Simy ha scritto: ↑lunedì 15 luglio 2024, 18:13
Automedonte ha scritto: ↑lunedì 15 luglio 2024, 16:33
Su questo non siamo d'accordo, l'eccellenza risiede in termini obiettivi.
Certi oggetti, cibi o pietanze sono oggettivamente superiori anche se molti non ne colgono o non gli interessa la differenza.
Il fatto che quell'eccellenza possa non interessare a tutti per svariati motivi è un discorso diverso e sicuramente legittimo, ma è altra cosa.
Allora, ti chiedo l'oggettività da dove la cogli.
Nel senso: cos ti dice che un pomodoro è oggettivamente superiore rispetto a un altro? Un'analisi fisico-chimica? Quello che rivela una concentrazione più alta di vitaminca B, C o K è migliore? E se fosse anche quello che non sa di niente? Ma, soprattutto, se fosse quello che per una persona è buono e per l'altra no? Perché ci sono centinaia di varietà di pomodori. A me piacciono i pomodori sardi, per esempio, non mi piacciono gli insalatari. E' più eccellente un insalataro raccolto dall'orto o un sardo di serra? Se quello colto dall'orto fosse stato trattato con pesticidi e quello di serra no?
L'obiettività è misurabile e ripetibile. Come fai a rendere misurabile la piacevolezza o meno dell'esperienza di uso di una penna? La sola cosa obiettivabile è binaria: funziona o non funziona.
Cesare su questo sono d’accordo con Simy: chi stabilisce cos’è un’eccellenza o che i sedili Audi sono più confortevoli dei sedili Panda in pista? Quando si parla di gusti (dal vino, al Pampero, ai pomodori, ai materassi) l’unica cosa che conta è l’opinione soggettiva dell’utilizzatore. Non c’è nulla di misurabile per dire che uno è buono e l’altro è il top, tutt’al più si può fare una statistica di gradimento sulla popolazione, da cui
può venir fuori che la migliore carbonara è fatta con panna piselli e prosciutto, la pizza top ha il ketchup e l’ananas e così via, perché nella popolazione poi devi includere tutti.
Come si scriveva più su, quello che una stilografica fornisce può essere esclusivamente la scrittura, ma anche tutto un corollario di percezioni (a seconda della sensibilità di ognuno, ma comunque mai misurabili) di confort nella scrittura, lusso, estetica, pregio dei materiali, orgoglio nazionale, vattelapesca…
Ognuno di questi punti è opinabile:
• il confort dipende tantissimo da come uno impugna la penna (c’è un modo “corretto”, tanti funzionali, tanti altri distruttivi che portano a dolori e posizioni improbabili del pennino, del braccio, del collo e della schiena), ma anche dalla semplice dimensione della mano e dalla postazione di scrittura (avere un sottomano morbido può compensare un pennino rigido come un chiodo…?)
• il lusso, l’estetica e il pregio dei materiali vanno probabilmente di pari passo, c’è chi apprezza il pennino dorato, chi bicolor, chi platino, a qualcun altro può bastare vedere il pennino in acciaio placcato. A me la celluloide scivola in mano, ma sembra essere considerata il top, una penna d’oro massiccio è pregiatissima, ma quanto pesa? (estetica a discapito della funzionalità?). Una coloratissima Leonardo in edizione limitata con pennino Jowo o una noiosissima Pilot nera e oro con un pennino speciale autoprodotto?
• l'orgoglio nazionale è un altro potente bias: Aurora viene considerata il top da tantissimi su questo forum, ma lo è davvero o lo è diventata perché italiana, vicina a casa, la penna che mi regalarono alla comunione…? Nostalgia e patriottismo possono influenzare la nostra percezione non di poco, per non tirar fuori nomi passati di mano, che montano parti standard tedesche, (magari prodotte in Asia) e inneggiano al Made in Italy.
Insomma, se non puoi prendere una misura, non puoi stabilire una classifica oggettiva. Se una classifica non è oggettiva, l’eccellenza è solo percezione.
Quante volte vi ho sentiti dire che Aurora e Sailor hanno un feedback “matitoso”? Dopo averne provate un po’ (soprattutto Sailor), mi paiono tutte delle matite 3H con la punta rovinata, di quelle che tracciano una linea doppia o tripla. Per la mia sensibilità, sono ben lontane dall’eccellenza.