stilo e pennino: differenze.

Stili, strumenti e iniziative per migliorare la propria scrittura.
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stilo e pennino: differenze.

Messaggio da Rampa »

la stilo calligrafica pur essendo di grandissima comodità, a mio parere non offre la stessa precisione e finezza di tratto di un pennino da intinzione.
Oggi ho condotto una prova di scrittura copiando alcune frasi dal libro di Hebborn "italico per italiani" usando rispettivamente una Artpen con pennino 1.1 e un pennino Mitchell 3.5, inchiostro Pelikan 4001 Brilliant Black . La carta, nonostante i 100gr/mq dichiarati da Pigna, non è il massimo per questo tipo di scrittura perchè l'inchiostro "trapassa" molto facilmente ed il tratto se è troppo umido perde di nitidezza. Il quaderno è un A4 Monocromo con le righe per gli esercizi delle scuole elementari, la cui spaziatura trovo ottimale per scritture con pennini con larghezza di tratto di circa 1mm.

Aldilà della qualità della scrittura (ricordo che sono sempre alle prime armi e che sono un pò capriccioso con gli esercizi), le differenze tra le due penne mi sembrano evidenti: pur avendo una buona definizione, la Artpen della Rotring ingrossa un pò troppo il tratto, anche se comunque si può scrivere decentemente e con comodità.
Nella seconda parte dello scritto, il pennino Mitchell 3.5 con tutte le sue idiosincrasie (scrittura variabile a seconda della posizione del serbatoio, prestazioni non sempre costanti, ricerca costante di una messa a punto da parte di chi scrive), offre a mio parere il compromesso migliore, perfino al confronto del molto stimabilissimo pennino Brause, tra precisione e spessore del tratto. In particolare amo la finezza dei tratti sottili e la facilità con cui si possono controllare quelli di spessore maggiore. Spero che dalla scansione si possano notare le differenze.

Ogni commento è il benvenuto, ed anche i suggerimenti al calligrafo della domenica. :)
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Messaggio da Irishtales »

Concordo appieno sull'uso dei pennini. E devo anche darti atto che il merito (che si trasforma in "colpa" ogni volta che mi macchio le mani di inchiostro indelebile! :lol: ) è tuo, infatti sei stato il primo a cimentarti con i pennini da intinzione e ho voluto provare anche io.
Detto questo, io trovo molto utile lavorare con spessori più grandi, perchè con un 1,1 ad esempio, della Lamy, noto meno le differenze di tratto e per esercitarmi diventa un problema.
Al contrario un pennino così sottile mi permette però di concentrarmi di più sulla forma delle parole, quindi al momento alterno le dimensioni dei pennini molto spesso.
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Messaggio da Ottorino »

Rampa ha scritto:la stilo calligrafica pur essendo di grandissima comodità, a mio parere non offre la stessa precisione e finezza di tratto di un pennino da intinzione.
Ogni commento è il benvenuto, ed anche i suggerimenti al calligrafo della domenica. :)
Migliori a vista d'occhio !!!

Sulla differenza tra i pennini penso dipenda dalla molatura. Non ho pennini da intinzione quindi vado la buio.

Mi sono pero' limato/rettificato diversi pennini da stilografica e ti garantisco che possono essere finissimi sul lato sottile, fino a tagliare la carta. Diventa difficile usarli perchè "appuntano". Allora cominci a smussarne gli spigoli e piano piano ti ritrovi uno stub, che pero' ha una differenza sottile-grosso molto marcata.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da Irishtales »

Ottorino, urge chiarimento per imbranati e diversamente abili con attrezzature da riparazione...
volendo cimentarsi nella suddetta trasformazione, con quali strumenti si deve operare? Bastano le Micromesh? Con che gradazione si deve iniziare\continuare\terminare il lavoro?
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Messaggio da Ottorino »

é scritto tutto qui
http://www.marcuslink.com/pens/aboutpen ... g-tan.html

Sul forum c'è anche uno scambio tra me e Simone (non Piccardi) su come fare.
Velocemente. meglio avere un pennino BB. Piu' è grande e meglio ci si lavora.

Avere una pietra da affilare di quelle a grana sottile (da scalpelli, Claudio ce l'avrà di sicuro) non guasta.
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Messaggio da courthand »

Claudio buonasera,
concordo perfettamente: le stilo calligrafiche sono ottime (uso Parallel pen e stilo Manuscript) per fare esercizio, perchè si possono usare in qualsiasi momento, per la comodità, ma quando devi fare un lavoretto serio, cannuccio e pennino! Anche perchè con questi puoi usare inchiostri che esaltano la sensazione di nitidezza del tratto.
Per quanto riguarda invece le preferenze di pennino, penso che molto si tratti di feeling personale: per me, ad esempio, che ho una mano piuttosto pesa, trovo si adattino meglio i pennini Brause, più rigidi e meno "grattosi" dei Mitchell, e poi mi sono abituato al taglio obliquo: ripeto, preferenze personali.
Tempo fa mi hanno regalato dei vecchi (ma nuovi) pennini Perry: orbene, nello scrivere con i colori a guazzo mi hanno risolto un sacco di problemi.
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Messaggio da Rampa »

Grazie per le risposte e per gli apprezzamenti, sarete ricordati nel mio testamento manoscritto in italico, tuttavia se c'è qualche merito lo si deve quasi esclusivamene ad Eric Hebborn e al suo bellissimo libro. Direi che in uno scritto di calligrafia è certamente importante il saper scrivere ogni lettera in modo accurato, ma sto scoprendo che è importantissimo anche l'aspetto compositivo del mettere insieme le lettere a formare le parole e le parole a formare frasi e periodi. Da questo punto di vista penso si possa essere un buon compositore ed un cattivo calligrafo e viceversa.
Ottorino mi aveva suggerito nel recente passato un articolo in cui si spiegava come affilare i pennini delle stilo, ho provato con una Parker calligrafica ma con scarsi risultati. Forse non ho saputo fare bene il lavoro e dovrei rovinare qualche pennino in più per arrivare ad un risultato decente, rimane però il "problema" che una stilo ha comunque un pennino più rigido e un feeling molto diverso da quello di un pennino da intinzione. Poi bisogna anche aggiungere che certe differenze le puoi percepire solo con la mano perchè ad un certo punto l'occhio non ci arriva più se non munito di una potente lente di ingrandimento.

Alessandro, sono perfettamente d'accordo su quanto dici delle differenze tra i Brause e i Mitchell, ma siccome questi ultimi mi hanno sempre dato discreti problemi fin dall'inizio, ho voluto insistere nel voler scoprire le loro peculiarità. D'altra parte se continuano a produrli e qualcuno li compra e li usa con profitto, un motivo ci sarà :)
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Messaggio da Ottorino »

Ottorino mi aveva suggerito nel recente passato un articolo in cui si spiegava come affilare i pennini delle stilo, ho provato con una Parker calligrafica ma con scarsi risultati. Forse non ho saputo fare bene il lavoro e dovrei rovinare qualche pennino in più per arrivare ad un risultato decente,
Il mio primo intervento di spianatura (che resta anche il migliore) è durato qualche settimana tra pensare cosa fare e farlo nel modo giusto.
Poi bisogna anche aggiungere che certe differenze le puoi percepire solo con la mano perchè ad un certo punto l'occhio non ci arriva più se non munito di una potente lente di ingrandimento.
Infatti il difficile è proprio li.
Capire "dove" appunta e operare nel posto giusto e solo li senza lisciare dove non necessario (e magari fare danno).
Comunque tutta roba che potevo fare qualche tempo fa. Da quando m'è calata la vista, trovo serie difficoltà.
Ma mi sto attrezzando..........
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Messaggio da courthand »

Alessandro, sono perfettamente d'accordo su quanto dici delle differenze tra i Brause e i Mitchell, ma siccome questi ultimi mi hanno sempre dato discreti problemi fin dall'inizio, ho voluto insistere nel voler scoprire le loro peculiarità. D'altra parte se continuano a produrli e qualcuno li compra e li usa con profitto, un motivo ci sarà

Certo, il motivo è che sono ottimi pennini: ci sono calligrafi che mai rinuncerebbero al loro Mitchell!
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Messaggio da Irishtales »

Io ad esempio mi trovo benissimo con i pennini Mitchell, ma ho un tratto leggero, e praticamente i Mitchell non flettono minimamente quando scrivo. Il problema semmai per me è proprio la pressione: l'inchiostro fa fatica ad iniziare a scendere sulla carta e devo per prima cosa fare due o tre tentativi su un foglietto volante accanto al foglio su cui poi scriverò o le false partenze sono in agguato...inoltre continuo a non trovare problemi con tempere diluite ma a trovarne di seri con alcuni inchiostri. Presto proverò i Brause anche io, oltre ai pennini obliqui...mi avete troppo incuriosita!
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Messaggio da courthand »

devo per prima cosa fare due o tre tentativi su un foglietto volante accanto al foglio su cui poi scriverò o le false partenze sono in agguato...
e non solo quelle, anche gli allagamenti inconsulti! E comunque, anche in assenza di alluvioni, controllare la costanza di flusso serve anche ad evitare di scrivere i primi caratteri un po' abbondanti in inchiostro.
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Messaggio da Rampa »

In effetti, caro Alessandro, l'abbondanza di flusso del pennino con serbatoio (ma anche senza) appena intinto, è cosa dannosa e che cerco di evitare intingendo in modo parsimonioso. Questo mi consente di evitare di fare lunghe prove fino alla regolarizzazione del flusso su fogli di carta da schizzi, poichè una delle cose più importanti quando scrivo è quello di mantenere una buona concentrazione, senza troppe interruzioni.
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Messaggio da courthand »

Buongiorno Claudio,
consentimi un suggerimento: per evitare intinzioni troppo abbondanti, specie con i Mitchell che hanno il serbatoio sotto (in effetti anche con i Brause se si usa il serbatoio) un espediente valido è quello dei vecchi scriba: non intingere il pennino nel calamaio ma caricarlo con un pennellino. Questo permette di mettere nel serbatoio, più o meno, sempre la stessa quantità di inchiostro garantendo una certa costanza di flusso: un po' noioso, ma funziona.
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Messaggio da Ironnib »

Riesumo questa discussione per focalizzare le difefrenze (se ce ne sono) inchiostro da intinzione e da stilografica.

Fino ad oggi pensavo che in linea di principio fossero identici, imamginavo che magari alcuni troppo fluidi potessero nonandare bene per l'intinzione, ma a parte qualche peculiarità pensavo che avessero alla base la stessa composizione.
invece poco fa, acquistando un ichiostro Tibaldi (peccato che sia un regalo perchè la confezione e la boccetta sono stupende - 70 ml!!)...e la signora del negozio vedendomi che guardavo quelli che sono associati alle confezioni coi pennini, mi ha detto che quello non andrebbe bene per la stilografica perchè "ha troppo deposito".

Immagino che intendesse che ha più pigmentazione e che questa andasse ad intasare la stilo.

Tuttavia non mi risulta tale differenza.
Per spiegarmi meglio so che tra china e inchiostro il primo è una sospensione il secondo un asoluzione e la china si secca e nn si scioglie nememno più in acqua.

Vi sono differenze così forti anche tra inchiostri per intinzione e e per stilo?
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Messaggio da Irishtales »

Sì, e non sono solo i pigmenti. C'è la gomma arabica negli inchiostri da intinzione (da calligrafia) che è un addensante, perché per scorrere in modo costante e non tradursi immediatamente in una goccia sul foglio, devono essere più viscosi e densi.
La gomma arabica e i pigmenti sono tanto utili per i pennini da intinzione quanto nefasti per gli alimentatori stilografici.
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