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I problemi che incontriamo nel mondo delle Penne, oltre quelli generali. Parliamone.
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E io che pensavo che tutto questo avvennisse solo per le carte Pokémon... 😁
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Phormula
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Messaggio da Phormula »

Conosco una concessionaria che ha una collezione di automobili NOS, ancora da immatricolare dopo 40-60 anni.
Recentemente ho visto passare di mano una Fiat 127 del 72 NOS, che ovviamente il nuovo proprietario si guarderà dall'immatricolare e usare.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
levodi
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Esme ha scritto: mercoledì 29 marzo 2023, 19:33 E io che pensavo che tutto questo avvennisse solo per le carte Pokémon... 😁
breve o.t. ho sentito per radio un edicolante che si lamentava che i ragazzini andavano a scegliere le buste Pokémon col bilancino perchè quelle più rare e quindi più pagate pesano 7 grammi più delle altre.
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Messaggio da mikils »

Automedonte ha scritto: mercoledì 29 marzo 2023, 15:40
Il "famoso" fior di conio?
Esattamente.
Il parallelo regge fino ad un certo punto, perché in numismatica c'è un grado di conservazione ulteriore che sarebbe il "fondo specchio" (Ingl. "Proof") che però non è destinato alla circolazione ma solo alla vendita in blister protettivo ai collezionisti che lo prenotano.
Ma nella Repubblica delle Penne questo termine (per fortuna?) Non ha cittadinanza.
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Messaggio da Esme »

levodi ha scritto: mercoledì 29 marzo 2023, 20:53
Esme ha scritto: mercoledì 29 marzo 2023, 19:33 E io che pensavo che tutto questo avvennisse solo per le carte Pokémon... 😁
breve o.t. ho sentito per radio un edicolante che si lamentava che i ragazzini andavano a scegliere le buste Pokémon col bilancino perchè quelle più rare e quindi più pagate pesano 7 grammi più delle altre.
Me li immagino. 🤣
Sono quelle holo o fullart che pesano un po' di più (ma non più di 0,5g), peró ci sono holo o fullart che non valgono molto, oppure che hanno meccaniche di gioco piuttosto scarse.
Quando le collezionava e ci giocava mio figlio, mi facevano sempre molto ridere le congetture bislacche che tiravano fuori alcuni suoi amici, che generalmente non capivano una cippa del meccanismo di gioco e taroccavano le carte con il pennarello... 🤭
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Messaggio da geko »

Phormula ha scritto: mercoledì 29 marzo 2023, 20:47 … una Fiat 127 del 72 NOS, che ovviamente il nuovo proprietario si guarderà dall'immatricolare e usare.
Anche se lo volesse, non lo potrebbe fare.
Per la prima immatricolazione, la fiche del mezzo deve soddisfare le norme in vigore (Euro 6).
Quando i missionari giunsero, gli africani avevano la terra ed i missionari la Bibbia.
Essi ci dissero di pregare ad occhi chiusi.
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Messaggio da Phormula »

geko ha scritto: giovedì 30 marzo 2023, 13:19
Phormula ha scritto: mercoledì 29 marzo 2023, 20:47 … una Fiat 127 del 72 NOS, che ovviamente il nuovo proprietario si guarderà dall'immatricolare e usare.
Anche se lo volesse, non lo potrebbe fare.
Per la prima immatricolazione, la fiche del mezzo deve soddisfare le norme in vigore (Euro 6).
No, é possibilissimo, le normative non si applicano alle vetture storiche. Serve il certificato di storicità.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Phormula ha scritto: giovedì 30 marzo 2023, 14:01
geko ha scritto: giovedì 30 marzo 2023, 13:19

Anche se lo volesse, non lo potrebbe fare.
Per la prima immatricolazione, la fiche del mezzo deve soddisfare le norme in vigore (Euro 6).
No, é possibilissimo, le normative non si applicano alle vetture storiche. Serve il certificato di storicità.
Ah, bella notizia. Grazie.
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Messaggio da maylota »

Phormula ha scritto: giovedì 30 marzo 2023, 14:01
geko ha scritto: giovedì 30 marzo 2023, 13:19

Anche se lo volesse, non lo potrebbe fare.
Per la prima immatricolazione, la fiche del mezzo deve soddisfare le norme in vigore (Euro 6).
No, é possibilissimo, le normative non si applicano alle vetture storiche. Serve il certificato di storicità.
Rimarrebbe il problema dell'inchiostro (benzina) che non è più adatto al rodaggio di motori nuovi di 50 anni fa, ma con degli additivi e magari leggere modifiche si può risolvere immagino.
Del resto nessuno immagino caricherebbe una penna anni 30 mai inchiostrata con un inchiostro giapponese super alcalino (che ha fama di distruggere i sacchetti in gomma) o con un inchiostro super lubrificato (che potrebbe far gocciolare i vecchi alimentatori in ebanite)?
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N.O.S., Mint, Near Mint, Very Good, Good, Used e via dicendo sono termini che usano i negozi americani di beni vintage (chitarre, auto, orologi, etc.)
per classificare un articolo (poi si entra in un ginepraio in cui si valutano originalità e coevità di tutti i pezzi, etc.).

Nel caso delle penne N.O.S. mi chiedo quale garanzia possa fornire il negoziante nel caso di Aziende fallite da decenni,
di cui non esiste più l'assistenza ufficiale e di cui non si trovano più i pezzi di ricambio?
Se chi la compra lo fa per metterla in una teca e guardarla ogni tanto, nessun problema.
Se invece io acquisto una penna N.O.S. degli anni '50 per utilizzala giornalmente
e dopo dieci mesi di normale utilizzo il fusto si crepa o il pistone si spezza, a cosa varrebbe avere la garanzia di legge di due anni del venditore?
Anche se teoricamente potrei ottenere la restituzione dei soldi, tenderei a considerarlo come praticamente impossibile.

Razionalmente ritengo che la ricerca di pezzi in questo stato sia giustificata solo qualora riguardi modelli molto rari,
difficili da trovare anche in condizioni meno appetibili, e che hanno un posto particolare nella storia e nell'evoluzione di quel prodotto.
Ma questa mania su pezzi prodotti in un numero di esemplari notevole o dal nessun valore storico per me é fuffa.
Se sono rimasti in vetrina a prendere polvere un motivo ci sarà...

Dal punto di vista emotivo invece se per qualcuno un determinato oggetto ha un valore affettivo particolare fa bene ad acquistarlo
(ad esempio trovare sigillato lo Swatch che si desiderava tanto a 12 anni e farsi trasportare da quell'oggetto in un tempo di spensieratezza)
ma prima ci si accerti che una volta aperta la scatola questo non si riduca in coriandoli come alcune celluloidi...
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maylota ha scritto: venerdì 31 marzo 2023, 8:50
Del resto nessuno immagino caricherebbe una penna anni 30 mai inchiostrata con un inchiostro giapponese super alcalino (che ha fama di distruggere i sacchetti in gomma) o con un inchiostro super lubrificato (che potrebbe far gocciolare i vecchi alimentatori in ebanite)?
Dici che devo togliere l’iroshizuku dalle sheaffer e simili?
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Messaggio da maylota »

Ste003 ha scritto: sabato 1 aprile 2023, 21:46
maylota ha scritto: venerdì 31 marzo 2023, 8:50
Del resto nessuno immagino caricherebbe una penna anni 30 mai inchiostrata con un inchiostro giapponese super alcalino (che ha fama di distruggere i sacchetti in gomma) o con un inchiostro super lubrificato (che potrebbe far gocciolare i vecchi alimentatori in ebanite)?
Dici che devo togliere l’iroshizuku dalle sheaffer e simili?
Io di solito sulle vintage per sicurezza metto sempre inchiostri "facili". Del resto gli inchiostri giapponesi sono quasi sempre tendenzialmente con PH molto alto e le penne giapponesi non hanno quasi mai avuto sacchetti in gomma (anche per motivi climatici immagino)
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FinancialAdvisor ha scritto: sabato 1 aprile 2023, 21:28 N.O.S., Mint, Near Mint, Very Good, Good, Used e via dicendo sono termini che usano i negozi americani di beni vintage (chitarre, auto, orologi, etc.)
per classificare un articolo (poi si entra in un ginepraio in cui si valutano originalità e coevità di tutti i pezzi, etc.).

Nel caso delle penne N.O.S. mi chiedo quale garanzia possa fornire il negoziante nel caso di Aziende fallite da decenni,
di cui non esiste più l'assistenza ufficiale e di cui non si trovano più i pezzi di ricambio?
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Se invece io acquisto una penna N.O.S. degli anni '50 per utilizzala giornalmente
e dopo dieci mesi di normale utilizzo il fusto si crepa o il pistone si spezza, a cosa varrebbe avere la garanzia di legge di due anni del venditore?
Anche se teoricamente potrei ottenere la restituzione dei soldi, tenderei a considerarlo come praticamente impossibile.

Razionalmente ritengo che la ricerca di pezzi in questo stato sia giustificata solo qualora riguardi modelli molto rari,
difficili da trovare anche in condizioni meno appetibili, e che hanno un posto particolare nella storia e nell'evoluzione di quel prodotto.
Ma questa mania su pezzi prodotti in un numero di esemplari notevole o dal nessun valore storico per me é fuffa.
Se sono rimasti in vetrina a prendere polvere un motivo ci sarà...

Dal punto di vista emotivo invece se per qualcuno un determinato oggetto ha un valore affettivo particolare fa bene ad acquistarlo
(ad esempio trovare sigillato lo Swatch che si desiderava tanto a 12 anni e farsi trasportare da quell'oggetto in un tempo di spensieratezza)
ma prima ci si accerti che una volta aperta la scatola questo non si riduca in coriandoli come alcune celluloidi...
tutto questo andrà perso
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Messaggio da Ste003 »

maylota ha scritto: domenica 2 aprile 2023, 8:25
Ste003 ha scritto: sabato 1 aprile 2023, 21:46

Dici che devo togliere l’iroshizuku dalle sheaffer e simili?
Io di solito sulle vintage per sicurezza metto sempre inchiostri "facili". Del resto gli inchiostri giapponesi sono quasi sempre tendenzialmente con PH molto alto e le penne giapponesi non hanno quasi mai avuto sacchetti in gomma (anche per motivi climatici immagino)
Grazie. Nel dubbio dopo svuoto e ricarico con un francese…
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FinancialAdvisor ha scritto: sabato 1 aprile 2023, 21:28 Nel caso delle penne N.O.S. mi chiedo quale garanzia possa fornire il negoziante nel caso di Aziende fallite da decenni,
di cui non esiste più l'assistenza ufficiale e di cui non si trovano più i pezzi di ricambio?
La garanzia del venditore non prevede giocoforza la riparazione, che comunque potrebbe essere possibile se la penna finisce in mano ad un artigiano che ricostruisce il pezzo danneggiato. La normativa prevede anche il rimborso, totale o parziale.

Il resto del messaggio esprime opinioni personali, che, come sono solito dire, equivalgono ai pareri sulle mutande, puoi sentirne quanti ne vuoi, ma è quando ci metti dentro le chiappe che scopri se ti van bene o no. Queste considerazioni possono essere completamente ribaltate da uno che la pensa in modo diverso.
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