Delle penne parlerò tra poco, commentando un paio di modelli, ma per ora voglio sottolineare che questo è il vero marchio OMAS, a differenza delle paccottiglie che negli ultimi mesi hanno usurpato questo nome storico dell’industria italiana. Il "certificato" e firmato dall'amministratore delegato di Ancora, proprietario della marca OMAS.
Aggiungo anche che le penne della OMAS non sono più fatte da artigiani bolognesi, e forse con le OMAS storiche hanno in comune poco più che la forma esterna, e non sempre. Però la marca, se non magari nei fatti, nel diritto é quella vera, legalmente acquistata dagli ultimi proprietari di OMAS. Può ben essere che a qualcuno, o a molti, questo appaia del tutto irrilevante, ma non a me, che dubito si possa costruire qualcosa di decente fuori dal diritto.
Immagino che ora ne usciranno diatribe legali, tra la OMAS (di diritto) e la fake-OMAS che fa penne con il nome OMAS senza possedere il marchio e usa i nomi delle linee OMAS, che “dovrebbero” essere indissolubilmente legati al marchio. Questo è per dire che, tra i tanti mali, scelgo almeno la parte che lo fa legalmente.
Ora, per prevenire quelli tra i lettori che stiano pensando che io mi sia bevuto il cervello e creda che i modelli ancora caldi di forno siano “vere” OMAS, chiarisco da subito che, per quanto mi riguarda, le ultime “vere” OMAS sono state fatte nove anni fa, nel 2015. Ma almeno, siano quel che siano, le nuove sono fatte sotto l’egida del marchio vero.
Ebbene, che cosa sono?
Si tratta di due modelli entrambi in edizione limitata a 98 pezzi, un roller e una penna stilografica, in tre tipi di resine colorate, il primo quasi perfettamente modellato sulla Grand Paragon della OMAS post 2005 (compreso il fermaglio ad arco) e l’altra una stilografica a cartuccia/converter, anch’essa tipo Grand Paragon.
La stilografica ha un fermaglio in “stile Delta” e due anelli con la greca “omasiana” in altorilievo, uno alla base del cappuccio e l’altro sulla sezione, anch’essa in resina - a differenza della sezione metallica della Grand Paragon. Quando dico che le nuove penne sono ”quasi” perfettamente modellate sulla Grand Paragon è perché mi pare che il fondello, almeno nella stilografica, sia forse leggermente meno conico (e per questo meno bello) di quello dell’originale.
Le tre resine sono un blu screziato, che ho trovato bello e non eccessivo, e altri due colori che la OMAS definisce “Arco” e non lo sono per nulla, uno in marrone e uno in verde. Se non volessero prendere in giro i loro clienti chiamandola scioccamente “Arco”, questa resina di per sé non sarebbe brutta: almeno non ha quei ghirigori di colori da dolci di zucchero della fiera che vanno tanto in voga oggi e che io trovo fanciullescamente sgraziati.
Il corpo ha la bella - o bellissima - forma dodecagonale rastremata della Grand Paragon, e il cappuccio della penna roller termina - come nel modello che la ispira - in una cuspide non pronunciata adornata da un cerchietto metallico prima di raggiungere la sommità. Dalle fotografie che ho visto in rete non ho potuto capire se anche il cappuccio della stilografica abbia l’anello della “O” di OMAS, ma mi pare che no. La clip ad arco del roller può piacere oppure no, ma fa parte del DNA della nuova Paragon, e io la trovo perfettamente riuscita.
Di fatto, il fermaglio in stile “Delta” della stilografica è a mio avviso assai meno bello, troppo sottile rispetto ai volumi della penna. Gli anelli con la greca su cappuccio e sulla sezione della stilografica “ci stanno”, ma per la pulizia delle linee della Grand Paragon sono secondo me secondo me superflui per il loro altorilievo esagerato rispetto al semplice anello della penna originale, e avrebbero ben potuto non starci.
Ma la regola aurea secondo la quale “meno è più” sembra essere del tutto sconosciuta ai pennai d’oggigiorno, ispirati piuttosto dal “chi più ne ha, più ne metta”… Di fatto, mentre il roller, che quasi copia completamente la Grand Paragon, é a mio avviso molto bello, la stilografica mi sembra uno di quei “pennoni” con “troppa cosa” alle quali ci hanno abituato (ma non mi rassegno) negli ultimi anni troppi produttori di stilografiche: tutto troppo!! La sezione della nuova stilografica OMAS non termina con il piccolo labbro dodecagonale dell’originale, ma con una leggera svasatura che mi sembra riuscita per il suo disegno in resina.
Il pennino in oro 14K ha una incisione originale, che mi pare si rifaccia a vari “motivi” storici di OMAS. A giudicare dalle fotografie, mi sembra sia una taglia 6, un po’ piccolo per le dimensioni della penna, così come lo era quello della Grand Paragon originale.
Finisco questo intervento dicendo che, per essere il primo tentativo dei proprietari di OMAS, le penne non sono perfette (soprattutto la stilografica, che ha poca della “grazia OMAS”), ma non fanno sperare male del tutto. Correggendo qualcosa qua e là se ne potrebbe ricavare una OMAS Grand Paragon a cartuccia, in qualche bella resina - compresa quella nera e qualche altro colore solido -, che costi meno di una Grand Paragon usata, e con l’innegabile vantaggio di chiamarsi OMAS davvero.
Certo, proprio mentre OMAS presenta le sue nuove penne, i diritti dell'azienda sulla pagina ufficiale della marca, omas.com, sono scaduti, e il dominio appare in vendita... Davvero non riescono a fare le cose per bene!