Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Inchiostri home-made
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L'indigo no perché non è semplice.
Per tingere i tessuti funziona in ambiente basico, mentre l'henna in ambiente neutro o acido.
Credo però vada bene sul cotone, nel senso che si fissa decentemente, mentre l'henna non resiste sui tessuti vegetali (a meno, credo, di trattamenti di finissaggio). I blu jeans si dice fossero tinti originariamente con indigo, che poi comunque scolorisce.
Quindi il tè da solo (più umettanti/lubrificanti) non funziona?
Comunque pare di essere la sucursale dell'angolo di Lola...
Tra pennini superflex fatti a mano, inchiostri autoprodotti e paralaccature ().
Ci vuole chi fa la carta.
Per tingere i tessuti funziona in ambiente basico, mentre l'henna in ambiente neutro o acido.
Credo però vada bene sul cotone, nel senso che si fissa decentemente, mentre l'henna non resiste sui tessuti vegetali (a meno, credo, di trattamenti di finissaggio). I blu jeans si dice fossero tinti originariamente con indigo, che poi comunque scolorisce.
Quindi il tè da solo (più umettanti/lubrificanti) non funziona?
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Gli stolti hanno il privilegio di riuscire a ridere anche di fronte al dramma.
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Quando avevo fatto il decotto di té ovviamente l'avevo provato anche così, senza acetato di ferro, ed era un colore secondo me più adatto per disegnare che non per scrivere
e poi mi sono ricordata che ho le foto i campioni senza data sono del batch del 2019, quegli altri, come scritto, del 2018.
E me lo ricordavo più grigino che non seppia, forse rispetto a quando ho fatto e fotografato i campioni aveva fatto un po' reazione?
Comunque rivedendo le date è ora di rifare nuove prove (magari non subito, ma… soon…)
Lassa sta che sono appena stata al museo della carta di Pescia e ho beccato la visita guidata con scolaresca che faceva la carta, ma per noi adulti non c'era il materiale per farlo
e adesso mi si è riaccesa la voglia
(notare: non “mi è venuta”, che implica che non avessi voglia già prima )
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grazie probabilmente interessante, ma ho una mira già molto specifica:
dye/colorante solubile (probabilmente per partire mi devo orientare su una "acid dye")
surfactante
umettante
conservante
acqua distillata
stop
ho qualche idea delle proporzioni, gli additivi li ho, ora devo procurarmi il colorante e fare delle prove
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sì, alcuni ci hanno provato, ma come dicevo, li ho esclusi. Voglio un colorante sintetico, di quelli tosti.valhalla ha scritto: ↑domenica 19 maggio 2024, 11:06 Mi chiedo se qualcuno abbia mai provato a fare inchiostri con i coloranti alimentari, e con che risultati.
So che c'è un sacco di gente che li usa per tingere le stoffe, ma è possibile che richiedano un'acidità troppo alta per funzionare bene nelle penne (e quindi immagino che sarebbero usabili solo ad intinzione)
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molti coloranti per stoffe sono insolubili. Vengono messi in soluzione con additivi (sostanze chimiche) che li rendono solubili, poi si usano per tingere la stoffa, alla fine si aggiunge un ulteriore additivo che li rende nuovamente insolubili, così quando lavi la stoffa il colore non va via.Esme ha scritto: ↑domenica 19 maggio 2024, 14:45Hey, smettila di anticiparmi!
Io li ho usati per tingere stoffe (di origine animale, quindi lana) e fungono bene, ma il processo è ben diverso.
Per l'acidità, visto il ph di certi inchiostri stilografici, non mi farei poi così tanti scrupoli (da leggere come: c'è sempre una gingiao a portata di esperimento).
Non so se possano lasciare residui, e mi riferisco a quelli liquidi, non a quelli in polvere.
E adesso alle scimmie si aggiunge pure questa... unita all'idea di prendere i miei henna, indigo, mallo, etc e tirarne fuori estratti da filtrare...
Il té l'ha mai provato qualcuno?
Interessante, ma per gli inchiostri non va bene.
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sì, sì, caruccio, ma io voglio fare un inchiostro serio!valhalla ha scritto: ↑domenica 19 maggio 2024, 21:17Quando avevo fatto il decotto di té ovviamente l'avevo provato anche così, senza acetato di ferro, ed era un colore secondo me più adatto per disegnare che non per scrivere
e poi mi sono ricordata che ho le foto i campioni senza data sono del batch del 2019, quegli altri, come scritto, del 2018.
E me lo ricordavo più grigino che non seppia, forse rispetto a quando ho fatto e fotografato i campioni aveva fatto un po' reazione?
Comunque rivedendo le date è ora di rifare nuove prove (magari non subito, ma… soon…)
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per iniziare sto comprando del blu di metilene, per fare delle prove.
Ho trovato un venditore su Etsy che ne vende piccole quantità a relativamente poco. La qualità non è ben specificata, suppure venga indicata come lab grade. Per delle prove "operative" va bene.
Poi ritengo di voler provare qualcosa di più specifico per un inchiostro e di qualità più elevata/garantita (anche se a costo maggiore).
Ho trovato un venditore di fine chemicals che vende online al dettaglio anche piccole quantità (5g - 25g) di sostanze coloranti (principalmente per uso in laboratorio).
Mi intriga partire dalle acid dyes, e in particolare dalla C.I. 42780, anche nota come Methyl blue, Acid Blue 93, Aniline Blue WS (water soluble), Cotton Blue, Poirriers blue, Water blue.
Si tratta di un colorante della famiglia (molto numerosa) del trifenilmetano.
Voci circolano da molto tempo che il Royal Blue di Pelikan sia fatto con il Methyl Blue/Acid Blue 93.
Pelikan non lo ha mai confermato, tuttavia diverso tempo fa, sul loro sito tedesco (notizia riportata da un forumista su FPN), era riportata la seguente frase (in tedesco):
"The "Royal Blue" ink from Pelikan is a specially coloured ink. The chemical foundation consists of "Triphenylmethane molecules".
During the production process, this water soluble dye does not develop clots that would later block the ink passage of a fountain pen.
Active surface substances in the ink enable the mixture to glide smoothly.
Further additives help the ink to dry on paper. Glycerine, Glycol help to prevent the ink from drying out resulting in crusts on the nibs point.
Preservatives are also added to the ink. Because the ink is not waterproof it can be easily corrected with an ink eradicator.
The ingredients of the ink were chosen baring all possible hazards and threats in mind. Even accidentally swallowing ink would not harm the average person.
We do however warn against consumption as ink is not to be considered as nutrition."
Di per sè, questo non prova che il Royal Blue sia fatto con il Methyl Blue (dettaglio emerso da una dichiarazione del ex-formulatore degli inchiostri Parker, che si è messo poi in proprio), tuttavia perlomeno che sia basato su un trifenilmetano.
(anche se ad onor del vero, di blu basati su quella molecola ve ne sono diversi altri.)
Diciamo comunque che probabilmente è un buon candidato come sostanza.
https://pubchem.ncbi.nlm.nih.gov/compound/Acid-Blue-93
Queste le intenzioni, vediamo (con calma) dove arrivo...
Ho trovato un venditore su Etsy che ne vende piccole quantità a relativamente poco. La qualità non è ben specificata, suppure venga indicata come lab grade. Per delle prove "operative" va bene.
Poi ritengo di voler provare qualcosa di più specifico per un inchiostro e di qualità più elevata/garantita (anche se a costo maggiore).
Ho trovato un venditore di fine chemicals che vende online al dettaglio anche piccole quantità (5g - 25g) di sostanze coloranti (principalmente per uso in laboratorio).
Mi intriga partire dalle acid dyes, e in particolare dalla C.I. 42780, anche nota come Methyl blue, Acid Blue 93, Aniline Blue WS (water soluble), Cotton Blue, Poirriers blue, Water blue.
Si tratta di un colorante della famiglia (molto numerosa) del trifenilmetano.
Voci circolano da molto tempo che il Royal Blue di Pelikan sia fatto con il Methyl Blue/Acid Blue 93.
Pelikan non lo ha mai confermato, tuttavia diverso tempo fa, sul loro sito tedesco (notizia riportata da un forumista su FPN), era riportata la seguente frase (in tedesco):
"The "Royal Blue" ink from Pelikan is a specially coloured ink. The chemical foundation consists of "Triphenylmethane molecules".
During the production process, this water soluble dye does not develop clots that would later block the ink passage of a fountain pen.
Active surface substances in the ink enable the mixture to glide smoothly.
Further additives help the ink to dry on paper. Glycerine, Glycol help to prevent the ink from drying out resulting in crusts on the nibs point.
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Di per sè, questo non prova che il Royal Blue sia fatto con il Methyl Blue (dettaglio emerso da una dichiarazione del ex-formulatore degli inchiostri Parker, che si è messo poi in proprio), tuttavia perlomeno che sia basato su un trifenilmetano.
(anche se ad onor del vero, di blu basati su quella molecola ve ne sono diversi altri.)
Diciamo comunque che probabilmente è un buon candidato come sostanza.
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Queste le intenzioni, vediamo (con calma) dove arrivo...
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Nel riordinare la dispensa è misteriosamente riapparso un barattolino di pistilli di zafferano , raccolti nell'altopiano marocchino di Taliouine.
L'idea (malsana) di mettere qualche pistillo e dell' acqua demineralizzata dentro un piccolo beker (meno di 10 millilitri di acqua) , portare a bollore nel microonde e lasciare riposare e raffreddare per qualche ora, ha portato a questa "cosa" :
A me non dispiace come colore, poco usabile ma molto bello. Provato con un pennino (ahimè) senza iridio e quindi dal tratto abbondante.
Chissà poi perché mi è venuto in mente di testarne la resistenza all' acqua. E sono rimasto a bocca aperta...
1) con qualche goccia sopra ; 2) strofinando la parte bagnata ; 3) sotto acqua corrente. La carta è una Rhodia solita.
L'idea (malsana) di mettere qualche pistillo e dell' acqua demineralizzata dentro un piccolo beker (meno di 10 millilitri di acqua) , portare a bollore nel microonde e lasciare riposare e raffreddare per qualche ora, ha portato a questa "cosa" :
A me non dispiace come colore, poco usabile ma molto bello. Provato con un pennino (ahimè) senza iridio e quindi dal tratto abbondante.
Chissà poi perché mi è venuto in mente di testarne la resistenza all' acqua. E sono rimasto a bocca aperta...
1) con qualche goccia sopra ; 2) strofinando la parte bagnata ; 3) sotto acqua corrente. La carta è una Rhodia solita.
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interessante! spero però te ne sia rimasto per un bel risotto! (alla milanese intendo, non "pensa"...)
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PS i miei propositi (messaggio precedente) sono fermi... ma perché sono in ferie. Il blu di metilene è arrivato, quando rientro devo trovare un attimo per fare la soluzione e qualche prova.
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Ma che bel colore.
Decisamente interessante la resistenza all'acqua, anche se in effetti le macchie di zafferano sono tenacissime.
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Non mi stupisce la resistenza all'acqua. Di fatto è un inchiostro a base di pigmento e non di tinta e quelli tendono a essere più permanenti.
D'altra parte lo zafferano si è anche usato in pittura, quando ce li si faceva da sé i colori
D'altra parte lo zafferano si è anche usato in pittura, quando ce li si faceva da sé i colori
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@Esme, @Simy: In effetti avete ragione a riguardo della resistenza all'acqua. Che sia un pigmento ho però un dubbio, perché la molecola della crocina è solubile in acqua.
@Sansenri: niente risotto, il prodotto è scaduto ...
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Inchiostri home-made
Ma, a meno che tu abbia a disposizione crocina pura, questa non sarà solo in forma libera nella tua soluzione ma anche nel polline da cui origina. Il polline e i pistilli macinati hanno la funzione di pigmento in polvere, che è poi il formato in cui veniva usato per creare le tempere e i colori a olio. Quindi è possibile che sia un ibrido tinta+pigmento. La parte di tinta dove la crocina è libera e legata all'acqua, il resto nella componente polverosa.
Ci sta, poi, che possa essere la crocina stessa particolarmente affine ai tessuti.
Lo zafferano non è stato usato solo per dipingere ma anche come tinta tessile. Se i tessuti non avessero mantenuto il colore, si sarebbe smesso presto di usarlo
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- Stantuffo
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Chissà un inchiostro alla curcuma, o alla rapa rossa. Pure quelle macchie sono belle tenaci