Mostra Scambio - Pen Show - di Firenze
17 maggio 2025 - Hotel AC Marriot, via Luciano Bausi, 5
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L'arte in Italia
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L'arte in Italia
Ciao,Marco, sono pronto a proseguire il discorso relativo all'abbandono ormai cronico in cui si trova l'arte in Italia.
Giuanen
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L'arte in Italia
Bello questo Argomento!
E non so a quale Marco ti riferisci, ma anche se ho un altro nome, condivido appieno la tua opinione.
Una buona parte dell'arte (in cui personalmente includo tutto ciò che di creativo l'uomo ha prodotto dall'inizio della Storia ad oggi) è abbandonata a se stessa.
Mi sono battuta spesso per questo, a volte è andata bene, altre volte no.
Ma credo che ognuno di noi possa fare molto, se vuole.
Ciao
E non so a quale Marco ti riferisci, ma anche se ho un altro nome, condivido appieno la tua opinione.
Una buona parte dell'arte (in cui personalmente includo tutto ciò che di creativo l'uomo ha prodotto dall'inizio della Storia ad oggi) è abbandonata a se stessa.
Mi sono battuta spesso per questo, a volte è andata bene, altre volte no.
Ma credo che ognuno di noi possa fare molto, se vuole.
Ciao

"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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L'arte in Italia
Ciao Irishtales. Marco sta per "Ilconterosso", che mi ha invitato a proseguire un dibattito iniziato sul forum "penne stilografiche" sotto il titolo "la volete bella o che scriva bene?".
La penna stilografica non si sottrae a quel gioco di seduzione, attrazione, che intercorre tra noi e tutto ciò che ci circonda, indipendentemente dal profitto che se ne ricava in termini di praticità. A chi non piacerebbe avere una Ferrari rosso fiamma, o un fantasioso Ulisse Nardin al polso, o una HD Road King in garage. Un viaggio tra l'ammirazione di tutti fino all'albergo, nel piazzale del quale posteggiare con nonchalance. Rispondere a chi ti chiede l'ora ostentando un culto dell'orologeria svizzera. Cercare i rossi di ogni semaforo seguendo con la coda dell'occhio gli sguardi lanciati dai finestrini. Non sono un narcisista e nemmeno sono proteso ad inseguire tutto ciò che riveste un'effimera importanza materialistica.
Tutto dipende dall'approccio che si ha di fronte ad un oggetto, ad un soggetto. C'è chi guarda e c'è chi vede. Se il senso della vita sfugge a chiunque abbia il buon senso di apprezzare la limitatezza umana e godere di tutto quanto possa procurare piacere, nel pieno rispetto di se stessi, degli altri e dell'ambiente che li ospita, allora perchè evitare di apprezzare una splendida scultura anche se non scrive o ci rifà i letti o ci paga le bollette? Certo, l'ideale sarebbe un oggetto che ci affascini senza crearci fastidi e ci aiuti a risolvere i problemi quotidiani. Ma sembra che la perfezione non sia di questo mondo.
Il dibattito sull'arte italiana tende a scomparire proprio per mancanza di dibattito. Perchè il problema non si pone. Ci si chiede mai che cosa ha fatto grande l'Italia nel mondo e nella storia? Dove sta la nostra genialità? No!! L'arte ne esce mortificata, avvilita, sottomessa a scelte scolastiche che gridano all'abominio. Che peccato! Tutto il percorso culturale dell'estetica, della bellezza fine a se stessa, del coinvolgimento spirituale spinto fino alla sindrome di Stendhal, estasi sublime che coglie solo gli spiriti più romantici sottraendoli alle quotidianità più squallide e desolate, sottraendoli alle miserie di un omologazione che soffoca, appiattisce.
Grazie per avermi offerto l'opportunità di questo piccolo sfogo, Irishtales.
Giuanen
La penna stilografica non si sottrae a quel gioco di seduzione, attrazione, che intercorre tra noi e tutto ciò che ci circonda, indipendentemente dal profitto che se ne ricava in termini di praticità. A chi non piacerebbe avere una Ferrari rosso fiamma, o un fantasioso Ulisse Nardin al polso, o una HD Road King in garage. Un viaggio tra l'ammirazione di tutti fino all'albergo, nel piazzale del quale posteggiare con nonchalance. Rispondere a chi ti chiede l'ora ostentando un culto dell'orologeria svizzera. Cercare i rossi di ogni semaforo seguendo con la coda dell'occhio gli sguardi lanciati dai finestrini. Non sono un narcisista e nemmeno sono proteso ad inseguire tutto ciò che riveste un'effimera importanza materialistica.
Tutto dipende dall'approccio che si ha di fronte ad un oggetto, ad un soggetto. C'è chi guarda e c'è chi vede. Se il senso della vita sfugge a chiunque abbia il buon senso di apprezzare la limitatezza umana e godere di tutto quanto possa procurare piacere, nel pieno rispetto di se stessi, degli altri e dell'ambiente che li ospita, allora perchè evitare di apprezzare una splendida scultura anche se non scrive o ci rifà i letti o ci paga le bollette? Certo, l'ideale sarebbe un oggetto che ci affascini senza crearci fastidi e ci aiuti a risolvere i problemi quotidiani. Ma sembra che la perfezione non sia di questo mondo.
Il dibattito sull'arte italiana tende a scomparire proprio per mancanza di dibattito. Perchè il problema non si pone. Ci si chiede mai che cosa ha fatto grande l'Italia nel mondo e nella storia? Dove sta la nostra genialità? No!! L'arte ne esce mortificata, avvilita, sottomessa a scelte scolastiche che gridano all'abominio. Che peccato! Tutto il percorso culturale dell'estetica, della bellezza fine a se stessa, del coinvolgimento spirituale spinto fino alla sindrome di Stendhal, estasi sublime che coglie solo gli spiriti più romantici sottraendoli alle quotidianità più squallide e desolate, sottraendoli alle miserie di un omologazione che soffoca, appiattisce.
Grazie per avermi offerto l'opportunità di questo piccolo sfogo, Irishtales.
Giuanen
L'arte in Italia
Eccomi !!!!!
Scusa, vedo adesso la discussione, sorry
Adesso vado a nanna, ma domattina con calma mi intrometto in questa discussione che mi vede tirato in ballo
nelle vesti di collezionista ed appassionato d'arte
Notte!
Scusa, vedo adesso la discussione, sorry

Adesso vado a nanna, ma domattina con calma mi intrometto in questa discussione che mi vede tirato in ballo
nelle vesti di collezionista ed appassionato d'arte
Notte!

L'arte in Italia
Rieccomi...
Il discorso e' alquanto dispersivo e complesso, e' difficile affrontarlo riassumendolo in poche righe.
In prima cosa, ormai manca una cultura generale, partendo dalle scuole elementari per arrivare alla vita di tutti i giorni.
Non do colpa a chi insegna, assolutamente; la colpa sta a chi non recepisce, sta a noi genitori che per mancanza di tempo e per comodita'
forse evitiamo , con i nostri figli, di affrontare l'argomento.
Come leggi sono di Vercelli, ho la fortuna (sfortuna per il mio portafoglio!) di avere a pochi metri da casa mia la piu' importante
casa d'aste italiana come fatturato. Non faccio nomi ,non hanno bisogno della mia pubblicita', ma e' evidente chi sia.
Spesso mi trovo seduto nelle loro sale a partecipare alle loro aste, e con me ci sono ,quando possono, le mie figlie che pur essendo ancora
giovani hanno nel sangue questa malattia di famiglia...
Almeno spero! Ho cercato di educarle in questo modo, con la speranza che un giorno possano distinguere
la differenza tra l'avere l'ultimo modello di tablet ( ormai i cellulari sono passati di moda) e l'aver appeso alle pareti di casa un Campigli, o steso sul
pavimento del salotto un Kazak. E' difficile fare entrare nella loro testa questa idea, ma ci provo e noto con estremo piacere l'aumentare di giovani
presenze in sala col passare del tempo, segno che molti la pensano come me.
Penso che in questo mondo in cui tutto corre ai 1000 all'ora, in cui si sono perduti tutti i valori con cui noi siamo cresciuti,noi abbiamo il dovere
almeno di provarci, con la speranza un giorno di sentirci dire "grazie" papa'.
Rido e mi "incazzo" (scusate il termine) quando sento i Tg, sento come prima notizia la fuga del nostro eroe moderno (come e' stato chiamato!)
o la prossima maternita' della futura regina d'Inghilterra a cui sono stati dedicati vari minuti di servizio, e vengono tralasciate situazioni ben piu' importanti.
Ma la gente non deve pensare, guai se lo facesse realmente!
In questo contesto dove vuoi che siano inseriti servizi su mostre, collezioni, musei?
Ma semplice: alle 2 della notte in qualche tg regionale!

Il discorso e' alquanto dispersivo e complesso, e' difficile affrontarlo riassumendolo in poche righe.
In prima cosa, ormai manca una cultura generale, partendo dalle scuole elementari per arrivare alla vita di tutti i giorni.
Non do colpa a chi insegna, assolutamente; la colpa sta a chi non recepisce, sta a noi genitori che per mancanza di tempo e per comodita'
forse evitiamo , con i nostri figli, di affrontare l'argomento.
Come leggi sono di Vercelli, ho la fortuna (sfortuna per il mio portafoglio!) di avere a pochi metri da casa mia la piu' importante
casa d'aste italiana come fatturato. Non faccio nomi ,non hanno bisogno della mia pubblicita', ma e' evidente chi sia.
Spesso mi trovo seduto nelle loro sale a partecipare alle loro aste, e con me ci sono ,quando possono, le mie figlie che pur essendo ancora
giovani hanno nel sangue questa malattia di famiglia...

la differenza tra l'avere l'ultimo modello di tablet ( ormai i cellulari sono passati di moda) e l'aver appeso alle pareti di casa un Campigli, o steso sul
pavimento del salotto un Kazak. E' difficile fare entrare nella loro testa questa idea, ma ci provo e noto con estremo piacere l'aumentare di giovani
presenze in sala col passare del tempo, segno che molti la pensano come me.
Penso che in questo mondo in cui tutto corre ai 1000 all'ora, in cui si sono perduti tutti i valori con cui noi siamo cresciuti,noi abbiamo il dovere
almeno di provarci, con la speranza un giorno di sentirci dire "grazie" papa'.
Rido e mi "incazzo" (scusate il termine) quando sento i Tg, sento come prima notizia la fuga del nostro eroe moderno (come e' stato chiamato!)
o la prossima maternita' della futura regina d'Inghilterra a cui sono stati dedicati vari minuti di servizio, e vengono tralasciate situazioni ben piu' importanti.
Ma la gente non deve pensare, guai se lo facesse realmente!
In questo contesto dove vuoi che siano inseriti servizi su mostre, collezioni, musei?
Ma semplice: alle 2 della notte in qualche tg regionale!

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L'arte in Italia
Ciao, Marco. Amaramente, condivido. Circa le notizie che da un po' di anni a questa parte intasano le tv, come solo può succedere nella tazza del bagno, posso dirti di aver risolto il problema, per quel che riguarda la mia famiglia, evitando di accendere la tv della sala (unica superstite) e regalando, parecchi anni fa, il televisore che, in soggiorno, accompagnava i nostri pasti. Era nuovo (si era fuso quello precedente) e di alta gamma. Con i muratori che giravano per casa, mia moglie ed io, abbiamo preso la decisione di riappropriarci della nostra vita familiare, mettendo il tv in braccio ad uno di loro con tanti auguri per l'avvenire, prospero di notizie becere e distruttive.
Per quanto riguarda il futuro dell'arte italiana, basta dare uno sguardo al presente per prevedere un veloce decadimento del patrimonio culturale (e, quindi, non solo artistico) della nostra ancor bella Italia. Gli intarsi, gli arazzi, le sculture, i dipinti, le architetture dell'epoca classica antica, del Rinascimento, la ricerca sulla luce dell'800-900 ("La passeggiata", o "donna con ombrello, di Monet, o "Alla stanga" di Segantini, da brividi!!!). Il percorso introspettivo ed analitico da Manet a Klee, attraverso la metafisica, il suprematismo, il futurismo, il surrealismo, fino all'"action paiting" e oltre. Chi può capire un Halsman nella fotografia, così come un Adams, se si ignora tutto il percorso storico dell'arte? Una "campitura" di Rothko, un abbagliante de Kooning, ad uno spirito arido di emozioni e retroterra cultutale, possono sembrare ottime tappezzerie che accompagnano i mobili di casa. Escludendo tutto ciò che è puramente commerciale ed è nato solo per per quello scopo, ogni oggetto risponde ad una ricerca stilistica e, quindi, artistica, che proviene da un lontanissimo passato. Rinnegarlo è amorale.
Il discorso della penna bella ma che non scrive , quindi non può essere considerata bella, fa sorridere. Si può appendere una stupenda panoplia di katane senza averle obbligatoriamente provate. La penna può piacere per le sue linee pure, minimaliste, oppure per il motivo magnificamente dipinto, oppure per la fine, magistrale cesellatura, o perchè rievoca un periodo storico, un passaggio tra diverse epoche o culture. Se poi la si impugna anche con l'intenzione di scriverci, beh, anche se il pennino ha qualche impuntamento e l'inchiostro non scorre fluido come la perfezione indica...ma chi se ne frega! "Soffro ma ce l'ho", come disse un amico, fresco possessore di una vibrante, in tutti i sensi, Harley.
Cari saluti.
Giuanen
Per quanto riguarda il futuro dell'arte italiana, basta dare uno sguardo al presente per prevedere un veloce decadimento del patrimonio culturale (e, quindi, non solo artistico) della nostra ancor bella Italia. Gli intarsi, gli arazzi, le sculture, i dipinti, le architetture dell'epoca classica antica, del Rinascimento, la ricerca sulla luce dell'800-900 ("La passeggiata", o "donna con ombrello, di Monet, o "Alla stanga" di Segantini, da brividi!!!). Il percorso introspettivo ed analitico da Manet a Klee, attraverso la metafisica, il suprematismo, il futurismo, il surrealismo, fino all'"action paiting" e oltre. Chi può capire un Halsman nella fotografia, così come un Adams, se si ignora tutto il percorso storico dell'arte? Una "campitura" di Rothko, un abbagliante de Kooning, ad uno spirito arido di emozioni e retroterra cultutale, possono sembrare ottime tappezzerie che accompagnano i mobili di casa. Escludendo tutto ciò che è puramente commerciale ed è nato solo per per quello scopo, ogni oggetto risponde ad una ricerca stilistica e, quindi, artistica, che proviene da un lontanissimo passato. Rinnegarlo è amorale.
Il discorso della penna bella ma che non scrive , quindi non può essere considerata bella, fa sorridere. Si può appendere una stupenda panoplia di katane senza averle obbligatoriamente provate. La penna può piacere per le sue linee pure, minimaliste, oppure per il motivo magnificamente dipinto, oppure per la fine, magistrale cesellatura, o perchè rievoca un periodo storico, un passaggio tra diverse epoche o culture. Se poi la si impugna anche con l'intenzione di scriverci, beh, anche se il pennino ha qualche impuntamento e l'inchiostro non scorre fluido come la perfezione indica...ma chi se ne frega! "Soffro ma ce l'ho", come disse un amico, fresco possessore di una vibrante, in tutti i sensi, Harley.
Cari saluti.
Giuanen
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Giovanni, concordo su (quasi) tutta la linea...sulla penna, no...o meglio nì.
Perché la penna per me può essere due cose, o un oggetto per scrivere e allora, visto che mi esercito in calligrafia e per il resto de tempo scrivo e anche parecchio, il pennino che scriva bene è la sola cosa che conta. La penna in questo caso non è un oggetto d'arte, ma è un oggetto e basta. Un mezzo, magari un tramite, se sono particolarmente ispirata ed il risultato può rivelare una connotazione estetica. Quando guardi uno still life di Josef Sudek, tanto per proseguire un discorso sulla fotografia, intendi come artistico il prodotto della macchina e del fotografo insieme, non certo il fotografo o la macchina "in sé". Invece una penna che reputo bella e che ha per me i crismi della perfezione artistica, non la utilizzo nemmeno. E' un'opera d'arte e come tale non la utilizzo ma la ammiro. Insomma, capisco cosa intendi ma, sono cresciuta subendo il plagio da quella splendida mente perversa che si chiamava Oscar Wilde. Un "esteta puro". E sai cosa diceva? L'Arte (la vera arte) è perfettamente in-utile.
Però per fortuna queste sono solo estremizzazioni, spesso gli oggetti utili hanno anche una forma esteticamente bella, per il concetto di bello che ciascuno può avere.
Perché la penna per me può essere due cose, o un oggetto per scrivere e allora, visto che mi esercito in calligrafia e per il resto de tempo scrivo e anche parecchio, il pennino che scriva bene è la sola cosa che conta. La penna in questo caso non è un oggetto d'arte, ma è un oggetto e basta. Un mezzo, magari un tramite, se sono particolarmente ispirata ed il risultato può rivelare una connotazione estetica. Quando guardi uno still life di Josef Sudek, tanto per proseguire un discorso sulla fotografia, intendi come artistico il prodotto della macchina e del fotografo insieme, non certo il fotografo o la macchina "in sé". Invece una penna che reputo bella e che ha per me i crismi della perfezione artistica, non la utilizzo nemmeno. E' un'opera d'arte e come tale non la utilizzo ma la ammiro. Insomma, capisco cosa intendi ma, sono cresciuta subendo il plagio da quella splendida mente perversa che si chiamava Oscar Wilde. Un "esteta puro". E sai cosa diceva? L'Arte (la vera arte) è perfettamente in-utile.
Però per fortuna queste sono solo estremizzazioni, spesso gli oggetti utili hanno anche una forma esteticamente bella, per il concetto di bello che ciascuno può avere.
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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@Giovanni:
Su un Harley non si soffre, si gode come un riccio!!!
Lasciatelo dire da chi "ogni scusa e' buona" per salirci sopra e si sente il re della strada!
Ne ho avute tre, l'ultima Fat ha due anni ed anche se ho cinquant'anni mi tappo ancora
come quando ne avevo venti! Mia moglie scuote il capo quando mi vede uscire, ma si è
rassegnata al pensiero
Tu parli d'arte, questa e' Arte pura, con la A maiuscola....!
Su un Harley non si soffre, si gode come un riccio!!!

Lasciatelo dire da chi "ogni scusa e' buona" per salirci sopra e si sente il re della strada!
Ne ho avute tre, l'ultima Fat ha due anni ed anche se ho cinquant'anni mi tappo ancora
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Tu parli d'arte, questa e' Arte pura, con la A maiuscola....!
- piccardi
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Riprendo anche io il discorso ripetendo che sono il primo a riconoscermi alquanto prosaico, ma anche ribadendo il concetto che per me (mai preteso di dare valore universale alle mie preferenze estetiche) una penna che non scrive non può essere bella.Giuanen ha scritto: Il discorso della penna bella ma che non scrive , quindi non può essere considerata bella, fa sorridere. Si può appendere una stupenda panoplia di katane senza averle obbligatoriamente provate. La penna può piacere per le sue linee pure, minimaliste, oppure per il motivo magnificamente dipinto, oppure per la fine, magistrale cesellatura, o perchè rievoca un periodo storico, un passaggio tra diverse epoche o culture. Se poi la si impugna anche con l'intenzione di scriverci, beh, anche se il pennino ha qualche impuntamento e l'inchiostro non scorre fluido come la perfezione indica...ma chi se ne frega! "Soffro ma ce l'ho", come disse un amico, fresco possessore di una vibrante, in tutti i sensi, Harley.
Non sono un critico d'arte, solo un fisico che lavora nell'informatica con una grossa passione per la storia (della stilografica). Non ho le competenze e probabilmente neanche la sensibilità per apprezzare certe forme d'arte, ma detto altrettanto sinceramente non mi interessa neanche averle. Architettura, musica, scultura, pittura, letteratura, cinema, quando mi piacciono, mi piacciono e basta. Ma possono anche non piacermi o semplicemente non dirmi nulla, e rivendico il mio diritto a dire che non mi dicono nulla o che non mi piacciono o che son brutte o noiose, per quanto artistiche pretendano di essere. Forse non le capisco, e riconosco i miei limiti in quel senso, ma trovo anche che è fin troppo facile attaccare l'etichetta di arte a qualcosa e darti dell'ignorante se la ritieni brutta.
Ma per tornare alla questione: io quando guardo una penna prima di tutto vedo una penna. Di certo ne apprezzo molto, se c'è, lo stile del progetto e l'eventuale espressione artistica delle sue forme e decorazioni, ma prima viene il fatto che si tratta di una penna. E contesto radicalmente il concetto che siccome si tratta di arte allora dovrei ignorare il fatto fondante che si tratta una penna. Resto prosaico, e rivendico anche il mio diritto ad esserlo: per quanto mi riguarda l'arte non ha un valore assoluto che gli permetta di passare sopra tutto il resto. E questo per quel che mi riguarda significa anche che non la considero neanche autorizzata al porsi al di sopra del fatto che una penna è un oggetto fatto per scrivere. Se lo fa per me esprime solo arroganza.
Per cui quando mi si dice che questo fa sorridere ... beh, per essere del tutto franco una affermazione del genere mi pare proprio quel tipo di atteggiamento spocchioso che ritengo uno dei più deleteri deterrenti alla diffusione dell'arte stessa.
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
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Accidenti a te, Marco, hai una Fat!! Non puoi immaginare come t'invidio. Io ero arrivato al pelo di una straclassica Road King, ma moglie e amici mi hanno dissuaso. Soffro di ernie discali e la posizione custom mi ammazzerebbe dopo due tombini.
Ma sono ancora malato di moto e così sono alla seconda plebeissima, al cospeddo di una HD, Honda VFR 1200 F, quest'ultima col dct. Hai ragione, avere un'Harley è come avere un'opera d'arte. Non è una moto. La mia, è una moto. Silenziosa, affidabile, veloce da paura, un'estratto di tecnologia e filosofia industriale, 172 cavalli da corsa ben addestrati, ma le manca qualcosa. Le manca l'anima! Quella che si può trovare in una Road, o, nel tuo caso, in una Fat, o in una Guzzi California. L'Harley di questo mio amico, ti parlo di trent'anni addietro, era un'entry level, con una "sella" che si faceva fatica a distinguere dal parafango posteriore. In pratica era seduto sul tamburo. Goditi la tua Harley. Hai tutta la mia stima e comprensione.
Giuanen
Ma sono ancora malato di moto e così sono alla seconda plebeissima, al cospeddo di una HD, Honda VFR 1200 F, quest'ultima col dct. Hai ragione, avere un'Harley è come avere un'opera d'arte. Non è una moto. La mia, è una moto. Silenziosa, affidabile, veloce da paura, un'estratto di tecnologia e filosofia industriale, 172 cavalli da corsa ben addestrati, ma le manca qualcosa. Le manca l'anima! Quella che si può trovare in una Road, o, nel tuo caso, in una Fat, o in una Guzzi California. L'Harley di questo mio amico, ti parlo di trent'anni addietro, era un'entry level, con una "sella" che si faceva fatica a distinguere dal parafango posteriore. In pratica era seduto sul tamburo. Goditi la tua Harley. Hai tutta la mia stima e comprensione.
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Devo fare un doveroso passo indietro. Sono appena entrato in questo forum e mi ci muovo come un habitué. Caro Marco, hai ragione a bollarmi per quello che pensi. E' vero, è quello che appare di me e di tutti quelli che hanno masticato e respirato arte fin da ragazzini. Il sorriso che dedico a quelli che non condividono, con quelli come me, le infinite emozioni che può regalare l'arte, non voleva essere di compatimento ma di comprensione. Solo un po' venata di quell'amara, sconsolata rassegnazione di fronte al fenomeno del lento declino di quello che era un vanto tutto italiano, l'unico riconosciuto internazionalmente, l'unico ancora invidiato ed apprezzato, l'unico inimitato. E', questo, il mio De profundis (anche a me piace Oscar Wilde, simpaticissima Irishtales). Gli esteti non accettavano la spiritualità dell'arte. Consci che la vita si riduceva, in fondo, ad una grottesca humoresque, mascheravano il lento decadimento con belletti e profumi. Ma l'arte non l'hanno mai rinnegata, perchè era il loro unico amore.piccardi ha scritto:Riprendo anche io il discorso ripetendo che sono il primo a riconoscermi alquanto prosaico, ma anche ribadendo il concetto che per me (mai preteso di dare valore universale alle mie preferenze estetiche) una penna che non scrive non può essere bella.Giuanen ha scritto: Il discorso della penna bella ma che non scrive , quindi non può essere considerata bella, fa sorridere. Si può appendere una stupenda panoplia di katane senza averle obbligatoriamente provate. La penna può piacere per le sue linee pure, minimaliste, oppure per il motivo magnificamente dipinto, oppure per la fine, magistrale cesellatura, o perchè rievoca un periodo storico, un passaggio tra diverse epoche o culture. Se poi la si impugna anche con l'intenzione di scriverci, beh, anche se il pennino ha qualche impuntamento e l'inchiostro non scorre fluido come la perfezione indica...ma chi se ne frega! "Soffro ma ce l'ho", come disse un amico, fresco possessore di una vibrante, in tutti i sensi, Harley.
Non sono un critico d'arte, solo un fisico che lavora nell'informatica con una grossa passione per la storia (della stilografica). Non ho le competenze e probabilmente neanche la sensibilità per apprezzare certe forme d'arte, ma detto altrettanto sinceramente non mi interessa neanche averle. Architettura, musica, scultura, pittura, letteratura, cinema, quando mi piacciono, mi piacciono e basta. Ma possono anche non piacermi o semplicemente non dirmi nulla, e rivendico il mio diritto a dire che non mi dicono nulla o che non mi piacciono o che son brutte o noiose, per quanto artistiche pretendano di essere. Forse non le capisco, e riconosco i miei limiti in quel senso, ma trovo anche che è fin troppo facile attaccare l'etichetta di arte a qualcosa e darti dell'ignorante se la ritieni brutta.
Ma per tornare alla questione: io quando guardo una penna prima di tutto vedo una penna. Di certo ne apprezzo molto, se c'è, lo stile del progetto e l'eventuale espressione artistica delle sue forme e decorazioni, ma prima viene il fatto che si tratta di una penna. E contesto radicalmente il concetto che siccome si tratta di arte allora dovrei ignorare il fatto fondante che si tratta una penna. Resto prosaico, e rivendico anche il mio diritto ad esserlo: per quanto mi riguarda l'arte non ha un valore assoluto che gli permetta di passare sopra tutto il resto. E questo per quel che mi riguarda significa anche che non la considero neanche autorizzata al porsi al di sopra del fatto che una penna è un oggetto fatto per scrivere. Se lo fa per me esprime solo arroganza.
Per cui quando mi si dice che questo fa sorridere ... beh, per essere del tutto franco una affermazione del genere mi pare proprio quel tipo di atteggiamento spocchioso che ritengo uno dei più deleteri deterrenti alla diffusione dell'arte stessa.
Simone
Ciao a tutti. E' stato, comunque, anche se breve, un piacere.
- piccardi
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Guarda che fai benissimo a muoverti come un habitué, non è che perché sono l'amministratore pretendo di avere ragione, e qui tutti sono bene accetti purché restino nei canoni della buona educazione e del rispetto reciproco. Se fai rifermento a me come Marco, ti devo dire che mi chiamo Simone, non Marco. Per il resto io non ti bollo come nulla, ti ho solo riportato francamente quella che era l'impressione che mi aveva dato la tua considerazione. E se come anche tu sembri confermare, questa è l'impressione (sbagliata) che riceve chi non condivide la tua passione per l'arte, forse sarebbe opportuno tentare di porvi rimedio, non mi pare una impressione positiva.Giuanen ha scritto: Devo fare un doveroso passo indietro. Sono appena entrato in questo forum e mi ci muovo come un habitué. Caro Marco, hai ragione a bollarmi per quello che pensi. E' vero, è quello che appare di me e di tutti quelli che hanno masticato e respirato arte fin da ragazzini. Il sorriso che dedico a quelli che non condividono, con quelli come me, le infinite emozioni che può regalare l'arte, non voleva essere di compatimento ma di comprensione. Solo un po' venata di quell'amara, sconsolata rassegnazione di fronte al fenomeno del lento declino di quello che era un vanto tutto italiano, l'unico riconosciuto internazionalmente, l'unico ancora invidiato ed apprezzato, l'unico inimitato. E', questo, il mio De profundis (anche a me piace Oscar Wilde, simpaticissima Irishtales). Gli esteti non accettavano la spiritualità dell'arte. Consci che la vita si riduceva, in fondo, ad una grottesca humoresque, mascheravano il lento decadimento con belletti e profumi. Ma l'arte non l'hanno mai rinnegata, perchè era il loro unico amore.
Ciao a tutti. E' stato, comunque, anche se breve, un piacere.
Io, sfortunatamente o meno, non ho masticato e respirato arte fin da ragazzino. Ho una formazione prettamente scientifica, e per scelta mia dato che mia madre insegnante era più portata per la letteratura. Mi è sempre piaciuta la matematica, e la fisica che indaga sui più profondi misteri dell'universo. Inoltre il fatto che non consideri l'arte sopra ogni cosa, non significa che non la apprezzi e che non sia capace di ricavarne emozioni. Significa esattamente quello che ho detto, che non la considero sopra ogni cosa. Se per questo, pur essendo di formazione scientifica, non considero neanche la scienza sopra ogni cosa. Potrei stare mesi ad ammirare l'impero della luce di Magritte o la casa sulla cascata di Frank Lloyd Wright, ma la stessa cosa vale per una sequoia millenaria della California o le vette delle Dolomiti.
Una nota riguardo al declino. Anche la ricerca scientifica, specie nel campo della fisica, è stato a lungo un grande vanto italiano riconosciuto internazionalmente, e un po' lo è ancora, sia pure in clamoroso declino,(vedi che era al vertice delle ricerche sul bosone di Higgs). Ma di certo si sta rovinando anche quello che era un grande patrimonio di scuole, competenze e persone, dato che nella visione corrente di buona parte della politica la cultura (e la scienza è sommamente cultura) non si mangia...
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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e per aiutare chi non trova un termine:
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L'arte in Italia
Ragazzi, passatemi il termine
, ma come siete permalosi .....
Lo sapevo che ci si andava a scontrare, la scienza contro la fantasia .
Io posso solo dare ragione ad entrambi, Giovanni e' un po' il classico amante del bello a cui poco importa
se una cosa sia funzionale o meno, basta che ricalchi i classici contorni cari all'esteta
Simone e' troppo razionale e materiale, ma pur condividendo in toto il suo pensiero, lo inviterei
molto volentieri a venire a partecipare a qualche sessione d'asta ed a circondario di opere d'arte.....
Poi, caro Giovanni, abbandonare questo interessantissimo ed affascinante forum solo per una banale
discussione , beh mi sembra un tantino eccessivo
Dai, quando fa un po' più caldo vengo a prenderti ed andiamo a farci un giro in Monferrato.....
Dimenticavo, penso di essere io il Marco a cui si riferiva erroneamente nel pot il nostro Giovanni!

Lo sapevo che ci si andava a scontrare, la scienza contro la fantasia .
Io posso solo dare ragione ad entrambi, Giovanni e' un po' il classico amante del bello a cui poco importa
se una cosa sia funzionale o meno, basta che ricalchi i classici contorni cari all'esteta
Simone e' troppo razionale e materiale, ma pur condividendo in toto il suo pensiero, lo inviterei
molto volentieri a venire a partecipare a qualche sessione d'asta ed a circondario di opere d'arte.....
Poi, caro Giovanni, abbandonare questo interessantissimo ed affascinante forum solo per una banale
discussione , beh mi sembra un tantino eccessivo
Dai, quando fa un po' più caldo vengo a prenderti ed andiamo a farci un giro in Monferrato.....

Dimenticavo, penso di essere io il Marco a cui si riferiva erroneamente nel pot il nostro Giovanni!

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- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Bosco Marengo (AL)
L'arte in Italia
Il mio più grande amico faceva il fotografo. Padrone di una catena di negozi di fotografia che gestiva con i figli. Nottate nella mia camera oscura. Ubriacature di ingrandimenti, bruciature, maschere, vapori...Dall'ornitologia all'entomologia, dagli appostamenti con tele alle ingobbiture con i macro più spinti fino allo still life, Marcello era con noi. Si progettava di rispolverare il suo ingranditore grande formato, quindi l'acquisto di un banco ottico appena fossi giunto alla pensione. Era un maestro. I suoi tagli prospettici erano geniali. Poi la malattia inaspettata. "Quella", malattia. E la morte. Marcello era toscano. Se vogliamo brindare con un buon vino scegliamo un Chianti, in sua memoria. Come faccio a litigare con un toscano, sia esso d'origine o d'adozione.
Caro Simone (ex Marco), il punto di frizione che ha causato quella discussione, non parte da due punti di vista diversi e divergenti, ma dall'approccio col quale si affronta l'argomento. Pur essendo un pragmatico dichiarato, alla Ockham, penso affascini anche te il pensiero, qual'ora si presentasse l'occasione, di sfoderare dal taschino interno della giacca un prodigioso ed ammirato prodotto di perizia artigianale e con quello lasciare sulla carta il segno da esso generato, un buon segno, un ottimo segno, concordo anch'io. Pur propendendo di più verso la ricerca di una forma che allieti l'anima piuttosto che la concretezza, rimane fermo il punto che una zappa debba zappare, ma, forse, se il suo manico fosse oltrechè della giusta ergonomia anche del legno e della forma elaborata da un eccellente artigiano, la terra del campo potrebbe risultare più vicina e la fatica più sopportabile. In tutti noi c'è un po' di Oscar Wilde, anche senza avvicinarsi troppo al suo narcisismo decadente, anche se attraente. Tra i miei riferimenti filosofici , il Nord magnetico è indicato da Hesse, da Schelling e da tutti quei pensatori che non accettano che il mondo si riduca a quello che le nostre capacità sensoriali ci impongono.
Non ho voluto offendere nessuno esponendo la mia amarezza in modo, forse, poco elegante. Spero di poterti ancora chiedere pareri e critiche sulle stilografiche e quanto ruota intorno al loro mondo, un mondo che ritorna ad attrarmi.
A Marco devo rivolgere più di un complimento. Camillo Benso, Mazzarino, non sapevano infilare il filo in un ago al tuo confronto. Che formidabile tessitore che sei! Grazie per il tuo intervento. Sinceramente.
Giuanen
Caro Simone (ex Marco), il punto di frizione che ha causato quella discussione, non parte da due punti di vista diversi e divergenti, ma dall'approccio col quale si affronta l'argomento. Pur essendo un pragmatico dichiarato, alla Ockham, penso affascini anche te il pensiero, qual'ora si presentasse l'occasione, di sfoderare dal taschino interno della giacca un prodigioso ed ammirato prodotto di perizia artigianale e con quello lasciare sulla carta il segno da esso generato, un buon segno, un ottimo segno, concordo anch'io. Pur propendendo di più verso la ricerca di una forma che allieti l'anima piuttosto che la concretezza, rimane fermo il punto che una zappa debba zappare, ma, forse, se il suo manico fosse oltrechè della giusta ergonomia anche del legno e della forma elaborata da un eccellente artigiano, la terra del campo potrebbe risultare più vicina e la fatica più sopportabile. In tutti noi c'è un po' di Oscar Wilde, anche senza avvicinarsi troppo al suo narcisismo decadente, anche se attraente. Tra i miei riferimenti filosofici , il Nord magnetico è indicato da Hesse, da Schelling e da tutti quei pensatori che non accettano che il mondo si riduca a quello che le nostre capacità sensoriali ci impongono.
Non ho voluto offendere nessuno esponendo la mia amarezza in modo, forse, poco elegante. Spero di poterti ancora chiedere pareri e critiche sulle stilografiche e quanto ruota intorno al loro mondo, un mondo che ritorna ad attrarmi.
A Marco devo rivolgere più di un complimento. Camillo Benso, Mazzarino, non sapevano infilare il filo in un ago al tuo confronto. Che formidabile tessitore che sei! Grazie per il tuo intervento. Sinceramente.
Giuanen
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I forum sono nati per confrontarsi e per imparare, sempre.
Le discussioni sono all'ordine del giorno, quindi e' normale anche avere dei punti di vista differenti.
Ma se tutto rientra nei termini della buona educazione e del rispetto reciproco, ben vengano.

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Ma se tutto rientra nei termini della buona educazione e del rispetto reciproco, ben vengano.
