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Le stilografiche e la Grande Guerra

Note storiche sulle penne stilografiche e sui loro produttori. Aneddoti e curiosità.
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piccardi
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Messaggio da piccardi »

calamaio14 ha scritto: lunedì 16 settembre 2024, 20:55 confermerebbe una produzione Italiano durante, se non prima della prima guerra mondiale. Ditemi cosa ne pensate.
Si senz'altro c'era una produzione italiana prima della prima guerra mondiale, la Uhlmann's Eterno (ditta milanese, probabilmente il primo produttore italiano) aveva registrato dei marchi per stilografiche fin dal 1912.

Complimenti per il ritrovamento!


Simone
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Messaggio da maicol69 »

sim0161 ha scritto: domenica 29 giugno 2014, 18:35 interessante anche l'idea di "pastiglie di inchiostro" da sciogliere in acqua. Posso saperne di più?
... siamo un po' al limite dell'OT, ma il tema è stato esplorato più volte, nel tempo
due brevi spunti
la celeberrima Aurora Etiopia, di cui in rete trovi una marea di informazioni, usava come sistema di caricamento proprio le pastiglie di inchiostro, perchè più pratiche della boccetta da trasportarsi
qualche tempo fa, ma parliamo ormai di anni, forse decenni, Visconti ha provato a riproporle al mercato, in confezioni del tutto particolari
non so che riscontro abbiano avuto, ne sentii parlare poco
alla mia prova, la sensazione era che, sciogliendosi, la pastiglia lasciasse comunque un po' di sedimento polveroso, riscontrabile anche ... al suono del pennino
provata una o due cariche, poi più, per prudenza, nel timore di intasare alimentatore
il colore, però, era un bel blu

Immagine WhatsApp 2024-09-17 ore 09.54.37_ef5dff95.jpg
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Messaggio da calamaio14 »

Grazie. E' stata pura fortuna visto che era inserita in una fessura della roccia.
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Messaggio da calamaio14 »

Allego alcune foto del pennino. Secondo voi che tipo di ricarica aveva? Grazie
Allegati
20240916_103637.jpg
20240916_103700.jpg
20240917_090322.jpg
20240916_103658.jpg
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Messaggio da maicol69 »

meglio una foto che mostri tutta la penna, per rispondere alla Tua domanda
;)
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Messaggio da calamaio14 »

E' un corpo unico... supera i 110 anni a quanto pare. Se non si capisce il tipo di caricamento dalle foto, pazienza.
Allegati
20240917_103114.jpg
20240917_103104.jpg
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Messaggio da maicol69 »

se il blocco è unico, con tutta probabilità il sistema di caricamento dovrebbe essere a contagocce.
dovrebbe, quindi, potersi svitare il blocco pennino
come ovvio, non forzare per nessun motivo e attendiamo anche altri interventi e altri consigli
modello davvero particolare, mai visto
non ci sono incisioni con marchio, logo o similia ?
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Messaggio da Automedonte »

maicol69 ha scritto: martedì 17 settembre 2024, 10:42 se il blocco è unico, con tutta probabilità il sistema di caricamento dovrebbe essere a contagocce.
dovrebbe, quindi, potersi svitare il blocco pennino
come ovvio, non forzare per nessun motivo e attendiamo anche altri interventi e altri consigli
modello davvero particolare, mai visto
non ci sono incisioni con marchio, logo o similia ?
Lo ha scritto nella pagina precedente

;)
Cesare Augusto
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Messaggio da piccardi »

maicol69 ha scritto: martedì 17 settembre 2024, 9:58 la celeberrima Aurora Etiopia, di cui in rete trovi una marea di informazioni, usava come sistema di caricamento proprio le pastiglie di inchiostro, perchè più pratiche della boccetta da trasportarsi
L'Etiopia è del 1936, un po' più vecchia, e le pastiglie di inchiostro non le usava per motivi pratici (ce ne sarebbero stati ben pochi, visto che la guerra coloniale era finita) ma pubblicitari (per passare da penna della conquista delle colonie).

Le Trench Pen (con le pastiglie) c'erano (all'epoca della grande guerra), ma a quanto si sa al momento, italiane no, sono noti modelli Parker e Swan.

Simone
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Messaggio da piccardi »

calamaio14 ha scritto: martedì 17 settembre 2024, 10:20 Allego alcune foto del pennino. Secondo voi che tipo di ricarica aveva? Grazie
Direi a caduta (o a contagocce), vedi:
https://www.fountainpen.it/Eyedropper_filler

La sezione (la parte iniziale svasata dove si innesta il pennino) si dovrebbe svitare, il fusto fa da serbatoio. Il materiale è delicato, quindi se vuoi provare ad aprirla fai molta attenzione, evita di usare pinze e magari prima scalda il punto con un phon. Metter la punta bagno per un po' anche dovrebbe aiutare (a testa in giù in una boccetta di vetro, immergi solo il pennino, l'acqua può fare emergere l'ossidazione dell'ebanite.

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Messaggio da sanpei »

piccardi ha scritto: martedì 17 settembre 2024, 12:06
calamaio14 ha scritto: martedì 17 settembre 2024, 10:20 Allego alcune foto del pennino. Secondo voi che tipo di ricarica aveva? Grazie
Direi a caduta (o a contagocce), vedi:
https://www.fountainpen.it/Eyedropper_filler

La sezione (la parte iniziale svasata dove si innesta il pennino) si dovrebbe svitare, il fusto fa da serbatoio. Il materiale è delicato, quindi se vuoi provare ad aprirla fai molta attenzione, evita di usare pinze e magari prima scalda il punto con un phon. Metter la punta bagno per un po' anche dovrebbe aiutare (a testa in giù in una boccetta di vetro, immergi solo il pennino, l'acqua può fare emergere l'ossidazione dell'ebanite.

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Messaggio da Esme »

calamaio14 ha scritto: lunedì 16 settembre 2024, 20:55 Recentemente ho trovato una bottiglietta contenente liquido utilizzato per le fotografie di una ditta di Milano la "Ganzini Namas & C." con marchio depositato. Accanto alla bottiglietta ho rinvenuto una penna stilografica tutta nera: sul pennino si riesce a leggere "UHLMANN'S ETERNO" con un triangolo a raggi tra le 2 parole; poco sotto sembra scritto "PANCETH" o più probabile "PANCET14".
Fotografia e stilografica, ed è subito Hemingway.
Che ritrovamento pieno di pathos.

La ditta "Ganzini Namas & C" risulta aver cambiato denominazione in Ganzini nel 1910, se può essere utile.

La scritta sul pennino è "garanted 14k". 🙂
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Messaggio da maylota »

Esme ha scritto: martedì 17 settembre 2024, 15:16 Fotografia e stilografica, ed è subito Hemingway.
Anche se Hemingway usava la matita quando scriveva racconti e romanzi :)

Certo che questo ritrovamento è proprio bello speriamo che il soldato (o forse l'ufficiale vista la penna che ai tempi doveva costare) se la sia cavata!
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Messaggio da Musicus »

calamaio14 ha scritto: lunedì 16 settembre 2024, 20:55 20240916_103145.jpgHo fatto un interessante ritrovamento in un bosco lontano dalle strade. Il luogo è stato frequentato durante il primo conflitto mondiale sia dall'esercito italiano (fino al 1916) sia in seguito dall'esercito austroungarico. Già dal 2006, in quanto speleologo alla ricerca di nuove cavità, ho rinvenuto nello stesso giorno un elmetto italiano e uno austriaco e altra oggettistica. Tornando in seguito nello stesso areale ho potuto rinvenire bottiglie e calamai attribuiti ad entrambi gli eserciti. Recentemente ho trovato una bottiglietta contenente liquido utilizzato per le fotografie di una ditta di Milano la "Ganzini Namas & C." con marchio depositato. Accanto alla bottiglietta ho rinvenuto una penna stilografica tutta nera: sul pennino si riesce a leggere "UHLMANN'S ETERNO" con un triangolo a raggi tra le 2 parole; poco sotto sembra scritto "PANCETH" o più probabile "PANCET14". Credo che il ritrovamento possa avere una certa importanza: confermerebbe che le penne stilografiche venivano utilizzate anche se solo in parte dall'esercito italiano; confermerebbe una produzione Italiano durante, se non prima della prima guerra mondiale. Ditemi cosa ne pensate. Allego alcune immagini a conferma di quanto descritto. Buona serata.
Molto interessante, Moreno: grazie per il contributo! :thumbup:
Sul pennino che hai mostrato,
UHLMANN'S nib.jpg
oltre al marchio UHLMANN'S ETERNO e al logo dell'occhio della provvidenza
1932-09-UhlmannsEterno-Invoice.jpg
io tenderei a leggere
WARANDET 14 K
ossia
14 karata warandet
che è l'equivalente in lingua croata del ben noto punzone "generico" di garanzia internazionale
WARRANTED 14 CARATS (o Karat in tedesco etc.) che dichiara il contenuto d'oro nella lega metallica.

Ciò parrebbe configurare un pennino destinato al mercato del Regno di Croazia e Slavonia, formalmente esistito sino al 1918 (https://it.wikipedia.org/wiki/Regno_di_ ... e_Slavonia).

Quello a cui si riferiva Maicol era un'eventuale iscrizione impressa sul fusto (da controllare anche il fondello
UHL 2.jpg
con luce radente e lente di ingrandimento) o sul cappuccio.

:wave:

Giorgio
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Messaggio da Esme »

maylota ha scritto: martedì 17 settembre 2024, 16:22
Esme ha scritto: martedì 17 settembre 2024, 15:16 Fotografia e stilografica, ed è subito Hemingway.
Anche se Hemingway usava la matita quando scriveva racconti e romanzi :)
E in realtà probabilmente questo ritrovamento risale a prima che arrivasse giovanissimo in Italia, ma un po' di romanzo ci vuole. 🙂

Chissà perché quella penna e quella boccetta sono rimasti lì, quali eventi hanno costretto il proprietario a separarsene.
Verrebbe da sperare a una storia precedente la guerra. Un fotografo naturalista un po' distratto.
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