Del resto lo dicevano anche veri guru della tecnica, come Philip Roth e Bukowski.
"Scrivo poesie per portarmi a letto le ragazze" (cit.)
Del resto lo dicevano anche veri guru della tecnica, come Philip Roth e Bukowski.
Credo che tutti i più grandi poeti maschili ( italiani visto che li conosco ) siano dei simp ( don giovanni moderno ) , guardasi come Dante si è fatto i viaggi mentali e temporali pur di volersi portare a letto "Beatrice".
Infatti anche qui capita che inizino a rispondere prima ancora di aver finito di leggere, riempiendo il messaggio di congetture inutili a cui si sarebbe già evitato di arrivare
O che entrino a gamba tesa, ponendo una domanda alla quale è già stata data risposta esaustiva, basterebbe usare il tasto ricerca, e si arrabbiano pure se qualcuno glielo fa notare, anzi si meravigliano se non ricevono risposta entro qualche ora.
Idem, sono sempre esistiti tuttiasx2 ha scritto: ↑mercoledì 17 aprile 2024, 21:20 Ciao Abulafia,
senza spirito polemico, ma anch'io posso dirti che conosco ragazzini appassionati di Apollinaire, Breton e poeti surrealisti. Così come conosco ragazzini che stanno in giro, che passano le giornate a giocare a pallone o a passeggiare con gli amici (con lo smartphone sempre a portato di mano?).
Ma tutto questo fa statistica?
Voglio dire: significa qualcosa? Oltre al fatto che, probabilmente quelli appassionati di poesia surrealista, come te non hanno "Mai sopportato la maggior parte dei miei compagni di classe e delle persone che incontravo in giro".
Insomma, alla fine, ti sei fatto una domanda e ti sei dato una risposta. Quelli Nerd - o in qualche modo differenti - sono sempre esistiti. Ma tutti gli altri?
Però cosi si rischia di perdere completamente la bussolaPolemarco ha scritto: ↑sabato 20 aprile 2024, 11:34 Immaginate questa scena.
Mi trovo nel mio ufficio con sei o sette stagisti (prevalenza femminile) neo laureati con il massimo dei voti e, come da richiesta dei “pupetti” (li chiamo così), sto spiegando.
I pupetti hanno finito le poltrone e le sedie, una è seduta su un tavolo (non quello mio).
Entra un collega, anziano come me, per sapere come la penso su un problema.
Assomiglia a Strelnikov appena uscito dal film il Dottor Zivago ma ha i capelli bianchi.
Si pone al centro della stanza e dopo aver guardato i ragazzi comincia a domandare loro: “Avete letto l’Ulisse di Joyce?”. Risposta corale: “No”. Insiste: “La montagna incantata di Mann ?” Risposta corale: “No”. Persiste: “La Metamorfosi di Kafka ?”. “No”. Con evidente perplessità: “L’uomo senza qualità di Musil?”. Silenzio. "Qualche russo ?". Tutto tace.
Poi si rivolge a me e dice: “Ma questi che c…o leggono ?”.
Ripeto e sottolineo: neo laureati con il massimo dei voti.