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Preferenze pennini: unico o variegato?

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Automedonte
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Preferenze pennini: unico o variegato?

Messaggio da Automedonte »

Non è la solita domanda riguardo al tratto preferito (F, M, B; Stub ecc.) ma un dubbio che mi è venuto leggendo uno scambio di risposte in questa discussione:
viewtopic.php?t=31602

Tra Koten90 e Sansenri, entrambe posizioni legittime, il primo preferisce avere penne che scrivono tutte più o meno in maniera simile, il secondo predilige pennini parecchio diversi da usare a seconda dal momento, dalla situazione o dall'ispirazione.

Premetto che, entro certi limiti, concordo più con la seconda teoria, a me capita di adattarmi alla penna e provare gusto ad usarla nella sua diversità.

Provo a spiegarmi se utilizzo un pennino F preciso, con il suo bel tratto sottile, magari un po' di feedback sulla carta lo faccio con piacere e quando cambio penna magari con un M con il tratto più ampio, uno scorrere più morbido e senza alcun feedback sulla carta all'inizio mi appare strano e non mi piace molto la sensazione che rende però, dopo un po' che lo uso, mi ci abituo e mi piace scriverci e se riprendo un F mi piace meno.

In conclusione mi piace avere vari tipi di pennini tanto mi ci abituo dopo un po' che ci scrivo e penso che questo variazioni facciano parte del bello delle stilografiche al contrario delle biro che sono molto più uniformi.
La possibilità non solo di sperimentare ma di usare il pennino appropriato a seconda del contesto o dalla carta trovo sia prezioso il che mi porta a non avere un tipo di pennino che in assoluto preferisco anche se, in linea di massima non amo i tratti eccessivamente ampi.

Sono curioso di conoscere la tendenza degli altri.
Cesare Augusto
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maylota
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Preferenze pennini: unico o variegato?

Messaggio da maylota »

Per me il pennino è come il vino.

Chiaramente ci sono tipi di vino che amo di più, ma fissarmi solo su Merlot di pronta beva, cavernosi Piemontesi, minerali Renani, bottosi Spagnoli o strutturati Bordeaux o Brunelli sarebbe poco divertente.

Per lo stesso motivo, se mi capita un vino rosso con tannni prepotenti e super astringenti, non lo allungo con acqua per renderlo più beverino :angel:
Venceremos.
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Messaggio da platax »

Variegati, senza dubbio, altrimenti mi "stufo" :D
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Preferenze pennini: unico o variegato?

Messaggio da Koten90 »

Anche a me non dispiace avere un po’ di scelta, infatti ne ho di diversi tra loro, ma limito un pochino il range.
Sicuramente non mi piace il feedback pronunciato, né la scarsa scorrevolezza. Inoltre ho un’idea ben chiara di come scrivo nelle varie situazioni:
  • Per il corsivo inglese, che scrivo molto in grande e lentamente, mi serve molta variazione di tratto e sfrutto i miei flex (912FA, 149 Calligraphy, Osmia 434, Kaweco 250 con pennino Bluedew)
  • Per l’onciale (stessi criteri di prima) ho un pennino tronco da 1,5mm sulla Pilot MR e una Parallel da 4mm
  • Per la scrittura quotidiana, decisamente piccola e a metà tra corsivo e stampatello minuscolo, ho limitazioni dettate dagli spazi ristretti, a loro volta dettati dalla velocità di esecuzione. In questi casi, spazio volentieri tra un F giapponese e un M europeo (ho un TWSBI M che uso solo per i titoli perché mi pare un pennarello). Usare un flex o un pennino più grande mi impasta molto i caratteri, uno stub allarga tutte le lettere e mi costringe a deformare la scrittura. Per avere un po’ di variazione uso pennini Soft o Architect (che oblunga comunque, ma verso l’alto, non in larghezza).
  • Evito anche gli EF giapponesi (e modifico per allargare quelli Majohn) perché mi piace vedere il colore dell’inchiostro e un tratto troppo sottile rischia di perdersi nella rigatura della pagina. Per micro annotazioni tra le righe che devono essere necessariamente scritte più in piccolo sfrutto il lato secco del pennino (lisciandolo se serve)
Il pennino della Aurora oggetto della discussione citata era originariamente più grande del M TWSBI che mi fa da limite superiore, oltre ad essere Soft per i rebbi lunghi, “peggiorando” la situazione.
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.

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Messaggio da Betz »

Io preferisco averne diversi così da poter avere la penna giusta al momento giusto.
Il pennino M mi piace tanto, ma non mi va bene per prendere appunti su "carta da formaggio" oppure preferisco F se devo scrivere tanto.
Anch'io in realtà era partita "rigida" sulla scelta di penne con un M abbondante, ma mi sono resa conto che non mi andava bene in tutte le situazioni quindi ora preferisco avere a disposizione diverse alternative.
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RisottoPensa
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Messaggio da RisottoPensa »

I pennini da scrittura lunga li voglio tutti uguali, visto che li avrei comunque comprati solo per avere una sensazione di scrittura simile ma con un corpo o colore differente.

Però non mi dispiace possedere penne con altri tagli di scrittura se il prezzo lo permette , o solo per curiosità.

Se dovessi scegliere tra un pennino che scrive come voglio io e un pennino diverso , anche di valore molto più costoso, cederei sicuramente la seconda ( poi ovviamente se è bello è un altro discorso :lol: )

Nella mia collezione ho prevalentemente pennini fini ( extra fini coperti dai pennini giapponesi ) e medi. Credo di non riuscire a digerire più di qualche paio di pennino diverso. Penso che se dovessi acquistare un pennino speciale , non deve essere simile a uno che ho già ( ad esempio mai due stub o due flex )
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Preferenze pennini: unico o variegato?

Messaggio da Esme »

Automedonte ha scritto: giovedì 14 dicembre 2023, 12:14 a me capita di adattarmi alla penna e provare gusto ad usarla nella sua diversità
+1

Piacendomi le penne vintage, quelle non da vetrina ma da tutti i giorni, con i loro pennini già usati, l'adattamento fa parte del divertimento.
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Messaggio da alfredop »

Io mi limito ai fini giapponesi e agli extrafini europei, ho penne con altri tipi di pennino ma finisco per non usarle.

Alfredo
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Messaggio da mastrogigino »

Le penne sono come le cravatte.... ce ne vogliono diverse per abbinarle al vestito e al contesto. :D

A me piace un po' di varietà, ma non "la qualunque ", preferisco avere pennini e penne diverse che si comportano in modo diverso così da poter scegliere di volta in volta quella più idonea con l'uso che devo farne, o con l'umore del momento o anche farmi stupire da una combinazione penna/inchiostro non ancora provata.

Tuttavia ho cominciato a inquadrare quello che non mi va, e tali caratteristiche cerco di evitarle, ovvero non mi piacciono i tratti "rotondi " larghi, senza variazioni di tratto.
Di conseguenza evito i pennini M "abbondanti ", B, BB etc..

Le mie misure preferite sono EF (europeo) , F , M (tendente al magro), per poi passare direttamente a 1.0 - 1.8 italici/cursive italic.

Per ora non ho provato:Fude/Architect/Naginata/Music/Zoom/Goccia/robe esoteriche, magari un giorno nel futuro farò questo passo.

Le preferite del mio "parco macchine " sono:
-Waterman 52v con uno stratosferico EF flex che arriva fino a B.

-Parker 51 con un M "standard", ma la penna è talmente comoda che passo sopra al tratto un po' grosso.

-Pelikan 140 EF abbondante leggermente flessibile, con un bel feedback "vintage ".

-Pelikan M150 EF leggermente flessibile comprata qui sul forum, gratta un po' ma questo pennino è una goduria.

-Parker Classic pennino M/F (a seconda della rotazione della penna), due pennini in uno entrambi che sembrano di burro

-Waterman Ligne pennino EF elastico
-Waterman Executive,Exclusive,Prefaçe EF/F/EF rigidi ma eccezionali

-Waterman Gentleman e Sheaffer Targa entrambi F molleggiati molto eleganti e "con personalità "

-Schneider Callissima set 1.1/1.5/1.8 ottimi per divertirsi ma devo ancora trovare un inchiostro adatto

-Jinhao 992 pennino cursive 0.7 e Soennecken Lady italic 0.9
Eccezionali per scrivere anche appunti veloci.
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Messaggio da sansenri »

ovviamente (avendo ispirato il 3d per una delle due posizioni :) ) sono per la diversità,
ma dirò di più, un po' come nella azzeccata analogia di maylota con il vino, le diversità non sono solo nella tipologia di tratto, ma anche nel "d.o.c.".
Con alcune penne, spesso note, ci si attende determinate caratteristiche (esattamente come con il vino, a seconda del vitigno/cultivar, della provenienza, e della cantina!). Volerle modificare a proprio piacere mi sembra una forzatura (anche mia mamma metteva l'acqua nel vino, "che così è meno forte", facendo inorridire mio padre, che le sue forniture se le andava a cercare in Monferrato cantina per cantina... - ricordo ancora che io e mia sorella ancor piccoli stavamo sul sedile dietro dell'auto e avevamo il fondamentale compito di tenere dritta la damigiana! - )
Quello che mi sembrava particolarmente strano, era levigare con la micromesh il pennino Aurora... ma come? tutti a decantare la caratteristica "ruvidezza" del pennino Aurora che ti fa sentire la carta... (l'odor di sottobosco che sentiva mio padre in alcuni vini) e lo vai a lucidare?
Parlavo di recente con un amica di penna che diceva che l'F della 146 è troppo largo, e cercavo di farle capire che deve essere così! il pennino della 146 soprattutto se tra le prime, anni 70-80 (e non vado qui indietro nemmeno a quelle in celluloide) ha una leggera flessibilità, e quando scrivi allarga i rebbi e allarga un po' il tratto. Però, com'è gentile il suo tratto!
E così anche con altre, le Sheaffer, le parker, etc.
Insomma ci son tante penne, se si vuole un solo tipo di esperienza, si resti sul già noto :)
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Esme
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Messaggio da Esme »

mastrogigino ha scritto: giovedì 14 dicembre 2023, 22:49 Waterman Ligne pennino EF elastico
Una curiosità: ti è piaciuta da subito o usandola per un po'?
Perché io la trovo un po' strana, ma non riesco a capire il perché.
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Messaggio da mastrogigino »

Esme ha scritto: venerdì 15 dicembre 2023, 0:22
mastrogigino ha scritto: giovedì 14 dicembre 2023, 22:49 Waterman Ligne pennino EF elastico
Una curiosità: ti è piaciuta da subito o usandola per un po'?
Perché io la trovo un po' strana, ma non riesco a capire il perché.
No, effettivamente all'inizio la provai con il classico "inchiostro senza qualità" , ovvero il 4001 Royal Blue.
Il tratto fine ne ritornava un colore slavato (ovvio) e l'elasticità del pennino non andava d'accordo con la mano che non essendo abituata la usava come le altre Waterman a cui era avvezza, ovvero pennini super rigidi scorrevoli e precisi come il laser.

Mi son detto: "ma che chiavica di pennino, mi fa scrivere tutto sgorbiato.. non c'è una lettera uguale all'altra, e che schifo di tratto, e poi sembra di scrivere sul marmo e non sulla carta "..

Le ho dato un'altra chance con il rosso Waterman (inchiostro molto capriccioso e abbisognevole di flusso super generoso per funzionare bene, ma a quel tempo non l'avevo ancora inquadrato) e mi fece ancora più indispettire.

Dopo un qualche mese le do' un'altra possibilità di nuovo, stavolta con un nuovo inchiostro: Herbin Bleu des Profondeurs: un'altra penna!
Il tratto è bello, il colore super elegante, il pennino scorre molto bene, e la mia mano magari nel frattempo aveva imparato a gestire i pennini molleggiati... insomma mi piacque tantissimo.

Credo che il problema, almeno sulla mia è che il pennino è MOLTO elastico, ovvero è un EF che diventa un F con un minimo di peso, basta il movimento della mano, ma l'elasticità non diminuisce gradualmente fino al limite oltre il quale il pennino non si piega più, ma invece è sempre molto morbido tutto uguale dall'inizio fino a fine corsa , un po' come un'auto con gli ammortizzatori scarichi.
Effettivamente ha un comportamento "inusuale", sembra un pennino super flex ma che al massimo passa da una misura a quella immediatamente successiva (EF->F) e poi si blocca di colpo come se ci fosse un fermo o un fine corsa sopra il pennino... bisogna farci un po' l'abitudine altrimenti ci si ritrova a scrivere un po' tutto sgangherato.... però alla fine le voglio bene ... :D
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Messaggio da Thefinenib »

RisottoPensa ha scritto: giovedì 14 dicembre 2023, 18:39 I pennini da scrittura lunga li voglio tutti uguali, visto che li avrei comunque comprati solo per avere una sensazione di scrittura simile ma con un corpo o colore differente.

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[...]
Sono d'accordo con RisottoPensa riguardo alle preferenze per le penne da lavoro. Per me è essenziale che abbiano un tratto extra fine di 0.30 mm. Spesso mi trovo nella necessità di ridurre il tratto delle penne EF europee, poiché tendono ad essere troppo spesse per i miei gusti. Anche se possiedo circa una dozzina di stilografiche con tratti simili, ho notato che ogni pennino offre un'esperienza unica in termini di flusso d'inchiostro e sensazioni tattili. Vi assicuro che esiste una notevole varietà anche all'interno di una stessa misura.

Per quanto riguarda i pennini flessibili, gli stub e gli italici, li riservo per scrivere lettere e giocare sulla carta.
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mastrogigino ha scritto: venerdì 15 dicembre 2023, 1:34 però alla fine le voglio bene ...
Allora vedrò di darle un'altra possibilità. 🙂

La mia ha un F (se non ricordo male), è morbido ma non in modo esagerato.
Desideravo un comportamento come la c/f, che adoro, visto che sembra un po' la cuginetta, invece no, proprio differente.
Effettivamente anche a me ha dato l'impressione di mancanza di precisione.
La proverò allora con altri inchiostri, grazie per la dritta.
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