RisottoPensa ha scritto: ↑venerdì 4 agosto 2023, 20:53
sansenri ha scritto: ↑venerdì 4 agosto 2023, 19:51
in base a cosa lo dici (quasi #7)?
a me risulta che tutti i pennini Omas usati nelle stilo grandi (557 F/S) siano regolarissimi #6, diametro dell'alimentatore 6 mm, lunghezza 32 mm (più corta dei #6 standard, che in genere sono 35 mm, come Jowo e Bock)
Ricordo di aver visto da qualche parte che l'alimentatore è da 6.5mm
"Conduttore in Ebanite ø 6,50 a 2 capillari"
questo è sul sito della scribo per i modelli feel e la dotta
boh, è vero che tra 6 e 6,5 c'è poca differenza però i pennini Omas li ho sempre usati anche su penne #6 senza problemi né forzature
Non so cosa ci sia di vero in tutto questo o é solo una bufala ...
Basta chiedere alla "Stilografica" di Firenze da chi comprano l´Ogiva
Lo stesso sito vende Paragon e 360 nonché varienti della Ancora
Saluti e indagate.
Flavio
Se leggi i post precedenti è stato già spiegato quale sia la situazione. Il sito che citi è il vecchio sito Omas, mai aggiornato. L'unica pagina che riporta qualcosa di nuovo è quella dove si esclude ogni rapporto con il sig. Caltagirone e i soci di Unibrands, fautori delle nuove Ogiva in vendita ora.
A me sembra un'operazione commerciale.
Quando si parla di Omas, si fa già differenza tra Omas con pennini extra e extra lucens e quello che è stato prodotto dagli anni 80 in poi... Figuriamoci quanto di Omas possano avere queste penne.
Ci sono tanti modi di riportare in vita un marchio sulla carta ma, chi compra, ad esempio, Esterbrook oggi acquista un prodotto fatto a Taiwan che sarà anche valido ma che non è Esterbrook del secolo scorso.
Un conto è riuscire ad avere accesso alle competenze della vera Omas e replicare quel prodotto studiando una strategia per farlo entrare nel mercato di oggi. Un conto è prendere le forme e la grafica, rifare una penna e dire: ho fatto una Omas. In altre parole, io ho un pennino extra lucens strepitoso montato su una Omas Dama, decisamente piccola, ma quel pennino è così bello, così non-replicabilmente Omas, che non darei la mia Dama per tutto il catalogo dell'azienda che oggi porta il nome Omas.
Il mio pensiero è quello di Edis. Il marchio originale è morto, il 'know-how' aziendale è disperso con le maestranze andate in altre aziende.
Il marchio 'risorge' e subito a sbrodolarci sopra. Stesso discorso per la nuova Delta.
Viva la Omas e Delta dei tempi d'oro. Sicuramente qualcuno avrà da ridire anche su questi marchi come è lecito che sia.
Su Omas sono d’accordo, ma su Delta non direi, l’ha presa in mano Nino Marino che ne era uno dei fondatori, quindi presumo che materiali e conoscenze siano rimasti gli stessi https://youtu.be/n4b17SXASV8
Trovo giusta la definizione di rrfreak63 che parla di "marchio originale". A cosa pensiamo quando pensiamo ad Omas? A certe linee ma anche e soprattutto ad un certo modo di scrivere. L'attuale Omas ripropone i modelli iconici di Omas perché secondo me dietro non c'è uno studio vero e proprio della stilografica bensì dei possibili acquirenti che potrebbero essere attratti dall'operazione nostalgia. Stessa cosa si può dire della Delta di Nino Marino che è rientrato nel mercato con molti di quelli che io definirei fondi di magazzino, ovvero penne rimaste ferme cinque anni dal momento del fallimento, rilucidate e messe in vendita.
Quanto può durare una strategia come quella delle attuali Omasi e Delta? Le aziende originali hanno segnato la storia della stilografica italiana perché hanno portato nel mercato qualcosa che prima non c'era.
Dovrei averne in mano una per poter esprimere un giudizio completo.
Dalle foto che avete postato mi pare però un "tanto rumore per nulla".
Carucce sicuramente, ma nulla per cui stracciarsi le vesti. Senza sapere il marchio, avrei detto Asvine...
Omas, non Omas. Stica.
"È tutta colpa di Esme" [Bons]
"Nove decimi del cervello non vengono usati, e come la maggior parte dei fatti noti, è falso."
[sir Terry Pratchett]
Chi ha la fortuna di poter scrivere con un Extra o Extra lucens, non può che rattristarsi vedendo il marchio Omas “resuscitare” in questo modo poco rispettoso. Sono perfettamente d’accordo con te.
edis ha scritto: ↑domenica 6 agosto 2023, 10:27
A me sembra un'operazione commerciale.
Quando si parla di Omas, si fa già differenza tra Omas con pennini extra e extra lucens e quello che è stato prodotto dagli anni 80 in poi... Figuriamoci quanto di Omas possano avere queste penne.
Flavio49se ha scritto: ↑venerdì 25 agosto 2023, 21:48
Lasciamo in pace i morti.
OMAS sei stata grande, riposain pace !
Sono assolutamente d’accordo: queste operazioni di resuscitare marchi che non esistono più sono solo operazioni di marketing, ed evidentemente pagano, dato che continuano a essere fatte.
Il continuo resuscitare il marchio Omas, poi, ha sempre di più la fattezza di una telenovela. Finirà mai?
In ogni caso, per tornare a questa penna, dalle foto mi sembra una cinesata.