Idem.
Io continuo a dire che quello tra penna e inchiostro è un matrimonio.
Se poi ci mettiamo anche la carta, lo stile di scrittura, i gusti e le esigenze individuali... non ne usciamo più.
Io che scrivo molto per lavoro, in questo momento ho quattro "cavalli di battaglia", dove per cavallo di battaglia intendo almeno un calamaio l'anno, a volte uno ogni tre-sei mesi, tranne che per l'Octopus che compro nel flacone da 250 ml e travaso in calamaio TWSBI.
Cartucce anonime di Blu (vari marchi, le us
Pelikan Royal Blue o Waterman Serenity Blue e altri inchiostri blu cancellabili (in cartucce, uso itinerante e nel flacone da litro in ufficio, condiviso con i colleghi)
Diamine Presidential Blue + quantità oeopatica di Leipsicher Schwartz per scurirlo un pelo
Rohrer & Klkingner Permanent Blau
Octopus Ultramarinenblau
A questi si aggiungono gli inchiostri di uso più o meno occasionale.
Di R&K ho usato e uso il Salix perchè ferrogallico e il Vergris perchè mi piace il colore. Mai avuto un problema, anche quando causa pandemia mi è rimasta una penna inchiostrata di Salix in ufficio per mesi. Mai avuto problemi di muffe, ma io ho l'abitudine di lavare bene la punta della penna sotto il rubinetto prima di intingerla nel calamaio. Non ho avuto problemi di muffe nemmeno con gli Herbin di qualche anno fa, nonostante il problema sia stato riconosciuto (e risolto) dalla casa stessa.
Detta così sembra semplice, ma questi inchiostri sono perfetti per il mio uso, si abbinano alle classiche penne europee con il pennino fine o medio (che scelgo a seconda del marchio), alla carta Clairefontaine/Oxford dei miei blocchi ed al fatto che scrivo molto, velocemente e non posso aspettare trenta secondi che l'inchiostro asciughi prima di girare pagina. Vanno bene anche per ricaricare le Pilot Techpoint.
Aggiungiamo che non amo molto gli inchiostri troppo carichi (mi danno quella sensazione come di ...pennarello) ma nemmeno le troppe sfumature (mi serve una buona fotocopiabilità), per cui sono arrivato alle soluzioni che funzionano per me.
Detto questo, gli inchiostri che per il mio uso, le mie esigenze ed i miei gusti non mi hanno esaltato sono stati:
Diamine Majestic Blue. Sulla carta Clairefontaine non asciugava mai. Tempi biblici per poter girare pagina (o carta assorbente) e anche dopo una settimana toccando la carta con le dita, mi succedeva che sbavasse. Di questo inchiostro so che molti apprezzano le bellissime sfumature e il blu intenso.
Diamine Blue-Black. Preso in cartucce, bellissimo colore ma intasava le penne che uso io e, caratteristica comune con il Salamander, faticava a scendere dalla cartuccia. Risultato: flusso irregolare e necessità di scuotere la penna o schiacciare la cartuccia. Sono riuscito a finire le cartucce utilizzando una vecchia stilografica scolastica, nella quale, stranamente, non dava questi problemi.
Lamy Erasable Blue. Quantunque io ami gli inchiostri che si possono cancellare con l'eradicatore (che mi permettono di tenere ordine nei miei appunti), nella categoria lo considero il più slavato, pari merito con le cartucce anonime da supermercato tedesco e delle Schneider (che immagino essere la stessa cosa). Il Pelikan Royal Blue ha giusto quel pelo di saturazione in più che mi serve. Risente di quantità omeopatiche di acqua, per cui bisogna asciugare bene la penna. Conosco chi la pensa esattamente all'opposto e lo compra apposta perchè secondo lui il Pelikan è troppo carico.
Pelikan Blue-Black. Lo uso, mi piace, ma a volte mi è capitato di trovare una scatola di cartucce o un calamaio con il colore completamente deteriorato, al posto del blu-nero, un grigino verdastro che uso lo stesso in penne dal flusso abbondante, ma che non è quello che volevo comprare.
A questa lista potrei aggiungere tanti altri inchiostri che ho provato, non mi hanno esaltato o non si sono rivelati all'altezza delle mie aspettative e che invece altri qui considerano ottimi inchiostri. Uso regolarmente il Waterman Mysterious Blue, ma so che devo prendere penne dal flusso un po' abbondante, perchè in una penna dal flusso controllato il blu diventa un verdognolo. Oppure il Pelikan Edlestein Tanzanite, che va invece benissimo su una penna che non abbia un gran flusso.
Del resto, se un inchiostro fosse davvero problematico, non lo comprerebbe nessuno e la casa o lo ritirerebbe dal mercato o cambierebbe la formulazione per risolvere il problema, vedi appunto il caso degli Herbin che avevano problemi di stabilità. Se continua ad essere venduto, significa che a qualcuno piace e lo usa. Ci sono centinaia di produttori e migliaia di inchiostri e c'è anche la possibilità di farsi le miscele in casa, a ciascuno i suoi.