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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
Ho appena guardato un video su Youtube dove un calligrafo che usa abitualmente stilografiche se ne è uscito con una frase del tipo: "lasciate che a valutare le performance di scrittura sia chi sa scrivere veramente".
Ora, al di là del tono che mi lascia un poco perplesso ma su cui preferisco non concentrarmi (ciascuno si esprime come vuole; da parte di questo personaggio noto in generale un'alta considerazione di sé, buon per lui), vorrei discutere con voi su questa idea della valutazione delle "performance di scrittura".
Innanzitutto non sono d'accordo con l'idea di fondo: una stilografica è uno strumento di SCRITTURA, non di "BELLA" SCRITTURA, quindi secondo me anche un non calligrafo che abbia una certa esperienza nell'uso di stilografiche può dare giudizi e impressioni relative all'uso comune. Rimango assolutamente d'accordo sul fatto che per i pennini da intinzione e per l'uso calligrafico dei pennini stilografici ci voglia l'occhio di un esperto, e non il "secondo me con questa penna puoi farci copperplate". A me è capitato di condividere per messaggio o a voce impressioni sull'uso delle penne stilografiche che ho provato; non sono assolutamente un calligrafo e quindi mi limito a impressioni sull'uso quotidiano e a come soggettivamente il pennino si "sposi" con la mia mano. Ho anche visto video di molti youtuber stilografici, soprattutto americani, che non hanno chiaramente fatto i "compiti a casa": almeno informati su cosa vogliano dire i cinesi con "long blade/knife" e prova un po' il pennino come fosse un "naginata" prima di dire: "è un architect"! (per carità, ci sono pennini "long blade/knife" che sono praticamente degli architect un po' più arrotondati e non presentano quasi variazione in base all'inclinazione, ma ce ne sono di fatti discretamente bene). Quindi credo che un po' di esperienza nella scrittura stilografica, come pure un po' di conoscenze tecniche a monte, ci vogliano se si vuole fare divulgazione su questo argomento, poi se si considera la stilografica come qualcosa di diverso da uno strumento di scrittura è un altro paio di maniche.
Secondo me quando si parla di "performance di scrittura" bisogna distinguere tra performance calligrafiche in senso stretto, che richiedono il parere di un esperto, e performance per la scrittura in generale, del tipo: "ha molto/poco/medio attrito di scrittura", "ha un flusso generoso/parco", "ha un certo grado di flessibilità/elasticità", "ha un tratto sottile/largo rispetto al dato dichiarato dal produttore" ecc. Questo è comprensibile da parte di chiunque abbia una certa esperienza di uso delle stilografiche e ne abbia provate diverse (meglio se sia moderne che vintage). Su questo forum, ancora prima di iscrivermi e di partecipare attivamente, ho letto tanti pareri e recensioni molto molto utili a capire il "carattere" di un pennino fatti da non calligrafi e, sebbene qui abbiamo molti calligrafi anche molto bravi, non mi sembra di aver mai percepito questo discorso di una sorta di "patentino" necessario per parlare di come scrive una penna.
E voi che ne pensate?
Ora, al di là del tono che mi lascia un poco perplesso ma su cui preferisco non concentrarmi (ciascuno si esprime come vuole; da parte di questo personaggio noto in generale un'alta considerazione di sé, buon per lui), vorrei discutere con voi su questa idea della valutazione delle "performance di scrittura".
Innanzitutto non sono d'accordo con l'idea di fondo: una stilografica è uno strumento di SCRITTURA, non di "BELLA" SCRITTURA, quindi secondo me anche un non calligrafo che abbia una certa esperienza nell'uso di stilografiche può dare giudizi e impressioni relative all'uso comune. Rimango assolutamente d'accordo sul fatto che per i pennini da intinzione e per l'uso calligrafico dei pennini stilografici ci voglia l'occhio di un esperto, e non il "secondo me con questa penna puoi farci copperplate". A me è capitato di condividere per messaggio o a voce impressioni sull'uso delle penne stilografiche che ho provato; non sono assolutamente un calligrafo e quindi mi limito a impressioni sull'uso quotidiano e a come soggettivamente il pennino si "sposi" con la mia mano. Ho anche visto video di molti youtuber stilografici, soprattutto americani, che non hanno chiaramente fatto i "compiti a casa": almeno informati su cosa vogliano dire i cinesi con "long blade/knife" e prova un po' il pennino come fosse un "naginata" prima di dire: "è un architect"! (per carità, ci sono pennini "long blade/knife" che sono praticamente degli architect un po' più arrotondati e non presentano quasi variazione in base all'inclinazione, ma ce ne sono di fatti discretamente bene). Quindi credo che un po' di esperienza nella scrittura stilografica, come pure un po' di conoscenze tecniche a monte, ci vogliano se si vuole fare divulgazione su questo argomento, poi se si considera la stilografica come qualcosa di diverso da uno strumento di scrittura è un altro paio di maniche.
Secondo me quando si parla di "performance di scrittura" bisogna distinguere tra performance calligrafiche in senso stretto, che richiedono il parere di un esperto, e performance per la scrittura in generale, del tipo: "ha molto/poco/medio attrito di scrittura", "ha un flusso generoso/parco", "ha un certo grado di flessibilità/elasticità", "ha un tratto sottile/largo rispetto al dato dichiarato dal produttore" ecc. Questo è comprensibile da parte di chiunque abbia una certa esperienza di uso delle stilografiche e ne abbia provate diverse (meglio se sia moderne che vintage). Su questo forum, ancora prima di iscrivermi e di partecipare attivamente, ho letto tanti pareri e recensioni molto molto utili a capire il "carattere" di un pennino fatti da non calligrafi e, sebbene qui abbiamo molti calligrafi anche molto bravi, non mi sembra di aver mai percepito questo discorso di una sorta di "patentino" necessario per parlare di come scrive una penna.
E voi che ne pensate?
Enrico
"刃を持った者をそのふところに巻き込まねば、愛の世は来ません。刃を手から離させようとするから、やっぱり争いとなるのです。「平和のために戦う」というようなちぐはぐな心がけでは、いつまでたっても戦いはやみますまい"。永井隆、『如己堂随筆』
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
Questo.
Anche se, in qualunque caso, resta tutto molto soggettivo.
Anche tra i calligrafi si hanno pareri diversissimi sui pennini da intinzione per fare calligrafia.
Quindi, io credo che chi sa appoggiare un pennino su della carta sia autorizzato a dare un'opinione, che è ovviamente valida per sé, per le proprie sensazioni, esigenze ed esperienze.
Se si vogliono, tuttavia, valutare performance specifiche relative alla validità di un preciso stile di scrittura, ha sicuramente più peso l'opinione di chi usa il tale stile ogni giorno. Resta in ogni caso un'opinione basata su una miriade di variabili soggettive, per cui non penso che nessuno debba ritenere sé stesso più corretto di qualcun altro.
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
Se il calligrafo in questione è quello che penso io, so che la polemica nasce anche nei confronti di altri calligrafi che la fanno un po' pesante sugli strumenti leciti o meno per fare calligrafia. Per cui esprime spesso il concetto che se uno è bravo a usare solo strumenti canonici e "regolamentari" (il tale stile solo con il tal pennino) non è uno bravo e non dovrebbe esprimere giudizi tranchant.
O magari al contrario hai visto invece uno di questi suoi colleghi molto rigidi.
Io personalmente trovo utili tutte le valutazioni, anche quelle di neofiti, l'importante è che siano forniti alcuni dati utili e non solo "questo pennino è il migliore" o "è da buttare sotto l'incudine".
Le penne come dici tu servono per scrivere, anche la lista della spesa, chiunque le usi ne trae delle sensazioni e dei giudizi legittimi.
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
Sono arrivato alla settima parola della prima riga. Non sono andato avanti perchè sono una brutta persona piena di pregiudizi, ma ti posso dire che la qualità di scrittura di un pennino è talmente soggettiva, che se fai la stessa domanda a 10 esperti diversi, ti daranno 10 opinioni un po' diverse.
E se fai leggere le 10 opinioni ad altre 100 persone di daranno una interpretazione delle opinioni che spazia l'universo.
Parere personale, ovviamente.
Venceremos.
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
Ah, se la polemica è con altri calligrafi non so, però per come era impostata la frase sembrava rivolta a chi invece è fuori dal mondo della calligrafia e dà giudizi sui pennini delle stilografiche.Esme ha scritto: ↑lunedì 16 settembre 2024, 15:56 Se il calligrafo in questione è quello che penso io, so che la polemica nasce anche nei confronti di altri calligrafi che la fanno un po' pesante sugli strumenti leciti o meno per fare calligrafia. Per cui esprime spesso il concetto che se uno è bravo a usare solo strumenti canonici e "regolamentari" (il tale stile solo con il tal pennino) non è uno bravo e non dovrebbe esprimere giudizi tranchant.
Non credo, lui usa le stilografiche per fare calligrafia, sono sicuro.
Ma qua la questione non è la soggettività o meno dell'esperienza di scrittura, ma che si dica che ci sono persone più qualificate e persone meno qualificate per esprimere giudizi sulla qualità della scrittura.maylota ha scritto: ↑lunedì 16 settembre 2024, 16:09 ti posso dire che la qualità di scrittura di un pennino è talmente soggettiva, che se fai la stessa domanda a 10 esperti diversi, ti daranno 10 opinioni un po' diverse.
E se fai leggere le 10 opinioni ad altre 100 persone di daranno una interpretazione delle opinioni che spazia l'universo.
Parere personale, ovviamente.
Io sinceramente reputo interessanti tutti i pareri circostanziati, che descrivono cioè le sensazioni di scrittura in modo intellegibile. Trovo poco utili i commenti che dividono i pennini in "scorrevole/non scorrevole" e "secco/bagnato" e basta, perché ci sono tante altre sensazioni che mi interessano in un pennino, e soprattutto non mi piacciono i recensori americani perché (a parte odiare il loro sguaiato accento da yankee) li trovo molto approssimativi nelle descrizioni delle sensazioni di un pennino: tutto quello che sanno dire è se una penna "Is wet!" o "Is juicy!" oppure no. Ho usato le espressioni "trovare utile" e "piacere" proprio perché non ritengo che tali persone siano meno qualificate per dare un parere: hanno stilografiche e le usano, poi se non voglio leggere i loro interventi o guardare i loro video sono libero.
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
Secondo me il parere di un calligrafo conta di meno di una persona normale ( uso della penna stilografica) quando si tratta di penne fatte per il pubblico generale e più importante quando si tratta di pennini rivolti al " piacere della scrittuta" (coff coff "flex") a chi è ossessionato dalla bella grafia.
Un calligrafo è una persona allenata, che ha un proprio modo di scrivere con esigenze particolari.
Magari potrà avere anche ragione che penne vintage siano meglio delle morbide moderne per quanto riguarda la scrittura bella, ma è difficile determinare cosa sia meglio e cosa non per gli usi quotidiani.
E questa penna si impugna così perché scrive meglio, devi alzare la penna per ottenere quell'effetto, devi usare questo inchiostro perché lo ha formulato il tizio che non conoscevo fino a 5 minuti fa, metti questo, controlla quello...
Poi una delle lacune maggiori è la considerazione del rapporto qualità prezzo:
Un calligrafo spesso riesce ad apprezzare tutte le penne o detestarle tutte eccetto determinati brand. Con questo ti ritrovi recensioni che elogiando le penne ( perché tanto sr scrive va bebe ) e quelle che si impuntano su certi brand anche senza completamente spiegare il perché di un giudizio negativo.
Non è di rado vedere che magari si trova meglio con una scolastica o una gingiao del momento rigrindato su misura.
La persona comune invece espone semplicemente le sue problematiche o le sue esperienze positive privo di particolari biasimi, e rende l'esperienza complessiva di una penna più reale. 3 persone su 10 trovano una lamy scomoda? Bene, potresti essere nelle 3 persone.
Un calligrafo è una persona allenata, che ha un proprio modo di scrivere con esigenze particolari.
Magari potrà avere anche ragione che penne vintage siano meglio delle morbide moderne per quanto riguarda la scrittura bella, ma è difficile determinare cosa sia meglio e cosa non per gli usi quotidiani.
E questa penna si impugna così perché scrive meglio, devi alzare la penna per ottenere quell'effetto, devi usare questo inchiostro perché lo ha formulato il tizio che non conoscevo fino a 5 minuti fa, metti questo, controlla quello...
Poi una delle lacune maggiori è la considerazione del rapporto qualità prezzo:
Un calligrafo spesso riesce ad apprezzare tutte le penne o detestarle tutte eccetto determinati brand. Con questo ti ritrovi recensioni che elogiando le penne ( perché tanto sr scrive va bebe ) e quelle che si impuntano su certi brand anche senza completamente spiegare il perché di un giudizio negativo.
Non è di rado vedere che magari si trova meglio con una scolastica o una gingiao del momento rigrindato su misura.
La persona comune invece espone semplicemente le sue problematiche o le sue esperienze positive privo di particolari biasimi, e rende l'esperienza complessiva di una penna più reale. 3 persone su 10 trovano una lamy scomoda? Bene, potresti essere nelle 3 persone.
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
Confermo che il calligrafo è quello che pensavo, ho appena visto una parte del video a cui fai riferimento.
Credo proprio che la polemica sia invece nei confronti di colleghi e comunque di gente che si dice "imparata".
Infatti nasce dal ribadire che per lui le stilografiche sono strumenti con cui si può fare calligrafia, mentre alcuni suoi colleghi ritengono che solo i pennini a intinzione siano validi strumenti.
Penso che il senso sia "se non avete una sufficiente esperienza con le stilografiche nel fare calligrafia, perché vi permettete di parlarne male?".
Fa anche riferimento al fatto che molti colleghi dichiarino che con le stilo non si possono ottenere buone variabilità di tratto, e contesta che se avessero fatto esperienza con stilografiche vintage non direbbero certe cose.
Eppoi ricorda che "è nato con una Auretta in mano": se volesse metterla giù dura avrebbe scelto una penna blasonata.
Penso che nelle risposte ai commenti la sua opinione venga un po' chiarita.
Poi ho visto che gli è partito l'embolo anche verso alcuni nib master giapponesi, perché a suo dire si ritengono gli unici depositari del sapere, ma non ho proseguito l'ascolto perché si stava addentrando in valutazioni di cui conosco poco.
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
La soggettività a mio parere esclude la possibilità dell'esperto. Mi spiego meglio, l'esperto (a mio parere) è tale solo solo nella sua specifica e ristretta area di attività. Il calligrafo è esperto di calligrafia e posso capire se uno dice che le virtù calligrafiche di un pennino possono essere giudicate bene solo da un calligrafo. Ma un calligrafo e nessun altro potrà mai essere "l'esperto" di come scrive una penna, in quanto argomento troppo soggettivo. (Ovviamente ci sono tante persone con esperienza che ne sanno tantissimo da cui imparare e molto, ma è "esperto" in accezione diversa secondo me)Enbi ha scritto: ↑lunedì 16 settembre 2024, 16:29Ma qua la questione non è la soggettività o meno dell'esperienza di scrittura, ma che si dica che ci sono persone più qualificate e persone meno qualificate per esprimere giudizi sulla qualità della scrittura.maylota ha scritto: ↑lunedì 16 settembre 2024, 16:09 ti posso dire che la qualità di scrittura di un pennino è talmente soggettiva, che se fai la stessa domanda a 10 esperti diversi, ti daranno 10 opinioni un po' diverse.
E se fai leggere le 10 opinioni ad altre 100 persone di daranno una interpretazione delle opinioni che spazia l'universo.
Parere personale, ovviamente.
Qui sono completamente d'accordo con te. Certe volte ci sono video che non sembrano altro che sgangherate scuse per far cliccare agli ignari utenti i link di affiliazione a fondo pagina (ignari soprattutto in Italia, perchè anche se obbligatorio per legge, quasi nessuno li dichiara esplicitamente come tali)Enbi ha scritto: ↑lunedì 16 settembre 2024, 16:29 Trovo poco utili i commenti che dividono i pennini in "scorrevole/non scorrevole" e "secco/bagnato" e basta, perché ci sono tante altre sensazioni che mi interessano in un pennino, e soprattutto non mi piacciono i recensori americani perché (a parte odiare il loro sguaiato accento da yankee) li trovo molto approssimativi nelle descrizioni delle sensazioni di un pennino: tutto quello che sanno dire è se una penna "Is wet!" o "Is juicy!" oppure no.
Ultima modifica di maylota il lunedì 16 settembre 2024, 16:58, modificato 1 volta in totale.
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Dai tuoi riferimenti capisco che abbiamo visto lo stesso videoEsme ha scritto: ↑lunedì 16 settembre 2024, 16:39 Credo proprio che la polemica sia invece nei confronti di colleghi e comunque di gente che si dice "imparata".
Infatti nasce dal ribadire che per lui le stilografiche sono strumenti con cui si può fare calligrafia, mentre alcuni suoi colleghi ritengono che solo i pennini a intinzione siano validi strumenti.
Penso che il senso sia "se non avete una sufficiente esperienza con le stilografiche nel fare calligrafia, perché vi permettete di parlarne male?".
Ah allora ok, allora era "cattivo" verso i colleghi, non la gente comune...
Enrico
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
Sì, credo che ci siano faide interne che i comuni mortali non possono comprendere.
Una volta stava parlando di standard accettati nelle fiere medioevali, e del fatto che lui li aveva in parte aggirati perché "uffa che barba sono un filo troppo fissati", rischiando la scomunica dei colleghi; o almeno questa è la mia parafrasi, perché già al fatto delle fiere medioevali mi ero persa.
Spesso nei video fa calligrafia creativa con strumenti di ogni genere, e mi pare di aver capito che anche questo gli attira critiche da parte dei colleghi.
Io so solo che la mia zampa avicola è ammirata da quello che riesce a fare.
Una volta stava parlando di standard accettati nelle fiere medioevali, e del fatto che lui li aveva in parte aggirati perché "uffa che barba sono un filo troppo fissati", rischiando la scomunica dei colleghi; o almeno questa è la mia parafrasi, perché già al fatto delle fiere medioevali mi ero persa.
Spesso nei video fa calligrafia creativa con strumenti di ogni genere, e mi pare di aver capito che anche questo gli attira critiche da parte dei colleghi.
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Con queste parole mi hai spinto a riguardare la parte dell'embolo, e devo dire che non ho capito cosa sia successo, perché è rimasto vago... forse ha chiesto a qualche produttore giapponese di fargli un grinding personalizzato e ha ricevuto un sonoro "no"? Boh... Non so, conoscendo un pochino il mondo del business giapponese, ho la sensazione che per declinare l'offerta di fare un pennino personalizzato senza offendere abbiano tirato in ballo questioni del tipo: "noi scriviamo così, facciamo i pennini cosà...", ma abbiano ottenuto un effetto totalmente opposto, capita
Questo mi fa ricordare quando parlai con una calligrafa in un penshow; quando gli chiesi: "ci sono associazioni calligrafiche in Italia?" mi rispose: "se, associazioni... associazioni a delinquere"Esme ha scritto: ↑lunedì 16 settembre 2024, 17:15 Sì, credo che ci siano faide interne che i comuni mortali non possono comprendere.
Una volta stava parlando di standard accettati nelle fiere medioevali, e del fatto che lui li aveva in parte aggirati perché "uffa che barba sono un filo troppo fissati", rischiando la scomunica dei colleghi; o almeno questa è la mia parafrasi, perché già al fatto delle fiere medioevali mi ero persa.
Enrico
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
Io so solo che ci sono calligrafi che rabbrividiscono a vedere delle brush pen, Questa è tutta la faida che conosco dei calligrafi.
In ogni caso, trovo molto più utile che chi ha esperienza fornisca dritte a chi non ce l'ha, anche dando opinioni sui vari pennini, senza essere categorici. E' sempre una questione di preferenze.
In ogni caso, trovo molto più utile che chi ha esperienza fornisca dritte a chi non ce l'ha, anche dando opinioni sui vari pennini, senza essere categorici. E' sempre una questione di preferenze.
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
È abbastanza normale che all'aumentare della specializzazione in un ambito, aumenti anche l'intolleranza agli alternativi (quanti di noi apprezzano ancora le biro pubblicitarie?).
Il video del caso affronta anche un altro tema, se non ricordo male: il fatto che l'alimentatore originale della Pilot 912 FA non sia adatto per scrivere all'occidentale. In effetti è una leggenda metropolitana che si è diffusa perché tutti la comprano per imparare il corsivo inglese, ma al secondo tratto lungo 4cm e aperto a 1,5mm l'alimentatore va in sofferenza e fa i binari.
Per l'amor del cielo, ognuno fa quello che vuole con la sua penna, ma mi sembra anche pretendere troppo.
Sul lato dei calligrafi e che loro abbiano più diritto di parola degli altri, beh, il giudizio di chi quella penna la usa per più di 10 minuti ogni tanto andando a guardare il pelo nell'uovo. Ciò non toglie che anche molti ossessionati (nel senso buono del termine) qui sul forum sappiano notare quando un pennino ha la punta più squadrata o più tonda, per fare un esempio.
Per avere una valutazione assoluta, comunque, mi aspetterei quanto meno che i calligrafi siano almeno 5 o 6, che facciano una valutazione in cieco senza influenzarsi tra loro.
Non sarebbe male anche avere un macchinario per testare in modo "scientifico" il molleggio/rimbalzo/morbidezza/flessibilità dei pennini, in modo da stabilire definitivamente una scala di valori e che la facessero finita di chiamare flex anche robe che per fletterle devono cascare di punta dal tavolo.
Il video del caso affronta anche un altro tema, se non ricordo male: il fatto che l'alimentatore originale della Pilot 912 FA non sia adatto per scrivere all'occidentale. In effetti è una leggenda metropolitana che si è diffusa perché tutti la comprano per imparare il corsivo inglese, ma al secondo tratto lungo 4cm e aperto a 1,5mm l'alimentatore va in sofferenza e fa i binari.
Per l'amor del cielo, ognuno fa quello che vuole con la sua penna, ma mi sembra anche pretendere troppo.
Sul lato dei calligrafi e che loro abbiano più diritto di parola degli altri, beh, il giudizio di chi quella penna la usa per più di 10 minuti ogni tanto andando a guardare il pelo nell'uovo. Ciò non toglie che anche molti ossessionati (nel senso buono del termine) qui sul forum sappiano notare quando un pennino ha la punta più squadrata o più tonda, per fare un esempio.
Per avere una valutazione assoluta, comunque, mi aspetterei quanto meno che i calligrafi siano almeno 5 o 6, che facciano una valutazione in cieco senza influenzarsi tra loro.
Non sarebbe male anche avere un macchinario per testare in modo "scientifico" il molleggio/rimbalzo/morbidezza/flessibilità dei pennini, in modo da stabilire definitivamente una scala di valori e che la facessero finita di chiamare flex anche robe che per fletterle devono cascare di punta dal tavolo.
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
C7H14S [cit. Chimicazza]
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
La qualità di scrittura di un pennino stilografico può essere valutata da chiunque usi una stilografica per scrivere.
Probabilmente se chi scrive con la stilografica lo fa da un po' di tempo, ha provato diverse penne e diversi pennini, è probabile che possa fare una valutazione più approfondita di chi abbia preso in mano una stilografica per la prima volta ieri...
Peraltro chi usa la stilografica per scrivere da più tempo si è formato un parere personale su come debba scrivere un pennino, e quindi darà un giudizio sensibilmente di parte.
Ai calligrafi lasciamogli comunque fare calligrafia, ma non sono certo gli unici che usano una stilografica per scrivere e sanno valutare un pennino.
Probabilmente se chi scrive con la stilografica lo fa da un po' di tempo, ha provato diverse penne e diversi pennini, è probabile che possa fare una valutazione più approfondita di chi abbia preso in mano una stilografica per la prima volta ieri...
Peraltro chi usa la stilografica per scrivere da più tempo si è formato un parere personale su come debba scrivere un pennino, e quindi darà un giudizio sensibilmente di parte.
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- calli1958
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Le qualità di scrittura di un pennino stilografico possono essere valutate solo da un calligrafo?
Mi intrufolo in questa discussione da non-stilografico (nel senso che ho qualche stilografica, ma le uso poco). Mi piace la calligrafia con i pennini a intinzione, ma non è particolarmente rilevante per quello che voglio dire. Il mio presupposto e: scrivi come vuoi, con quello che vuoi, sul supporto che vuoi. In alternativa possiamo dire: puoi scrivere con tutto su tutto (naturalmente questo comporta degli esiti diversi a seconda dello strumento e del supporto). Mi è capitato tempo addietro di guardare (per curiosità) qualche video recensione di stilografiche, ma sono rimasto piuttosto deluso: almeno metà video dedicato all'unpackaging e alla descrizione estetica della penna (come se ciascuno non potesse vederlo da sé) qualche parola sulla scorrevolezza, secco/bagnato, e qualche striscio sulla carta per valutare (?) le specifiche del pennino. Stop.
Credo che scrivere con la stilografica dovrebbe essere un piacere (a prescindere dalla qualità della grafia), per le sensazioni che trasmette o può trasmettere; quindi è una questione assolutamente personale che implica anche molti altri fattori oltre alla penna in se stessa (impugnatura, inclinazione della penna, inclinazione del pennino, pressione normalmente esercitata, ecc.). Per quanto riguarda la calligrafia, credo sia innanzitutto necessario capire cosa intendiamo con questo termine; personalmente credo dipenda dalle intenzioni: se vogliamo usare una scrittura storica (o comunque formale) dovremo riferirci a un modello e in qualche modo replicarlo (ma potrebbe essere anche un alfabeto autonomamente inventato). La discriminante, a mio avviso, è l'armonia della pagina scritta (in cui oltre allo stile saranno importanti margini, interlinea, colori, ecc.).
Ovviamente questo si può fare tanto con una stilografica che con un pennino a intinzione (o altri strumenti). Come dicevo poc'anzi lo strumento usato può vincolare la scelta dello stile o il suo risultato: difficilmente potrò fare un bel copperplate o engrosser con una stilografica (linee sottilissime e forti contrasti dei pieni), FORSE mi posso avvicinare con qualche vintage e con qualche costosissima (chissà perché!) moderna. Se voglio scrivere in italico, probabilmente può venirmi bene con un obliquo o un stub (se sufficientemente sottili). Ma se scelgo uno stile personale, o comunque diverso dagli stili formali, e se voglio comunque mantenere una certa velocità di scrittura (oltre alla portabilità dello strumento), userò una stilografica, sapendo che quello che posso ottenere è più o meno diverso da un pennino a intinzione (o da una calamo, una penna d'oca, una parallel pen, ecc.). Con i pennini tronchi qualche stilografica (vintage) si può trovare (Osmiroid e Platignum sono sufficientemente sottili e con pennini di diversa larghezza). Di sicuro non serve un calligrafo per verificare se una stilografica scrive bene!! E' meglio che ciascuno faccia la propria esperienza indirizzandosi verso il tipo di penne con le quali si trova meglio (credo che spesso questo non abbia a che vedere con la blasonatura del marchio, anzi).
Credo che scrivere con la stilografica dovrebbe essere un piacere (a prescindere dalla qualità della grafia), per le sensazioni che trasmette o può trasmettere; quindi è una questione assolutamente personale che implica anche molti altri fattori oltre alla penna in se stessa (impugnatura, inclinazione della penna, inclinazione del pennino, pressione normalmente esercitata, ecc.). Per quanto riguarda la calligrafia, credo sia innanzitutto necessario capire cosa intendiamo con questo termine; personalmente credo dipenda dalle intenzioni: se vogliamo usare una scrittura storica (o comunque formale) dovremo riferirci a un modello e in qualche modo replicarlo (ma potrebbe essere anche un alfabeto autonomamente inventato). La discriminante, a mio avviso, è l'armonia della pagina scritta (in cui oltre allo stile saranno importanti margini, interlinea, colori, ecc.).
Ovviamente questo si può fare tanto con una stilografica che con un pennino a intinzione (o altri strumenti). Come dicevo poc'anzi lo strumento usato può vincolare la scelta dello stile o il suo risultato: difficilmente potrò fare un bel copperplate o engrosser con una stilografica (linee sottilissime e forti contrasti dei pieni), FORSE mi posso avvicinare con qualche vintage e con qualche costosissima (chissà perché!) moderna. Se voglio scrivere in italico, probabilmente può venirmi bene con un obliquo o un stub (se sufficientemente sottili). Ma se scelgo uno stile personale, o comunque diverso dagli stili formali, e se voglio comunque mantenere una certa velocità di scrittura (oltre alla portabilità dello strumento), userò una stilografica, sapendo che quello che posso ottenere è più o meno diverso da un pennino a intinzione (o da una calamo, una penna d'oca, una parallel pen, ecc.). Con i pennini tronchi qualche stilografica (vintage) si può trovare (Osmiroid e Platignum sono sufficientemente sottili e con pennini di diversa larghezza). Di sicuro non serve un calligrafo per verificare se una stilografica scrive bene!! E' meglio che ciascuno faccia la propria esperienza indirizzandosi verso il tipo di penne con le quali si trova meglio (credo che spesso questo non abbia a che vedere con la blasonatura del marchio, anzi).