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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Qualche cromatografia e cenni teorici
- Esme
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- La mia penna preferita: Aurora 98
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- Località: Varese
Qualche cromatografia e cenni teorici
Che il mio metodo non sia scientifico è palese, per questo ho specificato quello che ho fatto, per chiarire i punti deboli.
Del resto il mio intento iniziale era solo verificare le componenti presenti e le differenze tra un inchiostro e l'altro, in modo assolutamente spannometrico.
Però continuo a non essere convinta che l'alimentatore non c'entri nulla con la resa del colore.
Hai ragione a dire che una componente non può mica sparire, nè essere rilasciata all'improvviso.
Però: mi sono capitate vecchie penne con alimentatori in cui l'accumulo di colore mostra rilasci differenziati.
Mi spiego meglio con un esempio. Un gruppo scrittura che appena immerso per il bagno rilascia inchiostro verde scuro, poi però il colore vira verso un rosa aranciato, con solo delle sfumature verdastre/azzurre.
L'alimentatore, in ebanite, aveva trattenuto una quantità spropositata di questa parte del colore. Era talmente particolare che l'ho tolto subito dal bagno e ci ho scritto.
La componente verde/ciano era ancora presente ma slavata, la componente rosa/arancio era piuttosto carica e non si esauriva.
Ci sono volute due cariche di inchiostro fresco per vederla sparire.
Mi capita anche con penne caricate in blu o in nero. All'inizio del lavaggio si vede il colore originale, poi però permangono solo le componenti rosate.
Ora, come mostrano le cromatografie, la componente ciano è quella più solubile. Le componenti rosa/arancio invece rimangono nella parte più bassa.
Quindi ovviamente le componenti ciano sono quelle che si lavano meglio, mentre quelle rosate saranno più tenaci.
Mi chiedo però allora se questa diversa solubilità non influenzi la resa cromatica con alcuni tipi di alimentatore.
Perché, proprio con il meadow, ho avuto modo di usarlo su due penne con flusso e larghezza di tratto decisamente paragonabili.
Eppure con una la resa è un verde freddo un po' slavato, con l'altra un verde più giallo e molto carico.
Se le percentuali di colore rilasciato fossero le stesse, non ci dovrebbe essere questa differenza di tonalità.
Un altro inchiostro è il morinda.
Con alcune penne, poche, risulta il bel rosso arterioso che si ottiene con un pennino a intinzione. Con altre, molte, risulta rosa.
Ma ho ottenuto il colore rosso arterioso anche su una penna con pennino molto fine e flusso controllato, mentre il rosa con pennini M e buon flusso.
Secondo me c'è qualcosa che va oltre la quantità di inchiostro deposto.
Ma ovviamente sono solo elucubrazioni.
Come detto, al momento non ho le penne in questione pulite, quindi non posso fare esperimenti che abbiano un minimo di senso e che non risentano di depositi di altri inchiostri.
Del resto il mio intento iniziale era solo verificare le componenti presenti e le differenze tra un inchiostro e l'altro, in modo assolutamente spannometrico.
Però continuo a non essere convinta che l'alimentatore non c'entri nulla con la resa del colore.
Hai ragione a dire che una componente non può mica sparire, nè essere rilasciata all'improvviso.
Però: mi sono capitate vecchie penne con alimentatori in cui l'accumulo di colore mostra rilasci differenziati.
Mi spiego meglio con un esempio. Un gruppo scrittura che appena immerso per il bagno rilascia inchiostro verde scuro, poi però il colore vira verso un rosa aranciato, con solo delle sfumature verdastre/azzurre.
L'alimentatore, in ebanite, aveva trattenuto una quantità spropositata di questa parte del colore. Era talmente particolare che l'ho tolto subito dal bagno e ci ho scritto.
La componente verde/ciano era ancora presente ma slavata, la componente rosa/arancio era piuttosto carica e non si esauriva.
Ci sono volute due cariche di inchiostro fresco per vederla sparire.
Mi capita anche con penne caricate in blu o in nero. All'inizio del lavaggio si vede il colore originale, poi però permangono solo le componenti rosate.
Ora, come mostrano le cromatografie, la componente ciano è quella più solubile. Le componenti rosa/arancio invece rimangono nella parte più bassa.
Quindi ovviamente le componenti ciano sono quelle che si lavano meglio, mentre quelle rosate saranno più tenaci.
Mi chiedo però allora se questa diversa solubilità non influenzi la resa cromatica con alcuni tipi di alimentatore.
Perché, proprio con il meadow, ho avuto modo di usarlo su due penne con flusso e larghezza di tratto decisamente paragonabili.
Eppure con una la resa è un verde freddo un po' slavato, con l'altra un verde più giallo e molto carico.
Se le percentuali di colore rilasciato fossero le stesse, non ci dovrebbe essere questa differenza di tonalità.
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Con alcune penne, poche, risulta il bel rosso arterioso che si ottiene con un pennino a intinzione. Con altre, molte, risulta rosa.
Ma ho ottenuto il colore rosso arterioso anche su una penna con pennino molto fine e flusso controllato, mentre il rosa con pennini M e buon flusso.
Secondo me c'è qualcosa che va oltre la quantità di inchiostro deposto.
Ma ovviamente sono solo elucubrazioni.
Come detto, al momento non ho le penne in questione pulite, quindi non posso fare esperimenti che abbiano un minimo di senso e che non risentano di depositi di altri inchiostri.
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Gli stolti hanno il privilegio di riuscire a ridere anche di fronte al dramma.
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Esme, non vorrei essere frainteso: il mio metodo non è migliore del tuo o di altri in assoluto, ma è il metodo con il quale io mi trovo meglio e tantomeno non ho la pretesa di ritenerlo scientifico, ci mancherebbe .
In realtà dicevo che se è trattenuta , poi probabilmente verrà rilasciata all'improvviso .
Ad ogni modo non reputo impossibile che un alimentatore trattenga componenti del colore tali da far cambiare il colore stesso dell'inchiostro sulla carta , è solo che mi fa strano. A me non è mai capitato. Poi è vero che ci sono inchiostri più ostici da pulire.
Alla fine della fiera, al di la dei metodi utilizzati e di questioni tecniche (a me non comprensibili) , il bello è vedere gli inchiostri "fatti a pezzi" e talvolta con risultati inaspettati.
Mirko
- Esme
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Nessun fraintendimento!
So di aver fatto delle prove alla va come va.
Ma:
Questa mattina, visto che qua di nuovo piove e fa freddo, mi sono divertita a fare prove con inchiostri-forse-miscela che ho nelle varie penne, giusto per scoprire cosa usciva.
Poi mi sono ricordata di avere in uso una cartuccia waterman di quelle vecchie sottili. Era di cortesia con una Ligne 60, non posso essere certa del colore ma direi un blu-nero.
Ne è uscita una cromatografia scura con inserito un piccolo accenno di arcobaleno: molto appropriata al tempo odierno!
So di aver fatto delle prove alla va come va.
Ma:
Ecco.
Questa mattina, visto che qua di nuovo piove e fa freddo, mi sono divertita a fare prove con inchiostri-forse-miscela che ho nelle varie penne, giusto per scoprire cosa usciva.
Poi mi sono ricordata di avere in uso una cartuccia waterman di quelle vecchie sottili. Era di cortesia con una Ligne 60, non posso essere certa del colore ma direi un blu-nero.
Ne è uscita una cromatografia scura con inserito un piccolo accenno di arcobaleno: molto appropriata al tempo odierno!
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Sono andata a vedermi la recensione del Diamine aurora boreale su mountain of ink, che è del 2019.
Una variazione di formulazione c'è senz'altro, perché mostra una lucentezza rossa molto evidente negli swab.
Anche se la mia cromatografia non è accurata, non c'è però neanche la minima traccia di colori nella gamma del rosso/magenta, e nemmeno del giallo/arancio.
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Queste "cartazze" son bellissime, specie quelle con una scomposizione di colori inaspettati. E' splendido, davvero.
Domanda 1: su queste cartazze usate, una volta asciutte, si può scrivere o disegnare sopra o la tipologia della carta o delle componenti chimiche scomporrà, spiumerà o comunque il segno e il tratto rimarranno male?
Domanda 2: se alla precedente il tratto non si distrugge, cosa ne fate delle cartazze? Se ve n'avanza qualcuna dai colori inaspettati, me la spedite che ci disegno sopra?
Fatemi sapere amici, a presto, J
Domanda 1: su queste cartazze usate, una volta asciutte, si può scrivere o disegnare sopra o la tipologia della carta o delle componenti chimiche scomporrà, spiumerà o comunque il segno e il tratto rimarranno male?
Domanda 2: se alla precedente il tratto non si distrugge, cosa ne fate delle cartazze? Se ve n'avanza qualcuna dai colori inaspettati, me la spedite che ci disegno sopra?
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Jacopo
"...Siamo circondati da oggetti depositari di un segno o da una serie di segni, dallo studio di questa serie di segni nasce la matematica del segno e cioè il disegno”
Andrea Pazienza
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Ciao Jaconib e grazie.
Per quanto mi riguarda, il tipo di carta utilizzata presenta un assorbimento abbastanza marcato e più che tirare un linea altro non si può fare (o meglio, io non sono in grado di fare). Inoltre ricavo strisce di carta larghe 1,5-2 cm ed alte 4-5 cm, quindi la superficie sulla quale scrivere o disegnare è davvero limitata.
Se comunque ti interessa, mandami un pm.
Edit aggiunta:
Siccome ho per avatar l'immagine del Dottore (TimeLord per eccellenza) , posso permettermi anche di citare parte del testo di Esme riportato nel messaggio successivo ...
Ma come siete bravi ! Io semplicemente le butto nel cestino. E' una caso che avevo sulla scrivania le ultime cromatografie eseguite
Ultima modifica di Mir70 il lunedì 1 luglio 2024, 10:16, modificato 1 volta in totale.
Mirko
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Qualche cromatografia e cenni teorici
La secona che hai detto.
Le cartine che ho usato io sono più o meno delle stesse dimensioni, ma più irregolari, di quelle di Mir.
Per scriverci sopra il nome dell'inchiostro ho usato un rapido punta 0.4, caricato con kuretake manga black: non spiuma ma si fa comunque molta fatica a scrivere.
Le prove che ho fatto le ho messe in bustine protettive, quelle per i giochi con carte, e le tengo nella cartelletta delle prove con gli inchiostri (una raccolta moooolto disordinata, ahimè).
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Se comunque ti interessa, mandami un pm.
Edit aggiunta:
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Massì, provarci si può...
Ti scrivo in MP
Grazie, J
Jacopo
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muoio!
Comunque io non sono "brava" (altrimenti avrei il quaderno degli inchiostri e cose così): ho la sindrome dello scoiattolo ereditaria.
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L'ho già scritto che questo è uno degli argomenti più interessanti del forum?
Se sì, repetita iuvant.
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Allora smetti di comprare cinesine , compra i fogli per cromatografia (ci saranno pure quelli cinesi, no? ) e fai le cromatografie di tutti gli inchiostri che hai lì!
E non dire che hai caldo: si fanno con l'acqua, puoi farle in ammollo nella vasca da bagno con cubetti di ghiaccio.
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Ho già da un po' la "lista desideri" di un paio di siti piena di fogli per cromatografie... e sì, anche cinesiEsme ha scritto: ↑lunedì 22 luglio 2024, 16:58Allora smetti di comprare cinesine , compra i fogli per cromatografia (ci saranno pure quelli cinesi, no?) e fai le cromatografie di tutti gli inchiostri che hai lì!
E non dire che hai caldo: si fanno con l'acqua, puoi farle in ammollo nella vasca da bagno con cubetti di ghiaccio.
Devo solo aspettare un po' perché mi piace tener traccia dei prezzi prima di comprare
Ieri mentre scrivevo sulla pagina destra di un quadernone mi sono accorto che con il braccio sinistro ho cancellato, causa traspirazione, buona parte della pagina sinistra... se facessi ora le prove di cromatografia, potrei dirvi al massimo i colori della mia termoregolazione
- Mir70
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