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Le stilografiche sono come il vino buon
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Le stilografiche sono come il vino buon
É si le stilografiche sono come il vino buono, più invecchiamo e più sono "buone". Vanno controcorrente rispetto al dilagante usa e getta, questa è la mia esperienza dopo il ritorno alla stilografica dopo decenni di biro. Hanno un'anima leggera che si apprezza solo col tempo e che ti appassiona sempre se entri nel loro mondo. Quando ho ripreso la stilografica inconsciamente pensavo di capire subito se facevano per me o meno e mi sono buttato con decisione in questo mondo di penne, ma anche di inchiostri e carte senza capirne la vera essenza, ma cercando solo di trasmettere il mio animo, la mia sensibilità tramite loro. Invece sbagliai, sono delle compagne che consentono con il loro aiuto, con la loro amicizia, con la loro personalità sempre presente ma allo stesso tempo assecondante, di farti raggiungere quel difficile desiderio di espressione della nostra diversità gli uni dagli altri. Sono delle amiche non uno strumento e come tali vanno apprezzate 
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Le stilografiche sono come il vino buon
Mi ci sono buttato anch'io in questo, per me nuovo, mondo delle stilografiche ed è stato amore a "prima sensazione di scrittura". Non avevo mai utilizzato le stilografiche prima, solamente biro.
Che più invecchino e più siano buone questo non lo so, lo scoprirò solo con il tempo
Bisogna anche tenere in considerazione che alcuni vini, invecchiando, si trasformano in aceto. Presumo che anche alcune stilografiche risentano del passare degli anni.
Come tutte le mie altre passioni, la stilografica è un oggetto che mi impone lentezza. E la lentezza mi impone riflessione. Insomma, è un modo per evadere da un mondo frettoloso e frenetico.
Che più invecchino e più siano buone questo non lo so, lo scoprirò solo con il tempo
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Bisogna anche tenere in considerazione che alcuni vini, invecchiando, si trasformano in aceto. Presumo che anche alcune stilografiche risentano del passare degli anni.
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Come tutte le mie altre passioni, la stilografica è un oggetto che mi impone lentezza. E la lentezza mi impone riflessione. Insomma, è un modo per evadere da un mondo frettoloso e frenetico.
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Le stilografiche sono come il vino buon
Eh ma a volte il vino vecchio diventa aceto
Ci sono penne che io ho comprato nel mio secondo avvicinamento alle stilografiche (io le usavo a scuola, poi le ho abbandonate per qualche decennio) che nel progredire della mia conoscenza ed esperienza sono passate da penne che ho apprezzato al primo utilizzo e poi sono diventate "aceto" in confronto a penne successive, che ho acquistato con maggiore cognizione di quanto mi piaceva e volevo da una penna.
Due esempi: Lamy Safari e Kaweco Sport. Low budget, penne consigliate come primo approccio. Mi sono piaciute quando le ho provate, ora le lancerei contro un muro
Non mi piacciono proprio i loro pennini. Le TWSBI, invece, continuo a trovarle ottime come pennini (un poco meno come estetica ma come muletti sono delle gran penne)
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Ci sono penne che io ho comprato nel mio secondo avvicinamento alle stilografiche (io le usavo a scuola, poi le ho abbandonate per qualche decennio) che nel progredire della mia conoscenza ed esperienza sono passate da penne che ho apprezzato al primo utilizzo e poi sono diventate "aceto" in confronto a penne successive, che ho acquistato con maggiore cognizione di quanto mi piaceva e volevo da una penna.
Due esempi: Lamy Safari e Kaweco Sport. Low budget, penne consigliate come primo approccio. Mi sono piaciute quando le ho provate, ora le lancerei contro un muro
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Ma vuoi mettere a una Platinum 3776?Simy ha scritto: ↑mercoledì 25 settembre 2024, 14:21 Eh ma a volte il vino vecchio diventa aceto![]()
Ci sono penne che io ho comprato nel mio secondo avvicinamento alle stilografiche (io le usavo a scuola, poi le ho abbandonate per qualche decennio) che nel progredire della mia conoscenza ed esperienza sono passate da penne che ho apprezzato al primo utilizzo e poi sono diventate "aceto" in confronto a penne successive, che ho acquistato con maggiore cognizione di quanto mi piaceva e volevo da una penna.
Due esempi: Lamy Safari e Kaweco Sport. Low budget, penne consigliate come primo approccio. Mi sono piaciute quando le ho provate, ora le lancerei contro un muroNon mi piacciono proprio i loro pennini. Le TWSBI, invece, continuo a trovarle ottime come pennini (un poco meno come estetica ma come muletti sono delle gran penne)
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Il vino diventa buono quando si trova il piatto giusto ( inchiostro) e il contorno giusto ( carta ).
Ho avuto parecchie istanze in cui mi sono pentito di aver venduto una stilografica solo perché lo schifoso inchiostro che avevo tra le mani non aveva mostrato la reale espressività del pennino nelle mie mani.
❄️ 🐻❄️ ❄️
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Le stilografiche sono come il vino buon
Se il vino è buono, è buono anche l'aceto.
O magari no, non sono un'intenditrice.
Ma vuoi mettere un'acetaia con mini botti da trent'anni e passa? Che se ne fai cadere una devi venderti tutte le penne più un rene per ripagarla.
Ritornando seri
O magari no, non sono un'intenditrice.
Ma vuoi mettere un'acetaia con mini botti da trent'anni e passa? Che se ne fai cadere una devi venderti tutte le penne più un rene per ripagarla.
Ritornando seri
Esattamente.
"È tutta colpa di Esme" [Bons]
"Nove decimi del cervello non vengono usati, e come la maggior parte dei fatti noti, è falso."
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Io non amo l'aceto, lo evito
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Ma una 3776 non diventa nemmeno aceto! E' il Brunello di Montalcino del mondo stilografico! Il Sauvignon della scrittura! Il Merlot dei portapenne!RisottoPensa ha scritto: ↑mercoledì 25 settembre 2024, 17:06 Ma vuoi mettere a una Platinum 3776?![]()
Il vino diventa buono quando si trova il piatto giusto ( inchiostro) e il contorno giusto ( carta ).
Ho avuto parecchie istanze in cui mi sono pentito di aver venduto una stilografica solo perché lo schifoso inchiostro che avevo tra le mani non aveva mostrato la reale espressività del pennino nelle mie mani.
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Io avevo abbandonato Lamy e Kaweco per usare altre penne e ne avevo un ricordo - tutto sommato - decente. Le ho riprese in mano dopo almeno 3 o 4 mesi senza averle toccate e mi hanno fatto abbastanza orrore. Esattamente come se avessi dimenticato quel lambruschino leggero troppo a lungo in luogo non fresco e non asciutto e - aprendolo - avessi trovato una pessima sorpresa
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e io che pensavo fossero come le ciliegie...
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Cerco di evitare che una passione diventi ossessione. Mi piacciono le penne stilo perché mi aiutano a rilassarmi quando scrivo, mi danno soddisfazione se riesco a ripararle e appagano il mio ego, quando sono pregiate.
Ma non soffro di "razzismo stilografico", una penna mi diverte e ne traggo piacere sia essa una montblanc 149 oppure un clone cinese della Safari. Bisogna apprezzare le cose per quello che sono, non disprezzarle per quello che non sono. Ovviamente la mia e' una visione strettamente personale, non pretendo che gli altri la condividano.
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Ma non soffro di "razzismo stilografico", una penna mi diverte e ne traggo piacere sia essa una montblanc 149 oppure un clone cinese della Safari. Bisogna apprezzare le cose per quello che sono, non disprezzarle per quello che non sono. Ovviamente la mia e' una visione strettamente personale, non pretendo che gli altri la condividano.
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
Lao Tsu
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Le penne non migliorano con l'età e l'uso ma peggiorano. I materiali si degradano /deformano/rompono anche i pennini non migliorano. Nell'epoca d'oro delle stilografiche le aziende garantivano i pennini in oro solo per qualche decennio. Tutto normale visto gli sforzi a cui sarebbero stati sottoposti. Quindi i vintage che uno compra oggi sono il meno peggio che non si è distrutto totalmente.
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Spostare in "Opinioni impopolari"Roland ha scritto: ↑mercoledì 25 settembre 2024, 21:18 Le penne non migliorano con l'età e l'uso ma peggiorano. I materiali si degradano /deformano/rompono anche i pennini non migliorano. Nell'epoca d'oro delle stilografiche le aziende garantivano i pennini in oro solo per qualche decennio. Tutto normale visto gli sforzi a cui sarebbero stati sottoposti. Quindi i vintage che uno compra oggi sono il meno peggio che non si è distrutto totalmente.
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... E hai pure ragione.
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Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
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Avrebbero dovuto garantirle in km,Roland ha scritto: ↑mercoledì 25 settembre 2024, 21:18 ... Nell'epoca d'oro delle stilografiche le aziende garantivano i pennini in oro solo per qualche decennio. Tutto normale visto gli sforzi a cui sarebbero stati sottoposti. Quindi i vintage che uno compra oggi sono il meno peggio che non si è distrutto totalmente.
Non sono un buon vino, ma ottimi distillati.
Le stilografiche sono come il vino buon
Io sono molto diffidente del vintage perché mi sono già scottato due volte, ma questo non mi impedisce di cercare sopratutto le vintage pelikan degli anni 50/60 per il motivo che dici tu. I pennini si trovano ancora in ottimo stato e in più si possono trapiantare senza problemi sulle M400/M700 moderne superando il problema del cattivo stato della celluloide vecchia di 70 anni.
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Veramente le Pelikan degli anni 50/60 sono in plastica, tranne la binde che per quanto ne so era in acetato di cellulosa (che non è celluloide), quindi quella del cattivo stato della celluloide mi pare una preoccupazione completamente infondata. E comunque non ho mai vista nessuna in cattivo stato per via del materiale (per graffi, rotture, usura dell'uso, ecc. si ma questo vale per qualunque materiale).Roland ha scritto: ↑giovedì 26 settembre 2024, 0:43 Io sono molto diffidente del vintage perché mi sono già scottato due volte, ma questo non mi impedisce di cercare sopratutto le vintage pelikan degli anni 50/60 per il motivo che dici tu. I pennini si trovano ancora in ottimo stato e in più si possono trapiantare senza problemi sulle M400/M700 moderne superando il problema del cattivo stato della celluloide vecchia di 70 anni.
Simone
PS e comunque parlare di cattivo stato della celluloide di 70 anni è la classica generalizzazione completamente sbagliata: non tutte le celluloidi degradano o cristallizzano, dipende dalla colorazione e dalla qualità della lavorazione: mai vista una Vacumatic con problemi di stato del materiale (che di anni ne ha più di novanta) mentre di Visconti Uffizi non in briciole temo ne siano restate ben poche, ed è una penna del 1993.
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
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e per aiutare chi non trova un termine:
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E non scordiamoci, l' auroloide di Aurora, e la resina di cotone di OMAS.piccardi ha scritto: ↑giovedì 26 settembre 2024, 18:11Veramente le Pelikan degli anni 50/60 sono in plastica, tranne la binde che per quanto ne so era in acetato di cellulosa (che non è celluloide), quindi quella del cattivo stato della celluloide mi pare una preoccupazione completamente infondata. E comunque non ho mai vista nessuna in cattivo stato per via del materiale (per graffi, rotture, usura dell'uso, ecc. si ma questo vale per qualunque materiale).Roland ha scritto: ↑giovedì 26 settembre 2024, 0:43 Io sono molto diffidente del vintage perché mi sono già scottato due volte, ma questo non mi impedisce di cercare sopratutto le vintage pelikan degli anni 50/60 per il motivo che dici tu. I pennini si trovano ancora in ottimo stato e in più si possono trapiantare senza problemi sulle M400/M700 moderne superando il problema del cattivo stato della celluloide vecchia di 70 anni.
Simone
PS e comunque parlare di cattivo stato della celluloide di 70 anni è la classica generalizzazione completamente sbagliata: non tutte le celluloidi degradano o cristallizzano, dipende dalla colorazione e dalla qualità della lavorazione: mai vista una Vacumatic con problemi di stato del materiale (che di anni ne ha più di novanta) mentre di Visconti Uffizi non in briciole temo ne siano restate ben poche, ed è una penna del 1993.
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Il mio pensiero è pienamente in linea con il tuo!ASTROLUX ha scritto: ↑mercoledì 25 settembre 2024, 20:12 Cerco di evitare che una passione diventi ossessione. Mi piacciono le penne stilo perché mi aiutano a rilassarmi quando scrivo, mi danno soddisfazione se riesco a ripararle e appagano il mio ego, quando sono pregiate.![]()
Ma non soffro di "razzismo stilografico", una penna mi diverte e ne traggo piacere sia essa una montblanc 149 oppure un clone cinese della Safari. Bisogna apprezzare le cose per quello che sono, non disprezzarle per quello che non sono. Ovviamente la mia e' una visione strettamente personale, non pretendo che gli altri la condividano.
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