Marsich ha scritto: ↑lunedì 3 aprile 2023, 18:36
Sarò un pò criticato.. ma io al solo pensiero di toccare certa robaccia, mi prende l'orticaria, tra l'altro mi sembra di fare anche un danno ambientale a dirla tutta..
Alla fine sono fatte di materiali scadenti, prodotti in quantità industriale e allora penso se bisogna risparmiare non è meglio spendere qualche decina di euro in più e prendersi qualcosa di serio che duri, tipo una lamy piuttosto che una pilot entry level o una kaweco?, anzichè un mucchio di ciarpame che finisce con lo stimolare la produzione di altro ciarpame che prima o poi finirà nella spazzatura
ps: Parker Sonnet a parte
Ciao nessuna critica, una sola domanda, il ciarpame di cui parli l’hai tenuto in mano e usato almeno una volta? Le mie X159 come plastica sono molto più robuste della Pilot Kakuno, della Kaweco sport e della Pilot 78g e mollllto di più della platinum preppy. Sto parlando di penne che possiedo da parecchio e che uso/ho usato, non per sentito dire o per pregiudizio. Ho comprato a 3 centesimi di euro anche delle cinesi finite nella spazzatura. Non dico di no. Dico solo che come sempre generalizzare ci porta a volte a conclusioni errate e che gli oggetti su cui diamo giudizi sarebbe meglio almeno provarli altrimenti si rischia di scrivere inesattezze. Non ho parlato di come scrivono, solo dei materiali, ma posso aggiungere che le due x159 scrivono bene tanto quanto le altre citate. Per quanto riguarda l’inquinamento non credo che le Lamy che citi o qualsiasi altra penna in resina (preziosa o meno) inquinino meno delle cinesi. Sempre plastica è, a meno che io non mi sbagli di grosso.
in linea generale quello che si riesce a vedere, sorvolando un attimo (ma dov'è l'emoticon con le mani sugli occhi?...) sulla questione delle copie, è che la bistrattata Jinhao si è messa in fila con Moonman/Majohn, e PenBBS, per cercare di elevare il livello qualitativo delle sue penne, e in un certo senso non sorprende, perché riesce a basarsi su una esperienza produttiva di lunga data e dei pennini che non nascono male (è noto che solitamente sono funzionali e scorrevoli, spesso il tratto è un po' troppo largo, ma almeno il flusso è costante e pronto, mentre ad esempio con i Moonman io ho sempre incontrato problemi notevoli). Escono quindi una serie di nuovi modelli a raffica e dopo la X159, arriva la X850 (sembrerebbe un upgrade della X450) e la piccola 82. Il gioco "di cosa sono la copia" è facilissimo.
Si nota però l'attenzione per migliorare i dettagli anche estetici, come per la X159, la clip, l'anello, entrambi puliti, e funzionali come l'o-ring o le filettature più precise, in generale dei miglioramenti visibili.
Marsich ha scritto: ↑lunedì 3 aprile 2023, 18:36
Sarò un pò criticato.. ma io al solo pensiero di toccare certa robaccia, mi prende l'orticaria, tra l'altro mi sembra di fare anche un danno ambientale a dirla tutta..
Alla fine sono fatte di materiali scadenti, prodotti in quantità industriale e allora penso se bisogna risparmiare non è meglio spendere qualche decina di euro in più e prendersi qualcosa di serio che duri, tipo una lamy piuttosto che una pilot entry level o una kaweco?, anzichè un mucchio di ciarpame che finisce con lo stimolare la produzione di altro ciarpame che prima o poi finirà nella spazzatura
ps: Parker Sonnet a parte
Ciao nessuna critica, una sola domanda, il ciarpame di cui parli l’hai tenuto in mano e usato almeno una volta? Le mie X159 come plastica sono molto più robuste della Pilot Kakuno, della Kaweco sport e della Pilot 78g e mollllto di più della platinum preppy. Sto parlando di penne che possiedo da parecchio e che uso/ho usato, non per sentito dire o per pregiudizio. Ho comprato a 3 centesimi di euro anche delle cinesi finite nella spazzatura. Non dico di no. Dico solo che come sempre generalizzare ci porta a volte a conclusioni errate e che gli oggetti su cui diamo giudizi sarebbe meglio almeno provarli altrimenti si rischia di scrivere inesattezze. Non ho parlato di come scrivono, solo dei materiali, ma posso aggiungere che le due x159 scrivono bene tanto quanto le altre citate. Per quanto riguarda l’inquinamento non credo che le Lamy che citi o qualsiasi altra penna in resina (preziosa o meno) inquinino meno delle cinesi. Sempre plastica è, a meno che io non mi sbagli di grosso.
Mai presa in mano, effettivamente prima o poi dovrei provare a prenderne una in mano per sentire la sensazione.
sansenri ha scritto: ↑lunedì 3 aprile 2023, 20:00
Si nota però l'attenzione per migliorare i dettagli anche estetici, come per la X159, la clip, l'anello, entrambi puliti, e funzionali come l'o-ring o le filettature più precise, in generale dei miglioramenti visibili.
Vero, e infatti di X159 ne ho prese in tutto 5 (per giocarci e poi per regalarle). Dove a mio parere devono migliorare (o perlomeno di deve vedere nel medio periodo come vanno le cose) è nel controllo degli standard di produzione. Le prime due erano perfette, l'ultima ha il pennino incerto ma soprattutto è leggermente più leggera e il fondello impercettibilmente diverso.
Non credo sia una "copia delle copia", piuttosto un caso di inconsistenza tra lotti di produzione o uso di fabbriche o linee diverse.
a me le cinesi interessano perché costano poco. La copia della Pilot Capless a 40 Pound mi andava bene. Non capisco la Capless e di spendere 200 Pound per provare sta genialata mi pareva uno sproposito. Le plastiche con cui sono fatte, per me, sono plastiche tanto quanto quelle di MB. Me le tengo e le uso a rotazione, smettono di funzionare? Le cannibalizzo e le butto. Non mi faccio pare ecologiche, filosofico commerciali, sindacali. loro vendono, io compero, se m'interessa il modello. Tutto qua. Sono un essere semplice.
rrfreak63 ha scritto: ↑martedì 4 aprile 2023, 12:27
a me le cinesi interessano perché costano poco. La copia della Pilot Capless a 40 Pound mi andava bene. Non capisco la Capless e di spendere 200 Pound per provare sta genialata mi pareva uno sproposito. Le plastiche con cui sono fatte, per me, sono plastiche tanto quanto quelle di MB. Me le tengo e le uso a rotazione, smettono di funzionare? Le cannibalizzo e le butto. Non mi faccio pare ecologiche, filosofico commerciali, sindacali. loro vendono, io compero, se m'interessa il modello. Tutto qua. Sono un essere semplice.
In verità, anche se ho già esposto il mio pensiero, ovvero che ci sia una certa "concorrenza sleale" verso i produttori occidentali, pure io le compro e le uso con soddisfazione, anzi certi modelli li apprezzo veramente, quelli più economici mi sono comodi per utilizzare inchiostri "particolari" ostici per pulizia o corrosivi, altri semplicemente perchè mi piacciono e li compro. Per i pennini qualche volta il cambio altre volte tengo su i loro che spesso vanno bene di loro.
Mah... un ripetizione minuti di nota marca svizzera, PP, costa dai 250 mila euro in su, sempre uno svizzero ma questa volta "coronato", tre sfere (ora,minuti e secondi), meccanismo mutuato da marchio ex-svizzero, costa dai 15 mila in su e così via... si tratta di segnatempo al pari di orologi a polvere o ad acqua, o al pari di fantastiche mecchaniche elettroniche giapponesi (tutte oggi prodotte in china, nda) il cui costo parte da usd 2,30 (ctz myt 2025).
Per lavoro dal 1992 mi sono recato molto spesso in China dove produciamo abbigliamento anche per note marche (alci, coccodrilli, bandierine americane etc), tra cui polo shirt il cui costo di produzione è di circa 5/7 USD (od equivalente in RMB), incluso ologramma di autenticità di prodotto che riporta prezzi al pubblico di Euro/USD 99,00-129,00 (sic!).
Sto parlando di prodotti originali, realizzati su commessa del titolare del marchio, ovviamente!
Sulla qualità non si discute, si tratta sempre di prodotti ottimi; sul prezzo si potrà invece discutere, si tratta di pagare marketing, pubblicità più o meno occulta, di ingordigia, di sfruttamento etc e di orgoglio personale (scrivo con una MB da 600 euro e quindi mi sento meglio; tranquilli ne posseggo anche io...).
Per la cronaca; molto tempo fa ricordo che parlai con un tecnico che riferiva di un valore di produzione di una stilografica MB di qualche migliaio di lire escluso il pennino, così come sono certo che veniva citato in corsi e master della Bocconi il caso di un noto marchio italiano di articoli per la casa che ricarica più di 500 volte il valore di uno scovolino per la tazza del gabinetto, realizzato da designerstar francese...
Sono rientrato dalla Cina settimana scorsa - tutto cambiato, saranno presto "volatili per diabetici" per tutti noi! -e ad Hong Kong ho acquistato qualche penna; tra le altre ho acquistato delle penne maki-e bellissime, con la struttura di una stilografica (si può usare sia cartuccia che converter) ma provviste di un pennello per scrittura calligrafica orientale al posto del nostro "nib"... Perchè? Ma perchè sono bellissime, non so se mai le userò, ma sempre bellissime sono, evocando qualcosa di particolare. Costi? Non ve lo dirò mai, mi vergogno!
Parere personale: la stilografica è l'unico strumento di scrittura che concepisco, anche per appunti in fonderia o sul ponte di una rompighiaccio in Antartide, tutti gli altri sono strumenti che permettono di produrre segni grafici.
Mi piacciono le penne laccate, realizzate da singoli artigiani, sia monocromatiche che opere d'arte che raffigurano bellissimi paesaggi, animali etc e me ne avete fatte acquistare non poche in questo breve lasso di tempo (mi avete attaccato una scimmia mostruosa!), ma riesco a scrivere solo con pennini molto sottili, Posting, UEF o EF che vengono montati solo su penne molto belle ma non estremamente pregiate (non me ne vorrà il forumista con cui ho scambiato qualche parola sulla Justus M: acquistata, caricata, provata, ripulita e rimessa nella sua custodia),
Per scrivere solo pennini molto sottili - de gustibus... - ma vuoi mettere tenere in mano od osservare un'opera d'arte....???!!!
Il prezzo che si è disposti a pagare, produzione italiana, giapponese, cinese etc, non riguarda solo la qualità del prodotto in sè, ma spesso è riferito al valore percepito ed alla valenza che l'oggetto ha in qualità di status symbol, ovvero, e soprattutto per me, all' attenzione verso se stessi.
In Cina viene prodotta la maggior parte degli articoli cosiddetti di lusso e cinesi sono oramai i titolari di tutti i laboratori italiani che confezionano abbigliamento di lusso (parlo per esperienza diretta): se non già in grado di realizzare una stilografica di qualità, molto presto i cinesi la realizzeranno, copiando ovviamente e come spesso capita anche migliorando, se mai possibile. Il benchmark qualitativo è già definito da tempo e loro presto o tardi ci arriveranno!
Mi scuseranno gli Amministratori nel ravvisare alcuni concetti qui espressi OT.
P.S. Ho chiesto ad una mia amica giapponese di fare una verifica con Pilot se fosse mai possibile realizzare su ordinazione una bella penna in lacca (urushi etc) con pennino posting; mi dicono essere cosa tecnicamente impossibile, ma non sia mai...
Tutto vero quello che scrivi, ma a mio parere rimane un’importante differenza: la qualità della mia scrittura non si basa solo sul materiale plastico che compone lo strumento, ma da tutta un’altra serie di fattori (anche psicologici). La qualità eccelsa di alcuni strumenti cinesi la posso apprezzare solo su strumenti di uso comune e “distratto” come abbigliamento (tutto praticamente Made in china), elettronica (idem), ecc ecc il mio lusso di scrivere a penna, così come quello di suonare o di scattare foto in analogico o guardare l’ora su di uno strumento da polso me lo conservo felicemente e in maniera assolutamente appagante con oggetti pensati, realizzati e gestiti da chi quegli oggetti li ha creati dal nulla facendoli resistere ai decenni grazie alla qualità e al loro essere diventati icone di un settore.
Se ci dovessi mettere la logica e il raziocinio anche sulle passioni e quindi preferire Jinhao a Montblanc, perché a logica non può essere giustificata la differenza di prezzo, non sarebbe più passione (per me, lo sottolineo), ma semplice e (sempre per me) banale utilizzo di un oggetto comune.
Dipende sempre dall’uso che se ne vuole fare: per che faccio un lavoro in cui rischio di perdere/rovinare la penna costantemente avendola in tasca, una cinese da 10€ mi permette di non rinunciare alla stilografica.
In situazioni controllate uso quelle buone.
Alessio Pariani L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69] C7H14S [cit. Chimicazza]