sul "calore in mano" della ebanite non ci piove, d'altronde la spiegazione è scientifica, e deriva dal materiale stesso (divertente che tu ti sia andata a leggere le caratteristiche tecniche dell'ebanite) e la sua caratteristica di isolante (fino a non molto tempo fa veniva impiegata in molti ambiti proprio per questa proprietà). Essendo un isolante non conduce il calore. L'esperienza è tipica, quando prendi in mano una penna in metallo ti sembra fredda, perché essendo il metallo un buon conduttore conduce il calore subito via dalla tua mano lungo la penna e tu la senti fredda (dipende anche dalla temperatura esterna, più è freddo e più la sentirai fredda, al contrario se la temperatura esterna fosse più calda della tua temperatura corporea la sentiresti calda!). L'ebanite invece non conduce, quindi la prendi in mano e hai la sensazione che sia calda come la tua mano. Questa è la sensazione di "conforto" che hai nell'impugnarla. Poi c'è l'altro aspetto, che però è molto legato a quello che dicevi riguardo gli additivi. Le penne in ebanite con basso contenuto di additivi sono molto leggere (quasi porose), più aggiungi additivi e più il peso aumenta.
Di per se la Art Decò non è una penna leggera, ma neanche un macigno (le penne indiane di ebanite tradizionale sono parecchio più leggere).
Contemporaneamente all'aggiunta di additivi, nella mia esperienza l'ebanite lavorata ha finitura al tatto diversa, più liscia e dura con molti additivi, più ruvida e setosa (sensazione simile a quella del legno levigato) quella con pochi additivi.
Io trovo che il guilloché appena accennato della Art Decò sia da brivido di piacere sotto le dita...
Riguardo l'odore, hai detto tutto, è caratteristico, di gomma bruciata, ad alcuni non piace, io lo trovo quasi "amabile"...
In molte penne è comunque mascherato dalla finitura, etc. nel cappuccio però spunta quando apri la penna!