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Montblanc Permanent Black (nero permanente) - Recensione

Le recensioni: impressioni d'uso e valutazioni direttamente dagli utenti
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Monet63
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Montblanc Permanent Black (nero permanente) - Recensione

Messaggio da Monet63 »

PROLOGO
Ho acquistato questo inchiostro circa tre anni fa, insieme a un altro Montblanc (il burgundy red), perché a quell’epoca mi serviva un indelebile e, preferendo un nero “puro”, non avevo (ancora) intenzione di usare un ferrogallico. In più mi attraeva non poco la certificazione ISO 14145-2, al punto da essere disposto a pagare un surplus di prezzo. L’ho utilizzato - per necessità - moltissimo all’inizio, ma sempre meno in seguito, a causa di un problema - per me inaccettabile - che ho scoperto strada facendo, e che ha letteralmente demolito la buona opinione che mi ero fatto nel primo periodo. Ma di questo problema parleremo più avanti.

PREPARAZIONE
La penna deputata all’uso di questo nero è stata sempre una Lamy Safari in plastica nera, dotata di pennino F. L’impiego mi fu dettato dalla natura dell’inchiostro stesso che rendeva consigliabile il suo uso in una penna che, volendo, si potesse smontare facilmente e completamente per una pulizia accurata. Anche in questo caso la penna è stata la stessa, e quindi ho provveduto a “svegliare” l’attrezzo, che dormiva beatamente da ormai un anno.
Le boccette MontBlanc di questi inchiostri (anche del blu permanente, per quanto mi risulta) hanno una capienza di 60 ml, quindi leggermente maggiorata rispetto allo standard 50 ml. che conoscevo io, sono molto funzionali come i fratelli appena più piccoli (hanno la stessa forma) e permettono di caricare agevolmente quasi fino all’ultima goccia, grazie alla doppia camera. Il prezzo pagato fu di 22 euro, come ancora indicato sulla confezione: quindi di costo piuttosto sostenuto, fattore questo che lo pone in una fascia di prezzo “premium”, al pari dei Graf Von Faber Castell e degli Iroshizuku di Pilot. Il tappo dà una sensazione di “ben fatto” e chiude perfettamente a tenuta. La confezione è piuttosto curata e all’interno della scatola si trova un bugiardino in svariate lingue, italiano compreso. La casa consiglia di lavare la penna ogni 3 mesi, in caso di uso di inchiostri di questo genere; in realtà la mia Safari lo ha digerito per circa un anno e mezzo, la prima acqua l’ha vista dopo quasi un anno e, all’atto del lavaggio, non ci sono stati problemi di sorta; tuttavia su una penna importante mi atterrei scrupolosamente alle indicazioni del produttore.

UTILIZZO ED IMPRESSIONI
L’uso è stato piuttosto continuativo, specialmente per il primo anno e mezzo, su carte di ogni tipo. Poi si verificò il problema che mi fece interrompere bruscamente l’utilizzo: mi accorsi, in modo del tutto casuale, che anche dopo mesi lo scritto restava particolarmente sensibile allo strofinio meccanico delle dita e di qualsiasi cosa si passasse sopra (frammento di carta, cotton-fioc, etc.), anche in modo leggero. Si producevano, in altre parole, delle sbavature fastidiose, di evidenza medio-bassa su carte normali, ma drammatiche su carte patinate come le Rhodia, che in certi casi potevano arrivare a disturbare la lettura (vedi foto allegata, test su carta Rhodia). Considerando l’indelebilità, oltretutto certificata ISO, la mia perplessità divenne fastidio, quindi ne interruppi completamente l’utilizzo spostandomi sui ferrogallici e, volendo un nero, sui Noodler’s (specialmente il bellissimo “Heart of Darkness”, economico e molto performante), ormai reperibili facilmente anche in Italia.
Tolto questo aspetto, che tuttavia per me riveste importanza basilare al punto da precludermene l’uso ma ad altri potrebbe non infastidire particolarmente, siamo di fronte a un inchiostro nero profondo, di tonalità molto fascinosa, che produce un flusso medio, ad azione piuttosto lubrificante. La penna è sempre ripartita senza il minimo tentennamento, anche dopo stop prolungati di parecchi giorni (in posizione orizzontale, sulla scrivania), e l’impatto su alimentatore e pennino è stato minimo, al contrario di quanto mi aspettassi. Le pareti del converter Lamy non hanno subito colorazioni di sorta, e all’atto del lavaggio il converter è tornato praticamente nuovo. Lo shading, come intuibile, è totalmente assente, ma l’uso di un inchiostro del genere non può far supporre diversamente. Durante le lunghe sessioni di scrittura l’accoppiata (MontBlanc + Lamy) ha sempre fatto il proprio dovere senza smagrimenti di flusso o interruzioni, anche nei periodi di manutenzione nulla.
La particolarità dell’inchiostro fa si che spiumaggio e trapassamento sulla facciata opposta siano sempre assenti o pochissimo presenti, anche su carte non particolarmente adatte alla stilografica, come quelle economiche da fotocopie, le carte riciclate e addirittura il Moleskine. Il feathering può essere percepibile con le carte più sottili, ma dipende moltissimo dal pennino che si usa. La tendenza a sbavare sotto leggero strofinamento meccanico viene mitigata con le carte più porose e con i flussi più magri, pur restando una costante, quasi una caratteristica specifica dell’inchiostro; in pratica, dato che questo inchiostro tende a restare in superficie, il concetto di base è che più “materiale” si mette giù, più sensibilità allo sfregamento si avrà, e questa sensibilità non potrà essere del tutto eliminata se non facendo fare la doccia al foglio. Infatti, pur essendo water-proof, ponendo un foglio sotto al rubinetto l’acqua porta via la patina più superficiale dello scritto, ovvero il surplus; l’effetto è evidente se il testo è stato scritto con pennini grossi dal flusso copioso (es. un “B” Pelikan), ma scompare quasi - ad esempio - con un F Pilot. Inoltre, come accennato, il passaggio sotto l’acqua annulla totalmente (a foglio asciutto) la sensibilità allo sfregamento.

CONCLUSIONI
Probabilmente ho un concetto troppo ampio dei vocaboli “indelebile” e “permanente”, ma a casa mia questi termini significano - quantomeno - “non sensibile allo sfregamento”. D’altra parte la presenza sul mercato, ormai anche italiano, di inchiostri analoghi anche a prezzo decisamente inferiore, pone, a mio avviso, il MontBlanc in fondo a una ipotetica classifica, e non meritevole - allo stato attuale - di un giudizio positivo, in quanto promessa sostanzialmente mancata, certificazione ISO o non certificazione ISO. Sul piatto della bilancia che regola le mie scelte trovo prodotti come Sailor Kiwaguro, Noodler’s black, Noodler’s Heart of darkness, Graf Von Faber Castell Carbon Black (non un vero indelebile, ma incredibilmente robusto), e tutto l’esercito di ferrogallici assortiti. Francamente ne sono davvero dispiaciuto, perché tutte le altre qualità sarebbero di prim’ordine, ma è mia opinione che MontBlanc dovrebbe rivedere la formulazione che, allo stato attuale delle cose, è sbagliata.
Fermo restando (dico un’ovvietà) che il mio parere è chiaramente personale, e vale uno, con sommo dispiacere devo purtroppo giudicarlo tra mediocre e scarso.
Peccato.
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Scheda Recensione.jpg
Particolare sbavatura 2 giorni.jpg
Resistenza H2O.jpg
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Umberto Saba
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efreddi
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Montblanc Permanent Black (nero permanente) - Recensione

Messaggio da efreddi »

Grazie per la recensione chiara e onesta. Avevo considerato l'acquisto di questo inchiostro tempo fa, ma alla fine avevo preso il Sailor Kiwa Guro, e adesso leggendo questa tua recensione sono contento della mia decisione.

Ciao
Elia
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Emelius

Montblanc Permanent Black (nero permanente) - Recensione

Messaggio da Emelius »

Una recensione formidabile!! grazie :)
frenco
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Messaggio da frenco »

Solo l'inchiostro che lega con la carta è indelebile, l'inchiostro che appoggia sull'inchiostro si lava via. Su carte poco assorbenti e con penne dal flusso elevato, la cosa è particolarmente evidente. E' anche spiegato bene ma non ricordo dove. Ma è anche intuitivo.
Bel post comunque.
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Holden
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Messaggio da Holden »

Utilissima recensione. Anche in questo campo, quindi, non sempre ad una maggiore spesa equivale maggiore qualità...
:thumbup:
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platax
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Messaggio da platax »

Grazie (in ritardo) per la recensione, Monet.
Sto "ravanando" il forum x farmi un'idea su inchiostri "resistenti" ma facilmente utilizzabili sulle stilo, e la tua esperienza con il MontBlanc è molto preziosa ed utile
Ciao!
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Montblanc Permanent Black (nero permanente) - Recensione

Messaggio da DRJEKILL »

Riapro questo vecchio topic…
Confermo 100% la recensione!
Alla fine ho rimesso il Pilot Namiki Black nella penna che uso a lavoro… che comunque resiste a sudore umidità e a bicchieri versati con dolo o senza, e almeno si asciuga!!! Evitando quel fastidioso effetto marmellata… del Montblanc!
Montblanc permanent Black: Bocciato!
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Messaggio da Monet63 »

Dopo tutti questi anni ho pensato di annotare un piccolo aggiornamento, però sostanziale, circa questo inchiostro.
Mi è capitato uno scritto più o meno dello stesso periodo della recensione e ho notato che ha perso la tendenza a sbavare. Non solo: per quanto mi sia impegnato a strofinare energicamente, lo scritto non si è mosso di una virgola. Sono arrivato alla conclusione che questo inchiostro, per poter rendere al massimo, ha bisogno di un periodo di tempo per stabilizzarsi. Non sono in grado, al momento, di quantificare quanto lungo debba essere tale periodo (lo scritto risale a 7 anni fa), ma mi sono ripromesso di riacquistare una boccetta di questo inchiostro per poterlo rimettere in discussione. Personalmente credo ne valga la pena perché, sotto tutti gli altri aspetti, si era comportato da primo della classe. Farò in modo di riaggiornare appena avrò altri elementi disponibili; sarò felicissimo di poter eventualmente dire "scusate, mi sono sbagliato".
:wave:
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Messaggio da Simy »

Abbiamo ciascuno diverse tolleranze
Per me non varrebbe la pena per un nero. E preciso che è per un nero, perché non li uso, ne ho 1 e sarà sempre e solo quello, in un'unica penna, lo uso molto raramente, quindi non ho mai cercato di più di quanto già ho trovato ora (Carbon Black di Platinum)
Dall'altro lato, ho un paio di inchiostri sheen che impiegano eoni ad asciugare definitivamente e li tollero perché amo quei colori
Quindi, ti capisco. Mi disallineo solo sul colore specifico
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Messaggio da Kmu48 »

Io per contro, che utilizzo con maggiore frequenza il nero seguo con felice interesse la discussione…ho anche io il carbon black ma ancora non sono riuscito ad usarlo perché vorrei trovargli una penna dedicata per non correre il rischio di intasare le mie…nel frattempo affianco al 4001 queste cartucce
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Messaggio da Simy »

Kmu48 ha scritto: lunedì 26 agosto 2024, 19:35 Io per contro, che utilizzo con maggiore frequenza il nero seguo con felice interesse la discussione…ho anche io il carbon black ma ancora non sono riuscito ad usarlo perché vorrei trovargli una penna dedicata per non correre il rischio di intasare le mie…nel frattempo affianco al 4001 queste cartucce

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Io l'ho in una Preppy che ho sempre usato solo per quello, non l'ho mai messo in altre penne. Almeno, essendo a base pigmento, se dovesse intasarsi, costa poco rimpiazzarla
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Messaggio da Jaconib »

Bello che sia stato ripescato questo topic, in quanto il permanent della MB è l'inchiostro che disprezzo di più, che mi ha rovinato fogli su fogli, facendomi chiedere se ero io che sbagliavo oppure la MB.
Dopo un po', diciamo due anni (perchè magari sbagliavo io), ho dedotto che la MB ci sta smazzando una cosa assurda: un inchiostro che macchia, rilascia polvere nera, se lo tocchi spolvera di brutto.
Leggo che dopo 7 anni si stabilizza. Ma la vita magari è più breve. E in ogni caso se sovrapponi i fogli su cui hai scritto con questo inchiostro assurdo, se sfregano rilasciano e si macchiano.
Fico eh?
Con questo mio post voglio ribadire il mio sdegno per questo inchiostro: non provatelo e non compratelo.
Se ci volete fare carta carbone, pettinandolo col pennello sul retro del foglio, può essere un'idea. Ma spolvera che non ve l'immaginate.
Nessuno altro uso di scrittura consiglio, a meno che non avete il preconcetto che la MB è una marca fica e qualunque cosa fa è fica per forza.
Se la MB è fica compratelo, ma tenetelo lì, non usatelo.
Perdonate lo sdegno, troppi fogli sprecati.
J
Jacopo

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Messaggio da Monet63 »

Jaconib ha scritto: mercoledì 28 agosto 2024, 23:20 Leggo che dopo 7 anni si stabilizza. Ma la vita magari è più breve. E in ogni caso se sovrapponi i fogli su cui hai scritto con questo inchiostro assurdo, se sfregano rilasciano e si macchiano.
Fico eh?
Hai assolutamente ragione. Il fatto è che non conosco il tempo di stabilizzazione anche se, andando a rileggere la recensione, mi sono reso conto che anche dopo moltissimo l'inchiostro sbavava. Diciamo che vorrei andare a fondo alla situazione, al limite lo correggo con un legante e ci disegno a pennino.
Jaconib ha scritto: mercoledì 28 agosto 2024, 23:20 Perdonate lo sdegno, troppi fogli sprecati.
J
So esattamente come ti senti, all'epoca ci ero rimasto malissimo.
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Messaggio da LucaDV »

Io trovo un comportamento simile, e cioè l'inchiostro che sembra non asciugare e sbava allo sfregamento anche dopo molto tempo, con l'Aurora Blu.
Mi piace molto come colore, ma non ho ancora capito il motivo di questo comportamento.

Preciso che questo particolare comportamento lo rilevo quando scrivo con una penna inchiostrata con questo inchiostro ma lasciata ferma per molto tempo (qualche settimana/mese). Appena inizio a scrivere la penna (qualsiasi mi sia capitato di usare con questo inchiostro) riprende con qualche incertezza, e il colore steso sembra molto più saturo/scuro, e quasi oleoso. Almeno questa è la sensazione che mi da.
E lo scritto resta sensibile allo sfregamento anche dopo giorni...

:wave:
Saluti
Luca
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Messaggio da Monet63 »

LucaDV ha scritto: mercoledì 4 settembre 2024, 0:45 Io trovo un comportamento simile, e cioè l'inchiostro che sembra non asciugare e sbava allo sfregamento anche dopo molto tempo, con l'Aurora Blu.
Mi piace molto come colore, ma non ho ancora capito il motivo di questo comportamento.

Preciso che questo particolare comportamento lo rilevo quando scrivo con una penna inchiostrata con questo inchiostro ma lasciata ferma per molto tempo (qualche settimana/mese). Appena inizio a scrivere la penna (qualsiasi mi sia capitato di usare con questo inchiostro) riprende con qualche incertezza, e il colore steso sembra molto più saturo/scuro, e quasi oleoso. Almeno questa è la sensazione che mi da.
E lo scritto resta sensibile allo sfregamento anche dopo giorni...

:wave:
Succede perché la soluzione (cioè l'inchiostro) perde parte del solvente (l'acqua) per evaporazione, per cui il soluto (il colorante) si addensa, originando un colore più saturo che non è più in grado di stabilizzarsi per via della mancanza dell'equilibrio originale tra le parti. Si tratta comunque di inchiostri totalmente differenti: il Montblanc è una sospensione ai pigmenti, l'Aurora una soluzione ai coloranti.
Entro certi limiti è possibile indurre quel comportamento che lamenti con l'Aurora (e che succede con qualsiasi inchiostro si addensi nell'alimentatore), allo scopo di ottenere un colore più saturo. Io, per esempio, lo faccio con qualsiasi blu reale in cartuccia, lasciando che evapori leggermente; perdendo 1/4 circa (ma anche 1/3) di volume il colore migliora moltissimo, così come il comportamento generale.
:wave:
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