ilValla ha scritto: ↑martedì 3 settembre 2024, 22:49
Eh no…un momento… facciamo ordine.
Esiste una regola. Questa regola ha un fondamento chiaro. Secondo questa regola c’è una sola opzione valida.
In grammatica l’opzione personale non esiste…o equivale a un 4.
Ciò detto, se la popolazione ignora o decide scientemente di ignorare tale regola, fra non molto tempo suppongo che semplicemente la Crusca ne prenderà atto, come fa sempre, introducendo la variante con l’apostrofo.
Non esite nessuna regola, è quello il problema. La Crusca stessa dice che è d'uso comune accettato la versione "qual è". Il dire che è d'uso accettato non significa che è una regola da rispettare pena la fustigazione in pubblica piazza in aeternis semper et semper.
Che signica poi che in grammatica non esiste l'opzione personale? Hai letto qualche libro di qualche autore? Certi autori la grammatica la fanno a pezzi.
È il contesto che ha importanza. Se devi scrivere un saggio ligio alla correttezza generalmente accettata scriverai "qual è", eviterai pleonasmi come "a me mi/a te ti" ecc. Ma nei social, nel parlare comune e in qualunque altro contesto favorevole al "parlamo come magnamo", puoi fare quello che vuoi.
Voglio sottolineare che non sono né favorevole né contrario all’introduzione della forma con l’apostolo, ma vorrei porre la seguente domanda: posto la conoscenza della forma corretta e del motivo per cui si è costituita, quale beneficio porta la sua contestazione? In fondo, sapendola, è facile da seguire…perché non farlo? Non è una domanda retorica…sono sinceramente curioso…
Ti farei notare che dopo i tre puntini serve uno spazio, ma evito, perché siamo in un forum (parlamo come magnamo!). Ricorda: è il contesto che conta.