Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Faremo mai la fine del floppy?
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Faremo mai la fine del floppy?
sarebbe fantastico una macchina che scrive con la tua stilografica al posto tuo rendendo con la tipologia di calligrafia desiderata come le macchine che disegnano adesso
avevo visto da qualche parte qualche prova con delle pilot parallel
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Faremo mai la fine del floppy?
Io in realtà ho iniziato con l'archiviazione su cassetta... andavo alle elementari, ma insomma...
Almeno ho evitato le schede perforate!
Il device che ho in mano ora in confronto a quello di allora pare Pensiero Profondo (42). Quindi non lo rimpiango.
Uno strumento di scrittura manuale ha invece caratteristiche diverse da uno virtuale, non del tutto sostituibili.
Credo ci sia maggiore consapevolezza sul fatto che sia importante mantenere l'apprendimento e lo sviluppo delle competenze motorie necessarie.
Non penso che la fine degli strumenti di scrittura manuale sia vicina.
O almeno lo spero, perché le nostre menti ne hanno bisogno.
Il fatto che ci sia una riscoperta anche delle attività di artigianato mi fa ben sperare.
Almeno ho evitato le schede perforate!
Il device che ho in mano ora in confronto a quello di allora pare Pensiero Profondo (42). Quindi non lo rimpiango.
Uno strumento di scrittura manuale ha invece caratteristiche diverse da uno virtuale, non del tutto sostituibili.
Credo ci sia maggiore consapevolezza sul fatto che sia importante mantenere l'apprendimento e lo sviluppo delle competenze motorie necessarie.
Non penso che la fine degli strumenti di scrittura manuale sia vicina.
O almeno lo spero, perché le nostre menti ne hanno bisogno.
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Gli stolti hanno il privilegio di riuscire a ridere anche di fronte al dramma.
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Faremo mai la fine del floppy?
hai ragione, sono d'accordo, nel futuro più remoto però si può probabilmente immaginare una massa di incapaci a tracciare dei segni intellegibili con una penna (di cui non vi sarebbe più alcun bisogno, e di conseguenza si perderebbe il senso stesso di calligrafia), e una cerchia di saggi (o comunque privilegiati) che custodiscono la vecchia arte.
(la fantascienza a volte ci azzecca, pensa ai telefonini)
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Faremo mai la fine del floppy?
Nella visione del futuro distopico che ho fra 100-200 anni i nostri pro-pro-pro nipoti continueranno ad usare le stilo si, ma tutte comprate da mercatini perché non le produrranno più.
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Faremo mai la fine del floppy?
possibile, ma lo scopo mi pare inutile, esiste già il PC per scrivere al posto tuo, ad esempio su dettatura, se non vuoi toccare nemmeno la tastiera.RisottoPensa ha scritto: ↑lunedì 30 ottobre 2023, 21:20 sarebbe fantastico una macchina che scrive con la tua stilografica al posto tuo rendendo con la tipologia di calligrafia desiderata come le macchine che disegnano adesso
avevo visto da qualche parte qualche prova con delle pilot parallel
Per scrivere con una calligrafia desiderata basta scegliere un font adatto.
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Faremo mai la fine del floppy?
a prezzi molto cari, o forse tramandate da generazioni.
I miei discendenti potrebbero trovarsene un buon numero, ma dipende dai miei figli... che già non usano la stilo, e lamentano carenza di posto dove conservare le cose "inutili".
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Faremo mai la fine del floppy?
chi lo sa, forse le Montblank saranno le Stradivari del III millennio
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Faremo mai la fine del floppy?
Eppure anche gli Stradivari che si usano oggi, sono nella quasi totalità modificati rispetto a come uscirono dalla bottega 300 anni fa: niente è immutabile. Mi piacerebbe poter vedere una Montblanc o una Gingiao del 2123 !
Venceremos.
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Chissa quanto dura la plastica delle stilografiche e se mai qualche hobbista li potrà rifare in 3dprint se dovessero uscire completamente fuori produzione
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Qualche anno fa, di sicuro prima della pandemia, una cara amica che abita a Brussels andò ad assistere ad una importante conferenza del massimo studioso di Leonardo da Vinci. L'esimio professore, quando li vide tutti seduti con i loro bei tablet/portatili/cellulari e quanto altro di tecnologico, strabuzzò gli occhi e disse "please, take notes" facendo il gesto dello scrivere a mano. Spiegò poi che, grazie alla scrittura manuale, lui era comunque stato in grado, dopo cinque secoli, di leggere i codici di Leonardo, mentre i loro appunti "tecnologici" avrebbero avuto bisogno nel corso degli anni di essere trasferiti su altri supporti, con conseguente perdita della maggior parte di essi
PS: La mia tesi su floppy è li morta, nessun pc me la legge più, meno male che ne ho ancora una stampata
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Faremo mai la fine del floppy?
Come si può riporre fiducia nella scuola attualmente, considerata la brusca virata distopica attuata negli ultimi anni?
Se avessi figli in età scolare farei loro frequentare scuole private che si avvalgano di insegnanti dotati del buon senso che i governi cercano di annullare. In questo senso è necessario l'impegno delle famiglie nei confronti dei giovani per allenarli ad utilizzare il cervello con spirito critico, invitandoli a sbagliare in prima persona piuttosto che omologarsi alle tendenze verso cui vengono spinti.
Le cose che il bambino ama rimangono nel regno del cuore fino alla vecchiaia.
La cosa più bella della vita è che la nostra anima rimanga ad aleggiare nei luoghi dove una volta giocavamo.
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OT: non per polemica ma, sicuro sicuro che nelle scuole provate gli insegnanti siano dotati di buon senso? Saranno come tutti gli altri, frustrati e pagati ancora meno...effebi56 ha scritto: ↑martedì 31 ottobre 2023, 13:55Come si può riporre fiducia nella scuola attualmente, considerata la brusca virata distopica attuata negli ultimi anni?
Se avessi figli in età scolare farei loro frequentare scuole private che si avvalgano di insegnanti dotati del buon senso che i governi cercano di annullare. In questo senso è necessario l'impegno delle famiglie nei confronti dei giovani per allenarli ad utilizzare il cervello con spirito critico, invitandoli a sbagliare in prima persona piuttosto che omologarsi alle tendenze verso cui vengono spinti.
Faremo mai la fine del floppy?
Penso che gran parte degli insegnanti che scelgono la scuola privata/parentale lo facciano attualmente per reazione in termini di rifiuto ai dogmi imposti nell'istruzione pubblica. Nell'ottica di questa scelta, a mio avviso, il buon senso è scontato. In ogni caso la scelta di una scuola privata per un figlio sottintende un percorso di frequentazione e conoscenza da parte della famiglia che escluda la possibilità di scivolare dalla padella alla brace.chmiglio ha scritto: ↑martedì 31 ottobre 2023, 14:18OT: non per polemica ma, sicuro sicuro che nelle scuole provate gli insegnanti siano dotati di buon senso? Saranno come tutti gli altri, frustrati e pagati ancora meno...effebi56 ha scritto: ↑martedì 31 ottobre 2023, 13:55
Come si può riporre fiducia nella scuola attualmente, considerata la brusca virata distopica attuata negli ultimi anni?
Se avessi figli in età scolare farei loro frequentare scuole private che si avvalgano di insegnanti dotati del buon senso che i governi cercano di annullare. In questo senso è necessario l'impegno delle famiglie nei confronti dei giovani per allenarli ad utilizzare il cervello con spirito critico, invitandoli a sbagliare in prima persona piuttosto che omologarsi alle tendenze verso cui vengono spinti.
Le cose che il bambino ama rimangono nel regno del cuore fino alla vecchiaia.
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Faremo mai la fine del floppy?
Mi verrebbe da dire che la stilografica non scomparirà mai o per lunghissimo tempo; contemporaneamente molti elementi sembrano andare in direzione di una rapida dipartita, anzi per certi aspetti si potrebbe dire che è già morta ma non ce ne siamo accorti. Cerco di giustificare questo "velato" pessimismo.
Da una parte è stato perso il piacere di scrivere, complice la scuola e indubbi vantaggi (almeno in certe applicazioni) del digitale; dall'altra gli stessi produttori di stilografiche (con qualche rara eccezione) sembrano favorirne il declino. Premesso che non uso molto le stilografiche (anzi preferisco i pennini da inzuppo), però sono strumenti che mi attraggono e che ritengo poco valorizzati: i produttori da vari decenni (almeno 5-6) si preoccupano solo delle livree, dei rivestimenti (spesso di dubbio gusto), cioè di quello che sta intorno allo strumento non della sua "anima", del suo motivo d'essere, dello scrivere insomma! Dal mio punto di vista, non c'è stato da lunghissimo tempo alcun progresso tecnico dello strumento (cambiano solo le plastiche di rivestimento e ornamenti vari): in fin dei conti la stilografica altro non è (all'osso) che un pennino con un serbatoio di inchiostro collegato in modo da garantire una certa autonomia e portabilità senza sporcare le dita e macchiare i vestiti; tutto quello che sta intorno a questo nucleo fondamentale è piacere per gli occhi e per il tatto e, spesso, esibizione di marchi "preziosi" e/o "esclusivi": La stilografica è in molti casi uno status symbol. Non ho nulla contro questi aspetti, sia che si tratti di esibizione o esclusività o di ostentazione di ricchezza, ognuno fa ciò che vuole (ci mancherebbe!). Se però teniamo presente lo strumento, vedere che (con rare eccezioni) e "rivestimenti" a parte, la scelta si limita a cappuccio avvitato o a pressione - converter, cartuccia o pistone - pennino in acciaio in lega d'oro - pennino F o M (qualche raro EF e B) e, perlopiù, solitamente dei "chiodi"; c'è da chiedersi come possa sopravvivere una produzione di tale articolo che dovrebbe rappresentare un "inno" alla scrittura. Questo, sempre secondo il mio parere, è anche uno dei motivi che tengono molto vivo il vintage oltre al collezionismo, cioè proprio per la scrittura. Questo è anche il motivo del discreto successo delle penne cinesi (detto con rispetto): pari contenuto tecnico a costi più accessibili; che poi siano "copie" o "emulazioni" di stilografiche "occidentali" non ha molta rilevanza visto che anche le "occidentali" fra loro si sono da sempre copiate e visto che una stilografica usabile quella forma ha, non c'è niente da fare.
Le rare eccezioni sono, per il poco che ne so io, limitate a qualche tipologia di pennino diversa (di solito a costi assurdi) e ad alcune produzioni giapponesi che propongono anche pennini di varia flessibilità o italic e stub apprezzabili. Tutte scelte che "una volta" erano diffusissime in tutte le "occidentali", poi relegate (nel caso degli italic) alle pennette economiche da studenti e poi praticamente scomparse o quasi.
Ora, da una stilografica "moderna", soprattutto quando costa centinaia o migliaia di euro mi aspetterei qualcosa in più; butto lì.... una stilografica con qualche micromeccanismo alimentato da un piletta al litio che consenta di garantire il flusso di inchiostro ad un pennino flessibile; qualche sensore che usando italic o stub mi indichi l'inclinazione del pennino (pulito dalla pallina in punta che serviva a limitarne il consumo, tanto non è che si usi conituamente), e così via. Forse dovremmo far progettare queste stilografiche all' "Intelligenza Artificiale"..... che un poco alla volta ci eviterà di far lavorare i nostro cervello (....e in molti casi non è detto che sia un danno!).
Mi scuso per la noiosa lughezza dell'intervento.
Da una parte è stato perso il piacere di scrivere, complice la scuola e indubbi vantaggi (almeno in certe applicazioni) del digitale; dall'altra gli stessi produttori di stilografiche (con qualche rara eccezione) sembrano favorirne il declino. Premesso che non uso molto le stilografiche (anzi preferisco i pennini da inzuppo), però sono strumenti che mi attraggono e che ritengo poco valorizzati: i produttori da vari decenni (almeno 5-6) si preoccupano solo delle livree, dei rivestimenti (spesso di dubbio gusto), cioè di quello che sta intorno allo strumento non della sua "anima", del suo motivo d'essere, dello scrivere insomma! Dal mio punto di vista, non c'è stato da lunghissimo tempo alcun progresso tecnico dello strumento (cambiano solo le plastiche di rivestimento e ornamenti vari): in fin dei conti la stilografica altro non è (all'osso) che un pennino con un serbatoio di inchiostro collegato in modo da garantire una certa autonomia e portabilità senza sporcare le dita e macchiare i vestiti; tutto quello che sta intorno a questo nucleo fondamentale è piacere per gli occhi e per il tatto e, spesso, esibizione di marchi "preziosi" e/o "esclusivi": La stilografica è in molti casi uno status symbol. Non ho nulla contro questi aspetti, sia che si tratti di esibizione o esclusività o di ostentazione di ricchezza, ognuno fa ciò che vuole (ci mancherebbe!). Se però teniamo presente lo strumento, vedere che (con rare eccezioni) e "rivestimenti" a parte, la scelta si limita a cappuccio avvitato o a pressione - converter, cartuccia o pistone - pennino in acciaio in lega d'oro - pennino F o M (qualche raro EF e B) e, perlopiù, solitamente dei "chiodi"; c'è da chiedersi come possa sopravvivere una produzione di tale articolo che dovrebbe rappresentare un "inno" alla scrittura. Questo, sempre secondo il mio parere, è anche uno dei motivi che tengono molto vivo il vintage oltre al collezionismo, cioè proprio per la scrittura. Questo è anche il motivo del discreto successo delle penne cinesi (detto con rispetto): pari contenuto tecnico a costi più accessibili; che poi siano "copie" o "emulazioni" di stilografiche "occidentali" non ha molta rilevanza visto che anche le "occidentali" fra loro si sono da sempre copiate e visto che una stilografica usabile quella forma ha, non c'è niente da fare.
Le rare eccezioni sono, per il poco che ne so io, limitate a qualche tipologia di pennino diversa (di solito a costi assurdi) e ad alcune produzioni giapponesi che propongono anche pennini di varia flessibilità o italic e stub apprezzabili. Tutte scelte che "una volta" erano diffusissime in tutte le "occidentali", poi relegate (nel caso degli italic) alle pennette economiche da studenti e poi praticamente scomparse o quasi.
Ora, da una stilografica "moderna", soprattutto quando costa centinaia o migliaia di euro mi aspetterei qualcosa in più; butto lì.... una stilografica con qualche micromeccanismo alimentato da un piletta al litio che consenta di garantire il flusso di inchiostro ad un pennino flessibile; qualche sensore che usando italic o stub mi indichi l'inclinazione del pennino (pulito dalla pallina in punta che serviva a limitarne il consumo, tanto non è che si usi conituamente), e così via. Forse dovremmo far progettare queste stilografiche all' "Intelligenza Artificiale"..... che un poco alla volta ci eviterà di far lavorare i nostro cervello (....e in molti casi non è detto che sia un danno!).
Mi scuso per la noiosa lughezza dell'intervento.
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Faremo mai la fine del floppy?
Ritengo che esistano certi strumenti - e le stilografiche sono uno di questi - che vivranno nell'eternità.
È vero, hanno degli "antagonisti" tecnologicamente più avanzati, è normale.
Ma quelli si superano, i capostipite restano.
È vero, hanno degli "antagonisti" tecnologicamente più avanzati, è normale.
Ma quelli si superano, i capostipite restano.
Jack
"La mente è come un paracadute: funziona solo se si apre" [J. Dewar]
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