Qualche giorno fa, ho deciso di riunire in una sola microfotografia (il termine corretto sarebbe fotomacrografia) il disegno perfetto di un oggetto prodotto dalla mano umana - il pennino di una penna stilografica - con un minuscolo oggetto perfetto prodotto dalla natura all'intero di un fiore di orchidea: un pollinario.
Ho approntato il set sotto la la lente del mio microscopio da fotografia (in passato questo si chiamava un macroscopio), con la parte terminale del pennino della mia Meisterstück 149 Calligraphy e un paio di pollinari della orchidea Phalaenopsis amabilis (ne avevo a mano un esemplare nativo dell'Indonesia). Quando ero ormai pronto al secondo scatto, la mia amata penna é scivolata dal tavolino del microscopio, é caduta dal tavolo ed é atterrata - con la punta - sul pavimento!
Lo spettacolo che si presentava alla mia vista era davvero orrendo. Il rebbio di sinistra - quello che presumibilmente aveva colpito il suolo - era sollevato di quasi 8 millimetri ma, quel che era peggio, si era piegato con un angolo netto che correva dalla base del foro di sfiato sino appena sopra al punto piú alto della spalla del pennino.
Ora, nel mio caso particolare, avere danneggiato questo pennino é particolarmente duro da accettare, per due buone ragioni. La prima é che questa penna mi ha tenuto compagnia, a partire dalla dura epoca del COVID che passai in assoluta solitudine nella mia casa, quasi come fosse un animale da compagnia, come un caro cagnolino... In secondo luogo, qui dove vivo non ho come farla riparare. sarà la prima volta che ritornerò in Italia (fra un anno?), e lì la lascerò perché la inviino in Germania a sistemare, e per raccoglierla, una volta tornata in Italia, al mio prossimo viaggio ancora, tra un paio d'anni... Nei due giorni successivi all'incidente, e dopo aver lasciato trascorrere un periodo di profondo sconforto, mi sono messo al lavorare per riparare il pennino.
Per fortuna ho buoni microscopi steroescopici per osservare bene e lavorare "di fino". Nel piccolo disastro della situazione, ho scoperto che il pennino della Calligraphy é davvero una piccola opera d'arte. É il prodotto di una serie di tensioni - e microtorsioni - longitudinali e trasversali, che obbligano i rebbi a mantenersi uniti sulla punta - quasi con un piccola torsione dalla spalla sino all'apice - e nello stesso tempo ad aderire perfettamente all'alimentatore. Una volta "rotto l'incantesimo", come ho fatto io lasciando cadere la penna, non vi é modo di riportare il pennino alla sua condizione originaria, almeno con gli strumenti a disposizione di un comune mortale - per quanto fini possano essere.
Con pazienza e molto amore ho "sostanzialmente" (ma non perfettamente) ridotto la piega, riportando il rebbio sinistro quasi a livello del destro. Dico "quasi" perché questo é virtualmente impossibile a meno di recuperare la planaritá assoluta della lamina d'oro dove si era piegata. Siccome i due rebbi no sono ora ala stessa altezza, per poterli in qualche modo allineare (e perché il pennino non gratti) ho leggermente piegato verso il basso la punta del rebbio sinistro. Interessantemente, non vi é modo che i due rebbi ora si mantengano retti come erano in origine e - allo stesso tempo - tocchino l'alimentatore. L'unico modo per ottenere un effetto approssimato é piegarli impercettibilmente verso il basso, ma anche in questo modo l'aderenza non é perfetta. Credo che, una volta perso il "sistema di tensioni", l'abbinata di rebbio diritto e aderente sia impossibile da riprodurre.
Dopo il delicato intervento chirurgico sotto il microscopio, il pennino ora scrive e non gratta. Curiosamente, ha cambiato un poco il suo comportamento. É diventato leggermente piú rigido - meno flessibile -, ma ha mantenuto la sua elasticità, o la ha addirittura impercettibilmente migliorata. La geometria del pennino non é più perfettamente simmetrica. La spalla sinistra é leggermente più chiusa e con una minuscola "rottura della linea" appena sopra il punto più largo.
Insomma, la mia 149 Calligraphy non é passata indenne dalla prova, e ne porta - per quanto appena percettibile - qualche cicatrice. Io stesso, però, ho molte cicatrici di una vita vissuta intensamente, per cui so di poterla accettare cosí com'é. Un giorno tornerà ad Amburgo per un completo trattamento di bellezza, ma nel frattempo non rimarrà abbandonata in un cassetto con un rebbio per aria. Resterà in uso, sulla mia scrivania, nel suo stiloforo dedicato, e continuerà a tenermi compagnia come ha fatto in passato, come una cara amica con qualche segno in più.
Vi allego qualche fotografia di alcuni fogli scritti con il pennino "riparato". Direi che, almeno per il momento, va bene anche cosí com'é.