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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Le penne cinesi
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Le penne cinesi
Per me non è mica tanto opinabile, il livello culturale raggiunto dall’Occidente a mio parere è superiore a quello di altre zone della terra.
Il termine culturale lo intendo in senso lato non solo come conoscenza o sviluppo tecnologico ma anche come evoluzione del pensiero, rispetto delle minoranze, delle diverse opinioni, dei diversi modi di intendere le cose che dai noi è possibile ed in altri posti no.
Noi continuiamo ad autoflagellarci incolpandoci, non senza causa, di eventi o comportamenti del passato ma dobbiamo anche riconoscere che ora ci siamo evoluti ed il sentire comune è ben diverso da come era anche solo 30 o 40 anni addietro.
Ancora c’è tanto da fare perché certi principi siano pienamente applicati e condivisi da tutti ma almeno il sentire comune è avviato in questa direzione, non così in altre culture.
Da noi le donne, i gay o i neri hanno pieni diritti davanti alle leggi e questo è un fatto, ora si tratta di far sì che tutti comprendano e condividano questi principi ma la strada è segnata.
Il termine culturale lo intendo in senso lato non solo come conoscenza o sviluppo tecnologico ma anche come evoluzione del pensiero, rispetto delle minoranze, delle diverse opinioni, dei diversi modi di intendere le cose che dai noi è possibile ed in altri posti no.
Noi continuiamo ad autoflagellarci incolpandoci, non senza causa, di eventi o comportamenti del passato ma dobbiamo anche riconoscere che ora ci siamo evoluti ed il sentire comune è ben diverso da come era anche solo 30 o 40 anni addietro.
Ancora c’è tanto da fare perché certi principi siano pienamente applicati e condivisi da tutti ma almeno il sentire comune è avviato in questa direzione, non così in altre culture.
Da noi le donne, i gay o i neri hanno pieni diritti davanti alle leggi e questo è un fatto, ora si tratta di far sì che tutti comprendano e condividano questi principi ma la strada è segnata.
Cesare Augusto
Le penne cinesi
Per cultura ti riferisci alla elite o alla media ?Automedonte ha scritto: ↑giovedì 16 marzo 2023, 20:48 Per me non è mica tanto opinabile, il livello culturale raggiunto dall’Occidente a mio parere è superiore a quello di altre zone della terra.
Il termine culturale lo intendo in senso lato non solo come conoscenza o sviluppo tecnologico ma anche come evoluzione del pensiero, rispetto delle minoranze, delle diverse opinioni, dei diversi modi di intendere le cose che dai noi è possibile ed in altri posti no.
Noi continuiamo ad autoflagellarci incolpandoci, non senza causa, di eventi o comportamenti del passato ma dobbiamo anche riconoscere che ora ci siamo evoluti ed il sentire comune è ben diverso da come era anche solo 30 o 40 anni addietro.
Ancora c’è tanto da fare perché certi principi siano pienamente applicati e condivisi da tutti ma almeno il sentire comune è avviato in questa direzione, non così in altre culture.
Da noi le donne, i gay o i neri hanno pieni diritti davanti alle leggi e questo è un fatto, ora si tratta di far sì che tutti comprendano e condividano questi principi ma la strada è segnata.
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Bravo Cesare a me da fastidio tutte le volte invece.Automedonte ha scritto: ↑giovedì 16 marzo 2023, 16:16 Vero che nelle auto esiste anche un confronto "prestazione" che nelle penne non esiste ma la differenza si sente anche nel confronto "statico" l'abitacolo di una Panda è diverso da quello di una Mercedes
In questo senso lo prendevo come esempio tra penne cinesi e penne più blasonate, la mia esperienza mi ha portato a notare che questa differenza c'è.
Giustamente però, come rilevi anche tu e come dicevo nel predente post, non ha senso fare confronti perchè sono fasce di prezzo diverse e di conseguenza prodotti che rispondono ad esigenze diverse.
Sono convinto anch'io che il giudizio debba essere fatto sulla penna in se evitando confronti fuorvianti, forse molti sono portati a farli perchè "esteticamente" spesso assomigliano molto a penne blasonate mentre invece una Lamy Safari fa storia a se e non imita nessuno.
Quello che a volte mi da fastidio è il disprezzo che si coglie nello scritto di alcuni e questo non è bello.
Per tornare in tema mi trovo d’accordo con quanto espresso da Alfredo ed Alessio. Anche io sono convinto che i cinesi si ispirino a penne largamente di successo qui da noi perché il loro gusto è troppo diverso dal nostro e non perché gli manchi l’inventiva
Fabio
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Le penne cinesi
Sto scrivendo da telefono e l'argomento è complesso, articolato e rischia facilmente di degenerare. Ci provo lo stesso e prego di scusarmi in anticipo se "sbaglio mi coriggerete" come disse una volta un signore vestito di bianco con la gonna.
Anche se si parla di semplici penne in realtà si sta sottintendendo tutto un insieme di considerazioni da fare in merito a:
1. Unità culturale storica e artistica di una nazione:
I cinesi, la Cina... mica tutti uguali...
È come dire "gli italiani sono casinisti, gridano sempre, pensano sempre a mangiare, ma sono amichevoli e simpatici"
Poi all'americano presenti contemporaneamente Antó di Napule e il commendator Fumagalli di Corsico, e lui si rifiuterà di credere che siano entrambi della stessa nazione (e probabilmente anche Antó e Fumagalli tenteranno di dargli ragione.... )
Pensate i Cinesi che sono un continente intero!
2. Storia della cultura di un popolo:
Noi la nostra storia la conosciamo (forse .... ), e in migliaia di anni ne abbiamo passate di traversie, che ci hanno plasmato come siamo ora , e non è che "i cinesi " sono rimasto in freezer per 4000 anni e li hanno scongelati nel mondo globalizzato...
Anche loro hanno avuto i loro guai/avventure/porcherie/etc... che sono comunque un background, diverso dal nostro, ma c'è l'hanno.
3. Storia "geopolitica" delle nazioni:
Non dimentichiamo che la Cina era un gigantesco impero, che nin fase di decadenza ha subito "invasioni barbariche commerciali " dall'Occidente (inglesi, olandesi, portoghesi).
Poi una rivoluzione liberale/borghese.
Un invasione giapponese (con crimini e atrocità che hitler in confronto era un dittatorello con poca fantasia...)
Una ribellione/insurrezione/rivoluzione comunista (con l'aiuto dell'URSS)
Un regime comunista totalitario altrettanto terribile come quello staliniano, che ha distrutto e represso tutto ciò che ha a che fare con l'individuo, la libertà di espressione, l'arte e la cultura (a meno che non fosse al servizio del potere)
E negli ultimi anni un regime semi-dittatoriale che ormai di comunista ha quasi solo il nome, ma alla fine è un'oligarchia burocratico-capitalista (capitalismo di stato).
4: considerazioni di macroeconomia:
La Cina ha un mercato interno gigantesco, certo, a basso valore (ma ci sono anche lì i super ricconi), ma con numeri di massa che fanno spavento ( MILLE! direbbe l'ing. Cane)
Inoltre dagli anni '90 è diventata la patria della delocalizzazione selvaggia (con dimostrazione di enorme miopia del mondo economico occidentale, che per inseguire il massimo profitto subito spesso si è fatto mettere il cappio al collo dal governo cinese)
Dai punti sopra derivano poi considerazioni spicce di "gusto estetico", "fantasia e innovazione ", "A costa x vale come B che costa 100x", "brand" , "sensazioni" etc...
Tutto il pippone precedente per scrivere i seguenti pensieri:
1.
"I cinesi " di cui stiamo parlando (jinhao, hero, mahjong etch) sono una piccolissima "area" che smercia con l'Occidente (Hong Kong, Singapore, etc..) quindi ben difficile dire "i cinesi " .
2.
Se una penna di plastica e "latta" la produci in milioni di pezzi ci guadagni (poco) anche se la vendi a 2€ .
Se Aurora facesse 100.000 Optima all'anno potrebbe venderle a 100€ al pezzo e ci guadagnerebbe lo stesso.
Ergo, a parte i costi di manodopera, di sicurezza, tasse, leggi ambientali, e di progettazione, se una P136 la produci in grandi quantità la puoi vendere a prezzi molto inferiori dei tuoi concorrenti perché ammortizzi tantissimo i costi fissi.
Perché non lo fanno gli occidentali?
Provate a vendere un manufatto "popolare" in Cina invece delle "eccellenze", il governo vi imporrá di produrlo in loco con manodopera locale (con il secondo fine di impossessarsi del know how per poi mettere su un'impresa concorrente che vi mangia).
3. Copiare/clonare o "inventare" ?
Beh, i motivi sono tanti e diversi.
Innanzitutto, se vuoi fare concorrenza sul prezzo, copiare ti permette di risparmiare sulla progettazione, tutte le economie emergenti che puntano sull'esportazione manifatturiera partono così, lo faceva anche l'Italia del dopoguerra.
Se vuoi vendere in un mercato che ha canoni estetici totalmente diversi dai tuoi copiare ti evita le figuracce, soprattutto sui prodotti "economici".
Non è che "noi abbiamo il senso del bello universalmente riconosciuto ", questa è una favola che ci raccontiamo... ogni popolo ha "il suo bello ".
Ovvio che su alcuni oggetti di design, una popolo se non ci ha mai avuto a che fare NON ha un gusto di quell'oggetto, vedasi le automobili cinesi ad esempio, mentre le penne le usavano pure in Cina, mica scrivevano col pensiero....
4. Eh, ma "i cinesi " son buoni a copiare, a fare le cose che costano niente, ma la QUALITÀ....
Chiunque se ci mette l'impegno, i soldi, il tempo può fare un prodotto di qualità, non è che "i cinesi " sono dei cretini.
Certo poi ci sono culture diverse, "i giapponesi " saranno sempre i più perfezionisti, "i tedeschi " i più efficienti, "gli italiani " i più... boh.
Ovviamente, se però vuoi fare un prodotto di qualità i costi si alzano (e quindi comincia a venir meno il vantaggio concorrenziale) e se i costi si alzano anche le aspettative del cliente vanno di conseguenza, su una Jinhao da 3€ anche se ne trovo 1 su 5 senza difetti non mi lamento, su una da 40€ comincio a pretendere che sia tutto a posto e duri nel tempo, e di conseguenza sono più propenso a NON comprarti più nulla se rimango fregato.
5: Hanno giá vinto , con quei prezzi, se fanno anche le cose @bene" no c'è partita.
Sni...
sulla concorrenza al lusso, no, non hanno un "vantaggio".
Se vuoi fare concorrenza a Mb (ad es), le penne oltre ad essere di quel livello (e quindi costi di conseguenza), devi anche spendere per "crearti" l'immagine (marketing), devi fornire "servizi " al cliente (altri costi) e DEVI avere prezzi alti, altrimenti sarai percepito come "cheap" e quindi NON avrai "l'esclusività" )dal fatto che esclude, quindi non è per tutti).
Se vuoi far concorrenza al Middle-Price...
Facciamo che vuoi fare un "clone" della Pelikan M400.
La devi fare "bene", quindi qualità, il che vuol dire:
Materiali
Maestranze addestrate
Macchinari più precisi
Tempi di produzione non strettissimi
Marketing
Packaging
Tutto questo ha dei costi che non puoi abbattere più di tanto.
Ok, mi esce che costa 120€ invece di 300€.
Bene.
Ma per 120€ io cliente voglio la garanzia, e servizi post vendita...
Altri costi
Saliamo a 150€.
Ok, è comunque la metà di una M400.
Peró devi farla bella e NON troppo uguale, altrimenti fai figure, quindi ci devi mettere anche la progettazione.
Alla fine ti sta costando come una Pilot custom 74...
E la Custom 74 non è che ga ammazzato la M400.
Quindi non vedo sta tragedia da strapparmi le vesti.
Vuoi far concorrenza a Lamy Al-Star...
Peggio mi sento... devi fare una cosa buona uguale, con là stessa affidabilità e "servizio clienti " ma la devi far costare meno di 20€.
Cinese o no, non è tanto facile.
Se no rimani a fare le penne da 3/4€ che rimangono quello che sono adesso, che anch'io ho comprato, e che non comprerò più perché "I'm too poor to buy cheap".
Certo, anche alcuni dei produttori occidentali non devono dormire sugli allori è vivere di rendita, altrimenti quelli di che se li mangiano.
Buona notte, ite missa est.
Anche se si parla di semplici penne in realtà si sta sottintendendo tutto un insieme di considerazioni da fare in merito a:
1. Unità culturale storica e artistica di una nazione:
I cinesi, la Cina... mica tutti uguali...
È come dire "gli italiani sono casinisti, gridano sempre, pensano sempre a mangiare, ma sono amichevoli e simpatici"
Poi all'americano presenti contemporaneamente Antó di Napule e il commendator Fumagalli di Corsico, e lui si rifiuterà di credere che siano entrambi della stessa nazione (e probabilmente anche Antó e Fumagalli tenteranno di dargli ragione.... )
Pensate i Cinesi che sono un continente intero!
2. Storia della cultura di un popolo:
Noi la nostra storia la conosciamo (forse .... ), e in migliaia di anni ne abbiamo passate di traversie, che ci hanno plasmato come siamo ora , e non è che "i cinesi " sono rimasto in freezer per 4000 anni e li hanno scongelati nel mondo globalizzato...
Anche loro hanno avuto i loro guai/avventure/porcherie/etc... che sono comunque un background, diverso dal nostro, ma c'è l'hanno.
3. Storia "geopolitica" delle nazioni:
Non dimentichiamo che la Cina era un gigantesco impero, che nin fase di decadenza ha subito "invasioni barbariche commerciali " dall'Occidente (inglesi, olandesi, portoghesi).
Poi una rivoluzione liberale/borghese.
Un invasione giapponese (con crimini e atrocità che hitler in confronto era un dittatorello con poca fantasia...)
Una ribellione/insurrezione/rivoluzione comunista (con l'aiuto dell'URSS)
Un regime comunista totalitario altrettanto terribile come quello staliniano, che ha distrutto e represso tutto ciò che ha a che fare con l'individuo, la libertà di espressione, l'arte e la cultura (a meno che non fosse al servizio del potere)
E negli ultimi anni un regime semi-dittatoriale che ormai di comunista ha quasi solo il nome, ma alla fine è un'oligarchia burocratico-capitalista (capitalismo di stato).
4: considerazioni di macroeconomia:
La Cina ha un mercato interno gigantesco, certo, a basso valore (ma ci sono anche lì i super ricconi), ma con numeri di massa che fanno spavento ( MILLE! direbbe l'ing. Cane)
Inoltre dagli anni '90 è diventata la patria della delocalizzazione selvaggia (con dimostrazione di enorme miopia del mondo economico occidentale, che per inseguire il massimo profitto subito spesso si è fatto mettere il cappio al collo dal governo cinese)
Dai punti sopra derivano poi considerazioni spicce di "gusto estetico", "fantasia e innovazione ", "A costa x vale come B che costa 100x", "brand" , "sensazioni" etc...
Tutto il pippone precedente per scrivere i seguenti pensieri:
1.
"I cinesi " di cui stiamo parlando (jinhao, hero, mahjong etch) sono una piccolissima "area" che smercia con l'Occidente (Hong Kong, Singapore, etc..) quindi ben difficile dire "i cinesi " .
2.
Se una penna di plastica e "latta" la produci in milioni di pezzi ci guadagni (poco) anche se la vendi a 2€ .
Se Aurora facesse 100.000 Optima all'anno potrebbe venderle a 100€ al pezzo e ci guadagnerebbe lo stesso.
Ergo, a parte i costi di manodopera, di sicurezza, tasse, leggi ambientali, e di progettazione, se una P136 la produci in grandi quantità la puoi vendere a prezzi molto inferiori dei tuoi concorrenti perché ammortizzi tantissimo i costi fissi.
Perché non lo fanno gli occidentali?
Provate a vendere un manufatto "popolare" in Cina invece delle "eccellenze", il governo vi imporrá di produrlo in loco con manodopera locale (con il secondo fine di impossessarsi del know how per poi mettere su un'impresa concorrente che vi mangia).
3. Copiare/clonare o "inventare" ?
Beh, i motivi sono tanti e diversi.
Innanzitutto, se vuoi fare concorrenza sul prezzo, copiare ti permette di risparmiare sulla progettazione, tutte le economie emergenti che puntano sull'esportazione manifatturiera partono così, lo faceva anche l'Italia del dopoguerra.
Se vuoi vendere in un mercato che ha canoni estetici totalmente diversi dai tuoi copiare ti evita le figuracce, soprattutto sui prodotti "economici".
Non è che "noi abbiamo il senso del bello universalmente riconosciuto ", questa è una favola che ci raccontiamo... ogni popolo ha "il suo bello ".
Ovvio che su alcuni oggetti di design, una popolo se non ci ha mai avuto a che fare NON ha un gusto di quell'oggetto, vedasi le automobili cinesi ad esempio, mentre le penne le usavano pure in Cina, mica scrivevano col pensiero....
4. Eh, ma "i cinesi " son buoni a copiare, a fare le cose che costano niente, ma la QUALITÀ....
Chiunque se ci mette l'impegno, i soldi, il tempo può fare un prodotto di qualità, non è che "i cinesi " sono dei cretini.
Certo poi ci sono culture diverse, "i giapponesi " saranno sempre i più perfezionisti, "i tedeschi " i più efficienti, "gli italiani " i più... boh.
Ovviamente, se però vuoi fare un prodotto di qualità i costi si alzano (e quindi comincia a venir meno il vantaggio concorrenziale) e se i costi si alzano anche le aspettative del cliente vanno di conseguenza, su una Jinhao da 3€ anche se ne trovo 1 su 5 senza difetti non mi lamento, su una da 40€ comincio a pretendere che sia tutto a posto e duri nel tempo, e di conseguenza sono più propenso a NON comprarti più nulla se rimango fregato.
5: Hanno giá vinto , con quei prezzi, se fanno anche le cose @bene" no c'è partita.
Sni...
sulla concorrenza al lusso, no, non hanno un "vantaggio".
Se vuoi fare concorrenza a Mb (ad es), le penne oltre ad essere di quel livello (e quindi costi di conseguenza), devi anche spendere per "crearti" l'immagine (marketing), devi fornire "servizi " al cliente (altri costi) e DEVI avere prezzi alti, altrimenti sarai percepito come "cheap" e quindi NON avrai "l'esclusività" )dal fatto che esclude, quindi non è per tutti).
Se vuoi far concorrenza al Middle-Price...
Facciamo che vuoi fare un "clone" della Pelikan M400.
La devi fare "bene", quindi qualità, il che vuol dire:
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Macchinari più precisi
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Tutto questo ha dei costi che non puoi abbattere più di tanto.
Ok, mi esce che costa 120€ invece di 300€.
Bene.
Ma per 120€ io cliente voglio la garanzia, e servizi post vendita...
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Saliamo a 150€.
Ok, è comunque la metà di una M400.
Peró devi farla bella e NON troppo uguale, altrimenti fai figure, quindi ci devi mettere anche la progettazione.
Alla fine ti sta costando come una Pilot custom 74...
E la Custom 74 non è che ga ammazzato la M400.
Quindi non vedo sta tragedia da strapparmi le vesti.
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Peggio mi sento... devi fare una cosa buona uguale, con là stessa affidabilità e "servizio clienti " ma la devi far costare meno di 20€.
Cinese o no, non è tanto facile.
Se no rimani a fare le penne da 3/4€ che rimangono quello che sono adesso, che anch'io ho comprato, e che non comprerò più perché "I'm too poor to buy cheap".
Certo, anche alcuni dei produttori occidentali non devono dormire sugli allori è vivere di rendita, altrimenti quelli di che se li mangiano.
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Le penne cinesi
Ma che, state parlando di penne cinesi?
Se non l'avete già letto, vi suggerisco questo: https://frankunderwater.com/2017/02/20/ ... ro-parker/.
Ritorno a leggervi in silenzio, questa discussione mi piace.
Se non l'avete già letto, vi suggerisco questo: https://frankunderwater.com/2017/02/20/ ... ro-parker/.
Grazie, riassuntazzo (®) molto interessante.mastrogigino ha scritto: ↑giovedì 16 marzo 2023, 21:39 Ci provo lo stesso e prego di scusarmi in anticipo se "sbaglio mi coriggerete" come disse una volta un signore vestito di bianco con la gonna.
Ritorno a leggervi in silenzio, questa discussione mi piace.
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Gli stolti hanno il privilegio di riuscire a ridere anche di fronte al dramma.
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Le penne cinesi
Se vai avanti così, ti facciamo prendere in considerazione al prossimo conclavemastrogigino ha scritto: ↑giovedì 16 marzo 2023, 21:39 Sto scrivendo da telefono e l'argomento è complesso, articolato e rischia facilmente di degenerare. Ci provo lo stesso e prego di scusarmi in anticipo se "sbaglio mi coriggerete" come disse una volta un signore vestito di bianco con la gonna.
[…]
Buona notte, ite missa est.
Anche questo dicevo nell’altra discussione: il fatto che la MB146, la Pelikan M400, la Aurora 88, la Lamy 2000 siano le stesse penne che si facevano 50-60 anni fa può essere un vanto, ma oltre a cambiargli i colori e fare un sacco di edizioni limitate, si potrebbe anche pensare di ammodernarle in qualche modo.mastrogigino ha scritto: ↑giovedì 16 marzo 2023, 21:39Certo, anche alcuni dei produttori occidentali non devono dormire sugli allori è vivere di rendita, altrimenti quelli di che se li mangiano.
Ho buttato lì il sensore che digitalizza gli scritti se collegato al pc (già esiste per le matite), ma immagino ci siano molte altre cose che si possono implementare. Si richiedono investimenti certamente importanti per fare ciò, ma queste creste esagerate sui prezzi servono solo a pagare il marketing?
Mi pare che siano tutti in balia dell’inerzia in attesa che qualcuno inventi un chip che legge i pensieri e li trasmette al computer
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L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
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Praticamente concordo su tutti i punti che hai elencato.Koten90 ha scritto: ↑giovedì 16 marzo 2023, 17:12Riparto da qui riportando la mia esperienza diretta. Avendo comprato nello stesso periodo sia una Montblanc 149 Calligraphy Flex, sia una Jinhao X159, le ho testate contemporaneamente e non ho mai fatto segreto che per la scrittura quotidiana preferissi di gran lunga la penna cinese. Questo non è dovuto al fatto che il pennino flessibile sia poco compiacente con una scrittura veloce, anzi si comporta benissimo anche in velocità e la variazione di tratto naturale è molto piacevole, ma per il semplice fatto che il pennino cinese sembra essere più scorrevole e “scivoloso“ come piace a me mentre quello di Montblanc sembra, in un confronto diretto, avere il freno a mano tirato. (Comodissimo in calligrafia in quanto impone una scrittura più lenta e con maggior controllo)Automedonte ha scritto: ↑giovedì 16 marzo 2023, 15:11 dai diciamo che per te è preferibile non superiore
Un pennino più levigato e che non trasmette nessuna vibrazione dalla carta alla mano, per quanto mi riguarda, è nettamente superiore rispetto uno che fruscia, vibra e/o fa più attrito. Per questo mi sono permesso di dire che i pennini cinesi in questo senso sono superiori a quelli di Montblanc, Aurora e Sailor: perché mi pare che abbiano una lavorazione più accurata che ne riduce l'attrito.
Non ho mai provato nessun pennino di queste ultime due case citate, ma quando vi sento parlare di quel “caratteristico feedback“ mi vengono i brividi sulle braccia come quando si sente fischiare il gesso sulla lavagna.
È certamente una questione di sensibilità personale, ma la condivisione di queste informazioni e ciò che mi evita di fare acquisti per me sbagliati.
C'è anche da considerare che Jinhao e Majohn (come tutti gli altri marchi cinesi), hanno come target la popolazione che non vuole spendere molto e per cui una penna non può costare 1000€, ma nemmeno 100€. Stanno iniziando adesso a spostarsi dalle penne <10€ a quelle tra 10€ e 50€ offrendo una qualità molto maggiore. Rivolgendosi al mercato occidentale, è normale che si ispirino alle penne già presenti qui e che qui fanno fortuna. Se proponessero una penna con fattezze ispirate alla tradizione cinese (con draghi e forme tipiche), ne venderebbero pochissime e le vedremmo tutte pubblicate in mezzo alle "edizioni limitate orribili", ma non è detto che non le propongano nel mercato interno. Ricordo che il secondo apprezzamento sulla X159 fu "fortunatamente hanno evitato la clip a forma di drago che faceva pena".
I giapponesi tuttora faticano a far girare le penne Urushi e Maki-e qui da noi e sono una nicchia nella nicchia, persino difficili da trovare e con poca diffusione anche nei forum (anche qui per esperienza diretta, prima di prendere la Custom Urushi creai un post per capire come fosse il pennino e non mi rispose nessuno che ce l'avesse. Ancora attendo risposta dal negozio di Milano per sapere se andando da loro posso provarla o solo vederla! Per quanto Ornella fosse disponibile a farmela provare, mi sono fidato di Pilot e ho concordato eventuale reso).
Mi vien da dire che il gap tecnico è quello più facile da colmare, già adesso con la P136 arrivano gli stantuffi in ottone, i cappucci ermetici che non
fanno asciugare l'inchiostro (non sono scontati nemmeno su penne di fascia più alta) e con la X159 i pennini taglia #8. Basta adeguare spessore dello stampo e cambiare plastica per avere anche lo stesso feeling in mano, ma questo sarà un passaggio futuro per mettere un piede anche nella fascia "premium" <100€ (TWSBI è di Taiwan...)
Se si cerca la performance, non è detto che una Montblanc, una Nakaya o una Pelikan possano fornirla. Certamente hanno il plus di essere marchi più conosciuti e considerati "di pregio", ma una X159 non è necessariamente peggio di una M1000, tant'è vero che di X159 ne ho comprate altre, mentre la M1000 è tornata indietro dopo 1 giorno.
inoltre, per favore, smettiamola di dire che basta comprarsi una biro e si scrive lo stesso. Significa solo non saper distinguere le qualità di una stilografica. Se bastasse tracciare dei segni su un supporto, si poteva benissimo andare avanti a incidere l'argilla allora. Io con le biro non ci scrivo più.
Comunque secondo me i cinesi hanno tutte le capacità di produrre prodotti di altissima qualità, e lo dimostrano, basta guardare dove vengono prodotti Apple, elettronica consumer di grandi marchi e parti del automotive fatti produrre in Cina da case automobilistiche occidentali.
Diciamo che nel settore delle stilografiche non avevano ancora alzato il tiro, o meglio sino a poco tempo fa si limitavano a produrre penne a costi bassissimi mentre ora guardano già ad un altra fascia di prezzo.
Concordo anche sul punto che la loro differenza culturale, li porta a seguire siti occidentali per poter avere mercato da noi, dato che se usassero i loro, non sarebbero compatibili con i nostri gusti.
Temo che la situazione sia un po diversa.. i costi produttivi in Cina sono drasticamente diversi, perchè hanno situazioni produttive molto diverse dalle nostre...mastrogigino ha scritto: ↑giovedì 16 marzo 2023, 21:39 Sto scrivendo da telefono e l'argomento è complesso, articolato e rischia facilmente di degenerare. Ci provo lo stesso e prego di scusarmi in anticipo se "sbaglio mi coriggerete" come disse una volta un signore vestito di bianco con la gonna.
cut....
Se vuoi far concorrenza al Middle-Price...
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La devi fare "bene", quindi qualità, il che vuol dire:
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Tutto questo ha dei costi che non puoi abbattere più di tanto.
Ok, mi esce che costa 120€ invece di 300€.
Bene.
Ma per 120€ io cliente voglio la garanzia, e servizi post vendita...
Altri costi
Saliamo a 150€.
Ok, è comunque la metà di una M400.
Peró devi farla bella e NON troppo uguale, altrimenti fai figure, quindi ci devi mettere anche la progettazione.
Alla fine ti sta costando come una Pilot custom 74...
E la Custom 74 non è che ga ammazzato la M400.
Quindi non vedo sta tragedia da strapparmi le vesti.
Vuoi far concorrenza a Lamy Al-Star...
Peggio mi sento... devi fare una cosa buona uguale, con là stessa affidabilità e "servizio clienti " ma la devi far costare meno di 20€.
Cinese o no, non è tanto facile.
Se no rimani a fare le penne da 3/4€ che rimangono quello che sono adesso, che anch'io ho comprato, e che non comprerò più perché "I'm too poor to buy cheap".
Certo, anche alcuni dei produttori occidentali non devono dormire sugli allori è vivere di rendita, altrimenti quelli di che se li mangiano.
Buona notte, ite missa est.
La manodopera anche se qualificatissima costa meno che da noi, non solo per via dei salari ma anche per via del trattamento (non dico che sia giusto, ma questo è) ... faccio un esempio tra tanti... in Cina le ferie pagate praticamente non esistono e spesso si lavora 7gg su 7.
Poi ci sono i costi produttivi inferiori...dato che i loro cicli produttivi non sono soggetti a normatve ristrette come da noi.
Antiinquinamento
Sicurezza
Costi energetici
Fisco
Costi materia prima
In pratica prima viene la produzione e i costi e solo dopo eventualmente si guarda inquinamento, sicurezza ecc. ecc.
Pensa solo a cosa dovresti fare per aprire qui in Italia uno stabilimento per la produzione di materie plastiche e prova a confrontarlo con i loro parametri richiesti. Per me in pratica vincono facile...
Un confronto si può fare con la situazione Ilva che per anni per essere competitiva con i prezzi dell'acciaio asiatico ha inquinato mezza Taranto e se metti tutto a norma vai fuori mercato...
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Le penne cinesi
Secondo me il problema delle penne cinesi non è chi le produce, ma chi le compra.
La Cina ha una tradizione culturale e artistica che non ha niente da invidiare alla nostra, compresa una tradizione calligrafica della quale possiamo solo essere invidiosi.
Onestamente non ho idea di come siano fatte stilisticamente le stilografiche che la cina produce per il mercato interno, e se qualcuno ha delle fonti scritte in inglese (o italiano, ma vabbé, immagino che la prima sia più facile) le leggerei volentieri.
Ma quello che vediamo noi, e di cui ci lamentiamo è il mercato dell'esportazione, e per di più il mercato dell'esportazione di prodotti a basso costo per gli occidentali ignoranti.
E vedremmo anche, ma ce ne dimentichiamo, del mercato dell'esportazione di prodotti a basso costo per gli occidentali pratici: quello delle penne che si trovano per pochi euro nei supermercati o in qualche cartoleria, spesso rimarchiate da importatori europei, ma prodotte in Cina.
Per le penne in quella fascia viene fatto il lavoro di design, ma il numero di penne prodotte è talmente alto che su ciascuna penna influisce veramente poco. Certo, è un design fatto per piacere a ragazzini, non ad adulti che vogliono oggetti di lusso nel gusto occidentale, e i requisiti estetici sono molto diversi, ma non son sicura che il costo del lavoro di design sia veramente più basso (a parità di stipendi, ovviamente, pagare un designer in Germania costa di più che pagarne uno in Cina, ma quello non dipende dalla qualità del designer).
Se non ci fosse un mercato per le copie fatte male di penne di lusso occidentali, vendute a prezzo infimo direttamente ai clienti finali senza nessun servizio post vendita (che nel caso delle penne da supermercato/cartoleria viene fatto dall'importatore, ma c'è) né controllo qualità, beh, i cinesi non le farebbero. E non è che sia un mercato che è stato creato da loro tramite pubblicità pervasiva, come altri mercati (chi ha detto “rasoi da donna”?), hanno riempito una nicchia di richiesta.
Tra l'altro, l'esperienza nell'elettronica mi dice che i cinesi siano perfettamente in grado di produrre componenti di qualità elevata e soprattutto consistente. E che siano anche perfettamente in grado di prendere gli scarti di questa produzione, e farli finire sulle stesse piattaforme dove si trovano certe penne, diminuendo i loro costi e tirando fregature a gente che sa che sta andando a prendersi fregature, ma lo fa ugualmente perché costa poco.
Non ho le prove che la stessa cosa succeda con le penne, ma insomma, il sospetto viene.
La Cina ha una tradizione culturale e artistica che non ha niente da invidiare alla nostra, compresa una tradizione calligrafica della quale possiamo solo essere invidiosi.
Onestamente non ho idea di come siano fatte stilisticamente le stilografiche che la cina produce per il mercato interno, e se qualcuno ha delle fonti scritte in inglese (o italiano, ma vabbé, immagino che la prima sia più facile) le leggerei volentieri.
Ma quello che vediamo noi, e di cui ci lamentiamo è il mercato dell'esportazione, e per di più il mercato dell'esportazione di prodotti a basso costo per gli occidentali ignoranti.
E vedremmo anche, ma ce ne dimentichiamo, del mercato dell'esportazione di prodotti a basso costo per gli occidentali pratici: quello delle penne che si trovano per pochi euro nei supermercati o in qualche cartoleria, spesso rimarchiate da importatori europei, ma prodotte in Cina.
Per le penne in quella fascia viene fatto il lavoro di design, ma il numero di penne prodotte è talmente alto che su ciascuna penna influisce veramente poco. Certo, è un design fatto per piacere a ragazzini, non ad adulti che vogliono oggetti di lusso nel gusto occidentale, e i requisiti estetici sono molto diversi, ma non son sicura che il costo del lavoro di design sia veramente più basso (a parità di stipendi, ovviamente, pagare un designer in Germania costa di più che pagarne uno in Cina, ma quello non dipende dalla qualità del designer).
Se non ci fosse un mercato per le copie fatte male di penne di lusso occidentali, vendute a prezzo infimo direttamente ai clienti finali senza nessun servizio post vendita (che nel caso delle penne da supermercato/cartoleria viene fatto dall'importatore, ma c'è) né controllo qualità, beh, i cinesi non le farebbero. E non è che sia un mercato che è stato creato da loro tramite pubblicità pervasiva, come altri mercati (chi ha detto “rasoi da donna”?), hanno riempito una nicchia di richiesta.
Tra l'altro, l'esperienza nell'elettronica mi dice che i cinesi siano perfettamente in grado di produrre componenti di qualità elevata e soprattutto consistente. E che siano anche perfettamente in grado di prendere gli scarti di questa produzione, e farli finire sulle stesse piattaforme dove si trovano certe penne, diminuendo i loro costi e tirando fregature a gente che sa che sta andando a prendersi fregature, ma lo fa ugualmente perché costa poco.
Non ho le prove che la stessa cosa succeda con le penne, ma insomma, il sospetto viene.
- Esme
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Le penne cinesi
Non so a chi un giorno sia venuta la malefica idea, ma caspita se hai azzeccato un esempio di marketing martellante e idiota!
Sono anche d'accordo sul resto. I cinesi (termine un filo troppo generico) hanno una cultura artistica e tecnologica millenaria.
Antropologicamente la cultura differisce.
Prima che venire loro da noi, siamo andati noi da loro per sfruttare la manodopera a costo irrisorio e la mancanza di normative ambientali, di sicurezza, di tutela dei lavoratori.
Gli abbiamo insegnato che cosa ci piace, mi pare normale che l'abbiano imparato e lo mettano a frutto. (Per questo ho messo il link alla storia Parker/Hero.)
In realtà, poi, c'è sempre la solita considerazione: non è che nel mondo stilografico si possano rivendicare chissà quali innovazioni tecnologiche o stilistiche, tali da far urlare al grande plagio.
Se, faccio un esempio a caso, devo spendere due/trecento euro in più* rispetto alle versione base, quando la penna è prodotta con resina colorata a caso ma da uno che è diventato di moda, non è che ci sia da scandalizzarsi se qualcuno preferisce comperare la versione cinese da una sessantina di euro.
Tra le due, chi è più coerente con i reali costi di produzione, innovazione, tecnologia,...?
*Ho editato per sottolineare che il mio ragionamento si riferisce a quel di più.
Ultima modifica di Esme il domenica 19 marzo 2023, 13:20, modificato 1 volta in totale.
"È tutta colpa di Esme" [Bons]
Gli stolti hanno il privilegio di riuscire a ridere anche di fronte al dramma.
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Esatto!
Sulla qualità tecnica e dei materiali le produzioni cinesi si stanno ormai posizionando accanto a quelle europee.
Per ora l'occidente ha un vantaggio competitivo su aspetti immateriali/emotivi (l'immagine), ma quando qualche sommovimento geo-politico-economico (probabilmente traumatico, purtroppo) conferirà alla Cina uno status internazionale vicino a quello dell'impero USA, allora ci raggiungeranno anche su quelli: ve l'immaginate una penna di "pregiata resina", con pennino in oro e pistone in ottone, desiderabile quanto quelle con la stellina bianca o la ruzzolina, e che costa un terzo?
A quel punto la produzione di penne stilografiche seguirà la stessa sorte di quella dell'acciaio o dell'elettronica, con buona pace degli integralisti di questa o quella casa.
"Ma non è questo il giorno!"
(Non ancora, almeno...).
Signore e signori, vi abbiamo trasmesso il Tg del 19 marzo 2033.
Saludos e buona domenica.
EDIT per quelli che "ma la competenza, il know-how, la maestria delle maestranze...": cfr. la Franciacorta con la Champagne.
Ultima modifica di DeficitSpending il domenica 19 marzo 2023, 14:01, modificato 1 volta in totale.
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Le penne cinesi
E' un antico "dilemma" se considerare le stilografiche solo un mero strumento di scrittura e valutarle in tal senso
E' ovvio e scontato che chi è di questa scuola di pensiero non puo' che tenere in alta considerazione il prodotto cinese che a due soldi fornisce uno strumento che il suo compito lo assolve bene anzi tal volta meglio di marchi blasonati
Merita altrettanto rispetto chi invece considera lo strumento ANCHE per le sensazioni la storia il percorso l'artigianalità e perchè no anche per il suo valore . Ognuno ha le sue emozioni
mi fa piacere avere tra le mani un oggetto di cui avere cura . tutela, fare attenzione a che non cada , portarlo in una custodia , svitare il tappo e finalmente scriverci , anche alla luce dei sacrifici fatti per acquistarla
Non provo alcuna emozione difronte ad una penna cinese pero' comprendo chi ne possa apprezzare l'uso , una convivenza non facile ma degna di reciproco rispetto
C'è tuttavia un "terzo gruppo" che trovo disonesto intellettualmente che è quello della Volpe e l'Uva del vorrei ma non posso, cioè quelli che non potendosi permettere uno strumento di valore , quelli che accorgendosi che collezionare stilografiche (purtroppo) non è come collezionare tappi di bottiglie, ti dicono che l'uva in alto è acerba ed è piu' dolce quella bassa dove loro arrivano, che morirebbero per una Pelikan 1000 ma poi scrivono che è un inutile acquisito se puoi avere una magnifica Jinhao che scrive pure meglio.
ecco sono questi a mio avviso che scavano il divario che finisce in polemica perchè se ne comprende da subito l'ambiguo incipit iniziale
E' ovvio e scontato che chi è di questa scuola di pensiero non puo' che tenere in alta considerazione il prodotto cinese che a due soldi fornisce uno strumento che il suo compito lo assolve bene anzi tal volta meglio di marchi blasonati
Merita altrettanto rispetto chi invece considera lo strumento ANCHE per le sensazioni la storia il percorso l'artigianalità e perchè no anche per il suo valore . Ognuno ha le sue emozioni
mi fa piacere avere tra le mani un oggetto di cui avere cura . tutela, fare attenzione a che non cada , portarlo in una custodia , svitare il tappo e finalmente scriverci , anche alla luce dei sacrifici fatti per acquistarla
Non provo alcuna emozione difronte ad una penna cinese pero' comprendo chi ne possa apprezzare l'uso , una convivenza non facile ma degna di reciproco rispetto
C'è tuttavia un "terzo gruppo" che trovo disonesto intellettualmente che è quello della Volpe e l'Uva del vorrei ma non posso, cioè quelli che non potendosi permettere uno strumento di valore , quelli che accorgendosi che collezionare stilografiche (purtroppo) non è come collezionare tappi di bottiglie, ti dicono che l'uva in alto è acerba ed è piu' dolce quella bassa dove loro arrivano, che morirebbero per una Pelikan 1000 ma poi scrivono che è un inutile acquisito se puoi avere una magnifica Jinhao che scrive pure meglio.
ecco sono questi a mio avviso che scavano il divario che finisce in polemica perchè se ne comprende da subito l'ambiguo incipit iniziale
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Sulla questione delle copie abbiamo discusso tanto, e tanto si è detto anche dei tempi in cui le aziende italiane copiavano le americane e altre.alfredop ha scritto: ↑giovedì 16 marzo 2023, 18:00Secondo me copiano non perché non sanno essere creativi, ma perché la loro creatività li porterebbe ad oggetti lontani dal nostro gusto che qui non sarebbero venduti (ma che vendono tranquillamente in Cina, basta farsi un giro alla boutique Hero di Shangai). D'altra parte anche i giapponesi in occidente vendono penne che sono molto simili alle nostre, anche se poi hanno anche penne molto originali (tipo le capless e le myu) che sono apprezzatissime, d'altra parte l'avvicinamento del Giappone all'Occidente è molto più lontano nel tempo.novainvicta ha scritto: ↑giovedì 16 marzo 2023, 17:25
Scusami ma dobbiamo rimanere nel settore delle penne stilografiche e allora quando tu dici "... anche se usano materiali uguali e producono oggetti ben fatti (perchè ne sono capaci) saranno comunque diversi" , ecco la diversità è il valore aggiunto della produzione "occidentale" che alla fine potrà esprimersi e quindi prevalere secondo me solo attraverso il "patrimonio" del brand . Questo "patrimonio" del brand che comprende anche quella capacità creativa che tu citi.
Alfredo
A me non sembra però che i produttori cinesi si limitino ad "ispirarsi". E non mi pare nemmeno che non facciano più molti dragoni e bamboo soltanto perché da noi non li venderebbero, o perché non sanno essere creativi, per me hanno una tale esperienza produttiva che potrebbero facilmente fare penne moderne non copiate (in qualche caso raro lo hanno fatto). Seppure non neghi che anch'io utilizzi alcune cinesi (per motivi ovvi già citati) quello che invece un poco mi continua ad infastidire è vedere la copia identica a tappeto di ogni nuova penna occidentale che esce. Per me purtroppo, è una precisa strategia. E' chiaro che può essere vantaggioso accedere alla Momento Zero copiata in ogni particolare per 30-40 euro anziché 180 euro (solo per fare un esempio) tuttavia personalmente la mia sensibilità viene in qualche modo urtata. Insomma la copia identica, fino al particolare più minimo, pur non essendo un falso per qualche piccolissimo accorgimento, tipo non copiare almeno anche il marchio, un "cicinin" mi turba.
Per tornare all'esempio automobilistico, immaginiamo una SsangYong identica, ma proprio identica in ogni minimo particolare alla attuale Fiat Panda, unica differenza il marchio SsangYong anziché Fiat... questo esempio calzerebbe di più rispetto a molto di quello che accade.
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C'è da dire anche che le penne "con la stellina, in pregiata resina invecchiata in botti di rovere delle ardenne sapientemente intagliate a mano dagli elfi di babbo Natale " hanno un prezzo decisamente superiore al vero valore intrinseco, tutto il surplus è "prestigio ".
Basta vedere un concorrente che non ha nulla da invidiare e che per penne equivalenti spunta dei prezzi di centinaia di euro inferiori (Pelikan M1000 vs 149).
Poi se mi riescono a fare una penna equivalente alla M800 o 146 con gli stessi materiali, stessa qualitá, stesso servizio post vendita (anche facendo copy/paste del design) e me la fanno pagare 100€ "on the shelf" tanto di cappello, gliela compro al volo, hanno vinto, non ce n'è per nessuno.
Ma "questo io non creto " (cit.).
Vorrei anche sperare (wishful thinking) che con l'aprirsi ai mercati occidentali per competere alla pari, le persone che abitano nell gloriosa pian piano si ribellino al soffocante e opprimente regime e diano una bella smossa in senso positivo alla loro nazione portandola più vicina ai nostri valori.
Lo so, la cosa non è affatto scontata, ma un po' di speranza fatemela esercitare.
Dopotutto col "grande balzo in avanti " hanno preso un tram in faccia di proporzioni cosmiche (anche in termini di morti purtroppo) che ha sconquassato non poco le alte gerarchie, certo poi c'è stata la restaurazione, ma la "gente" un po' ha aperto gli occhi e infatti piano piano le cose sono cambiate.
Purtroppo (o per fortuna, dato che così almeno servono a qualcosa) le grandi tragedie mettono grosse crepe nei regimi autoritari che, a volte subito (impero russo/prima guerra mondiale, colonialismo/ seconda guerra, etc) a volte nel tempo fanno crollare l'edificio (o parti di esso).
Basta vedere un concorrente che non ha nulla da invidiare e che per penne equivalenti spunta dei prezzi di centinaia di euro inferiori (Pelikan M1000 vs 149).
Poi se mi riescono a fare una penna equivalente alla M800 o 146 con gli stessi materiali, stessa qualitá, stesso servizio post vendita (anche facendo copy/paste del design) e me la fanno pagare 100€ "on the shelf" tanto di cappello, gliela compro al volo, hanno vinto, non ce n'è per nessuno.
Ma "questo io non creto " (cit.).
Vorrei anche sperare (wishful thinking) che con l'aprirsi ai mercati occidentali per competere alla pari, le persone che abitano nell gloriosa pian piano si ribellino al soffocante e opprimente regime e diano una bella smossa in senso positivo alla loro nazione portandola più vicina ai nostri valori.
Lo so, la cosa non è affatto scontata, ma un po' di speranza fatemela esercitare.
Dopotutto col "grande balzo in avanti " hanno preso un tram in faccia di proporzioni cosmiche (anche in termini di morti purtroppo) che ha sconquassato non poco le alte gerarchie, certo poi c'è stata la restaurazione, ma la "gente" un po' ha aperto gli occhi e infatti piano piano le cose sono cambiate.
Purtroppo (o per fortuna, dato che così almeno servono a qualcosa) le grandi tragedie mettono grosse crepe nei regimi autoritari che, a volte subito (impero russo/prima guerra mondiale, colonialismo/ seconda guerra, etc) a volte nel tempo fanno crollare l'edificio (o parti di esso).
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Le penne cinesi
Non avrò mai nulla da ridire su chi le compra. Premesso ciò e guardando al mio orticello faccio questi ragionamenti: il loro copiare, mette a rischio di fallimento chi copiano? Mi rispondo di no.
Il loro copiare e vendere prodotti qualitativamente fatti bene mi convincerà a prendere una loro “simil 149” invece che la MB perché avrei molti più soldi in tasca per un oggetto identico? Assolutamente no.
Vedo (pensiero personale) la nostra comune passione come anacronistica, basata su oggetti che in teoria non dovrebbero nemmeno più esistere (soppiantati dalle “morderne/efficienti/economicissime” biro o dalle tastiere dei cellulari), ma che nonostante ciò trova proprio la sua forza nell’essere anacronistica e quindi vive di emozioni al posto della logica. Così come per gli orologi meccanici, nel mio caso ciò che guida la scelta è il cuore, i sentimenti e tutto ciò che è spirito e non materia in senso lato.
Io vedo le penne cinesi come materia, come strumenti eccellenti dal punto di vista costruttivo e di uso, ma non hanno ciò che cerco quindi passo.
Il loro copiare e vendere prodotti qualitativamente fatti bene mi convincerà a prendere una loro “simil 149” invece che la MB perché avrei molti più soldi in tasca per un oggetto identico? Assolutamente no.
Vedo (pensiero personale) la nostra comune passione come anacronistica, basata su oggetti che in teoria non dovrebbero nemmeno più esistere (soppiantati dalle “morderne/efficienti/economicissime” biro o dalle tastiere dei cellulari), ma che nonostante ciò trova proprio la sua forza nell’essere anacronistica e quindi vive di emozioni al posto della logica. Così come per gli orologi meccanici, nel mio caso ciò che guida la scelta è il cuore, i sentimenti e tutto ciò che è spirito e non materia in senso lato.
Io vedo le penne cinesi come materia, come strumenti eccellenti dal punto di vista costruttivo e di uso, ma non hanno ciò che cerco quindi passo.