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Un breve resoconto dell’International Pen Show di Tokyo

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Kelly71
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Un breve resoconto dell’International Pen Show di Tokyo

Messaggio da Kelly71 »

Ottorino ha scritto: mercoledì 8 novembre 2023, 16:55 E' da diverso tempo che con Simone proviamo a coinvolgere "altro" da entrambe le parti dei banchetti, non è il solo focus di Napoli.

E lo stesso è il risultato: tanto lavoro e poca lana.

Talvolta c'e' riuscito, ma di solito succede che "altro" viene un paio di volte e poi smette.
Oppure è successo che chi amava venire ha avuto dei problemi di natura personale e non viene piu'.

E' piu' facile che arrivi qualche "vagrant" USA o francese da Madrid o altri penshow europei, che si rifacciano vivi i nostrani.

Motivi del mancato ritorno ?
In genere ho sempre sentito motivazioni di natura prettamente economica.

E penso che per quanto riguarda negozi e cartolerie, le vendite online abbiano ancora di più affossato la partecipazione a queste manifestazioni. Sia da parte dei negozi, che da parte degli acquirenti.
Ottorino diciamola tutta però... provo con una metafora
Io negoziante o produttore di Pasta andrei ad una fiera dove l'organizzatore è uno che sostiene che la pasta di oggi non è la pasta di ieri, che insomma io manco la conosco perchè non mi interesso? pasta moderna italiana giapponese cinese brasiliana per me son tutte uguali ?
La nomea che gira tra i negozianti di Roma Firenze ecc,ra è questa...
Poi giocoforza il mercato del vintage si esaurisce io tra gli ultimi pen show frequentati ho rivisto sempre la stessa merce, quella invenduta del pen show precedente , se c'è un pezzo interessante te lo comunicano con altri canali, lo trovi sulla baia in vendita dallo stesso mercante come se il penshow fosse l'ultima spiaggia per piazzare l'invenduto... a volte si fanno discorsi altisonanti ... :) :)
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analogico
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Messaggio da analogico »

io non mi metterei mai in moto per presenziare a una mostra mercato di penne moderne e/o oggetti di cartoleria moderni.
Se avessi bisogno di comperare o visionare questo genere di materiale, andrei comodamente in negozio o mi rivolgerei alla rete, evitando così di caricarlo di ulteriori costi e disagi per viaggi e spostamenti vari.
Così come non avrebbe senso organizzare mostre mercato di auto attuali, chi ha bisogno di acquistarne una, va in concessionaria.
È inutile farsi soverchie illusioni, la penna stilografica in Italia e non solo in Italia è, e resterà un oggetto di nicchia anzi, la penna in generale è prossima a diventare un oggetto di nicchia, la stilografica quindi è, e sarà sempre più la nicchia di una nicchia.
Il pen-show secondo me ha senso come appuntamento per chi ricerca o anche per chi vuole solo ammirare oggetti da collezione, oppure oggetti particolari fuori dalla produzione di massa attuale, che difettano di canali di vendita capillari e che, per la loro natura specifica, abbisognano del controllo e della visione diretta previa all’acquisto.
Concludo notando un diffuso moto di ammirazione per le folle presenti alla mostra mercato di Tokyo, ebbene mi permetto di ricordare che la sola città di Tokyo conta molti più abitanti di Veneto, Emilia Romagna e Toscana messe insieme ed è la capitale di un paese, il Giappone, che conta ben di più del doppio degli abitanti dell’intera Italia.
Quando si confronta un evento del genere fatto a Tokyo con uno simile fatto in qualsiasi città d’ Italia non ci si può dimenticare di fare le debite proporzioni e anche delle diverse attitudini e abitudini delle persone, a Tokyo c'è un mare di gente dappertutto, la gente entra ed esce da qualsiasi luogo, anche senza esserci andata di proposito.
Antonio

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Messaggio da Automedonte »

Esme ha scritto: giovedì 9 novembre 2023, 23:24
Automedonte ha scritto: giovedì 9 novembre 2023, 22:07 Se dal super le hanno tolte significa che non si vendono
Puó essere. Oppure no. 🙂
Ci sono cose che non si vendono, eppoi fanno il botto. E il contrario.
Ci si deve provare con strategia, ma da parte dei produttori.
Convinta Tu :thumbup:
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Messaggio da calli1958 »

Pilot74 ha scritto: venerdì 10 novembre 2023, 9:29 Usare la stilografica oggi - esclusi motivi specialistici - non ha un vero e proprio senso pratico. Già usare la penna è una necessità che si va via via esaurendo, figuriamoci la stilografica, con i suoi piccoli grandi inconvenienti.
Quindi è un hobby, una passione, che per quanto sana attiene allo 0,0001% dell'umanità.
Chiarito questo, imporla o quanto meno cercare di introdurla nelle scuole non la trovo una buona idea, non ne vedo il senso.
Vogliamo trasmettere una passione ai nostri figli? ...quasi sempre otterremo l'effetto contrario. E comunque perché dovrei invogliare i miei figli ad usare un oggetto di cui si può benissimo fare a meno solo perché piace a me?
I nostri figli avranno le loro passioni che nasceranno per i motivi più disparati; credo che sia bene lasciarli liberi, almeno fintanto che si tratta di beni voluttuari.
Per certi versi è vero che la penna (di qualsiasi tipo) è uno strumento di sempre minore necessità, e quindi destinati ad appassionati di nicchia. E' però anche vero, io ritengo, che il problema (ammesso che sia un problema) non sta nello strumento, ma nella mancata conoscenza di come si può usare (vale per qualsiasi tipo di penna), cioè della scrittura; complice la scuola che da decenni ha abbandonato qualsiasi riferimento alla scrittura manuale. Di conseguenza la maggioranza delle persone no sa come sia meglio usare una penna (a maggior ragione se stilografica, ancora peggio se pennino ad intinzione), pertanto risulta ovvio, almeno in Italia, (non conosco la situazione di altri paesi) un minor interesse per le penne, tranne che per appassionati e collezionisti. Credo perciò che i frequentatori di pen show non possano essere, tranne poche eccezioni, persone che a malapena sanno che esistono penne stilografiche. Per lo stesso motivo i produttori difficilmente partecipano e, peggio, le loro produzioni "moderne" mi appaiono sempre meno interessanti perché indirizzate quasi esclusivamente la lato estetico (dico "quasi" perché qualcosa che ha a che fare con la scrittura, cioè come scrive una penna, c'è....a prezzi folli e a mio parere assolutamente ingiustificati). I produttori, credo, dovrebbero "frequentare" non tanto i pen show ma le scuole e non per promuovere i loro mediocri prodotti ma per far conoscere e promuovere la scrittura in generale (per inciso, se per un qualche nefasto accadimento ci troviamo senza energia, computer, cellulari, ecc. sono inutilizzabili..... le penne scrivono ancora), che rimane il modo fondamentale per comunicare informazioni; se i "giovani" capiscono questo potranno essere dei potenziali futuri acquirenti, altrimenti rimarranno, e sempre meno, solo gli appassionati e sempre più interessati al vintage che, anche a buon mercato, può offrire sensazioni di scrittura ben più consistenti delle stilografiche attuali.
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Messaggio da alfredop »

Secondo me non non deve necessariamente esserci una alternativa tra un penshow dedicato ai prodotti attuali (non solo penne ma anche tutti gli indispensabili “necessori”) e prodotti vintage, in un grande penshow i due aspetti possono coesistere, come è successo a Tokyo (ma anche a Madrid e Londra credo) i due aspetti coesistevano. Inoltre gran parte dei prodotti moderni erano di tipo artigianale e quindi con poca possibilità di essere visti in un negozio prima dell’acquisto (ho acquistato una penna di un artigiano turco perché al penshow ho potuto valutarla bene, probabilmente non l’avrei mai presa online).
In Italia ottenere questo è difficile, ma credo che valga la pena provarci.

Alfredo
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