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22 febbraio 2025 - Hotel Hilton, via Galvani 12
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Il Gioiellino di Leoanardo Officina Italiana
- francoiacc
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- Iscritto il: martedì 19 dicembre 2017, 23:29
- La mia penna preferita: OMAS Extra Paragon Arco Bronze
- Il mio inchiostro preferito: P.W. Akkerman #5 Shocking Blue
- Misura preferita del pennino: Stub
- Località: Capitale del Regno delle Due Sicilie
- Gender:
Il Gioiellino di Leoanardo Officina Italiana
La mia tutto sommata recente passione per le penne stilografica, ufficialmente iniziata nel 2017, ha avuto una evoluzione che mi ha portato verso il vintage ed un approccio più collezionistico con un particolare interesse verso penne con diversi decenni sulle spalle. Oramai il mio interesse verso il moderno è alquanto scemato, a parte qualche eccezione. Oltre alcuni modelli di OMAS prodotti negli anni '90, ormai guardo con particolare attenzione ad un solo produttore che continuo ad apprezzare principalmente per due aspetti: la qualità dei suoi prodotti realizzati in maniera artigianale e l'attenzione per il cliente. Per chi mi conosce un minimo sa che sto parlando di Leonardo Officina Italiana. Nella sua offerta ritrovo qualità e linee che sono appartenute alle migliori produzioni italiane degli anni '30 e '40 e modelli dallo stile classico che, quando abbinati a materiali più sobri e pregiati, apprezzo particolarmente. Certo non disdegno le sue resine, benché trovi che alcune siano un po' troppo chiassose, ma non considero questo un aspetto da criticare, bensì una ricchezza di materiali dovuti ad una continua ricerca ed investimento in tempo e prototipazione per poter soddisfare i gusti dei più, avvicinando in tal modo quante più persone possibile all'uso di questo meraviglioso strumento di scrittura.
Fortunatamente per me (e per il mio conto in banca), ho imparato a resistere alle molte tentazioni che spuntano fuori sulle pagine delle edizioni speciali in quanto non mancano mai modelli che attirano il mio interesse. Però poi salta fuori quel modello di fronte al quale inevitabilmente cedo ed è quello che è successo quando, galeotto il Pen Show di Napoli del 2022, è spuntata fuori quel che considero essere la più bella realizzazione di Leonardo, la Gioiellino realizzata con una elegantissima celluloide Mazzucchelli. La versione originaria da cui prende il nome, aveva una piccola pietra sul cappuccio, ho attesa pazientemente il modello senza pietra e non ho opposto la minima resistenza all'acquisto appena presentato da Leonardo, eccola:
E' una penna che possiedo da diverso tempo ed ho voluto aspettare un po' per presentarla, volevo entrarci in completa sintonia e capirla bene prima di scriverci su due righe. La domanda che mi sono posto fin da quando l'ho vista, e a cui non ho saputo dare una risposta, è se la penna è stata realizzata per dare una veste a questo bellissimo materiale, o se la celluloide Mazzucchelii è risultata essere il vestito perfetto per questa penna così "classicheggiante", certo è che il connubio è perfetto. Connubio poi ancor più perfetto è quello con le finiture metalliche in oro rosa, un colore che impreziosisce ma non ruba la scena, Ne è stata proposta anche una in celluloide nera, si bella, ma non è incantevole come questa. Confesso di essere ben al digiuno di fotografia, e non me ne sono mai rammaricato così tanto fin quando ho invano cercato di ritrarre la bellezza di questa penna.
La Gioiellino è una penna di taglia grande che tuttavia non definirei una oversize, quanto meno secondo quelli che sono divenuti i canoni di una penna oversize; insomma, una penna grande ma non eccessiva. Eccone le dimensioni.
Lunghezza da chiusa: 147mm
Lunghezza senza cappuccio: 130mm
Lunghezza con cappuccio calzato: 172
Diametro del fusto: 14mm
Diametro sezione: 11.2mm-12.2mm
Peso: 29gr
Le proporzioni sono tali da renderla una penna snella e ben bilanciata anche alla vista. La penna si presenta snella e non "ingombrante" alla vista; non da' quel senso di enormità quando la si prende tra le dita restando una penna non eccessiva sotto ogni aspetto.
Sul cappuccio troviamo la clip senza ruzzolina chiamata "Minerva", essendo ispirata alle clip prodotte negli anni '30 da OMAS su alcuni modelli Minerva, quali la "Ellittica".
Alla sua base vi è un anello finemente decorato, realizzato con la tecnica della cera persa, sormontato da un anellino più fino. E' interessante notare come Leonardo abbia esteticamente alleggerito il cappuccio e, di conseguenza, tutta la penna mettendo un solo anellino sulla fascia decorata piuttosto che i canoni due anelli, uno sopra e uno sotto l'anello decorato.
Oltre a questi due anelli, il solo altro anello lo troviamo sulla base del fusto, in tal modo la penna non risulta appesantita dal numero eccessivo di anelli. Vista anche la presenza della levetta, trovo che i tre anelli in totale, siano il giusto bilanciamento di elementi decorativi per impreziosire il look della penna senza cadere nel volgare. Il cappuccio si avvita in un giro esatto tramite una filettatura e tre principi e, in una delle tre posizioni, abbiamo un perfetto allineamento tra clip e levetta. Quando calzata la penna diviene sicuramente di taglia importante, eppure non perde grazia.
Trovo molto elegante la soluzione escogitata per avere una linea continua tra cappuccio e fusto quando la penna e' chiusa, senza tuttavia avere uno scalino troppo pronunciato sul fusto. Alla base del cappuccio vi è infatti un piccolo labbro che forma un leggero scalino alla base del fusto, quando si chiude la penna questi va ad allinearsi con il fusto grazie ad un gradino molto poco pronunciato. In tal modo l'altezza del gradino è stata praticamente suddivisa tra il cappuccio e il fusto rendendo possibile una linea continua da chiusa con un gradino sul fusto quasi inesistente.
Il sistema di ricarica della penna, se non si era ancora capito, è la levetta laterale, del resto quale sistema di ricarica avrebbe potuto essere più indicato per una penna così classica. Quando allineati, clip, levetta e pennino formano quella linea immaginaria che, attraverso la nostra mano, è la strada su cui i nostri pensieri viaggiano fino a materializzarsi tramite l'inchiostro sulla carta. E da buona penna a levetta, la Leonardo Gioiellino va usata con il cappuccio calzato per godere della sua estetica appieno, si sbilancia un po' all'indietro, ma il vero problema non è tanto questo quanto riuscire a guardare cosa scriviamo piuttosto che rimirare la penna! La levetta è l'unico elemento degno di convivere con la bellezza sprigionata da questa celluloide con le sue nuance grigio/nero. Un materiale che, rigirandolo tra le dita, irradia una sua luce interna più luminosa laddove l'argentea materia fluttua più in superficie in questo mare notturno, e che resta velatamente nascosta quando vi si inabissa ed a prevalere è il grigio scuro.
Leonardo non ha voluto deturpare il fusto neanche con l'incisione del brand, si è limitato a incidere "Leonardo 2023" sulla levetta, e discretamente il numero di serie sotto "Leonardo" sul lato sinistro della sezione guardando il pennino dall'alto.
Io mi reputo il fortunato possessore del quindicesimo esemplare su 40 prodotti, di più non se ne è potuti fare in quanto questa meravigliosa celluloide è oramai estinta.
[...continua]
Fortunatamente per me (e per il mio conto in banca), ho imparato a resistere alle molte tentazioni che spuntano fuori sulle pagine delle edizioni speciali in quanto non mancano mai modelli che attirano il mio interesse. Però poi salta fuori quel modello di fronte al quale inevitabilmente cedo ed è quello che è successo quando, galeotto il Pen Show di Napoli del 2022, è spuntata fuori quel che considero essere la più bella realizzazione di Leonardo, la Gioiellino realizzata con una elegantissima celluloide Mazzucchelli. La versione originaria da cui prende il nome, aveva una piccola pietra sul cappuccio, ho attesa pazientemente il modello senza pietra e non ho opposto la minima resistenza all'acquisto appena presentato da Leonardo, eccola:
E' una penna che possiedo da diverso tempo ed ho voluto aspettare un po' per presentarla, volevo entrarci in completa sintonia e capirla bene prima di scriverci su due righe. La domanda che mi sono posto fin da quando l'ho vista, e a cui non ho saputo dare una risposta, è se la penna è stata realizzata per dare una veste a questo bellissimo materiale, o se la celluloide Mazzucchelii è risultata essere il vestito perfetto per questa penna così "classicheggiante", certo è che il connubio è perfetto. Connubio poi ancor più perfetto è quello con le finiture metalliche in oro rosa, un colore che impreziosisce ma non ruba la scena, Ne è stata proposta anche una in celluloide nera, si bella, ma non è incantevole come questa. Confesso di essere ben al digiuno di fotografia, e non me ne sono mai rammaricato così tanto fin quando ho invano cercato di ritrarre la bellezza di questa penna.
La Gioiellino è una penna di taglia grande che tuttavia non definirei una oversize, quanto meno secondo quelli che sono divenuti i canoni di una penna oversize; insomma, una penna grande ma non eccessiva. Eccone le dimensioni.
Lunghezza da chiusa: 147mm
Lunghezza senza cappuccio: 130mm
Lunghezza con cappuccio calzato: 172
Diametro del fusto: 14mm
Diametro sezione: 11.2mm-12.2mm
Peso: 29gr
Le proporzioni sono tali da renderla una penna snella e ben bilanciata anche alla vista. La penna si presenta snella e non "ingombrante" alla vista; non da' quel senso di enormità quando la si prende tra le dita restando una penna non eccessiva sotto ogni aspetto.
Sul cappuccio troviamo la clip senza ruzzolina chiamata "Minerva", essendo ispirata alle clip prodotte negli anni '30 da OMAS su alcuni modelli Minerva, quali la "Ellittica".
Alla sua base vi è un anello finemente decorato, realizzato con la tecnica della cera persa, sormontato da un anellino più fino. E' interessante notare come Leonardo abbia esteticamente alleggerito il cappuccio e, di conseguenza, tutta la penna mettendo un solo anellino sulla fascia decorata piuttosto che i canoni due anelli, uno sopra e uno sotto l'anello decorato.
Oltre a questi due anelli, il solo altro anello lo troviamo sulla base del fusto, in tal modo la penna non risulta appesantita dal numero eccessivo di anelli. Vista anche la presenza della levetta, trovo che i tre anelli in totale, siano il giusto bilanciamento di elementi decorativi per impreziosire il look della penna senza cadere nel volgare. Il cappuccio si avvita in un giro esatto tramite una filettatura e tre principi e, in una delle tre posizioni, abbiamo un perfetto allineamento tra clip e levetta. Quando calzata la penna diviene sicuramente di taglia importante, eppure non perde grazia.
Trovo molto elegante la soluzione escogitata per avere una linea continua tra cappuccio e fusto quando la penna e' chiusa, senza tuttavia avere uno scalino troppo pronunciato sul fusto. Alla base del cappuccio vi è infatti un piccolo labbro che forma un leggero scalino alla base del fusto, quando si chiude la penna questi va ad allinearsi con il fusto grazie ad un gradino molto poco pronunciato. In tal modo l'altezza del gradino è stata praticamente suddivisa tra il cappuccio e il fusto rendendo possibile una linea continua da chiusa con un gradino sul fusto quasi inesistente.
Il sistema di ricarica della penna, se non si era ancora capito, è la levetta laterale, del resto quale sistema di ricarica avrebbe potuto essere più indicato per una penna così classica. Quando allineati, clip, levetta e pennino formano quella linea immaginaria che, attraverso la nostra mano, è la strada su cui i nostri pensieri viaggiano fino a materializzarsi tramite l'inchiostro sulla carta. E da buona penna a levetta, la Leonardo Gioiellino va usata con il cappuccio calzato per godere della sua estetica appieno, si sbilancia un po' all'indietro, ma il vero problema non è tanto questo quanto riuscire a guardare cosa scriviamo piuttosto che rimirare la penna! La levetta è l'unico elemento degno di convivere con la bellezza sprigionata da questa celluloide con le sue nuance grigio/nero. Un materiale che, rigirandolo tra le dita, irradia una sua luce interna più luminosa laddove l'argentea materia fluttua più in superficie in questo mare notturno, e che resta velatamente nascosta quando vi si inabissa ed a prevalere è il grigio scuro.
Leonardo non ha voluto deturpare il fusto neanche con l'incisione del brand, si è limitato a incidere "Leonardo 2023" sulla levetta, e discretamente il numero di serie sotto "Leonardo" sul lato sinistro della sezione guardando il pennino dall'alto.
Io mi reputo il fortunato possessore del quindicesimo esemplare su 40 prodotti, di più non se ne è potuti fare in quanto questa meravigliosa celluloide è oramai estinta.
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Sul piano più tecnico, la levetta, inclusa barra di pressione, viene interamente realizzata in casa Leonardo con una lavorazione artigianale in cui tutte le parti vengano ricavate da lamiere di metallo, sagomate e poi assemblate. In molti sono un po' intimoriti da questo sistema di ricarica, timori che trovo ampiamente ingiustificati. Premesso che, dilettandomi a restaurare qualche penna vintage ho preso una certa dimestichezza con i vari sistemi di ricarica con sacchetti, tra cui quello a levetta, posso affermare che sostituire un sacchetto alla Gioiellino è cosa davvero banale. La sezione viene via facilmente, pur restando ben solida nel fusto quando inserita, ed il sacchetto, grazie alla forma del colletto, si calza senza alcun bisogno di colla garantendo una tenuta perfetta. Forse la cosa più scocciante è reperire i sacchetti, ma neanche più di tanto, e comunque prima di una decina di lustri non vedo il problema.
La penna è molto comoda da impugnare grazie ad una sezione che trovo si adatti bene alle diverse taglie di mani, anche per taglie XXXL tipo le mie. Lo scalino non solo è poco visibile ma è anche smussato bene, per cui non dà alcun fastidio a chi dovesse avere una impugnatura molto alta sul fusto. Direi che comunque la maggior parte delle persone troverà sufficientemente lunga la sezione e non arriverà mai sopra la filettatura, peraltro anche essa ben smussata e assolutamente non fastidiosa sotto le dita.
Quando ho ordinato questa penna la più grossa indecisione è stato il pennino. Amo i tratti grossi, ma oggettivamente poco si presta uno stub all'uso sull'agenda della mia Midori taglia traveler. Volevo qualcosa che mi consentisse l'uso della penna non solo per il mio personale diletto, ma anche in ufficio piuttosto che in viaggio. E così mi sono avventurato su un Fine Elastic in oro 14K. Il solo rammarico è che non è un pennino La Fenice prodotto in house, ma confesso di averne già qualcuno e mi attraeva la morbidezza di questo pennino. In abbinamento all'alimentatore in ebanite prodotto da Leonardo, ha un flusso un pelino bagnato, direi quel pelo che serve a farlo scorrere sulla carta dando vita agli inchiostri, senza fare però danni, e che consente anche di avere quella minima variazione di tratto che questo pennino ci regala. Essendo in ebanite il conduttore ha iniziato a dare il meglio di sé dopo la prima ricarica; tuttavia, fin dal primo tocco sulla carta non ha mai perso il tratto ed ha garantito sempre una partenza fulminea.
Se consideriamo l'esclusività del materiale, la sua bellezza, la costruzione artigianale della penna e la qualità con cui è realizzata direi che è una penna che ha un costo persino contenuto, almeno guardando al Made in Italy. Poi se aggiungiamo che ha un funzionamento impeccabile direi che è stato uno dei miei migliori acquisti nel moderno, mi dispiace solo di essere arrivato tardi con questa recensione per chi era lì a pensarci ma non si è deciso.
La penna è molto comoda da impugnare grazie ad una sezione che trovo si adatti bene alle diverse taglie di mani, anche per taglie XXXL tipo le mie. Lo scalino non solo è poco visibile ma è anche smussato bene, per cui non dà alcun fastidio a chi dovesse avere una impugnatura molto alta sul fusto. Direi che comunque la maggior parte delle persone troverà sufficientemente lunga la sezione e non arriverà mai sopra la filettatura, peraltro anche essa ben smussata e assolutamente non fastidiosa sotto le dita.
Quando ho ordinato questa penna la più grossa indecisione è stato il pennino. Amo i tratti grossi, ma oggettivamente poco si presta uno stub all'uso sull'agenda della mia Midori taglia traveler. Volevo qualcosa che mi consentisse l'uso della penna non solo per il mio personale diletto, ma anche in ufficio piuttosto che in viaggio. E così mi sono avventurato su un Fine Elastic in oro 14K. Il solo rammarico è che non è un pennino La Fenice prodotto in house, ma confesso di averne già qualcuno e mi attraeva la morbidezza di questo pennino. In abbinamento all'alimentatore in ebanite prodotto da Leonardo, ha un flusso un pelino bagnato, direi quel pelo che serve a farlo scorrere sulla carta dando vita agli inchiostri, senza fare però danni, e che consente anche di avere quella minima variazione di tratto che questo pennino ci regala. Essendo in ebanite il conduttore ha iniziato a dare il meglio di sé dopo la prima ricarica; tuttavia, fin dal primo tocco sulla carta non ha mai perso il tratto ed ha garantito sempre una partenza fulminea.
Se consideriamo l'esclusività del materiale, la sua bellezza, la costruzione artigianale della penna e la qualità con cui è realizzata direi che è una penna che ha un costo persino contenuto, almeno guardando al Made in Italy. Poi se aggiungiamo che ha un funzionamento impeccabile direi che è stato uno dei miei migliori acquisti nel moderno, mi dispiace solo di essere arrivato tardi con questa recensione per chi era lì a pensarci ma non si è deciso.
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Bellissima penna, Francesco! E anche la celluloide è unica e tra le più belle.
Confesso di averla guardata ma essermi un po' distratto ai tempi in altre vicende non pennofile...
Come ci siamo più volte detti, Leonardo sorprende per la voglia di innovare ripescando nel classico e senza svilire il moderno. Non ci sono molte altre aziende italiane in grado di fare lo stesso al momento (nessuna?).
Un aspetto che ho colto da più parti semmai è il timore relativo alla crescita in dimensioni delle penne.
Ho letto la tua recensione e anche le misure, ma non sono riuscito a figurarmi esattamente le dimensioni, che mi incuriosiscono.
Quando hai due minuti faresti una foto della Gioiellino accanto a qualche altra penna ben nota (soprattutto quando aperta)?
Non che non apprezzi anche le penne grandi, ma giusto per capire rispetto alle MZG o Audace o MM.
Confido che Leonardo comunque ce la riproponga magari in altri materiali (vista per ora solo in resina nera).
Confesso di averla guardata ma essermi un po' distratto ai tempi in altre vicende non pennofile...
Come ci siamo più volte detti, Leonardo sorprende per la voglia di innovare ripescando nel classico e senza svilire il moderno. Non ci sono molte altre aziende italiane in grado di fare lo stesso al momento (nessuna?).
Un aspetto che ho colto da più parti semmai è il timore relativo alla crescita in dimensioni delle penne.
Ho letto la tua recensione e anche le misure, ma non sono riuscito a figurarmi esattamente le dimensioni, che mi incuriosiscono.
Quando hai due minuti faresti una foto della Gioiellino accanto a qualche altra penna ben nota (soprattutto quando aperta)?
Non che non apprezzi anche le penne grandi, ma giusto per capire rispetto alle MZG o Audace o MM.
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- francoiacc
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Eccola tra una MZG Art Dèco seconda edizione ed una Audace
Qui invece la vediamo tra la Audace e una Momento Magico
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Francesco, bellissima, è tra le più belle prodotte da Leonardo, complimenti per essertela accaparrata
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Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Proprio bella e da aperta neanche tanto grande 
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Cesare Augusto
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Questa però è cattiveria!
È davvero uno spettacolo, ed è il giusto pezzo per far montare un po' di invidia (assolutamente benevola).
Un gioiellino di nome ma un diadema di fatto!
Complimenti per la scelta.
Andrea
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Grazie Max, sono andate via in un attimo e sono serviti riflessi pronti e qualche soffiata
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Una penna molto pratica da aperta, ma non posso non calzarlaAutomedonte ha scritto: ↑martedì 21 maggio 2024, 20:30 Proprio bella e da aperta neanche tanto grande
Ammetto che questa recensione è un po’ cattiva, purtroppo non ce ne sono più

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grazie per i confronti, le sue dimensioni più vicine alla MM la rendono ulteriormente interessante!francoiacc ha scritto: ↑martedì 21 maggio 2024, 19:00 Eccola tra una MZG Art Dèco seconda edizione ed una Audace
IMG_7101.jpeg
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Congratulazioni per l’acquisto, superba.
Anche un appassionato di penne vintage può apprezzare la linea assolutamente classica, il sistema di carica a levetta, la celluloide favolosa… sembra veramente una penna prodotta non oggi ma da un secolo. Complimenti anche a Leonardo.
Peccato siano in edizioni così limitate, anche se immagino che a parte qualche collezionista o patito di penne come molti di noi, non sia un prodotto per la massa, anche solo per il caricamento a levetta.
Anche un appassionato di penne vintage può apprezzare la linea assolutamente classica, il sistema di carica a levetta, la celluloide favolosa… sembra veramente una penna prodotta non oggi ma da un secolo. Complimenti anche a Leonardo.
Peccato siano in edizioni così limitate, anche se immagino che a parte qualche collezionista o patito di penne come molti di noi, non sia un prodotto per la massa, anche solo per il caricamento a levetta.
Cesare
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Bella lo è senza alcun dubbio, ma è grande anzi oversize. Ha la stessa lunghezza della momento magico ma lo spessore (sia della sezione che del barile) è maggiore. Non capisco come uno possa usarla calzata dove supera i 17 cm di lunghezza. E un tantino ridicolo a meno di non essere alto 2 metri e pesare oltre 100 kg.Automedonte ha scritto: ↑martedì 21 maggio 2024, 20:30 Proprio bella e da aperta neanche tanto grande![]()

Pensavo ne avessero fatte 10 invece ne hanno fatte 40 , di cui 30 sicuramente vendute agli americani e i pochi pezzi restanti a qualche fortunato italiano.
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Altrimenti come fanno a farle pagare molto più del dovuto? Oramai la moda sono le edizioni limitate…
La massa prima caricava a levetta. Oggi a quanto pare ci siamo ‘evoluti’ in un comodo pistone o ancora meglio in una comoda cartuccia da ricaricare… mah…
"Non esprimerti mai più categoricamente di quanto tu sia in grado di pensare"
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Il Gioiellino di Leoanardo Officina Italiana
Alcune edizioni limitate, prodotte da ditte che lavorano artigianalmente e non in serie come la Leonardo, Marlen, ed altre, sono davvero limitate perchè il materiale usato oggi è introvabile, sono vecchie rimanenze di celluloidi prodotte da ditte come la Mazzucchelli che non ne producono più oppure perchè hanno chiuso i battenti.Ste003 ha scritto: ↑mercoledì 22 maggio 2024, 7:49Altrimenti come fanno a farle pagare molto più del dovuto? Oramai la moda sono le edizioni limitate…
La massa prima caricava a levetta. Oggi a quanto pare ci siamo ‘evoluti’ in un comodo pistone o ancora meglio in una comoda cartuccia da ricaricare… mah…
Per quello che riguarda il tipo di carica oggi il mercato su edizioni particolari richiede un ritorno verso sistemi di carica retrò ed affascinanti, come la levetta laterale, il pulsante di fondo, ecc....
Personalmente per questioni pratiche il mio sistema di carica preferito è a pistone, però non disdegno la levetta ed il pulsante di fondo, non ci vedo proprio una bella penna faccettata lavorata in celluloide con le cartucce, mi sembrerebbe di avere tra le mani una scolastica.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Il Gioiellino di Leoanardo Officina Italiana
Tecnicamente, dato il fuso orario, gli italiani erano avvantaggiati nella procedura di acquisto
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