Non fraintendete il titolo , la domanda di oggi è semplice:
Quando scrivete con la stilografica, siete propensi ad accettare i termini e le condizioni della penna o cominciate a farvi strada per farlo uscire come volete voi? Anche a costo di sostituirla
Io sono propenso ad accettare come scrive la penna, e a imparare a conoscerla, ma alla fine finisce sempre che litighiamo quando non andiamo d'accordo e poi la mando via
Mi ritrovo nell'ipotesi da te fatta nell'ultimo paragrafo: però non ho mai mandato via una penna che non scriva come io mi aspetto. La ripongo, la riprendo, cerco possibili soluzioni, nell'impossibilità di risolvere rimane nel cassetto .
„Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.“
novainvicta ha scritto: ↑sabato 30 dicembre 2023, 19:08
Mi ritrovo nell'ipotesi da te fatta nell'ultimo paragrafo: però non ho mai mandato via una penna che non scriva come io mi aspetto. La ripongo, la riprendo, cerco possibili soluzioni, nell'impossibilità di risolvere rimane nel cassetto .
Da qui il dubbio, sono più magnanimo io a concedere nuova casa alla penna ( o a rimandarla dal creatore ) o chi le lascia in dimora?
Credo che non avrei pace nei sensi finché non trovo una soluzione definitiva. E' come un parassita che distoglie le mie attenzioni verso altre penne perché mi viene sempre in mente " ma perché quella non scrive come questa " .
RisottoPensa ha scritto: ↑sabato 30 dicembre 2023, 18:47
Quando scrivete con la stilografica, siete propensi ad accettare i termini e le condizioni della penna o cominciate a farvi strada per farlo uscire come volete voi? Anche a costo di sostituirla
o al costo di modificarla...
non pratico equitazione però immagino il rapporto simile a quello dell'uomo e il suo cavallo
modificarla è comunque volerla dominare, diciamo che se si accetta come è la penna si cerca di capirla ( sempre se non ci sono difetti , in quel caso la penna non è nelle sue condizioni base )
non sempre modificarla, alcuni tendono a volte a forzare una penna (soprattutto il pennino) chiedendogli di fare cose per cui non è nato, ad esempio forzando un pennino a flettere quando non è nato per farlo
RisottoPensa ha scritto: ↑sabato 30 dicembre 2023, 19:14
non avrei pace nei sensi finché non trovo una soluzione definitiva. E' come un parassita che distoglie le mie attenzioni verso altre penne perché mi viene sempre in mente " ma perché quella non scrive come questa " .
Idem. Se non riesco ad andarci d’accordo dopo aver tentato di adattarmi io, prevale quel senso di irrisolto che mi logora. In quel caso meglio non avere più la penna davanti agli occhi
Silvia
If you have help, it becomes someone else’s garden
Mi adatto volentieri con le penne vintage che hanno subito gli "influssi" del precedente proprietario, perché è una delle cose intriganti di queste penne.
Sempre con le vintage, mi adatto di meno se la difficoltà è più da ascrivere a peculiarità o difetti, nel qual caso tendo a provare interventi minimamente invasivi.
Con le penne recenti o nuove che mi creano difficoltà non mi adatto.
Se c'è spazio di manovra intervengo, altrimenti non le uso.
Sono peró molto pochi i casi in cui rifiuto totalmente una penna.
"È tutta colpa di Esme" [Bons]
"Nove decimi del cervello non vengono usati, e come la maggior parte dei fatti noti, è falso."
[sir Terry Pratchett]