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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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WATERMAN’S Inks: DE LUXE “TIP-FILL” BOTTLE (G. Larsen) — New York, 1935
- Musicus
- Collaboratore
- Messaggi: 3016
- Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
- La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
- Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Bolzano
- Gender:
WATERMAN’S Inks: DE LUXE “TIP-FILL” BOTTLE (G. Larsen) — New York, 1935
Questo articolo fa parte di una serie di quattro che prendono in esame la produzione di calamai Waterman’s negli anni 1933-1936. Nel primo di essi è anche disponibile una breve presentazione di tutti i modelli oggetto della mia ricerca, seguita da una recensione del calamaio “Well-Top” [n. ④]. L’Introduzione seguente è quella comune alla serie.
I) Introduzione
Lo stato dell’arte dei calamai Waterman’s negli USA nell’anno 1936
Vi fu un anno di grazia, il 1936, in cui la Waterman americana si trovò a proporre al pubblico ben 4 diversi “calamai da tavolo” di nuova concezione contemporaneamente. Waterman Catalog, 1936 (fonte PCA)
Erano stati introdotti uno dopo l’altro nel triennio 1933-1936 (gli ultimi due, il ③ e il ④, addirittura contemporaneamente nell’estate del 1936), con lo scopo prima di affiancare e poi di sostituire i tradizionali quanto gloriosi, ma oramai commercialmente vetusti “flaconi cilindrici”.
Nel 1936 i nuovi “calamai da tavolo individuali” (tutti dalla capacità di 2 once eccetto il ② che ne conteneva il doppio) venivano così a distinguersi
• dalle bottiglie per ricariche, di grande capacità, destinate a uffici e scuole (ad esempio), che permettevano di riempire tutti i singoli calamai più piccoli attraverso un sistema di rabbocco (“pour-out device”, un versatore a cannuccia, anch’esso mostrato nella pagina di catalogo sopra allegata),
• e dai “calamai da viaggio”, che erano invece ancora e sempre cilindrici, di piccole dimensioni e inseriti in contenitori protettivi in legno e metallo (alluminio) e bachelite.
Dopo la definitiva fuoriuscita dai cataloghi americani delle penne eyedropper e delle safety (e perciò anche delle “pipette contagocce” loro dedicate e, conseguentemente dei caratteristici tappi che potevano comodamente alloggiarle in altezza, come quello visibile nell’immagine seguente tratta da una delle mie ultime recensioni) i tradizionali calamai cilindrici multiuso (da 2 e 4 once) continuarono comunque ad essere venduti richiusi con “tappi bassi” ancora fino alla seconda metà degli anni Trenta, ma come flaconi entry level, sotto la definizione di “Regular individual desk size containers” (contenitori standard individuali da tavolo).
Tuttavia, la loro storia ormai trentennale non li rendeva più adatti ad affrontare, se non quella qualitativa dell’inchiostro, almeno la “battaglia di immagine” contro l’agguerritissima concorrenza.
La situazione era stata complicata dalla Waterman stessa, che aveva avviato anzitempo la dismissione (inopinata, vista la loro grande bellezza ed eleganza) dei calamai su stelo a forma di “globo” (o “cardioide”), prodotti in cinque varianti successive a partire dal 1912, e destinati alle penne con caricamento “automatico” (ossia, dopo il 1915 in casa Waterman esclusivamente alle lever filler), rimanendo così già all’inizio degli anni Trenta senza una vera alternativa commerciale alla ormai “sorpassata” impostazione cilindrica.
La situazione cambiò dal 1933, sicuramente anche in vista del cinquantesimo anniversario di attività della Casa (1884-1934), e nel 1936, per promuovere più efficacemente la vendita dei quattro nuovi flaconi di inchiostro mostrati in apertura (stilisticamente tutti così pienamente quanto irresistibilmente Art Déco), il marketing della Waterman decise di presentarli come dotati di “special features” (caratteristiche speciali), non solo evidentemente per il design, ma anche per il tipo di impiego per essi suggerito.
II) Il primo calamaio “Tip-Fill” (poi “De Luxe Tip-Fill”), design di G. LARSEN
Il calamaio
WATERMAN DE LUXE “TIP-FILL”, design di Gabriel LARSEN (1935), produzione (USA e) CANADA, 1935. Capacità: 4 oz. = 118 ml
Peso a vuoto: 138 g
Peso pieno all’origine (stimato): ca. 258 g
Tappo: 11 g
Altezza: 7,3 cm
Larghezza: 7,7 cm
Base esagonale, diagonale: 4,5 cm
Imboccatura, Ø utile: 3,0 cm
Tappo
Ø esterno: 4,5 cm
Altezza: 1,1 cm
* * *
Il nome
Innanzi tutto sgombriamo il campo da un equivoco lessicale (almeno per noi italiani) che ha permesso alla Waterman di avvalersi di un efficace gioco di parole:
• Tip = (sostantivo) la punta
• To tip = (verbo) coricare, rovesciare, ribaltare, inclinare.
È chiaro che nell’alimentatore “tip-fill” la parola tip stia per punta, e il significato è dunque di “riempimento della punta” (ossia “attraverso la sola punta”).
Nella boccetta di inchiostro “tip-fill”, invece, la parola tip sta per coricare/ribaltare, e il significato è di “caricamento col coricare” (ossia “dal flacone coricato”).
Quindi, portando lo stesso nome, neppure volendo si sarebbero potuti scindere i destini dell’alimentatore (1933) da quelli del calamaio (1935). Grazie alle caratteristiche del caricamento “tip-fill” implementato sulle stilografiche della Casa vendute all’epoca (che, gioverà ricordarlo, richiedeva la sommersione del gruppo scrittura solo fino al foro di sfiato del pennino, e non fino a ricomprendere anche parte della sezione come era/sarebbe prassi con un alimentatore tradizionale), anche l’uso del calamaio omonimo poteva essere associato ad un’idea di pulizia e ordine, promettendo inoltre (ma in subordine) un sostanzioso risparmio grazie alla possibilità di coricamento su una delle facce laterali onde favorire la suzione anche dell’ultima goccia di inchiostro in essi originariamente contenuta.
Alla prova dei fatti la penna non poteva però essere lasciata nel calamaio coricato senza alcun sostegno, come mostravano i disegni delle pubblicità, perché sarebbe caduta… Il calamaio era troppo grande. A questa pur veniale mancanza ovvierà efficacemente il secondo modello “Tip-Fill” (numero ③ nel primo allegato) che verrà lanciato l’anno seguente 1936. Ma la ragione d’essere primaria del “De Luxe” era, lo ribadiamo, quella di promuovere il caricamento “pulito” reso possibile dal nuovo alimentatore.
* * *
Il debutto sul mercato
Il primo flacone “Tip-Fill” (numero ② nel primo allegato) oggi in presentazione era stato progettato da uno dei massimi creatori di stilografiche di sempre, il designer Gabriel Larsen, lo stesso che aveva disegnato la mitica Patrician e poi la Waterman #94, la Lady Patricia, anche nella versione Ink-Vue… (dal Wiki)
Come apprendiamo dall’estratto precedente, il brevetto di design per il calamaio fu richiesto (patent applied for) il 13 aprile 1935 ma la tutela del brevetto fu concessa solo nel dicembre successivo.
Continua…
I) Introduzione
Lo stato dell’arte dei calamai Waterman’s negli USA nell’anno 1936
Vi fu un anno di grazia, il 1936, in cui la Waterman americana si trovò a proporre al pubblico ben 4 diversi “calamai da tavolo” di nuova concezione contemporaneamente. Waterman Catalog, 1936 (fonte PCA)
Erano stati introdotti uno dopo l’altro nel triennio 1933-1936 (gli ultimi due, il ③ e il ④, addirittura contemporaneamente nell’estate del 1936), con lo scopo prima di affiancare e poi di sostituire i tradizionali quanto gloriosi, ma oramai commercialmente vetusti “flaconi cilindrici”.
Nel 1936 i nuovi “calamai da tavolo individuali” (tutti dalla capacità di 2 once eccetto il ② che ne conteneva il doppio) venivano così a distinguersi
• dalle bottiglie per ricariche, di grande capacità, destinate a uffici e scuole (ad esempio), che permettevano di riempire tutti i singoli calamai più piccoli attraverso un sistema di rabbocco (“pour-out device”, un versatore a cannuccia, anch’esso mostrato nella pagina di catalogo sopra allegata),
• e dai “calamai da viaggio”, che erano invece ancora e sempre cilindrici, di piccole dimensioni e inseriti in contenitori protettivi in legno e metallo (alluminio) e bachelite.
Dopo la definitiva fuoriuscita dai cataloghi americani delle penne eyedropper e delle safety (e perciò anche delle “pipette contagocce” loro dedicate e, conseguentemente dei caratteristici tappi che potevano comodamente alloggiarle in altezza, come quello visibile nell’immagine seguente tratta da una delle mie ultime recensioni) i tradizionali calamai cilindrici multiuso (da 2 e 4 once) continuarono comunque ad essere venduti richiusi con “tappi bassi” ancora fino alla seconda metà degli anni Trenta, ma come flaconi entry level, sotto la definizione di “Regular individual desk size containers” (contenitori standard individuali da tavolo).
Tuttavia, la loro storia ormai trentennale non li rendeva più adatti ad affrontare, se non quella qualitativa dell’inchiostro, almeno la “battaglia di immagine” contro l’agguerritissima concorrenza.
La situazione era stata complicata dalla Waterman stessa, che aveva avviato anzitempo la dismissione (inopinata, vista la loro grande bellezza ed eleganza) dei calamai su stelo a forma di “globo” (o “cardioide”), prodotti in cinque varianti successive a partire dal 1912, e destinati alle penne con caricamento “automatico” (ossia, dopo il 1915 in casa Waterman esclusivamente alle lever filler), rimanendo così già all’inizio degli anni Trenta senza una vera alternativa commerciale alla ormai “sorpassata” impostazione cilindrica.
La situazione cambiò dal 1933, sicuramente anche in vista del cinquantesimo anniversario di attività della Casa (1884-1934), e nel 1936, per promuovere più efficacemente la vendita dei quattro nuovi flaconi di inchiostro mostrati in apertura (stilisticamente tutti così pienamente quanto irresistibilmente Art Déco), il marketing della Waterman decise di presentarli come dotati di “special features” (caratteristiche speciali), non solo evidentemente per il design, ma anche per il tipo di impiego per essi suggerito.
II) Il primo calamaio “Tip-Fill” (poi “De Luxe Tip-Fill”), design di G. LARSEN
Il calamaio
WATERMAN DE LUXE “TIP-FILL”, design di Gabriel LARSEN (1935), produzione (USA e) CANADA, 1935. Capacità: 4 oz. = 118 ml
Peso a vuoto: 138 g
Peso pieno all’origine (stimato): ca. 258 g
Tappo: 11 g
Altezza: 7,3 cm
Larghezza: 7,7 cm
Base esagonale, diagonale: 4,5 cm
Imboccatura, Ø utile: 3,0 cm
Tappo
Ø esterno: 4,5 cm
Altezza: 1,1 cm
* * *
Il nome
Innanzi tutto sgombriamo il campo da un equivoco lessicale (almeno per noi italiani) che ha permesso alla Waterman di avvalersi di un efficace gioco di parole:
• Tip = (sostantivo) la punta
• To tip = (verbo) coricare, rovesciare, ribaltare, inclinare.
È chiaro che nell’alimentatore “tip-fill” la parola tip stia per punta, e il significato è dunque di “riempimento della punta” (ossia “attraverso la sola punta”).
Nella boccetta di inchiostro “tip-fill”, invece, la parola tip sta per coricare/ribaltare, e il significato è di “caricamento col coricare” (ossia “dal flacone coricato”).
Quindi, portando lo stesso nome, neppure volendo si sarebbero potuti scindere i destini dell’alimentatore (1933) da quelli del calamaio (1935). Grazie alle caratteristiche del caricamento “tip-fill” implementato sulle stilografiche della Casa vendute all’epoca (che, gioverà ricordarlo, richiedeva la sommersione del gruppo scrittura solo fino al foro di sfiato del pennino, e non fino a ricomprendere anche parte della sezione come era/sarebbe prassi con un alimentatore tradizionale), anche l’uso del calamaio omonimo poteva essere associato ad un’idea di pulizia e ordine, promettendo inoltre (ma in subordine) un sostanzioso risparmio grazie alla possibilità di coricamento su una delle facce laterali onde favorire la suzione anche dell’ultima goccia di inchiostro in essi originariamente contenuta.
Alla prova dei fatti la penna non poteva però essere lasciata nel calamaio coricato senza alcun sostegno, come mostravano i disegni delle pubblicità, perché sarebbe caduta… Il calamaio era troppo grande. A questa pur veniale mancanza ovvierà efficacemente il secondo modello “Tip-Fill” (numero ③ nel primo allegato) che verrà lanciato l’anno seguente 1936. Ma la ragione d’essere primaria del “De Luxe” era, lo ribadiamo, quella di promuovere il caricamento “pulito” reso possibile dal nuovo alimentatore.
* * *
Il debutto sul mercato
Il primo flacone “Tip-Fill” (numero ② nel primo allegato) oggi in presentazione era stato progettato da uno dei massimi creatori di stilografiche di sempre, il designer Gabriel Larsen, lo stesso che aveva disegnato la mitica Patrician e poi la Waterman #94, la Lady Patricia, anche nella versione Ink-Vue… (dal Wiki)
Come apprendiamo dall’estratto precedente, il brevetto di design per il calamaio fu richiesto (patent applied for) il 13 aprile 1935 ma la tutela del brevetto fu concessa solo nel dicembre successivo.
Continua…
Ultima modifica di Musicus il giovedì 1 giugno 2023, 22:44, modificato 3 volte in totale.
- Musicus
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- Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
- La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
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WATERMAN’S Inks: DE LUXE “TIP-FILL” BOTTLE (G. Larsen) — New York, 1935
Intanto, però, il calamaio era già stato immesso sul mercato nel mese di agosto (così come avverrà anche per tutti i calamai successivi), giusto in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico, in una capillare campagna nazionale rivolta agli studenti (ovviamente dei ceti più abbienti),
Oakland_Tribune_Mon__Aug_19__1935
indirizzata paritariamente anche alla platea femminile. The_Boston_Globe_Mon__Sep_9__1935
Eccezionalmente il lancio del nuovo calamaio a faccette pentagonali avvenne anche in Canada a non più di qualche giorno di distanza dal debutto negli USA! The_Montreal_Daily_Star_Wed__Sep_4__1935
Qui sotto lo vediamo accostato a penne di una fascia di prezzo superiore. The_Province_Wed__Oct_16__1935
Integro l’excursus storico con il mio conferimento documentale odierno, tratto dalla rivista della National Geographic Society, che poche settimane dopo il lancio sulla stampa quotidiana dava conto del gioiello di Larsen accostandolo ad una splendida Waterman #7 “Emerald Ray”…
WATERMAN - 1935.10 – De Luxe Tip-Fill ink bottle, # 7 Emerald Ray - The National Geographic Magazine - Vol. LXVIII, No. 4
[@Simone: non c’è il numero della pagina perché le pagine della pubblicità alla fine della rivista non erano numerate.]
Come si può osservare, il calamaio veniva pubblicizzato con il nome-prodotto di
<“Tip-Fill” Bottle>
senza alcuna indicazione di capacità e di prezzo.
Il nome commerciale <“Tip-Fill” Bottle> dovette però giocoforza essere aggiornato già l’anno seguente (1936), per l’avvento sul mercato dell’altro calamaio coricabile, più piccolo, più economico (dettaglio non certo trascurabile per gli studenti!) a soli 10cents al pezzo per 2 once di inchiostro, e il nostro calamaio fu quindi ribattezzato dalla Waterman (come chiaramente si legge nel primo allegato del 1936)
<De Luxe “Tip-Fill”>
(ma si troverà in seguito reclamizzato anche con la grafia “DeLuxe”, tutto attaccato).
Il calamaio di Larsen, forte della sua eleganza modernista, fu promosso anche all’estero: prodotto negli stabilimenti canadesi, come ben dimostra l’esemplare in presentazione, fu distribuito nell’Impero britannico, dove il Rappresentante Sloan da Londra pubblicizzò adeguatamente la novità, seppure con circa un anno di ritardo. Leicester_Mercury_Wed__Jun_10__1936
Lo ritroveremo anche prodotto su licenza in Spagna, dal Concessionario locale, e imitato spudoratamente in Italia da un produttore storico di inchiostri nostrano, dopo la fine del secondo conflitto mondiale…
Tornando all’originale, lo ritroveremo un’ultima volta in vendita negli USA nel 1939, per i regali di diploma. The_Indianapolis_News_Tue__May_2__1939
La concezione “ipergeometrica” (sin troppo) ricercata e le dimensioni oversize, unite ad un prezzo adeguato e quindi non popolare, erano stati senza dubbio d’ostacolo alla diffusione presso il grande pubblico del calamaio di Larsen: chi cercava solo un contenitore economico, maneggevole e che occupasse poco spazio nei cassetti della scrivania si rivolse invece subito con entusiasmo al secondo calamaio “tip-fill”, così ben riuscito sotto tutti questi aspetti da essere in commercio ancora oggi con minime modifiche dopo 87 anni… Risultato: sul mercato del modernariato di calamai faccettati pentagonali non se ne trovano mai in vendita: beato chi ce l’ha, mi dico.
Continua…
Oakland_Tribune_Mon__Aug_19__1935
indirizzata paritariamente anche alla platea femminile. The_Boston_Globe_Mon__Sep_9__1935
Eccezionalmente il lancio del nuovo calamaio a faccette pentagonali avvenne anche in Canada a non più di qualche giorno di distanza dal debutto negli USA! The_Montreal_Daily_Star_Wed__Sep_4__1935
Qui sotto lo vediamo accostato a penne di una fascia di prezzo superiore. The_Province_Wed__Oct_16__1935
Integro l’excursus storico con il mio conferimento documentale odierno, tratto dalla rivista della National Geographic Society, che poche settimane dopo il lancio sulla stampa quotidiana dava conto del gioiello di Larsen accostandolo ad una splendida Waterman #7 “Emerald Ray”…
WATERMAN - 1935.10 – De Luxe Tip-Fill ink bottle, # 7 Emerald Ray - The National Geographic Magazine - Vol. LXVIII, No. 4
[@Simone: non c’è il numero della pagina perché le pagine della pubblicità alla fine della rivista non erano numerate.]
Come si può osservare, il calamaio veniva pubblicizzato con il nome-prodotto di
<“Tip-Fill” Bottle>
senza alcuna indicazione di capacità e di prezzo.
Il nome commerciale <“Tip-Fill” Bottle> dovette però giocoforza essere aggiornato già l’anno seguente (1936), per l’avvento sul mercato dell’altro calamaio coricabile, più piccolo, più economico (dettaglio non certo trascurabile per gli studenti!) a soli 10cents al pezzo per 2 once di inchiostro, e il nostro calamaio fu quindi ribattezzato dalla Waterman (come chiaramente si legge nel primo allegato del 1936)
<De Luxe “Tip-Fill”>
(ma si troverà in seguito reclamizzato anche con la grafia “DeLuxe”, tutto attaccato).
Il calamaio di Larsen, forte della sua eleganza modernista, fu promosso anche all’estero: prodotto negli stabilimenti canadesi, come ben dimostra l’esemplare in presentazione, fu distribuito nell’Impero britannico, dove il Rappresentante Sloan da Londra pubblicizzò adeguatamente la novità, seppure con circa un anno di ritardo. Leicester_Mercury_Wed__Jun_10__1936
Lo ritroveremo anche prodotto su licenza in Spagna, dal Concessionario locale, e imitato spudoratamente in Italia da un produttore storico di inchiostri nostrano, dopo la fine del secondo conflitto mondiale…
Tornando all’originale, lo ritroveremo un’ultima volta in vendita negli USA nel 1939, per i regali di diploma. The_Indianapolis_News_Tue__May_2__1939
La concezione “ipergeometrica” (sin troppo) ricercata e le dimensioni oversize, unite ad un prezzo adeguato e quindi non popolare, erano stati senza dubbio d’ostacolo alla diffusione presso il grande pubblico del calamaio di Larsen: chi cercava solo un contenitore economico, maneggevole e che occupasse poco spazio nei cassetti della scrivania si rivolse invece subito con entusiasmo al secondo calamaio “tip-fill”, così ben riuscito sotto tutti questi aspetti da essere in commercio ancora oggi con minime modifiche dopo 87 anni… Risultato: sul mercato del modernariato di calamai faccettati pentagonali non se ne trovano mai in vendita: beato chi ce l’ha, mi dico.
Continua…
Ultima modifica di Musicus il giovedì 1 giugno 2023, 22:43, modificato 1 volta in totale.
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Punti oscuri
Due sono le varianti significative del calamaio che non compaiono in alcuna delle pubblicità da me rinvenute: le dimensioni del flacone e la foggia del tappo.
Le dimensioni
Secondo il volume “Waterman - Past and Present - The first six decades” di Max Davis e Gary Lehrer, pp. 178-180), del calamaio di Larsen sarebbero esistite due misure, ma con l’identica capacità di 4 oz.:
H 89 x L (Ø) 83 mm
H 74 x L (Ø) 77 mm
Personalmente non ho ritrovato alcuna pubblicità (nemmeno sull’house organ di Waterman “The Pen Prophet” nel numero di Natale del 1935, per esempio) che indicasse la possibilità di acquistare taglie diverse del calamaio, con una capacità maggiore di 4 oz. o ad un prezzo maggiore di 25c. The Pen Prophet - Christmas 1935 (fonte PCA)
I tappi
Parafrasando l’antico adagio, potremmo osservare che «il Designer fece le boccette ma non i tappi…».
Osservando gli esemplari riprodotti nel libro citato, la differenza tra i flaconi fotografati risiedeva essenzialmente nella realizzazione del tappo:
• alto, di forma tronco-conica e in bachelite negli USA;
• più basso, cilindrico e in metallo in Canada.
Secondo il progetto originale e stando a quanto affermato dal Catalogo del 1936, la boccetta di vetro era del tutto priva di etichetta!! Ciò non toglie che sul libro citato siano documentate delle boccette sulle quali è presente una piccola etichetta pentagonale ad indicare il colore dell’inchiostro, ma tale informazione era normalmente presente già sulla sommità dei tappi.
Sicuramente la funzione di informare il cliente sul colore che stava acquistando era devoluta in primis alla scatolina in cartone che conteneva la boccetta…
* * *
Le iscrizioni del Produttore
1• sul vetro
Reg. App. For
ossia, per esteso,
Registration Applied For
che indica come il brevetto sia stato richiesto ma non ancora concesso, e corrisponde alla ben nota dicitura statunitense PATENT APPLIED FOR.
In realtà, come sappiamo, negli USA il brevetto era stato richiesto il 23 aprile del 1935 ma era stato rilasciato solo nel dicembre successivo (3 dicembre 1935), e dunque il calamaio era stato posto in vendita in agosto ancora senza la protezione del numero di brevetto: lo stesso (è un’ipotesi plausibile) potrebbe essere avvenuto in settembre anche in Canada...
Anche in questo caso, la Waterman ebbe molta fretta di giungere a commercializzare comunque un prodotto ritenuto eccellente e non facilmente clonabile dalla concorrenza (ovviamente in tempi brevi), forte della certezza di una imminente protezione erga omnes del suo design.
2• sul tappo Nome del Produttore e il Modello della bottiglia entrambi in corsivo, ma non il nome del colore dell’inchiostro.
Osservazioni
Nonostante la semplificazione bidimensionale dei disegni nelle pubblicità possa correttamente descrivere un generico "impianto esagonale" del manufatto, nella realtà il progetto del grande Larsen innalza un “peana di cristallo” alla figura del pentagono.
Nell’elegante quanto virtuosistica tassellatura di pentagoni con vertici contrapposti distribuiti su due file, i pentagoni non sono “regolari”, ma hanno lati da 2 e da 2,5 cm: quelli della fila superiore hanno tre lati da 2,5 cm (risultando così di superficie leggermente maggiore), mentre quelli della fila inferiore ne hanno tre da 2 cm. Per colmo di ricercatezza, le superfici delle figure si presentano dolcemente concave e il polpastrello ne è morbidamente accolto nel maneggiare l’oggetto!
Se i pentagoni di ambo le file si presentano con i vertici rivolti verso la mezzeria, quelli superiori presentano però una base decisamente stondata - a realizzare una suggestiva corolla intorno all’imboccatura - mentre quelli della metà inferiore hanno la base diritta. Il congiungimento di questi ultimi lati forma un esagono “regolare”
che costituisce la base d’appoggio del flacone. L’esagono, come si può vedere, non è però una superficie piana bensì un semplice perimetro, benché adeguatamente “rinforzato” in spessore: all’interno di tale perimetro, infatti, alla profondità di oltre 1 mm, è inscritto un cerchio (nel quale sono contenute le informazioni di legge del Produttore) che costituisce il vero “fondo della bottiglia”.
Continua…
Due sono le varianti significative del calamaio che non compaiono in alcuna delle pubblicità da me rinvenute: le dimensioni del flacone e la foggia del tappo.
Le dimensioni
Secondo il volume “Waterman - Past and Present - The first six decades” di Max Davis e Gary Lehrer, pp. 178-180), del calamaio di Larsen sarebbero esistite due misure, ma con l’identica capacità di 4 oz.:
H 89 x L (Ø) 83 mm
H 74 x L (Ø) 77 mm
Personalmente non ho ritrovato alcuna pubblicità (nemmeno sull’house organ di Waterman “The Pen Prophet” nel numero di Natale del 1935, per esempio) che indicasse la possibilità di acquistare taglie diverse del calamaio, con una capacità maggiore di 4 oz. o ad un prezzo maggiore di 25c. The Pen Prophet - Christmas 1935 (fonte PCA)
I tappi
Parafrasando l’antico adagio, potremmo osservare che «il Designer fece le boccette ma non i tappi…».
Osservando gli esemplari riprodotti nel libro citato, la differenza tra i flaconi fotografati risiedeva essenzialmente nella realizzazione del tappo:
• alto, di forma tronco-conica e in bachelite negli USA;
• più basso, cilindrico e in metallo in Canada.
Secondo il progetto originale e stando a quanto affermato dal Catalogo del 1936, la boccetta di vetro era del tutto priva di etichetta!! Ciò non toglie che sul libro citato siano documentate delle boccette sulle quali è presente una piccola etichetta pentagonale ad indicare il colore dell’inchiostro, ma tale informazione era normalmente presente già sulla sommità dei tappi.
Sicuramente la funzione di informare il cliente sul colore che stava acquistando era devoluta in primis alla scatolina in cartone che conteneva la boccetta…
* * *
Le iscrizioni del Produttore
1• sul vetro
WATERMAN’S
4 oz.
REG.
APP. FOR
CANADA
Si noti la dicitura 4 oz.
REG.
APP. FOR
CANADA
Reg. App. For
ossia, per esteso,
Registration Applied For
che indica come il brevetto sia stato richiesto ma non ancora concesso, e corrisponde alla ben nota dicitura statunitense PATENT APPLIED FOR.
In realtà, come sappiamo, negli USA il brevetto era stato richiesto il 23 aprile del 1935 ma era stato rilasciato solo nel dicembre successivo (3 dicembre 1935), e dunque il calamaio era stato posto in vendita in agosto ancora senza la protezione del numero di brevetto: lo stesso (è un’ipotesi plausibile) potrebbe essere avvenuto in settembre anche in Canada...
Anche in questo caso, la Waterman ebbe molta fretta di giungere a commercializzare comunque un prodotto ritenuto eccellente e non facilmente clonabile dalla concorrenza (ovviamente in tempi brevi), forte della certezza di una imminente protezione erga omnes del suo design.
2• sul tappo Nome del Produttore e il Modello della bottiglia entrambi in corsivo, ma non il nome del colore dell’inchiostro.
Waterman’s
IDEAL
INK
IN THE
Tip-Fill Bottle
* * *IDEAL
INK
IN THE
Tip-Fill Bottle
Osservazioni
Nonostante la semplificazione bidimensionale dei disegni nelle pubblicità possa correttamente descrivere un generico "impianto esagonale" del manufatto, nella realtà il progetto del grande Larsen innalza un “peana di cristallo” alla figura del pentagono.
Nell’elegante quanto virtuosistica tassellatura di pentagoni con vertici contrapposti distribuiti su due file, i pentagoni non sono “regolari”, ma hanno lati da 2 e da 2,5 cm: quelli della fila superiore hanno tre lati da 2,5 cm (risultando così di superficie leggermente maggiore), mentre quelli della fila inferiore ne hanno tre da 2 cm. Per colmo di ricercatezza, le superfici delle figure si presentano dolcemente concave e il polpastrello ne è morbidamente accolto nel maneggiare l’oggetto!
Se i pentagoni di ambo le file si presentano con i vertici rivolti verso la mezzeria, quelli superiori presentano però una base decisamente stondata - a realizzare una suggestiva corolla intorno all’imboccatura - mentre quelli della metà inferiore hanno la base diritta. Il congiungimento di questi ultimi lati forma un esagono “regolare”
che costituisce la base d’appoggio del flacone. L’esagono, come si può vedere, non è però una superficie piana bensì un semplice perimetro, benché adeguatamente “rinforzato” in spessore: all’interno di tale perimetro, infatti, alla profondità di oltre 1 mm, è inscritto un cerchio (nel quale sono contenute le informazioni di legge del Produttore) che costituisce il vero “fondo della bottiglia”.
Continua…
Ultima modifica di Musicus il venerdì 2 giugno 2023, 7:59, modificato 3 volte in totale.
- Musicus
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- Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
- La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
- Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Bolzano
- Gender:
WATERMAN’S Inks: DE LUXE “TIP-FILL” BOTTLE (G. Larsen) — New York, 1935
La presenza del tappo cilindrico in luogo di quello tronco-conico, in questo caso potrebbe anche essere ritenuta ininfluente (anche se, ovviamente, non lo è).
La smaltatura in nero opaco e la doratura sottesa alle scritte sono di ottima qualità (un paio di abrasioni di troppo le ho causate io in fase di pulizia… ).
* * *
Conclusione
Come per tutte le altre mirabili creazioni di Larsen, la bellezza della bottiglia è sotto gli occhi di tutti… Ma io non la utilizzerò per il suo scopo originario: per quello ho eletto la bottiglia “Well-Top” (e guai a chi me la tocca).
Mi contento di contemplare la purezza di forme del manufatto
e la purezza di intenzioni del Progetto.
E tanto mi basta.
Grazie per l’attenzione!
Giorgio
Il tappo, realizzato in robusto materiale ferroso, grazie alla precisione della massiccia filettatura impressa nel vetro,
si serra sempre e solo in una posizione, quella che vedete in foto,
allineando perfettamente l’iscrizione al pentagono.La smaltatura in nero opaco e la doratura sottesa alle scritte sono di ottima qualità (un paio di abrasioni di troppo le ho causate io in fase di pulizia… ).
* * *
Conclusione
Come per tutte le altre mirabili creazioni di Larsen, la bellezza della bottiglia è sotto gli occhi di tutti… Ma io non la utilizzerò per il suo scopo originario: per quello ho eletto la bottiglia “Well-Top” (e guai a chi me la tocca).
Mi contento di contemplare la purezza di forme del manufatto
e la purezza di intenzioni del Progetto.
E tanto mi basta.
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Bell'articolo... molto interessante!!
Renato.
"Docendo discitur"
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Interessantissima esposizione.
Complimenti.
Grazie
Fabio
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Ringrazio Renato e Fabio per il gradito commento!
Giorgio
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Grazie! Bellissimo articolo L’ho letto con grande interesse
Silvia
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Grazie per la bellissima esposizione, come al solito curatissima.
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Grazie Giorgio,
una seconda puntata interessantissima, come la prima del resto, e complimenti per la boccetta, che me resta una delle più affascinati sul piano stilistico.
Simone
una seconda puntata interessantissima, come la prima del resto, e complimenti per la boccetta, che me resta una delle più affascinati sul piano stilistico.
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Affascinanti ed interessanti queste carrellate sui flaconi di inchiostro , accompagnate dalla tua capacità di raccontare con passione e dovizia di particolari (penso sarebbe interessante persino una tua monografia sulla dentiera del bisnonno !) .
Davvero complimenti
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Grazie per l'apprezzamento, Silvia!Silvia1974 ha scritto: ↑venerdì 2 giugno 2023, 8:42 Grazie! Bellissimo articolo... L’ho letto con grande interesse...
Grazie, balthazar, per il lusinghiero commento!
Ciao, Simone!!
Ho già quasi terminato la terza ma per la quarta ci vorrebbero $235 per la boccetta originale, e allora temo che tarderà un poco...
Ciao, Mirko!Mir70 ha scritto: ↑venerdì 2 giugno 2023, 13:38 Affascinanti ed interessanti queste carrellate sui flaconi di inchiostro , accompagnate dalla tua capacità di raccontare con passione e dovizia di particolari (penso sarebbe interessante persino una tua monografia sulla dentiera del bisnonno !) .
Davvero complimenti
Ci metto dentro quello che vorrei leggere io...
In rete di queste cose non si parla, e anche nel libro che ho citato le informazioni (sempre rigorosamente senza data!!!) sono, come dire?, ridotte all'osso... Giorgio
-
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Ciao Giorgio, leggo solo ora il tuo articolo. Bellissimo ! come al solito
Luigi
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Mi chiedevo se il grande Gabriel LARSEN avesse lasciato traccia di sé sui quotidiani statunitensi. La mia ricerca è approdata soltanto ad un paio di citazioni, entrambe da giornali locali, che lo menzionavano principalmente in quanto "concittadino".
Nella prima si ricorda un suo brevetto per un fermaglio, e si aggiunge la circostanza che lo sfruttamento di tale brevetto era stato ceduto alla Waterman (informazione che a volte si ricava, comunque, dai brevetti stessi). The_Courier_News_Fri__Jul_3__1931
Ma è dalla seconda, un mesto necrologio, ahimè, The_Morning_Post_Fri__Apr_9__1943
che si apprendono due circostanze decisamente significative:
1) Larsen non sembra essere mai stato un "dipendente" della Waterman, bensì un Presidente di Banca(!);
2) ma al momento della sua prematura dipartita egli era in carica come Sovrintendente della divisione penne stilografiche della ESTERBROOK.
https://www.fountainpen.it/Esterbrook/it
Gli estimatori di quest'ultimo Marchio potranno forse riconsiderare i modelli dell'epoca anche alla luce di questa informazione.
In ogni caso, possiamo finalmente fornire le date di nascita e morte del grande designer: Gabriel Larsen (1888-1943)
* * *
Per quanto riguarda il calamaio oggetto della recensione, vorrei aggiungere la circostanza che alla fine del 1936, quando le bottiglie (lo ricordiamo) erano in vendita contemporaneamente, Waterman Catalog 1936, (fonte PCA)
avendo ormai intuito che i due nuovi flaconi più piccoli ed economici (il "Well-Top" ma, soprattutto, il "Tip-Fill" del secondo tipo) avrebbero monopolizzato la stragrande maggioranza delle vendite, in Casa Waterman decisero evidentemente di offrire una "nuova possibilità" al calamaio De Luxe. Gli costruirono così intorno (o, meglio, sotto!) una sorta di piramide azteca nel più puro stile Déco per poterlo utilizzare capovolto (!!!) come serbatoio per una stupefacente
FONTE DELL'ETERNO INCHIOSTRO*
Le dimensioni potete derivarle dal confronto coi dati da me forniti nella recensione.
La struttura era destinata a offrire un punto di ricarica per le stilografiche (nuove o semplicemente "di passaggio") e poteva essere collocato oltre che nei negozi che offrivano i prodotti Waterman's anche in scuole, uffici...
La presentazione allegata nel "bollettino" per i rivenditori del Natale 1936 è abbastanza completa: comprende la descrizione del meccanismo "anti polvere" (costituito da sportellino esterno + pistone interno, il quale ultimo si poteva abbassare premendo l'interno del pozzo con il pennino della stilografica da ricaricare, lasciando così fluire l'inchiostro nel pozzetto, per poi risollevarsi da solo una volta terminata la pressione), omettendo però di descrivere il momento del ribaltamento o del calamaio o della piramide per il fissaggio del calamaio di Larsen pieno di inchiostro**... )
Che mondo affascinante!!...
Giorgio
* La denominazione alla Indiana Jones è mia ma, visto l'impianto, mi sarebbe piaciuto anche "IL TEMPIO DELL'INCHIOSTRO MALEDETTO".......
Quella della Casa è un più sobrio quanto prosaico "Fontana di Inchiostro"...
** Può ben darsi che l'operazione fosse garantita dalla rotazione/avvitamento di quella sorta di "tappo" faccettato sul quale poggia nella figura il flacone capovolto.