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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Penna del nonno -Investigazione storico temporale/tecnica
Penna del nonno -Investigazione storico temporale/tecnica
Buongiorno a tutti. In una vecchia scatola appartenente a mio nonno (1884-1958) ho trovato un astuccio in cartone e pelle? con marchio Parker dorato, con interno in raso con ancora scritta Parker color nocciola, all’ interno ho trovato due stilografiche, una in celluloide argentata con venature nere, sezione del corpo ottagonale rastrematura tondeggiante verso le estremità, parti metalliche a vista dorate, pennino con scritta Helios in oro? , sole stilizzato e scritta 14 KAR, caricamento a bottone, senza nessuna scritta su fusto e cappuccio che ne indichino la marca, la seconda in plastica o resina o altro con scritta incisa sul fusto RE-MA, parti metalliche dorate, pennino dorato con scritta stil rema ed un numero 585, caricamento a levetta, chiedo gentilmente se qualche esperto mi possa aiutare nella collocazione storico temporale/tecnica/marchio delle due Stilografiche e consigli tecnici come renderle ancora utilizzabili.Grazie.
- sanpei
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Buongiorno a te, sono due penne italiane, marche minori anni '40/'50 la Helios è milanese (mi pare) la RE-MA torinese, produzione SOFFER, certamente da pulire e rifare caricamenti, non difficile ma ci vuole un pelino di manualità e i ricambi adatti, sul wiki trovi tutte le info necessarie
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Aggiungo solamente che entrambi i pennini sono in oro 14 carati.
- Esme
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Come "mi pare"?
"Mi pare" è per noi comuni mortali!
Se lo usi tu si innesca una anomalia dello spazio tempo che destabilizza le fondamenta del reale!
Meneghina, ma collegata con la Kaweco, e in effetti questa bella penna è molto kawecosa.
Peccato manchi la stampigliatura per una attribuzione certa.
Helios
Stil Re-Ma
Soffer
Riparazione
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carine! la ReMa dalla foto sembra avere il pennino un po' storto, peccato perché dai rebbi così lunghi si direbbe (ad occhio) che debba essere gradevolmente flex. A meno che non sia un effetto di prospettiva della foto, forse varrebbe la pena di farci mettere le mani dal buon Sanpei (che ti ha risposto) almeno per avere il pennino a posto e poterla usare.
- piccardi
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Un appunto un po' a latere.
Sul fusto della Helios si nota una discontinuità di venature in corrispondenza di uno spigolo della faccettatura.
Sarebbe interessante sapere se questa discontinuità è presente anche allo spigolo opposto.
Se la discontinuità fosse presente solo lì, farebbe pensare a una realizzazione in foglio arrotolato, che non so se e quanto sia documentata per le faccettate. E farebbe sorgere ulteriori domande sul metodo di faccettatura utilizzato.
Sul fusto della Helios si nota una discontinuità di venature in corrispondenza di uno spigolo della faccettatura.
Sarebbe interessante sapere se questa discontinuità è presente anche allo spigolo opposto.
Se la discontinuità fosse presente solo lì, farebbe pensare a una realizzazione in foglio arrotolato, che non so se e quanto sia documentata per le faccettate. E farebbe sorgere ulteriori domande sul metodo di faccettatura utilizzato.
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Non sono esperto ... e quindi ti rispondo
Da quel che vedo mi sembrano entrambi storti, e probabilmente una mano esperta potrebbe raddrizzarli in un colpo solo in 5 secondi (c'è però anche il rischio che salti l'iridio in punta, che non mi sembra messo molto bene...)
Mirko
Penna del nonno -Investigazione storico temporale/tecnica
Ti Trasmetto n. 4 foto del fusto ognuna ruotata di 90° rispetto alla precedente, spero ti aiutino ad esaudire il tuo interesse, considerando la mia ignoranza in materia ti chiedo se fosse possibile fornirmi lumi in merito ai metodi di faccettatura. Mi sembra in effetti che la di discontinuità sia solo in quel punto e come dici tu farebbe pensare ad una realizzazione in foglio arrotolato, analogamente il cappuccio.Esme ha scritto: ↑mercoledì 13 settembre 2023, 11:49 Sarebbe interessante sapere se questa discontinuità è presente anche allo spigolo opposto.
Se la discontinuità fosse presente solo lì, farebbe pensare a una realizzazione in foglio arrotolato, che non so se e quanto sia documentata per le faccettate. E farebbe sorgere ulteriori domande sul metodo di faccettatura utilizzato.
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Ultima modifica di GianMarco il giovedì 14 settembre 2023, 10:05, modificato 2 volte in totale.
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Grazie.
Dalle foto parrebbe proprio che ci sia un'unica linea di discontinuità.
I medodi di realizzazione delle penne in celluloide spesso rimangono un enigma, perché le conoscenze si sono perse.
Ci sono livree che attualmente i produttori dicono di non riuscire a replicare, nonostante la possibilità di usare strumentazioni più sofisticate.
Per quanto riguarda le faccettate, avevo sempre dato per scontato che fossero realizzate da barra piena, ma in effetti era una mia presunzione senza approfondimento.
La linea di giunzione netta presente sulla tua, indica con estrema probabilità una realizzazione partendo da un foglio piano laminato, saldato poi a formare la canna.
Una cosa molto comune nei fusti tondi.
Però allora mi chiedo come fosse realizzata in questo caso la faccettatura.
Una prima ipotesi è quella di un fusto realizzato tondo eppoi faccettato a togliere. Ma mi chiedo se gli spessori iniziali necessari potessero essere compatibili con la piegatura.
Forse è più probabile che il foglio venisse piegato su una dima faccettata, operazione che immagino richiedesse notevole maestria.
Mi chiedo se sia plausibile una prima realizzazione tonda, eppoi una successiva formatura faccettata per deformazione, magari inserendo il tubo di celluloide in una controforma esterna e agendo per pressione interna.
In effetti c'è un dato che potrebbe aiutare: l'interno della canna è tondo o faccettato?
Che poi magari sto scoprendo l'acqua calda. Non posseggo faccettate di celluloide, solo tonde, e quindi non mi ero mai soffermata a pensarci...
Dalle foto parrebbe proprio che ci sia un'unica linea di discontinuità.
I medodi di realizzazione delle penne in celluloide spesso rimangono un enigma, perché le conoscenze si sono perse.
Ci sono livree che attualmente i produttori dicono di non riuscire a replicare, nonostante la possibilità di usare strumentazioni più sofisticate.
Per quanto riguarda le faccettate, avevo sempre dato per scontato che fossero realizzate da barra piena, ma in effetti era una mia presunzione senza approfondimento.
La linea di giunzione netta presente sulla tua, indica con estrema probabilità una realizzazione partendo da un foglio piano laminato, saldato poi a formare la canna.
Una cosa molto comune nei fusti tondi.
Però allora mi chiedo come fosse realizzata in questo caso la faccettatura.
Una prima ipotesi è quella di un fusto realizzato tondo eppoi faccettato a togliere. Ma mi chiedo se gli spessori iniziali necessari potessero essere compatibili con la piegatura.
Forse è più probabile che il foglio venisse piegato su una dima faccettata, operazione che immagino richiedesse notevole maestria.
Mi chiedo se sia plausibile una prima realizzazione tonda, eppoi una successiva formatura faccettata per deformazione, magari inserendo il tubo di celluloide in una controforma esterna e agendo per pressione interna.
In effetti c'è un dato che potrebbe aiutare: l'interno della canna è tondo o faccettato?
Che poi magari sto scoprendo l'acqua calda. Non posseggo faccettate di celluloide, solo tonde, e quindi non mi ero mai soffermata a pensarci...
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Penna del nonno -Investigazione storico temporale/tecnica
Grazie Esme trovo interessantissimo l’ argomento da Te esposto e la tua risposta, noto sul fusto in effetti la discontinuità delle venature solo in un punto ed una marcata linea di giunzione, quindi penso tu abbia ragione nell ‘affermare che sia un foglio arrotolato su una dima artigianale presagomata e poi successivamente estratta a stagionatura avvenuta della cellulosa, anche il cappuccio presenta una marcata linea di giunzione, l interno del fusto e del cappuccio risultano tondi, nel fusto è presente la filettatura di circa 1,5 cm di lunghezza per il collegamento del gruppo del pennino ( scusa i termini non molto tecnici), lo spessore del fusto alle estremità risulta di circa 1,6 mm, appena possibile vedrò di disegnare con cad la penna e relativa sezione che forse aiuterà meglio a formulare ipotesi, mi resta il dubbio su come potesse essere comunque estratta la dima in quanto il fusto all’ interno risulta cilindrico ma con rastrematatura ogivale con le due estremità di sezione inferiore rispetto al centro, presumo allora che la dima fosse particolare o mezza sezione per poterla estrarre(mistero )
- sanpei
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Prima si realizzava il tubo di celluloide, dopo si ricavavano le faccettature
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Dovrebbe essere quella che viene denominata celluloide fasciata , il foglio di celluloide è ripiegato a caldo su un cilindro . In effetti nulla vieterebbe , una volta realizzato con questa tecnica il cilindro di celluloide porlo in uno stampo con il disegno geometrico faccettato.
Ad esempio qui https://www.fountainpen.it/File:Patent-US-2014150.pdf sul wiki c'è un brevetto del 1931 di una macchina da stampo per celluloide della Wahl Eversharp, e scorrendolo si può vedere che era possibile realizzare penne faccettate (in questo caso le Doric)
In questo specifico caso non veniva utilizzato un cilindro preformato di celluloide fasciata , però resta valido il concetto che era possibile realizzare le faccette per stampaggio (nel brevetto citato è riportato : "Fig.14... cappuccio con la banda (veretta) è applicata prima dell'operazione di stampaggio..." e "Fig.15 ...vista del manufatto completato dopo le operazioni di stampaggio") ; dalle figure e dalle spiegazioni si deduce che la sfaccettatura deriva dallo stampaggio della celluloide .
Mirko
Penna del nonno -Investigazione storico temporale/tecnica
Ringrazio Tutti per le precise indicazioni e collegamenti a wiki, quindi se non ho analizzato male si tratta di una stilografica di fascia inferiore rispetto alla più blasonata concorrenza, comunque di produzione italiana associata al marchio Helios, (1929-1940) con collegamento diretto con la produzione della Kaweco ( dal 1892 ad oggi?) vedasi foglietto di istruzioni S.I.L.G.A.( vedi Wiki) con meccanismo a pulsante di fondo identico a quello presente sul catalogo Kaweco e modello Helios. Stimerei quindi un periodo (correggetemi se sbaglio) tra il 1929 data del deposito del marchio Helios ed il 1934 anno di introduzione dell’ obbligo di indicazione della punzonatura dell’ oro in millesimi in quanto il pennino della penna del nonno ancora non presenta tale indicazione. Sono rammaricato che non essendoci stampigliature del modello ed una confezione non si riesca a risalire esattamente a marca e modello. Peccato in quanto mi sembra una bella Stilografica in celluloide madreperlata e risulta particolare con i tappi alle estremità in metallo dorato torniti in modo artigianale.
Per quando riguarda la Stil Re-ma (1950-1952) siamo intorno al 1950 ed essendo un modello sfaccettato ogivale esiste un legame con la soffer specifica della sua.produzione.
Quindi il mio nonnino ha comprato la Helios prima della seconda guerra mondiale e la Stil Re-ma dopo la fine della guerra. Complimenti a sanpei per la stima esatta e pensuser per la conferma dei pennini in oro 14 carati.
Adesso passo alla nota dolente (pe me naturalmente) del recupero e riparazione aprendo una discussione in tecnica e riparazioni, in quanto mi piacerebbe vedere se scrivono e provare l emozione di avere tra le mani delle penne utilizzate da mio nonno e mio padre.
Per quando riguarda la Stil Re-ma (1950-1952) siamo intorno al 1950 ed essendo un modello sfaccettato ogivale esiste un legame con la soffer specifica della sua.produzione.
Quindi il mio nonnino ha comprato la Helios prima della seconda guerra mondiale e la Stil Re-ma dopo la fine della guerra. Complimenti a sanpei per la stima esatta e pensuser per la conferma dei pennini in oro 14 carati.
Adesso passo alla nota dolente (pe me naturalmente) del recupero e riparazione aprendo una discussione in tecnica e riparazioni, in quanto mi piacerebbe vedere se scrivono e provare l emozione di avere tra le mani delle penne utilizzate da mio nonno e mio padre.