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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Un "grande" capolavoro giapponese: Pilot Custom 823
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- La mia penna preferita: Bella domanda...
- Il mio inchiostro preferito: Pilot Blueblack
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Venezia/Perugia
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Un "grande" capolavoro giapponese: Pilot Custom 823
Il catalogo di Pilot è attualmente molto vasto, e comprende penne che vanno da poco più di dieci euro fino a diverse centinaia (o migliaia, considerando le Namiki). La serie di penne premium con pennino in oro, denominata Custom, è caratterizzata da modelli semplici e molto classici dal punto di vista stilistico (si tratta penne in resina a forma di sigaro e finiture dorate) via via più grandi e costosi: si parte dalla Custom 74, di dimensioni piuttosto contenute, si passa poi alla Custom 742, più grande, e si giunge alla Custom 743 di dimensioni che (almeno per gli standard giapponesi) iniziano ad essere importanti (parallelamente ci sono i modelli della serie Custom Heritage, che si distinguono per il fatto di avere le estremità tronche e le finiture rodiate. Sono la 91, la 912 e la 913). Anche i pennini sono via via più grandi, e Pilot usa un suo sistema numerico per identificare la dimensioni dei pennini: la misura 5 per la 74, la misura 10 per la 742 e la misura 15 per la 743. La Pilot Custom 823 rappresenta l’apice di questa scala ideale (escludo volutamente la Custom 845 e la Urushi poiché le considero su un altro livello di fattura e materiali).
Partiamo dalla descrizione esteriore: si tratta di una penna dalla classica forma a sigaro, di dimensioni generose (146 mm circa da chiusa, 130 mm circa da aperta), realizzata quasi interamente in resina marrone semitrasparente, tranne che per la corona del cappuccio, il fondello e la sezione di scrittura, che sono in resina opaca marrone scuro. Tutte le minuterie sono in metallo dorato. Il cappuccio presenta un anello piuttosto spesso e caratterizzato da una sorta di entasi al centro, la tipica clip Pilot che termina con una pallina e ha il nome della Casa inciso sopra, una veretta che sormonta la vera principale, piuttosto spessa e recante una incisione con lettere riempite di nero che recitano “Custom 823” e “Pilot made in Japan”: le due scritte sono separate da due serie di tre stelline, sempre colorate di nero. Il fusto procede fino a un altro anello che separa il fusto dal fondello, che in questo caso non è un falso fondello ma un fondello vero e proprio che permette di azionare il sistema di caricamento. Pur non amando le resine trasparenti o semitrasparenti, in questo caso è bello vedere sguazzare l'inchiostro dentro la penna, e ha il vantaggio di poter sempre tenere d'occhio il livello di inchiostro nel serbatoio.
Il sistema di caricamento è proprio la chicca di questa penna, ciò che maggiormente distingue questo modello: si tratta del caricamento denominato “a siringa rovesciata” (“plunger filler” per gli anglofili). Esso consiste in un’asticella metallica lunga più o meno quanto il corpo penna e terminante con una testa provvista di guarnizioni e una valvola, mentre dall’altra parte è fissata al fondello. Una volta svitato quest’ultimo, è possibile tirare l’asticella facendola fuoriuscire quasi tutta, e per caricare bisogna spingerla nuovamente fino in fondo con il pennino immerso nell’inchiostro: infatti, la testa dell’asticella scorre a tenuta per quasi tutto il corpo, fino ad arrivare in prossimità del gruppo scrittura, in cui c’è una sorta di camera più larga, cosa che porta alla perdita di tenuta e alla conseguente depressione. Così l’aria viene espulsa e l’inchiostro risucchiato all’interno del corpo della penna. In questo caso quasi l’intero corpo della penna costituisce il serbatoio di inchiostro, consentendo una enorme autonomia di scrittura. Ma poco fa non ho parlato di una valvola montata sulla testa dell’asticella? Ebbene, svolge l’importantissima funzione di isolare il serbatoio di inchiostro dal gruppo scrittura quando il fondello è completamente avvitato. Se si scrive con il fondello avvitato infatti si usa solo l’inchiostro contenuto nell’alimentatore, e una volta terminato quello smetterà di scrivere. Per lunghe sessioni di scrittura, dunque, occorre svitare il fondello quel poco che basta ad aprire la valvola e permettere all’inchiostro di fluire dal serbatoio. Per alcuni potrebbe essere troppo macchinoso dover svitare il fondello ogni volta che ci si appresta a scrivere, ma questo sistema di sicurezza ha l’innegabile vantaggio di prevenire gocciolamenti quando si porta la penna in giro e di arrestare o comunque rallentare di molto l’evaporazione dell’inchiostro nel serbatoio. Senza svitare il fondello con il pennino fine si riescono comunque a scrivere almeno due pagine A4 (qualcuno qui sul forum aveva fatto il test).
Il pennino in oro 14 carati è di dimensioni importanti, la misura 15 di Pilot (quella della 743 e della 913 per intenderci), ha i soliti ornamenti dei pennini della serie Custom, presenta un piccolo foro di sfiato sotto il quale sono incisi, in ordine dall’alto al basso, “PILOT”, “14k-585”, “15”, “<F>”. L’alimentatore è quello classico di serie delle Custom, in plastica blu-grigia.
Eccoci dunque arrivati alla parte delle prestazioni di scrittura. Il tratto che possiedo è un F, e come gli altri F Pilot che ho provato ha quello che per me è un perfetto equilibrio tra scorrevolezza e controllo del tratto. Non è un pennino “burroso”, “scivoloso”, ma le punte sono in costante dialogo con le fibre della carta. Non è un pennino flessibile o elastico, però viste le grandi dimensioni ha una certa morbidezza e imprimendo un poco di pressione si ottiene un leggero aumento di flusso e così un tratto un po’ più corposo. Come ho già detto per altri pennini Pilot, forse non è la scelta più adatta per chi vuole un tratto rigorosamente monolinea. L’alimentatore, in piena tradizione Pilot, è perfettamente calibrato, non una goccia in più, non una goccia in meno di quello che serve. Riguardo le sensazioni di scrittura, ritengo sia opportuno in questo caso parlare anche del bilanciamento; questo purtroppo è un punto un po’ dolente, la penna in sé è già al limite come lunghezza per le mie mani, e il meccanismo di caricamento comporta lo spostamento del peso verso il fondello. Per carità, non richiede uno sforzo immane scriverci, però obbliga in qualche modo a scrivere “come dice lei”. Dato che io naturalmente tengo le penne poggiate nell’incavo tra pollice e indice, non mi crea tutti questi problemi, ma forse non è adatta per chi tiene le penne più in verticale. In generale la uso molto più per quando scrivo testi personali con calma, non la ritengo adatta per gli appunti al volo.
Per chi volesse sapere la traduzione del waka:
Per quanto ti pensi
non posso dividermi in due:
perciò ti invio il mio cuore,
invisibile, che ti seguirà
da fedele compagno
(Ikago no Atsuyuki, Kokinshū VIII-373)
In conclusione, si tratta di una penna in cui la qualità Pilot raggiunge una vetta nelle finiture e nell’attenzione ai dettagli. Ha una riserva d’inchiostro veramente grande, può andare avanti per chilometri senza fermarsi (a patto che ci si ricordi di aprile la valvola svitando il fondello!). Manco a dirlo, le prestazioni di scrittura sono eccezionali.
Partiamo dalla descrizione esteriore: si tratta di una penna dalla classica forma a sigaro, di dimensioni generose (146 mm circa da chiusa, 130 mm circa da aperta), realizzata quasi interamente in resina marrone semitrasparente, tranne che per la corona del cappuccio, il fondello e la sezione di scrittura, che sono in resina opaca marrone scuro. Tutte le minuterie sono in metallo dorato. Il cappuccio presenta un anello piuttosto spesso e caratterizzato da una sorta di entasi al centro, la tipica clip Pilot che termina con una pallina e ha il nome della Casa inciso sopra, una veretta che sormonta la vera principale, piuttosto spessa e recante una incisione con lettere riempite di nero che recitano “Custom 823” e “Pilot made in Japan”: le due scritte sono separate da due serie di tre stelline, sempre colorate di nero. Il fusto procede fino a un altro anello che separa il fusto dal fondello, che in questo caso non è un falso fondello ma un fondello vero e proprio che permette di azionare il sistema di caricamento. Pur non amando le resine trasparenti o semitrasparenti, in questo caso è bello vedere sguazzare l'inchiostro dentro la penna, e ha il vantaggio di poter sempre tenere d'occhio il livello di inchiostro nel serbatoio.
Il sistema di caricamento è proprio la chicca di questa penna, ciò che maggiormente distingue questo modello: si tratta del caricamento denominato “a siringa rovesciata” (“plunger filler” per gli anglofili). Esso consiste in un’asticella metallica lunga più o meno quanto il corpo penna e terminante con una testa provvista di guarnizioni e una valvola, mentre dall’altra parte è fissata al fondello. Una volta svitato quest’ultimo, è possibile tirare l’asticella facendola fuoriuscire quasi tutta, e per caricare bisogna spingerla nuovamente fino in fondo con il pennino immerso nell’inchiostro: infatti, la testa dell’asticella scorre a tenuta per quasi tutto il corpo, fino ad arrivare in prossimità del gruppo scrittura, in cui c’è una sorta di camera più larga, cosa che porta alla perdita di tenuta e alla conseguente depressione. Così l’aria viene espulsa e l’inchiostro risucchiato all’interno del corpo della penna. In questo caso quasi l’intero corpo della penna costituisce il serbatoio di inchiostro, consentendo una enorme autonomia di scrittura. Ma poco fa non ho parlato di una valvola montata sulla testa dell’asticella? Ebbene, svolge l’importantissima funzione di isolare il serbatoio di inchiostro dal gruppo scrittura quando il fondello è completamente avvitato. Se si scrive con il fondello avvitato infatti si usa solo l’inchiostro contenuto nell’alimentatore, e una volta terminato quello smetterà di scrivere. Per lunghe sessioni di scrittura, dunque, occorre svitare il fondello quel poco che basta ad aprire la valvola e permettere all’inchiostro di fluire dal serbatoio. Per alcuni potrebbe essere troppo macchinoso dover svitare il fondello ogni volta che ci si appresta a scrivere, ma questo sistema di sicurezza ha l’innegabile vantaggio di prevenire gocciolamenti quando si porta la penna in giro e di arrestare o comunque rallentare di molto l’evaporazione dell’inchiostro nel serbatoio. Senza svitare il fondello con il pennino fine si riescono comunque a scrivere almeno due pagine A4 (qualcuno qui sul forum aveva fatto il test).
Il pennino in oro 14 carati è di dimensioni importanti, la misura 15 di Pilot (quella della 743 e della 913 per intenderci), ha i soliti ornamenti dei pennini della serie Custom, presenta un piccolo foro di sfiato sotto il quale sono incisi, in ordine dall’alto al basso, “PILOT”, “14k-585”, “15”, “<F>”. L’alimentatore è quello classico di serie delle Custom, in plastica blu-grigia.
Eccoci dunque arrivati alla parte delle prestazioni di scrittura. Il tratto che possiedo è un F, e come gli altri F Pilot che ho provato ha quello che per me è un perfetto equilibrio tra scorrevolezza e controllo del tratto. Non è un pennino “burroso”, “scivoloso”, ma le punte sono in costante dialogo con le fibre della carta. Non è un pennino flessibile o elastico, però viste le grandi dimensioni ha una certa morbidezza e imprimendo un poco di pressione si ottiene un leggero aumento di flusso e così un tratto un po’ più corposo. Come ho già detto per altri pennini Pilot, forse non è la scelta più adatta per chi vuole un tratto rigorosamente monolinea. L’alimentatore, in piena tradizione Pilot, è perfettamente calibrato, non una goccia in più, non una goccia in meno di quello che serve. Riguardo le sensazioni di scrittura, ritengo sia opportuno in questo caso parlare anche del bilanciamento; questo purtroppo è un punto un po’ dolente, la penna in sé è già al limite come lunghezza per le mie mani, e il meccanismo di caricamento comporta lo spostamento del peso verso il fondello. Per carità, non richiede uno sforzo immane scriverci, però obbliga in qualche modo a scrivere “come dice lei”. Dato che io naturalmente tengo le penne poggiate nell’incavo tra pollice e indice, non mi crea tutti questi problemi, ma forse non è adatta per chi tiene le penne più in verticale. In generale la uso molto più per quando scrivo testi personali con calma, non la ritengo adatta per gli appunti al volo.
Per chi volesse sapere la traduzione del waka:
Per quanto ti pensi
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In conclusione, si tratta di una penna in cui la qualità Pilot raggiunge una vetta nelle finiture e nell’attenzione ai dettagli. Ha una riserva d’inchiostro veramente grande, può andare avanti per chilometri senza fermarsi (a patto che ci si ricordi di aprile la valvola svitando il fondello!). Manco a dirlo, le prestazioni di scrittura sono eccezionali.
Enrico
"刃を持った者をそのふところに巻き込まねば、愛の世は来ません。刃を手から離させようとするから、やっぱり争いとなるのです。「平和のために戦う」というようなちぐはぐな心がけでは、いつまでたっても戦いはやみますまい"。永井隆、『如己堂随筆』
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grazie per la recensione di una delle Pilot più conosciute.
Ho la stessa penna in finitura ambra (mi sono sempre chiesto come mai questa penna non esista in finitura piena, nero o bordeaux ad esempio, in fondo non è obbligatorio vedere il meccanismo, ma è solo curiosità).
(btw, davvero appoggi la penna nell'incavo tra pollice e indice? lo trovo strano - per me ovviamente -, io la penna la tengo in modo che il fusto appoggi sulla terza falange - prossimale -, appena prima della articolazione - della nocca, insomma).
Due inconvenienti:
mi capita a volte che l'inchiostro aderisca all'interno del serbatoio, in alto, a ridosso della valvola... forse la devo lavare con un po' di sapone, per ridurre la tensione superficiale.
Il fatto che non si possa comprare un pennino di ricambio un po' mi disturba... mi piacerebbe, ma in sostanza dovrei comprare un'altra Pilot (una 743 se capisco)...
Ho la stessa penna in finitura ambra (mi sono sempre chiesto come mai questa penna non esista in finitura piena, nero o bordeaux ad esempio, in fondo non è obbligatorio vedere il meccanismo, ma è solo curiosità).
(btw, davvero appoggi la penna nell'incavo tra pollice e indice? lo trovo strano - per me ovviamente -, io la penna la tengo in modo che il fusto appoggi sulla terza falange - prossimale -, appena prima della articolazione - della nocca, insomma).
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mi capita a volte che l'inchiostro aderisca all'interno del serbatoio, in alto, a ridosso della valvola... forse la devo lavare con un po' di sapone, per ridurre la tensione superficiale.
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E' una penna che ho nella lista dei desideri da moltissimo tempo. Compro ormai poche, pochissime penne, e solo raramente, ma in questo caso credo proprio che cederò prima o poi.
Di conseguenza la tua recensione è estremamente apprezzata, grazie davvero.
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L’opera d’arte è sempre una confessione.
Umberto Saba
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Bellissima penna Enrico e il colore in ambra trasparente non mi disturba affatto, anzi. Davvero un'ottima scelta .
Forse la dimensione un poco al limite (grande ?) per me , vorrà dire che mi toccherà aspettare una tua recensione su Un "medio" capolavoro giapponese: Pilot xxx , visto che "grande" e "piccolo" già ci sono. Il pennino di misura 5 , magari SF , è quello che più mi ispira...
Felice, molto, di sentirtelo dire, ed a conferma di quanto riportatomi anche da altre persone. Prima o poi dovrò prendere una Pilot "moderna"
Forse la dimensione un poco al limite (grande ?) per me , vorrà dire che mi toccherà aspettare una tua recensione su Un "medio" capolavoro giapponese: Pilot xxx , visto che "grande" e "piccolo" già ci sono. Il pennino di misura 5 , magari SF , è quello che più mi ispira...
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Di nulla!sansenri ha scritto: ↑giovedì 29 agosto 2024, 15:25 grazie per la recensione di una delle Pilot più conosciute.
Ho la stessa penna in finitura ambra (mi sono sempre chiesto come mai questa penna non esista in finitura piena, nero o bordeaux ad esempio, in fondo non è obbligatorio vedere il meccanismo, ma è solo curiosità).
(btw, davvero appoggi la penna nell'incavo tra pollice e indice? lo trovo strano - per me ovviamente -, io la penna la tengo in modo che il fusto appoggi sulla terza falange - prossimale -, appena prima della articolazione - della nocca, insomma).
Due inconvenienti:
mi capita a volte che l'inchiostro aderisca all'interno del serbatoio, in alto, a ridosso della valvola... forse la devo lavare con un po' di sapone, per ridurre la tensione superficiale.
Il fatto che non si possa comprare un pennino di ricambio un po' mi disturba... mi piacerebbe, ma in sostanza dovrei comprare un'altra Pilot (una 743 se capisco)...
Abbiamo la mano un po' diversa evidentemente . Considera che la mia mano è molto piccola (un'amica molto gentile mi dice che ho le mani da bambino ).
Per quanto riguarda l'inchiostro che aderisce, credo che sia perché dalla parte del serbatoio a ridosso della sezione c'è del grasso siliconico; nella mia c'era una targhetta in giapponese che spiegava che se si vede del grasso bianco dentro il serbatoio è normale. È effettivamente un po' antiestetico, però preferisco non toccare, ci sarà un motivo per cui ci hanno messo quel grasso.
Edit: il grasso c'è anche all'altra estremità del serbatoio, vicino al fondello, l'ho notato adesso. Si crea un brutto effetto "incrostazione" ma finché funziona preferisco non toccare nulla.
Carissimo, effettivamente per chi è abituato agli standard dimensionali delle vintage già la serie intermedia (742, 912) è un po' grandicella. Ho avuto la 74 con pennino SF, davvero un bellissimo pennino, l'ho data via perché la consideravo equivalente alla Elabo in metallo con pennino SF, ma un poco mi manca... Forse un giorno la ricomprerò! L'unico "difetto", se così si può dire, della 74/91 è che non hanno la varietà di pennini speciali delle fasce successive.Mir70 ha scritto: ↑giovedì 29 agosto 2024, 15:54 Forse la dimensione un poco al limite (grande ?) per me , vorrà dire che mi toccherà aspettare una tua recensione su Un "medio" capolavoro giapponese: Pilot xxx , visto che "grande" e "piccolo" già ci sono. Il pennino di misura 5 , magari SF , è quello che più mi ispira...
Prima o poi recensirò seriamente la 912 con pennino FA che possiedo...
Ultima modifica di Enbi il giovedì 29 agosto 2024, 16:27, modificato 1 volta in totale.
Enrico
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Sottoscrivo tutto quanto detto in merito alla 823. Sulla mia ho montato un pennino FA #15 che è una vera meraviglia.
[quote=Mir70 post_id=413705 time=<a href="tel:1724939666">1724939666</a> user_id=13838]
Forse la dimensione un poco al limite (grande ?) per me , vorrà dire che mi toccherà aspettare una tua recensione su Un "medio" capolavoro giapponese: Pilot xxx , visto che "grande" e "piccolo" già ci sono. Il pennino di misura 5 , magari SF , è quello che più mi ispira...
[/quote]
Per quello che ho notato io, la 74 (così come la Elabo) ha una plastica che dà una sensazione di “economico”, più simile a quella di una Platinum 3776 che alla ben più “robusta” plastica Montblanc. Dalla 742 in su, invece, la sensazione è decisamente identica a Montblanc.
Le differenze di dimensioni non sono così marcate:
• 74 lunghezza (aperta) 125mm, diametro 12mm
• 742 lunghezza (aperta) 127mm, diametro 12mm
• 743 lunghezza (aperta) 131mm, diametro 13mm
I prezzi invece variano in modo spropositato! Il terzo numero del codice indica “quante volte 10.000 Yen” costa la penna (la 74 sarebbe una 741 in realtà, ma l’1 in moltiplicazione si puo omettere)
Non mi risulta esista una 913, per la taglia #15 l’unica flat top dovrebbe essere la 845, ma magari sbaglio.
Per un amante delle cartucce come te, la 743 offre molta più varietà di pennini. Certo, il sistema di caricamento diverso da tutte le altre Pilot affascina e, infatti, ha preso anche me.Monet63 ha scritto: ↑giovedì 29 agosto 2024, 15:47 E' una penna che ho nella lista dei desideri da moltissimo tempo. Compro ormai poche, pochissime penne, e solo raramente, ma in questo caso credo proprio che cederò prima o poi.
Di conseguenza la tua recensione è estremamente apprezzata, grazie davvero.
Su questo sono molto d’accordo. Per me che non amo le demo, è stata una mezza fortuna trovarne una fumé (mezza perché poi ha finito per sbriciolarsi e ho dovuto fare un art attack mica da ridere!) che è molto scura e simula un colore pieno abbastanza bene. Spero anche io che prima o poi qualcuno si metta a fare dei corpi penna con una lunga finestrella longitudinale e il colore pieno per tutto il resto del corpo o con una semitrasparenza à la Pelikan (anche se ora non la fanno più)
[quote=Mir70 post_id=413705 time=<a href="tel:1724939666">1724939666</a> user_id=13838]
Forse la dimensione un poco al limite (grande ?) per me , vorrà dire che mi toccherà aspettare una tua recensione su Un "medio" capolavoro giapponese: Pilot xxx , visto che "grande" e "piccolo" già ci sono. Il pennino di misura 5 , magari SF , è quello che più mi ispira...
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La 74 SF provata a Firenze (quella di Tisbacker) aveva un pennino così morbido e piacevole che mi ha fatto capire perché non ci sia un FA #5. Assolutamente diverso dalla morbidezza del pennino della Elabo (di cui ho un SEF), molto più rigido e con scarsissima variazione di tratto. Praticamente vedo la variazione solo perché il SEF è un capello tipo Zebra G, quindi una minima flessione porta a raddoppiare il tratto.Enbi ha scritto: ↑giovedì 29 agosto 2024, 16:26 Carissimo, effettivamente per chi è abituato agli standard dimensionali delle vintage già la serie intermedia (742, 912) è un po' grandicella. Ho avuto la 74 con pennino SF, davvero un bellissimo pennino, l'ho data via perché la consideravo equivalente alla Elabo in metallo con pennino SF, ma un poco mi manca... Forse un giorno la ricomprerò! L'unico "difetto", se così si può dire, della 74/91 è che non hanno la varietà di pennini speciali delle fasce successive.
Prima o poi recensirò seriamente la 912 con pennino FA che possiedo...
Per quello che ho notato io, la 74 (così come la Elabo) ha una plastica che dà una sensazione di “economico”, più simile a quella di una Platinum 3776 che alla ben più “robusta” plastica Montblanc. Dalla 742 in su, invece, la sensazione è decisamente identica a Montblanc.
Le differenze di dimensioni non sono così marcate:
• 74 lunghezza (aperta) 125mm, diametro 12mm
• 742 lunghezza (aperta) 127mm, diametro 12mm
• 743 lunghezza (aperta) 131mm, diametro 13mm
I prezzi invece variano in modo spropositato! Il terzo numero del codice indica “quante volte 10.000 Yen” costa la penna (la 74 sarebbe una 741 in realtà, ma l’1 in moltiplicazione si puo omettere)
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
C7H14S [cit. Chimicazza]
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penna strepitosa, prima o poi dovrò capitolare!
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Carissimo, grazie mille per la precisazione! Sono sempre stato convinto che la 913 esistesse e sfogliando velocemente il catalogo mi ero ingannato: esistono effettivamente tre modelli della serie Heritage (flat top e finiture rodiate), ma niente 913, sono la 91,la 912 e la 92, praticamente una 91 con caricamento a pistone. Ops...Koten90 ha scritto: ↑venerdì 30 agosto 2024, 7:10 Non mi risulta esista una 913, per la taglia #15 l’unica flat top dovrebbe essere la 845, ma magari sbaglio.
[...]
Le differenze di dimensioni non sono così marcate:
• 74 lunghezza (aperta) 125mm, diametro 12mm
• 742 lunghezza (aperta) 127mm, diametro 12mm
• 743 lunghezza (aperta) 131mm, diametro 13mm
I prezzi invece variano in modo spropositato! Il terzo numero del codice indica “quante volte 10.000 Yen” costa la penna (la 74 sarebbe una 741 in realtà, ma l’1 in moltiplicazione si puo omettere)
Per quanto riguarda la numerazione, da quello che ho capito i primi due numeri indicano in che anno dalla fondazione di Pilot è stata lanciato il modello (quindi il 74°, il 91° ecc.), mentre come dicevi tu la terza cifra indica effettivamente il prezzo espresso in man万 di yen dove 1man=10000. I giapponesi infatti fino alle migliaia contano come noi, ma dopo hanno un sistema che non cambia nome ogni tre zeri, come il nostro, ma ogni quattro: 1 man=10000, 1oku億=100000000 ecc.
Come giustamente diceva Alessio, nel caso in cui non si raggiungano i due man di prezzo Piloti scrive solo il numero relativo all'anno di lancio del modello.
Enrico
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E' verissimo, la 743 la trovo spettacolare. In quanto alla cartuccia adoro l'innesto Pilot per via dell'imboccatura larga. Finisce che le prendo entrambe, perché non posso resistere al giochino "spingi e carica".
Che tu sappia, i pennini della 743 sono anche disponibili come ricambio?
L’opera d’arte è sempre una confessione.
Umberto Saba
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è questo il problema... pare di no, perlomeno qui da noi.
Scommetto che, anche se non ufficialmente, in Giappone qualche negozio che vende pennini "sfusi" o perlomeno sezioni sfuse, esiste...
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No, mannaggia.
So che per avere l’FA sulla 823 ci sono pochissimi negozi giapponesi che lo fanno “sottobanco” senza che Pilot lo sappia
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
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Si questa cosa delle modifiche "illegali" alle Pilot la sapevo, ho guardato una volta il sito di questo negozio giapponese che vende 823 e 845 con vari pennini speciali, presumo togliendoli alle 743, ma non vendono i soli pennini.
Per quanto riguarda la vendita di pennini, sono stato sei mesi a Tokyo e non ho mai trovato nulla del genere. Non mi sono messo a scavare a fondo, forse qualcosa si trova, ma mi sono abbastanza arreso...
Per quanto riguarda la vendita di pennini, sono stato sei mesi a Tokyo e non ho mai trovato nulla del genere. Non mi sono messo a scavare a fondo, forse qualcosa si trova, ma mi sono abbastanza arreso...
Enrico
"刃を持った者をそのふところに巻き込まねば、愛の世は来ません。刃を手から離させようとするから、やっぱり争いとなるのです。「平和のために戦う」というようなちぐはぐな心がけでは、いつまでたっても戦いはやみますまい"。永井隆、『如己堂随筆』
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La 743 e la 823 sono nel mio cuore: perfette secondo me Confermo tutte le cose belle che sono state già dette. Ho la versione nero fumé e se non la si fissa intensamente nè si guarda in controluce sembra nera. Secondo me, anche più elegante
Silvia
If you have help, it becomes someone else’s garden
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Un "grande" capolavoro giapponese: Pilot Custom 823
Stilografica ( la mia con pennino M e colorazione nero fume') che è tra quelle che mi ha decisamente colpito ( in positivo); mi " cade" perfettamente nell' incavo tra pollice ed indice ( quindi molto comoda) e scrive ...bene bene, poi - diciamolo- è anche bella. Spero solamente che, visto che alcuni denunciano una presunta fragilità strutturale delle resine semi trasparenti non mi faccia qualche scherzetto in futuro...rassicuratemi
Un "grande" capolavoro giapponese: Pilot Custom 823
L'unico consiglio che ti posso dare è di non essere ossessionato dal voler smontare la penna per pulirla.Spero solamente che, visto che alcuni denunciano una presunta fragilità strutturale delle resine semi trasparenti non mi faccia qualche scherzetto in
Lo spessore della resina è molto sottile e lo stress causato dallo smontare e rimontare il sistema di carica è problematico tantopiu che non è assolutamente necessario per il buon funzionamento della penna.
Se si creano delle crepe la pilot non ti sostituirà la parte difettosa a costo zero. Te lo farà pagare amaramente quindi uomo avvisato mezzo salvato.