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La fine della scrittura a mano

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Koten90
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Messaggio da Koten90 »

ASTROLUX ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 9:29 Mi rammento del "Robinson Crusoe", uno dei romanzi preferiti della mia preadolescenza. Già allora mi feci meraviglia di quante cose il protagonista sapesse fare ed io no.
Vale lo stesso per Cyrus Smith, l'ingegnere di Jules Verne ne "l'isola misteriosa". Mi chiedo quanti ingegneri del giorno d'oggi siano in grado di fare metà delle cose descritte nel libro (un romanzo, per carità, ma non mi stupirebbe se fosse realistico per l'epoca che un ingegnere sapesse anche mettere in pratica)
Esme ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 9:53
Koten90 ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 6:51 Mi ha chiesto di riscriverla perché non riesce a leggerla.
Però sei cattivo, perché non è un corsivo prettamente scolastico. :D
Non più, ma in teoria è "business writing" e per una diplomata come segretaria d'azienda, non dico dovrebbe essere pane quotidiano, ma può capitare che qualche vetusto dirigente / collega anziano scriva così
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Messaggio da Tisbacker »

Koten90 ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 10:51 Non più, ma in teoria è "business writing" e per una diplomata come segretaria d'azienda, non dico dovrebbe essere pane quotidiano, ma può capitare che qualche vetusto dirigente / collega anziano scriva così
Se l'hai scritto con la penna che ti vanti di usare al lavoro, allora sono solidale con la collega! :lol:
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Messaggio da Esme »

Koten90 ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 10:51 Mi chiedo quanti ingegneri del giorno d'oggi siano in grado di fare metà delle cose descritte nel libro
Ingegnere a rapporto!
Una volta essere ingegnere era un pelino più facile, nel senso che le conoscenze tecnologiche erano più circoscritte e molto spesso identiche o quasi da secoli.
Poi è arrivata la seconda rivoluzione industriale e il secolo veloce, e la tecnologia si è messa a correre. Credo che persino Leonardo avrebbe qualche problema a stare al passo con tutto.
[Attualmente gli ingegneri magistrali dovrebbero avere una forma mentis che gli permetta di gestire e innovare i processi in un determinato campo, ma senza necessariamente saper fare. Saper fare non è sempre equivalente a sapere cosa si sta facendo.
Gli ingegneri magistrali non dovrebbero essere specialisti (è compito di altri) ma generalisti, capaci di avere uno sguardo dall'alto e di mettere assieme in modo organico ed efficacie le competenze e il lavoro altrui. Un sapere esteso, quindi per forza di cose non eccessivamente specializzato.]

Simy ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 10:32 In definitiva, scrivere aiuta la memorizzazione e il tipo di grafia usata non impatta minimamente questo, né in bene né in male. Il corsivo è solo uno stile. Non è meglio né peggio per aiutare la memoria, ha solo una valenza estetica
Anche se non è un concetto sempre accettato, esistono diversi modi di apprendimento: uditivo, visivo verbale, visivo non verbale, cinestesico.
Una persona quasi esclusivamente verbale potrebbe addirittura trovare controproducente scrivere mentre ascolta una lezione.
Così come un visivo non verbale potrebbe aver bisogno di disegnare e non di scrivere parole.
Ognuno di noi, riflettendoci, dovrebbe riconoscere quale modo gli è più congegnale.
Io ad esempio sono piu uditiva cinestesica, quando scrivo devo ascoltare nella mente le parole, e dello scrivere utilizzo le percezioni sensoriali di movimento, tatto, udito, che mi restituiscono una base emozionale.

Il corsivo scolastico, però, sembra abbia una caratteristica importante, quella di differenziare le lettere molto di più dello stampato. E questo pare aiuti molto i bambini nel corretto apprendimento ortografico.
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Messaggio da Simy »

Esme ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 11:43
Simy ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 10:32 In definitiva, scrivere aiuta la memorizzazione e il tipo di grafia usata non impatta minimamente questo, né in bene né in male. Il corsivo è solo uno stile. Non è meglio né peggio per aiutare la memoria, ha solo una valenza estetica
Anche se non è un concetto sempre accettato, esistono diversi modi di apprendimento: uditivo, visivo verbale, visivo non verbale, cinestesico.
Una persona quasi esclusivamente verbale potrebbe addirittura trovare controproducente scrivere mentre ascolta una lezione.
Così come un visivo non verbale potrebbe aver bisogno di disegnare e non di scrivere parole.
Ognuno di noi, riflettendoci, dovrebbe riconoscere quale modo gli è più congegnale.
Io ad esempio sono piu uditiva cinestesica, quando scrivo devo ascoltare nella mente le parole, e dello scrivere utilizzo le percezioni sensoriali di movimento, tatto, udito, che mi restituiscono una base emozionale.

Il corsivo scolastico, però, sembra abbia una caratteristica importante, quella di differenziare le lettere molto di più dello stampato. E questo pare aiuti molto i bambini nel corretto apprendimento ortografico.
Scrivere, infatti, non dovrebbe essere la sola attività manuale coinvolta nell'apprendimento. Un approccio più "montessoriano" può aiutare a incanalare meglio le attitudini personali di ciascuno

Sul corsivo scolastico, non lo so, non ho conoscenze al riguardo. Solo con l'osservazione personale, mi chiedo dove si distinguano meglio le lettere. In stampato non è confondibile una "a" da una "o", o una "l" da una "b", con il corsivo si somigliano di più, queste lettere. A meno che si vada a parare - sulla carta stampata - sui font sans-serif, che possono essere problematici per la leggibilità.

Alla fine, trovo che imparare a scrivere a mano sia - in ogni caso - un bagaglio da avere, per poi poter scegliere se continuare a utilizzarlo o meno. Non sono del tutto concorde sulla rigidità imposta nello stile di scrittura. Io ricordo, alle elementari, che mi piaceva lo stile stampato e avevo deciso di imitarlo ma la maestra mi aveva deviata a tornare sul corsivo standard. Ha tarpato la mia creatività, ormai sono traumatizzata :lol: da adulta me ne sono riappropriata! Insomma, si può imparare un po' una cosa e un po' l'altra, chiudere tutto in rigidi schemi non aiuta i bambini, a mio parere
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Messaggio da Betz »

Mi spiace dirlo, ma è un po' riduttivo.
Il nostro cervello è veramente molto complesso, più di qualsiasi macchina tecnologica sviluppatissima e no... l'attività di scrittura non equivale a livello cognitivo a fare qualsiasi attività manuale.
Nello specifico tra l'altro scrivere in stampatello attiva aree cerebrali dell'emisfero sinistro, mentre il corsivo attiva anche il destro, con tutto quello che ne consegue.
Ovviamente non è la sede per scendere nei dettagli, però gli studi di neurofisiologia sono in continua evoluzione e vanno tutti nella stessa direzione: scrivere a mano, in particolare in corsivo, attiva aree cerebrali altrimenti "dormienti", che però servono per lo svolgimento delle funzioni esecutive ( cioè quelle che permettono di organizzare, controllare, regolare... le nostre attività).
Sicuramente non è solo l'abbandono della scrittura manuale corsiva la causa di questo globale aumento di disturbi cognitivi, ma io personalmente credo sia determinante.
Chi sa spiegarlo sicuramente meglio di me è Chomsky, che invito a leggere per chi vuole approfondire.
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Messaggio da Automedonte »

Esme ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 9:53
Koten90 ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 6:51 Mi ha chiesto di riscriverla perché non riesce a leggerla.
Però sei cattivo, perché non è un corsivo prettamente scolastico. :D
Infetti è esteticamente molto bello ed elegante ma non facilmente comprensibile, ma ad Alessio piace scherzare :D
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Messaggio da Automedonte »

Betz ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 13:32 Mi spiace dirlo, ma è un po' riduttivo.
Il nostro cervello è veramente molto complesso, più di qualsiasi macchina tecnologica sviluppatissima e no... l'attività di scrittura non equivale a livello cognitivo a fare qualsiasi attività manuale.
Nello specifico tra l'altro scrivere in stampatello attiva aree cerebrali dell'emisfero sinistro, mentre il corsivo attiva anche il destro, con tutto quello che ne consegue.
Ovviamente non è la sede per scendere nei dettagli, però gli studi di neurofisiologia sono in continua evoluzione e vanno tutti nella stessa direzione: scrivere a mano, in particolare in corsivo, attiva aree cerebrali altrimenti "dormienti", che però servono per lo svolgimento delle funzioni esecutive ( cioè quelle che permettono di organizzare, controllare, regolare... le nostre attività).
Sicuramente non è solo l'abbandono della scrittura manuale corsiva la causa di questo globale aumento di disturbi cognitivi, ma io personalmente credo sia determinante.
Chi sa spiegarlo sicuramente meglio di me è Chomsky, che invito a leggere per chi vuole approfondire.
Premesso che sono sostanzialmente d’accordo con quello che scrivi, mi sorge però un dubbio: gli analfabeti o i popoli antichi che non conoscevano la scrittura avevano tutti disturbi cognitivi?
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Messaggio da Esme »

Simy ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 12:36 Sul corsivo scolastico, non lo so, non ho conoscenze al riguardo.
Nemmeno io, per quello scrivevo "pare", nel senso che riporto quello che mi è stato detto da specialisti. 🙂
Mi avevano spiegato che le lettere in corsivo vengono tracciate con movimenti molto specifici quasi per ognuna (fanno eccezione a-o e m-n), e che questo aiuta a non confonderle.
Le lettere che sembra diano più problemi sono b-d-p-q, che in stampato sono lo stesso grafema con orientamento differente. In corsivo scolastico (passatemi il termine) sono invece molto differenti.

Che poi mi ero imbattuta in un metodo che in teoria dovrebbe aiutare a distinguere "b" da "d": la "b" è fatta come la pancia di babbo natale, la "d" come la gobba del dromedario.
Ma a me creerebbe più confusione! 😅
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Messaggio da Esme »

Automedonte ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 14:11 ma non facilmente comprensibile
Ogni tanto mi diverto a sottoporre all'OCR immagini con scritte in corsivo, per vedere quanto viene riconosciuto.
Questa di Koten restituisce un testo piuttosto buffo. :D
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Messaggio da Betz »

Automedonte ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 14:20
Betz ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 13:32 Mi spiace dirlo, ma è un po' riduttivo.
Il nostro cervello è veramente molto complesso, più di qualsiasi macchina tecnologica sviluppatissima e no... l'attività di scrittura non equivale a livello cognitivo a fare qualsiasi attività manuale.
Nello specifico tra l'altro scrivere in stampatello attiva aree cerebrali dell'emisfero sinistro, mentre il corsivo attiva anche il destro, con tutto quello che ne consegue.
Ovviamente non è la sede per scendere nei dettagli, però gli studi di neurofisiologia sono in continua evoluzione e vanno tutti nella stessa direzione: scrivere a mano, in particolare in corsivo, attiva aree cerebrali altrimenti "dormienti", che però servono per lo svolgimento delle funzioni esecutive ( cioè quelle che permettono di organizzare, controllare, regolare... le nostre attività).
Sicuramente non è solo l'abbandono della scrittura manuale corsiva la causa di questo globale aumento di disturbi cognitivi, ma io personalmente credo sia determinante.
Chi sa spiegarlo sicuramente meglio di me è Chomsky, che invito a leggere per chi vuole approfondire.
Premesso che sono sostanzialmente d’accordo con quello che scrivi, mi sorge però un dubbio: gli analfabeti o i popoli antichi che non conoscevano la scrittura avevano tutti disturbi cognitivi?
Andrebbe sicuramente prima definito cosa si intende per "disturbo", o anche "intelligenza" e via dicendo. In generale si, gli analfabeti, almeno negli studi effettuati all'epoca sui primi "esperimenti" cognitivi, mostravano che una minore stimolazione cognitiva, portava a una minore performance. Per quanto riguarda i popoli antichi...quali?greci?romani?o età della pietra?in ogni caso torniamo a cosa si intende per "intelligente" e quale potrebbe essere lo standard che inevitabilmente si modifica nel tempo. Ma anche in questo caso, è ormai assodato che meno aree cerebrali si attivano, più sarà inferiore lo sviluppo cognitivo. E mi perdoni Chomsky se ho spiegato male con inesattezze, ma ho cercato di fare un sunto.
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Messaggio da sansenri »

Non c'è dubbio che nella scrittura risieda una parte non indifferente della nostra storia.

Il problema è che molti sono già oltre... provate a leggervi questo breve articolo, che è già di un anno fa.
https://www.agi.it/cronaca/news/2023-07 ... -22381023/
Le neuroscienze già si usano nel marketing (e il nuovo trend trend è fonderle con l'AI).
Ma se queste tecnologie per uso medicale (per aiutare quelli che hanno perso le facoltà di comunicare) sono in qualche modo regolamentate (nel medicale le regole sono più ferree), nel commerciale sorgono i rischi. Queste tecnologie si useranno per avere esperienze ludiche o comunque di realtà aumentata, utile a molti scopi anche quotidiani, e il rischio (allo stesso modo come adesso accade con i nostri cellulari e i nostri dati sensibili) è che i nostri dati neurali siano messi alla mercé di aziende con pochi scrupoli.
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Messaggio da Simy »

Betz ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 13:32 Mi spiace dirlo, ma è un po' riduttivo.
Il nostro cervello è veramente molto complesso, più di qualsiasi macchina tecnologica sviluppatissima e no... l'attività di scrittura non equivale a livello cognitivo a fare qualsiasi attività manuale.
Nello specifico tra l'altro scrivere in stampatello attiva aree cerebrali dell'emisfero sinistro, mentre il corsivo attiva anche il destro, con tutto quello che ne consegue.
Ovviamente non è la sede per scendere nei dettagli, però gli studi di neurofisiologia sono in continua evoluzione e vanno tutti nella stessa direzione:
Potresti postare qualche link a questi studi, per favore?
Preciso che ho preparazione adatta a leggere studi di neurofisiologia e a comprenderli, mi incuriosiscono
Grazie :)
Betz ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 13:32 scrivere a mano, in particolare in corsivo, attiva aree cerebrali altrimenti "dormienti", che però servono per lo svolgimento delle funzioni esecutive ( cioè quelle che permettono di organizzare, controllare, regolare... le nostre attività).
Non esistono aree dormienti nel cervello
Betz ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 13:32 Sicuramente non è solo l'abbandono della scrittura manuale corsiva la causa di questo globale aumento di disturbi cognitivi, ma io personalmente credo sia determinante.
Io, appunto, ho fatto una rapida ricerca e non è risultato nulla che sostenga questa cosa. Nessun disturbo cognitivo. Si toglie solo uno dei vari strumenti con cui si facilita la memorizzazione durante lo studio. Molto meno drammatico :D
Betz ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 13:32 Chi sa spiegarlo sicuramente meglio di me è Chomsky, che invito a leggere per chi vuole approfondire.
Chomsky non è un neurofisiologo :?:

Betz ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 14:32
Automedonte ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 14:20

Premesso che sono sostanzialmente d’accordo con quello che scrivi, mi sorge però un dubbio: gli analfabeti o i popoli antichi che non conoscevano la scrittura avevano tutti disturbi cognitivi?
Andrebbe sicuramente prima definito cosa si intende per "disturbo", o anche "intelligenza" e via dicendo. In generale si, gli analfabeti, almeno negli studi effettuati all'epoca sui primi "esperimenti" cognitivi, mostravano che una minore stimolazione cognitiva, portava a una minore performance. Per quanto riguarda i popoli antichi...quali?greci?romani?o età della pietra?in ogni caso torniamo a cosa si intende per "intelligente" e quale potrebbe essere lo standard che inevitabilmente si modifica nel tempo. Ma anche in questo caso, è ormai assodato che meno aree cerebrali si attivano, più sarà inferiore lo sviluppo cognitivo. E mi perdoni Chomsky se ho spiegato male con inesattezze, ma ho cercato di fare un sunto.
Avere "minore stimolazione cognitiva" e avere "disturbi cognitivi" sono cose molto diverse.
I disturbi cognitivi fanno parte di un set di patologie di varia origine.
Se, davvero, saper scrivere fosse tanto fondamentale per il normale sviluppo cognitivo, allora, ragazzi, le persone cieche sarebbero tutte disturbate cognitivamente, cosa che - palesemente - non è così.

Onestamente, riportare le opinioni di un linguista/opinionista, per un discorso scientifico, non ha alcun peso. Il signor Chomsky avrà le sue idee ma i disturbi cognitivi si misurano con esami clinici precisi

No, la popolazione non svilupperà disturbi cognitivi se si dovesse smettere di scrivere a mano. La popolazione acquisirà nuovi modi di aiutarsi a imparare.
Oggi, il mezzo digitale crea una sorta di pigrizia mnemonica, è tutto lì. Non diventeremo amebe se non scriveremo, state tranquilli
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Messaggio da Simy »

Esme ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 14:25
Simy ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 12:36 Sul corsivo scolastico, non lo so, non ho conoscenze al riguardo.
Nemmeno io, per quello scrivevo "pare", nel senso che riporto quello che mi è stato detto da specialisti. 🙂
Mi avevano spiegato che le lettere in corsivo vengono tracciate con movimenti molto specifici quasi per ognuna (fanno eccezione a-o e m-n), e che questo aiuta a non confonderle.
Le lettere che sembra diano più problemi sono b-d-p-q, che in stampato sono lo stesso grafema con orientamento differente. In corsivo scolastico (passatemi il termine) sono invece molto differenti.

Che poi mi ero imbattuta in un metodo che in teoria dovrebbe aiutare a distinguere "b" da "d": la "b" è fatta come la pancia di babbo natale, la "d" come la gobba del dromedario.
Ma a me creerebbe più confusione! 😅
Quindi, di fatto, il distinguerli meglio è dato dal differente movimento che la mano compie nello scrivere le lettere, se ho ben compreso

Io ricordo considerazioni sul tipo di grafia e font relativi, soprattutto, a chi ha problemi di dislessia. Sicuramente, in casi come questi, ci sono font per stampa che aiutano molto i dislessici ma è la sola cosa che so per certo
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Messaggio da Betz »

Simy ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 19:36
Betz ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 13:32 Mi spiace dirlo, ma è un po' riduttivo.
Il nostro cervello è veramente molto complesso, più di qualsiasi macchina tecnologica sviluppatissima e no... l'attività di scrittura non equivale a livello cognitivo a fare qualsiasi attività manuale.
Nello specifico tra l'altro scrivere in stampatello attiva aree cerebrali dell'emisfero sinistro, mentre il corsivo attiva anche il destro, con tutto quello che ne consegue.
Ovviamente non è la sede per scendere nei dettagli, però gli studi di neurofisiologia sono in continua evoluzione e vanno tutti nella stessa direzione:
Potresti postare qualche link a questi studi, per favore?
Preciso che ho preparazione adatta a leggere studi di neurofisiologia e a comprenderli, mi incuriosiscono
Grazie :)
Betz ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 13:32 scrivere a mano, in particolare in corsivo, attiva aree cerebrali altrimenti "dormienti", che però servono per lo svolgimento delle funzioni esecutive ( cioè quelle che permettono di organizzare, controllare, regolare... le nostre attività).
Non esistono aree dormienti nel cervello
Betz ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 13:32 Sicuramente non è solo l'abbandono della scrittura manuale corsiva la causa di questo globale aumento di disturbi cognitivi, ma io personalmente credo sia determinante.
Io, appunto, ho fatto una rapida ricerca e non è risultato nulla che sostenga questa cosa. Nessun disturbo cognitivo. Si toglie solo uno dei vari strumenti con cui si facilita la memorizzazione durante lo studio. Molto meno drammatico :D
Betz ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 13:32 Chi sa spiegarlo sicuramente meglio di me è Chomsky, che invito a leggere per chi vuole approfondire.
Chomsky non è un neurofisiologo :?:

Betz ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 14:32

Andrebbe sicuramente prima definito cosa si intende per "disturbo", o anche "intelligenza" e via dicendo. In generale si, gli analfabeti, almeno negli studi effettuati all'epoca sui primi "esperimenti" cognitivi, mostravano che una minore stimolazione cognitiva, portava a una minore performance. Per quanto riguarda i popoli antichi...quali?greci?romani?o età della pietra?in ogni caso torniamo a cosa si intende per "intelligente" e quale potrebbe essere lo standard che inevitabilmente si modifica nel tempo. Ma anche in questo caso, è ormai assodato che meno aree cerebrali si attivano, più sarà inferiore lo sviluppo cognitivo. E mi perdoni Chomsky se ho spiegato male con inesattezze, ma ho cercato di fare un sunto.
Avere "minore stimolazione cognitiva" e avere "disturbi cognitivi" sono cose molto diverse.
I disturbi cognitivi fanno parte di un set di patologie di varia origine.
Se, davvero, saper scrivere fosse tanto fondamentale per il normale sviluppo cognitivo, allora, ragazzi, le persone cieche sarebbero tutte disturbate cognitivamente, cosa che - palesemente - non è così.

Onestamente, riportare le opinioni di un linguista/opinionista, per un discorso scientifico, non ha alcun peso. Il signor Chomsky avrà le sue idee ma i disturbi cognitivi si misurano con esami clinici precisi

No, la popolazione non svilupperà disturbi cognitivi se si dovesse smettere di scrivere a mano. La popolazione acquisirà nuovi modi di aiutarsi a imparare.
Oggi, il mezzo digitale crea una sorta di pigrizia mnemonica, è tutto lì. Non diventeremo amebe se non scriveremo, state tranquilli
Mamma mia, nel sentire sminuire così Chomsky stavo svenendo, anche perché per me gli opinionisti sono quelli di Uomini e Donne della De Filippi.
Detto ciò, come scritto prima, confrontarsi su un argomento di tale portata via chat su questo forum non penso sia la scelta migliore.
Appena possibile provvederò sicuramente a riportare gli studi a sostegno delle "opinioni" di Chomsky. Pace e bene.
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Messaggio da sansenri »

Simy ha scritto: mercoledì 31 luglio 2024, 19:36
No, la popolazione non svilupperà disturbi cognitivi se si dovesse smettere di scrivere a mano. La popolazione acquisirà nuovi modi di aiutarsi a imparare.
Oggi, il mezzo digitale crea una sorta di pigrizia mnemonica, è tutto lì. Non diventeremo amebe se non scriveremo, state tranquilli
ne sono abbastanza convinto, ci sarà un lungo periodo di transizione, con molta gente che continuerà a farlo, incluse nicchie di irriducibili appassionati, ma l'interazione diretta del pensiero sarà così immediata e più ampia nella forma dello scambio (immagino pensieri ma anche immagini, sensazioni ed emozioni) che ripensare alla semplicità della scrittura/lettura farà sorridere non pochi...
ragazzi, in fondo mi spiace che non ci sarò :)
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