Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Un breve resoconto dell’International Pen Show di Tokyo
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Un breve resoconto dell’International Pen Show di Tokyo
Essendo in Giappone per lavoro questo lungo fine settimana (in Giappone Venerdì era la festa della cultura) sono andato a fare un giro a Tokyo, mando un messaggio su un gruppo di amici ed uno di questi mi dice “ma vai anche al penshow di Tokyo”, cerco freneticamente su Internet e scopro che si a Tokyo c’è un penshow da Venerdì a Domenica. A quel punto mi organizzo e Sabato mattina mi ritrovo nella baia di Tokyo dove in uno dei grattacieli si tiene il penshow.
Cominciamo con descrivere l’atmosfera che definirei un caos organizzato, due piani per una sessantina di espositori, un mare di persone e molti ragazzini (anche se è difficile dare l’età ad un giapponese). Moltissime penne moderne, molti artigiani indiani e giapponesi, molti espositori di inchiostri, carta e accessori vari, in questo mare magnum, solo 3/4 espositori avevano penne veramente vintage (che invece sono predominanti in Italia), molti avevano penne usate.
Inoltre c’erano 2 nibmeister giapponesi e Gena Salorino dagli States, occupati per tutto il tempo.
Alla fine ne sono uscito con qualche penna e qualche quaderno (avevo già comprato in negozio degli Iroshizuku, ed io non sono appassionato di inchiostri da boutique, e lì c’erano tutti quanti).
Seguono alcune foto dell’evento.
Cominciamo con descrivere l’atmosfera che definirei un caos organizzato, due piani per una sessantina di espositori, un mare di persone e molti ragazzini (anche se è difficile dare l’età ad un giapponese). Moltissime penne moderne, molti artigiani indiani e giapponesi, molti espositori di inchiostri, carta e accessori vari, in questo mare magnum, solo 3/4 espositori avevano penne veramente vintage (che invece sono predominanti in Italia), molti avevano penne usate.
Inoltre c’erano 2 nibmeister giapponesi e Gena Salorino dagli States, occupati per tutto il tempo.
Alla fine ne sono uscito con qualche penna e qualche quaderno (avevo già comprato in negozio degli Iroshizuku, ed io non sono appassionato di inchiostri da boutique, e lì c’erano tutti quanti).
Seguono alcune foto dell’evento.
Ultima modifica di alfredop il domenica 5 novembre 2023, 10:26, modificato 1 volta in totale.
“Andare all’inferno è facile . C’è una scala. Scendi il primo gradino. Poi scendi il secondo. Poi scivoli." (Leo Ortolani, Rat-Man n. 91)
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I portapenne con chiusura a scatto da borsellino!
Perchè non mi è mai venuto in mente?
Ok, sbloccata una nuova scimmia: le stoffe non mi mancano, adesso la missione è trovare il fermaglio vintage adattto.
Ma la mannaggia... ogni scusa è buona.
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Premetto che esprimo la mia opinione personale limitatamente a ciò che si vede in questa serie di fotografie.
Vedo penne mediamente brutte, guazzabugli di colori spesso sgargianti, fantasie puerili, nemmeno una penna antica o vintage che dir si voglia.
Siamo a distanze siderali dalle meraviglie che si possono ammirare in un pen-show europeo.
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Antonio
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Le penne vintage c’erano, ma come detto erano in minoranza (comunque qualche bell’esemplare sia nipponico che non era presente), il penshow era molto votato ai giovani, quindi molto spazio agli accessori, e molto spazio anche ai pennini, c’erano tre nibmeister all’opera, e molti venditori ti montavano il pennino dopo aver scelto la penna chiedendoti anche se volevi grind speciali (con sovrapprezzo). Insomma un penshow più votato all’uso della penna che non al collezionismo.analogico ha scritto: ↑domenica 5 novembre 2023, 12:33 Premetto che esprimo la mia opinione personale limitatamente a ciò che si vede in questa serie di fotografie.
Vedo penne mediamente brutte, guazzabugli di colori spesso sgargianti, fantasie puerili, nemmeno una penna antica o vintage che dir si voglia.
Siamo a distanze siderali dalle meraviglie che si possono ammirare in un pen-show europeo.
Comunque in effetti io ho fotografato pochi tavoli e quasi tutti di artigiani (quindi di penne non costruite in serie).
In parallelo c’erano anche dei seminari su vari temi (dal come caricare una penna con siringhe speciali, alla calligrafia giapponese), non li ho seguiti perché erano ovviamente in giapponese ed andavano prenotati con largo anticipo.
Alfredo
Ultima modifica di alfredop il domenica 5 novembre 2023, 13:23, modificato 1 volta in totale.
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Potrei anche essere un po' d'accordo con te ma ..... io vedo un mare di gente mai vista dalle nostre parti se non a forse Madridanalogico ha scritto: ↑domenica 5 novembre 2023, 12:33 Premetto che esprimo la mia opinione personale limitatamente a ciò che si vede in questa serie di fotografie.
Vedo penne mediamente brutte, guazzabugli di colori spesso sgargianti, fantasie puerili, nemmeno una penna antica o vintage che dir si voglia.
Siamo a distanze siderali dalle meraviglie che si possono ammirare in un pen-show europeo.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Ed ecco le mie nuove penne (in realtà non tutte prese al penshow visto che a Ueno ho trovato un negozietto con ottimi prezzi):
1) Pilot Severn Tsumugi e Platinum Century Gathered (entrambe con pennino F) 2) Pilot Custom 845 e Studyo Agackakan in ebonite arancio bruciato (entrambe con pennino F) 3) penna sconosciuta da restaurare e Platinum Century (questa l’ho presa perché ha un pennino regrinded che scrive una favola) Alfredo
P.S. per Esme il borsellino l’ho preso per mia moglie che credo non lo userà per le penne
1) Pilot Severn Tsumugi e Platinum Century Gathered (entrambe con pennino F) 2) Pilot Custom 845 e Studyo Agackakan in ebonite arancio bruciato (entrambe con pennino F) 3) penna sconosciuta da restaurare e Platinum Century (questa l’ho presa perché ha un pennino regrinded che scrive una favola) Alfredo
P.S. per Esme il borsellino l’ho preso per mia moglie che credo non lo userà per le penne
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grazie del report e le foto, molto interessante.
Il fatto che non ci fossero molte penne vintage non mi scandalizza, a volte i nostri pen show sembrano dei musei. Bello per carità, interessante vedere e toccare le vecchie glorie, però anche poter accedere alle nuove produzioni in un pen show non è male, anzi forse sarebbe auspicabile che accadesse di più anche da noi. Poi il Giappone è la patria delle produzioni artigianali con tecniche sofisticate di decorazione e laccatura, quale posto migliore per vederle e provarle. Fosse stato per me avrei dedicato tutto il tempo unicamente alle ebaniti (il resto posso vederlo altrove!), temo che ne avrei portate a casa una manciata!
Descriveresti meglio la foto 7?
PS che modello è la tua Agackakan? mi piace molto la forma. Inoltre, che pennini montano?
Il fatto che non ci fossero molte penne vintage non mi scandalizza, a volte i nostri pen show sembrano dei musei. Bello per carità, interessante vedere e toccare le vecchie glorie, però anche poter accedere alle nuove produzioni in un pen show non è male, anzi forse sarebbe auspicabile che accadesse di più anche da noi. Poi il Giappone è la patria delle produzioni artigianali con tecniche sofisticate di decorazione e laccatura, quale posto migliore per vederle e provarle. Fosse stato per me avrei dedicato tutto il tempo unicamente alle ebaniti (il resto posso vederlo altrove!), temo che ne avrei portate a casa una manciata!
Descriveresti meglio la foto 7?
PS che modello è la tua Agackakan? mi piace molto la forma. Inoltre, che pennini montano?
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Belli belli belli
Hai intenzione di prendere qualche inchiostro che qui costano tanto?
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Ma che bellina la Pilot Severn!
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Bellissimo! Grazie mille per aver condiviso queste meraviglie! Avrei tanto voluto andare a un Penshow mentre ero in Giappone, ma non c'è stata l'occasione, sarà per un'altra volta (non che mi lamenti comunque vista la quantità di penne che mi sono portato dietro dal Sol Levante ).
Molto probabilmente uno dei nibmeister giapponesi presenti era "The nib shaper", alias di Yukio Nagahara, un ex-dipendente di Sailor che si è messo in proprio e fa un grind molto simile al Naginata Togi (pare che lui facesse quelli mentre era in Sailor), quindi comprando qualunque penna si può avere un Naginata a molto meno rispetto a comprarlo da Sailor (mi pare che il grinding in "Nagahara special" come lo chiama lui costi sui 50 euro). Purtroppo non credo che operi fuori dal Giappone .
P.S. solo per curiosità, ma con i vari artigiani/rivenditori si riusciva a parlare in inglese?
Molto probabilmente uno dei nibmeister giapponesi presenti era "The nib shaper", alias di Yukio Nagahara, un ex-dipendente di Sailor che si è messo in proprio e fa un grind molto simile al Naginata Togi (pare che lui facesse quelli mentre era in Sailor), quindi comprando qualunque penna si può avere un Naginata a molto meno rispetto a comprarlo da Sailor (mi pare che il grinding in "Nagahara special" come lo chiama lui costi sui 50 euro). Purtroppo non credo che operi fuori dal Giappone .
P.S. solo per curiosità, ma con i vari artigiani/rivenditori si riusciva a parlare in inglese?
Enrico
"刃を持った者をそのふところに巻き込まねば、愛の世は来ません。刃を手から離させようとするから、やっぱり争いとなるのです。「平和のために戦う」というようなちぐはぐな心がけでは、いつまでたっても戦いはやみますまい"。永井隆、『如己堂随筆』
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Un produttore artigianale giapponese di cui non ricordo il nome, in effetti le penne erano molto belle. Sono stato attirato dal fatto che i prezzi sembravano accessibili, ma in realtà facevano riferimento ai modelli a sfera, i costi sulle stilografiche balzavano in alto (dopo ci ho riflettuto, avrei potuto prendere una sfera e farmi fare una sezione in ebonite da qualcuno qui in Italia). In effetti i prezzi delle penne in Urushi erano alti ma non irragionevoli, se la partecipazione fosse stata programmata probabilmente avrei preso una sola penna importante, ma il giorno prima avevo già dato, ero certo che la 845 avrebbe avuto un pennino eccezionale, ed ho preferito restare su penne più tradizionali.
Non conosco il modello (forse avrei dovuto chiederlo), ma è una penna che mi è davvero piaciuta (e di solito a me le penne senza clip non piacciono), compreso il colore. Il pennino è uno standard Jowo che può essere facilmente cambiato (come nelle Leonardo con pennino d’acciaio). Una nota sulle penne in ebanite: c’erano un paio di produttori indiani, entrambi avevano prezzi un po’ più alti dei prezzi del turco, e soprattutto le penne mi sembravano fatte peggio, ad esempio per avvitare e svitare il tappo richiedevano molti più giri.PS che modello è la tua Agackakan? mi piace molto la forma. Inoltre, che pennini montano?
Ho invitato l’artigiano a partecipare il prossimo anno al penshow di Napoli, cosi raddoppio.
Ho preso un po’ di Iroshizuku nelle boccette piccole, ma sugli inchiostri sono molto utilitaristico e quindi poco propenso a spendere più di 10E a boccetta.RisottoPensa ha scritto: ↑domenica 5 novembre 2023, 14:55 Belli belli belli
Hai intenzione di prendere qualche inchiostro che qui costano tanto?
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Si ti confermo che era The nib shaper con un “compare”, non avevo penne con me da regrindare se no un giro lo avrei fatto. Per quanto riguarda l’inglese, effettivamente lo parlava solo una minoranza, ma oramai tutti dettano quello che vogliono dire al telefonino e poi usano il traduttore automatico.Enbi ha scritto: ↑domenica 5 novembre 2023, 15:05 Bellissimo! Grazie mille per aver condiviso queste meraviglie! Avrei tanto voluto andare a un Penshow mentre ero in Giappone, ma non c'è stata l'occasione, sarà per un'altra volta (non che mi lamenti comunque vista la quantità di penne che mi sono portato dietro dal Sol Levante ).
Molto probabilmente uno dei nibmeister giapponesi presenti era "The nib shaper", alias di Yukio Nagahara, un ex-dipendente di Sailor che si è messo in proprio e fa un grind molto simile al Naginata Togi (pare che lui facesse quelli mentre era in Sailor), quindi comprando qualunque penna si può avere un Naginata a molto meno rispetto a comprarlo da Sailor (mi pare che il grinding in "Nagahara special" come lo chiama lui costi sui 50 euro). Purtroppo non credo che operi fuori dal Giappone .
P.S. solo per curiosità, ma con i vari artigiani/rivenditori si riusciva a parlare in inglese?
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Molto interessante, grazie per le foto e anche per i successivi commenti. In effetti sembra un po’ diverso dai nostri pen show, ma non per questo meno affascinante!
Cesare
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Mi sembra in effetti versatile. Dalle nostre parti non si trovano con un'apertura a 180 gradi.
Mi accodo: è proprio bella.
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Gli stolti hanno il privilegio di riuscire a ridere anche di fronte al dramma.
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