Bei tempi
Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Ma a voi, come é capitato d'iniziare?
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- Snorkel
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Ma a voi, come é capitato d'iniziare?
Esatto! Per almeno 2 motivi:
- Anche a me, negli anni '90 imposero la penna da usare, ma era una di quelle Papermate cancellabili che si doveva scolpire il foglio
- Perché almeno si era tutti uguali, non era come oggi una gara a chi può permettersi la roba migliore e più bella. Sì, sono un grande fautore della divisa scolastica
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
C7H14S [cit. Chimicazza]
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Ma a voi, come é capitato d'iniziare?
Non so se lo dici con tono sarcastico ma una certa logica quelle regole ce l'avevano. Servivano a mettere tutti sullo stesso piano indipendentemente dal background socio economico della famiglia. Intendiamoci non era mica una prigione l'individualita si poteva esprimere in altri modi.
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- Snorkel
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Ma a voi, come é capitato d'iniziare?
No no.
Quale sarcasmo.
Son serio. Serissimo.
Una delle più grandi stupidate italiane trovo sia stata l'abolizione del servizio militare.
Immagina quindi quanto io sia propenso alle regole.
Quale sarcasmo.
Son serio. Serissimo.
Una delle più grandi stupidate italiane trovo sia stata l'abolizione del servizio militare.
Immagina quindi quanto io sia propenso alle regole.
- ctretre
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Ma a voi, come é capitato d'iniziare?
Forse anche nel mio caso non è mai iniziata, diciamo che non amando scrivere ho sempre cercato modi "bizzarri" per farlo. Alle medie quando usavo la china per disegno tecnico mi trovavo e qualche volta ho fatto con quello strumento costosetto anche qualche compito a casa, ne amavo la sensazione di scrittura molto fluida del pennino e il nero corvino e lucente del testo, talvolta ricompravo qualche calamaio per sfizio anche negli anni successivi. Ricordo che trovai una bic stilografica ma il pennino era troppo largo per la mi minuta grafia e non mi piaceva nemmeno la penna in se.
Talvolta mi sono ritrovato a scrivere in verde per sfizio con la bic, e in ogni caso ho sempre impugnato la penna con ampia inclinazione. Il primo vero contatto l'ho avuto in seguito ad un regalo di laurea triennale, ho scoperto che il modo di impugnare la penna e la mia curiosità verso gli inchiostri particolari erano ampiamente compatibili con la stilografica e da allora non scrivo più con altro tipo di penne che le stilo, o in verde o in nero per cose serie...
Talvolta mi sono ritrovato a scrivere in verde per sfizio con la bic, e in ogni caso ho sempre impugnato la penna con ampia inclinazione. Il primo vero contatto l'ho avuto in seguito ad un regalo di laurea triennale, ho scoperto che il modo di impugnare la penna e la mia curiosità verso gli inchiostri particolari erano ampiamente compatibili con la stilografica e da allora non scrivo più con altro tipo di penne che le stilo, o in verde o in nero per cose serie...
Ma a voi, come é capitato d'iniziare?
Cari tutti, che bello leggere di tanti percorsi tutti diversi, ognuno con un suo "perché"!
Mi pare, però, che nella maggior parte delle risposte al quesito di base emergano due "ragioni" preponderanti, e non me ne sorprendo.
La prima é la scuola. La scuola ha un suo indubbio valore nella formazione individuale, perché incide - soprattutto nei primi anni - su anime del tutto aperte alla formazione, completamente plasmabili nel bene e nel male. Molti degli abiti che dureranno poi tutta la vita si acquisiscono lì, senza neppure accorgersene, sul banco, per imitazione e per ubbidienza. Il fatto che oggi tanti giovani non sappiano leggere la scrittura fatta a mano, a meno che non sia in stampatello, punta chiaramente il dito su un errore della scuola. I tanti esperimenti che hanno dimostrato come la scrittura manuale sia di fondamentale aiuto nella coordinazione psicomotoria, nella memorizzazione dei concetti e nella loro elaborazione, dovrebbero essere un chiaro segnale perché la scuola riprenda in considerazione come obbligatorio l'uso della penna stilografica e la pratica della scrittura corsiva.
Il secondo punto-chiave é, chiaramente, la famiglia. Mio padre e mia madre usavano una penna stilografica. Anche quando queste andarono in disuso a favore delle penne a sfera - che anch'esse comparvero numerose in famiglia -, nessuno scriveva qualcosa di rilevante come una lettera se non con una penna stilografica. Dei loro tre figli, tutti possiedono varie penne stilografiche. Noi qui in casa, intendo mia moglie ed io, ne abbiamo ovviamente troppe, ma questo ci ha permesso di contagiare le nostre figlie, che hanno anche loro una piccola collezione di stilografiche. A loro volte, le "piccole" ne hanno regalate ai mariti, e certo ne verranno per i nostri nipoti, che sono ancora troppo piccoli. I figli e figlie dei miei fratelli usano la penna stilografica abitualmente.
Il filo rosso non si é spezzato. Il filo sottile dell'inchiostro passa da una generazione all'altra e mantiene vivo l'amore per la scrittura e per gli strumenti che la rendono possibile a creativa.
Mi pare, però, che nella maggior parte delle risposte al quesito di base emergano due "ragioni" preponderanti, e non me ne sorprendo.
La prima é la scuola. La scuola ha un suo indubbio valore nella formazione individuale, perché incide - soprattutto nei primi anni - su anime del tutto aperte alla formazione, completamente plasmabili nel bene e nel male. Molti degli abiti che dureranno poi tutta la vita si acquisiscono lì, senza neppure accorgersene, sul banco, per imitazione e per ubbidienza. Il fatto che oggi tanti giovani non sappiano leggere la scrittura fatta a mano, a meno che non sia in stampatello, punta chiaramente il dito su un errore della scuola. I tanti esperimenti che hanno dimostrato come la scrittura manuale sia di fondamentale aiuto nella coordinazione psicomotoria, nella memorizzazione dei concetti e nella loro elaborazione, dovrebbero essere un chiaro segnale perché la scuola riprenda in considerazione come obbligatorio l'uso della penna stilografica e la pratica della scrittura corsiva.
Il secondo punto-chiave é, chiaramente, la famiglia. Mio padre e mia madre usavano una penna stilografica. Anche quando queste andarono in disuso a favore delle penne a sfera - che anch'esse comparvero numerose in famiglia -, nessuno scriveva qualcosa di rilevante come una lettera se non con una penna stilografica. Dei loro tre figli, tutti possiedono varie penne stilografiche. Noi qui in casa, intendo mia moglie ed io, ne abbiamo ovviamente troppe, ma questo ci ha permesso di contagiare le nostre figlie, che hanno anche loro una piccola collezione di stilografiche. A loro volte, le "piccole" ne hanno regalate ai mariti, e certo ne verranno per i nostri nipoti, che sono ancora troppo piccoli. I figli e figlie dei miei fratelli usano la penna stilografica abitualmente.
Il filo rosso non si é spezzato. Il filo sottile dell'inchiostro passa da una generazione all'altra e mantiene vivo l'amore per la scrittura e per gli strumenti che la rendono possibile a creativa.
Ultima modifica di fufluns il mercoledì 5 giugno 2024, 23:43, modificato 1 volta in totale.
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Ma a voi, come é capitato d'iniziare?
Che belle storie! Ho letto con piacere tutti gli interventi, da quello da romanzo sudamericano di Franco (impossibile non immaginarsi la scena in una lontana e, per me, sperduta cittadina esotica di un incontro con un ragazzo che, chissà come, aveva una boheme) agli altri.
Pare proprio anche a me che scuola e famiglia, almeno un tempo le “istituzioni” in cui si cresceva e si diventava esseri umani autonomi, siano gli elementi principali. Nel mio caso di certo.
Per lavoro incontro parecchie persone, anche giovani genitori, e temo che si stiano perdendo molti degli insegnamenti di un tempo, il non più frequente uso della penna stilografica, ma anche della scrittura a mano, può sembrare (forse non a molti di noi ma certo alla gente comune) un aspetto insignificante dell’evolversi dei tempi e dei costumi ma io credo sia un segnale di decadenza…
Pare proprio anche a me che scuola e famiglia, almeno un tempo le “istituzioni” in cui si cresceva e si diventava esseri umani autonomi, siano gli elementi principali. Nel mio caso di certo.
Per lavoro incontro parecchie persone, anche giovani genitori, e temo che si stiano perdendo molti degli insegnamenti di un tempo, il non più frequente uso della penna stilografica, ma anche della scrittura a mano, può sembrare (forse non a molti di noi ma certo alla gente comune) un aspetto insignificante dell’evolversi dei tempi e dei costumi ma io credo sia un segnale di decadenza…
Cesare
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Ma a voi, come é capitato d'iniziare?
Fufluns (Francesco) ho letto il tuo racconto e sono rimasto veramente colpito! Veramente hai il dono di saper raccontare... speravo che fosse anche più lungo!
Ora guardo con ancora maggiore riguardo alla mia 149 ed alla mia Boheme (piccola con pietrina rossa)
Per quanto mi riguarda ho fatto tutti gli esami universitari con una Pelikan (che poi ho capito essere una M150 trovata per caso in giro per casa.. ) nella classica livrea verde/nera
Poi è caduta nel dimenticatoio.. chissà che fine ha fatto.
Nel 2018 ho per curiosità ricomprato una M200 nera, e girando su internet mi sono imbattuto nel forum Fountainpen.it... il resto lo potete immaginare!
Ora guardo con ancora maggiore riguardo alla mia 149 ed alla mia Boheme (piccola con pietrina rossa)
Per quanto mi riguarda ho fatto tutti gli esami universitari con una Pelikan (che poi ho capito essere una M150 trovata per caso in giro per casa.. ) nella classica livrea verde/nera
Poi è caduta nel dimenticatoio.. chissà che fine ha fatto.
Nel 2018 ho per curiosità ricomprato una M200 nera, e girando su internet mi sono imbattuto nel forum Fountainpen.it... il resto lo potete immaginare!
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Ma a voi, come é capitato d'iniziare?
In casa mia l'unica stilografica era una Minerva 60 (ed è per capire di che penna si trattasse che ho trovato il forum) comprata da mia mamma che, avendo fatto solo la quinta elementare, lavorava già dall'età di 12 anni. Scendeva con l'autobus a pochi metri dal famoso negozio di Firenze, che tutti conosciamo nella sua vecchia sede (bella la nuova, ma un po' mi intristisce) e tutti i giorni si fermava a guardare la vetrina. Un giorno è entrata e senza neanche sapere bene cosa stesse facendo, ha comprato la Minerva. Credo sia stata usata solo per la prima ricarica. Negli anni l'ho sempre vista tenuta con cura in un angolino del cassetto. Guai a toccarla.
Quando sono passata a comunione, mi è stata regalata una Parker 25 blu che mi ha risolto il problema dei grumi di inchiostro che le bic lasciavano sul foglio e che io odiavo. Ho capito che con la stilografica la parte che più mi piaceva era appunto quella di tracciare linee omogenee sulla carta. In seguito ho usato prevalentemente scolastiche e pubblicitarie, sempre con grande soddisfazione. Senza mai abbandonare la mia Parker 25. Nel 2018 mia sorella si compra una Twisbi Eco...la vedo e la voglio pure io! E da lì sono partita con i miei acquisti, dettati dalla pancia più che dalla testa.
Qualche anno fa la Minerva è stata dal pennaio, che l'ha fatta ripartire senza problemi. Considerato la datazione della penna, mi ha detto che è probabile che suo nonno l'abbia venduta a mia mamma. Quando l'ho portata a casa e l'ho data a mia mamma, l'ha presa in mano come se fosse di vetro, ha scritto il suo nome su un pezzo di carta e me l'ha restituita.
Chiara
Quando sono passata a comunione, mi è stata regalata una Parker 25 blu che mi ha risolto il problema dei grumi di inchiostro che le bic lasciavano sul foglio e che io odiavo. Ho capito che con la stilografica la parte che più mi piaceva era appunto quella di tracciare linee omogenee sulla carta. In seguito ho usato prevalentemente scolastiche e pubblicitarie, sempre con grande soddisfazione. Senza mai abbandonare la mia Parker 25. Nel 2018 mia sorella si compra una Twisbi Eco...la vedo e la voglio pure io! E da lì sono partita con i miei acquisti, dettati dalla pancia più che dalla testa.
Qualche anno fa la Minerva è stata dal pennaio, che l'ha fatta ripartire senza problemi. Considerato la datazione della penna, mi ha detto che è probabile che suo nonno l'abbia venduta a mia mamma. Quando l'ho portata a casa e l'ho data a mia mamma, l'ha presa in mano come se fosse di vetro, ha scritto il suo nome su un pezzo di carta e me l'ha restituita.
Chiara
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Ma a voi, come é capitato d'iniziare?
Chiara un bellissimo racconto della tua vita stilografica, vedevo tua madre quando ha rivisto la penna, deve essere stata una grande emozione, anche per te.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Ma a voi, come é capitato d'iniziare?
Grazie infinite fufluns per questo tuo scritto pieno di bellezza e per l’argomento scelto. Grazie a tutti i partecipanti, vi leggerò in un attimo di calma. La mia prima stilografica fu un regalo di Cresima (un’Aurora penso, color acciaio) che usai fino alla fine delle scuole medie. Poi più nulla, fino all’iscrizione a questo forum.fufluns ha scritto: ↑lunedì 3 giugno 2024, 4:38 Dovendo diventare scrittore o filosofo o letterato incompreso o finanche professore dell’università, si richiedeva un connubio essenziale, un’affinità elettiva della penna con la mano e con l’anima e col modo di essere e la visione del mondo e la rappresentazione del sé. Quella vera, che fu la “mia” penna e continua ad esserlo, era lì dietro l’angolo, nella vetrina di un negozio di belle arti in Campo della Carità, a due passi dalle Gallerie della Accademia a Venezia: una splendida Montblanc Meisterstück 149. La penna aveva pennino extra-fine, e mi assicurarono che si trattava di uno strumento perfetto non solamente per scrivere, ma anche per disegnare. Per portarla sempre con me, le costruii una piccola scatoletta in legno, foderata con carta di Varese bianca e verde, e l’interno ricoperto di un vellutino dello stesso colore. Era una scatoletta commoventemente ridicola, molto vicina al “me” di quei tempi. La penna è stata con me sin da allora, ha girato insieme a me mezzo mondo, ha scritto ovunque, di tutto, su quaderni e fogli sparsi e tovaglioli di carta, e bevuto e rigurgitato cento inchiostri differenti…
Laura
Ma a voi, come é capitato d'iniziare?
«Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate»
Questo, come sulla porta dell'inferno dantesco (Divina Commedia, Inferno, Canto 3), é quello che dovrebbe essere scolpito in littera lapidaria, o littera monumentalis, sull'architrave del nostro Forum.
Leggo qui, e lo capisco troppo bene, che al solo dare una sbirciata alle pagine del forum, per cercare una semplice informazione su un inchiostro, o riconoscere il modello di una penna, o un consiglio per una facile riparazione, una volta varcata quella soglia «si va tra la perduta gente».
Perché il forum é la scoperta della diversità, diversità di penne e di ragioni, di gente e di usi, di gusti e di sogni. Fuori - quel fuori é orami tanto distante da non ricordarlo quasi - c'é il mondo dove tra milioni di cose vi sono anche alcuni arnesi per scrivere, ma dentro, irretito come una maglia fine che connette tutte le pagine di commenti, domande e risposte, c'é un altro universo maliziosamente invogliante, un piccolo mondo infinito dove gli strumenti da scrittura e tutti i paraphernalia che li accompagnano sono il centro del tutto, ammiccanti, irresistibili...
Galeotto fu il forum, per molti. E noi siam qui, a tessere la tela d'oro, a cantare il canto dolce delle sirene, tutti insieme «al loco ov’i’ t’ho detto che tu vedrai le genti dolorose c’hanno perduto il ben de l’intelletto».
Benvenuti tutti.
Questo, come sulla porta dell'inferno dantesco (Divina Commedia, Inferno, Canto 3), é quello che dovrebbe essere scolpito in littera lapidaria, o littera monumentalis, sull'architrave del nostro Forum.
Leggo qui, e lo capisco troppo bene, che al solo dare una sbirciata alle pagine del forum, per cercare una semplice informazione su un inchiostro, o riconoscere il modello di una penna, o un consiglio per una facile riparazione, una volta varcata quella soglia «si va tra la perduta gente».
Perché il forum é la scoperta della diversità, diversità di penne e di ragioni, di gente e di usi, di gusti e di sogni. Fuori - quel fuori é orami tanto distante da non ricordarlo quasi - c'é il mondo dove tra milioni di cose vi sono anche alcuni arnesi per scrivere, ma dentro, irretito come una maglia fine che connette tutte le pagine di commenti, domande e risposte, c'é un altro universo maliziosamente invogliante, un piccolo mondo infinito dove gli strumenti da scrittura e tutti i paraphernalia che li accompagnano sono il centro del tutto, ammiccanti, irresistibili...
Galeotto fu il forum, per molti. E noi siam qui, a tessere la tela d'oro, a cantare il canto dolce delle sirene, tutti insieme «al loco ov’i’ t’ho detto che tu vedrai le genti dolorose c’hanno perduto il ben de l’intelletto».
Benvenuti tutti.
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fufluns ha scritto: ↑mercoledì 12 giugno 2024, 15:55 «Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate»
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Galeotto fu il forum, per molti. E noi siam qui, a tessere la tela d'oro, a cantare il canto dolce delle sirene, tutti insieme «al loco ov’i’ t’ho detto che tu vedrai le genti dolorose c’hanno perduto il ben de l’intelletto».
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