibile "debba" partire sottile, è solo che per scopi calligrafici più sottile è il tratto di partenza, meglio è. Ma se si scrive in modo normale vanno bene tratti di partenza più spessi, dipende da come uno si trova meglio.
Il concetto che vorrei far passare io invece è che i pennini flessibili per stilografiche non sono "da calligrafo" (quindi devono partire da EEF e arrivare a BB, devono essere più flessibili possibile ecc.) ma sono semplicemente pennini da stilografica. Richiedono qualche accortezza in più, messi nelle mani giuste possono fare meraviglie, ma li può usare anche un non calligrafo. Io per esempio li uso per scrivere in giapponese... un uso decisamente poco ortodosso ma che mi appaga, e non li ho mai sentiti lamentare :mrgreen:
Enrico
"刃を持った者をそのふところに巻き込まねば、愛の世は来ません。刃を手から離させようとするから、やっぱり争いとなるのです。「平和のために戦う」というようなちぐはぐな心がけでは、いつまでたっても戦いはやみますまい"。永井隆、『如己堂随筆』
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