Il banano è stato domesticato e geneticamente migliorato (privilegiando i cloni dai frutti più grandi e dolci e senza semi) oltre 8 mila anni fa nella regione della Nuova Guinea. Oggi se ne conoscono un migliaio di “varietà“ o cultivar, che sono state selezionate per alcune specifiche caratteristiche desiderabili. Le banane che si mangiano come frutti derivano interamente o quasi dalla Musa acuminata, mentre quelle che sui usano per cuocere (piú grandi e verdi, rare da trovare in Italia), che ricevono il nome di plátanos o plantains, sono usualmente ibridi con Musa balbisiana. La banana tipica del supermercato è il cultivar “Cavendish”, una Musa acuminata tripploide, che si originò in Vietnam o in Cina. Sostituisce oggi un altro cultivar - che secondo gli intenditori aveva frutto più dolce e saporito - la Gros Michel, che fu però sterminato da una infezione fungina del suolo insorta negli anni '50 nelle piantagioni di Panama.
L’uso della banana Cavendish per esportazione é tanto comune che per la maggior parte della gente la banana grande, gialla e ricurva, é “la banana” e punto. Nelle regioni tropicali si coltivano però molti altri cultivar di banana, tra i quali la "Lady Finger: (una diploide di Musa acuminata conosciuta anche come banana-dattero), piccola, con la buccia sottile e molto dolce; la “ Goldfinger", un ibrido tetraploide sviluppato recentemente in Honduras e che potrebbe rappresentare un importante sostituto della Cavendish; la “Señorita", originaria dlle Filippine, con frutti piccoli (meno di 10 cm) e dolci; e la “Red Dacca”, generalmente piccola, con buccia rosso-porpora leggermente più spessa della cavendish, dolce, con un leggero sapore di lampone e di buona conservazione.
Domenica, al mercato della frutta e verdura vicino a casa, ho acquistato una “mano” di banano morado e mi é venuta voglia di farvi vedere questi frutti esotici, insieme ad alcune delle mie penne preferite. Per questo ho allestito un piccolo set e ho fotografato le banane rosse insieme alla Hemingway, a tre delle mie Montegrappa Extra 1930 e altre tre Omas, tutte in celluloide Arco. Giochi di una domenica tropicale…
Gli altri frutti che si vedono nella fotografia sono jocotes (giocote in italiano?), prodotti da una Anacardiacea che si chiama Spondias purpurea. La parola spagnola, jocote, deriva dal Nahuatl xocotl, che significa semplicemente frutto.