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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Appello per creare una Libreria Condivisa
- Irishtales
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Appello per creare una Libreria Condivisa
Carissimi, vorrei chiedere a chiunque di voi se la senta di dare il suo apporto, di aiutarci a creare una piccola libreria virtuale (costituita da file pdf scaricabili gratuitamente), inerente ai vari manuali di calligrafia che dalla fine dell'Ottocento fino agli anni Sessanta del Novecento, si studiavano nelle scuole di vario ordine e grado, in Italia.
Molti di questi preziosi manuali, scritti da eccellenti calligrafi, rischiano di scomparire per sempre e che la traccia che hanno lasciato nella formazione e nella cultura del nostro paese, diventi ben presto labile e irriconoscibile. Quando ho frequentato le elementari, la calligrafia non si studiava ormai più a scuola da anni. Ho scoperto l'esistenza di questi testi ormai in disuso, solo avvicinandomi recentemente alla calligrafia. Credo sia così per molti di voi, ma non per tutti. Magari qualcuno ha ancora in casa qualcuno di questi manualetti più o meno conosciuti, o magari alcuni di voi possono accedere a librerie o semplici bancarelle del libro usato e possono reperire questi preziosi frammenti della nostra recente Storia minuta, che sarebbe un sacrilegio gettare nell'oblio.
Dopo i settanta anni dalla scomparsa dell'autore, un'opera diviene di pubblico dominio e si può pubblicare. Diamoci da fare. Questi manuali saranno subito utili a tutti i neofiti appassionati di calligrafia, ma soprattutto potranno restare in futuro a disposizione di chiunque vorrà consultarli e diffonderli a sua volta. Possiamo fare molto. Basta solo...volere!
Contattatemi pure anche via mp per avere informazioni. Se avete materiale idoneo e volete condividerlo, ci sarà da informarsi sulla data di pubblicazione dell'opera oltre che sulle date di vita e morte degli autori, sui quali sarebbe bellissimo riuscire a coinvolgere storici o discendenti per redigere anche delle biografie.
Diamoci insieme da fare. Ognuno per quel che può, per il tempo che ha a disposizione; se ci crediamo, riusciremo a fare qualcosa di buono.
Grazie a tutti!
Molti di questi preziosi manuali, scritti da eccellenti calligrafi, rischiano di scomparire per sempre e che la traccia che hanno lasciato nella formazione e nella cultura del nostro paese, diventi ben presto labile e irriconoscibile. Quando ho frequentato le elementari, la calligrafia non si studiava ormai più a scuola da anni. Ho scoperto l'esistenza di questi testi ormai in disuso, solo avvicinandomi recentemente alla calligrafia. Credo sia così per molti di voi, ma non per tutti. Magari qualcuno ha ancora in casa qualcuno di questi manualetti più o meno conosciuti, o magari alcuni di voi possono accedere a librerie o semplici bancarelle del libro usato e possono reperire questi preziosi frammenti della nostra recente Storia minuta, che sarebbe un sacrilegio gettare nell'oblio.
Dopo i settanta anni dalla scomparsa dell'autore, un'opera diviene di pubblico dominio e si può pubblicare. Diamoci da fare. Questi manuali saranno subito utili a tutti i neofiti appassionati di calligrafia, ma soprattutto potranno restare in futuro a disposizione di chiunque vorrà consultarli e diffonderli a sua volta. Possiamo fare molto. Basta solo...volere!
Contattatemi pure anche via mp per avere informazioni. Se avete materiale idoneo e volete condividerlo, ci sarà da informarsi sulla data di pubblicazione dell'opera oltre che sulle date di vita e morte degli autori, sui quali sarebbe bellissimo riuscire a coinvolgere storici o discendenti per redigere anche delle biografie.
Diamoci insieme da fare. Ognuno per quel che può, per il tempo che ha a disposizione; se ci crediamo, riusciremo a fare qualcosa di buono.
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"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Mi unisco all'appello di questo meraviglioso fiore (intendo Daniela) che è sbocciato in questo forum e che già ci fa intravedere dei meravigliosi frutti.
Ma per maturare, i frutti hanno bisogno di concimazione e di cure. La concimazione di fondo non basta.
Orsu', offrite quanto avete e godiamo insieme del raccolto.
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C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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- courthand
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Appello per creare una Open Library
Beata te!Quando ho frequentato le elementari, la calligrafia non si studiava ormai più a scuola da anni.
Per la precisione 76 anni e 8 mesi, in quanto l'Italia è stata equiparata a tutti gli altri paesi della C.E. dove, ai 70 anni, sono stati aggiunti 6 anni e 8 mesi dell'ultima guerra. In caso di coautori, si prende a riferimento quello deceduto per ultimo.Dopo i settanta anni dalla scomparsa dell'autore, un'opera diviene di pubblico dominio e si può pubblicare
Per Writng & Illuminatig & Lettering, essendo Johnston deceduto il 26/11/1944, i diritti dovrebbero scadere nel luglio 2021 ....
Bene qui latuit bene vixit
- Irishtales
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Alessandro, sei una fonte di sorprese inesauribile! Tutte le mie fonti, inclusa la SIAE, mi hanno dato 70 anni come limite temporale, ma ovviamente terrò in considerazione il tuo riferimento di 76 anni e otto mesi, in questi casi la prudenza è sempre la scelta migliore.
Grazie per la precisazione. Per il manuale del prof. Tonso (1845-1909) ci sono ormai gli estremi. Oltre ai file pdf pubblicheremo anche una breve nota biografica degli autori, e sono in contatto con alcuni discendenti dei vari autori proprio per reperire anche fondamentali notizie sulla vita e l'opera dei calligrafi.
A breve quindi online il primo importante tassello...
Grazie per la precisazione. Per il manuale del prof. Tonso (1845-1909) ci sono ormai gli estremi. Oltre ai file pdf pubblicheremo anche una breve nota biografica degli autori, e sono in contatto con alcuni discendenti dei vari autori proprio per reperire anche fondamentali notizie sulla vita e l'opera dei calligrafi.
A breve quindi online il primo importante tassello...
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Daniela
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Appello per creare una Open Library
Quanto durano i diritti d'autore d'autore in Italia? 70 anni o 76 anni e 8 mesi?
Il Centro Studi della SIAE ritiene “giuridicamente corretta” l’applicazione agli autori italiani della proroga di 6 anni e 8 mesi già prevista per francesi e inglesi. Il Presidente della SIAE, Giorgio Assumma aveva sollecitato il parere del Centro Studi nello scorso mese di dicembre, in vista della scadenza dei diritti a gennaio, in seguito alla richiesta del nipote del celebre drammaturgo.
In pratica, si tratta di applicare anche agli autori italiani il prolungamento della durata dei diritti previsto dal Trattato di Pace del 1947, che conferiva solo ai Paesi vincitori la possibilità di ampliare la durata dei diritti dei loro autori, aggiungendovi anche gli anni di guerra. L’Italia risultava esclusa da questa possibilità, non essendo tra le nazioni vincitrici del conflitto.
Così attualmente, dopo che in base a una Direttiva Europea i diritti d’autore per tutti i Paesi membri dell’ Unione sono di 70 anni dalla morte dell’autore, si verifica la situazione che, per esempio, gli autori francesi ed inglesi sommano i 70 anni dei loro diritti ai 6 anni e 8 mesi del periodo di guerra, mentre gli autori italiani restano fermi a 70 anni, con evidente squilibrio a loro danno. Gli autori inglesi e francesi, infatti, sono tutelati in tutt’Europa, quindi anche in Italia, per 76 anni e 8 mesi, mentre gli Italiani lo sono solo per 70.
Ma il cosiddetto accordo Trips stipulato, nel 1994, dalla maggior parte dei Paesi del mondo, ha eliminato ogni discriminazione tra Paesi vincitori e Paesi che hanno perduto la guerra, quindi gli autori italiani possono godere, nel proprio territorio e in quello europeo, della stessa durata dei diritti (76 anni e otto mesi) proprio per non essere discriminati rispetto ai propri colleghi stranieri.
La questione non riguarda solo Pirandello, ma anche i diritti di Grazia Deledda, Gabriele D’Annunzio e Cesare Pascarella e di altri autori che stanno per scadere nei prossimi anni.
Fonte: dirittodautore.it gennaio 2007
Il Centro Studi della SIAE ritiene “giuridicamente corretta” l’applicazione agli autori italiani della proroga di 6 anni e 8 mesi già prevista per francesi e inglesi. Il Presidente della SIAE, Giorgio Assumma aveva sollecitato il parere del Centro Studi nello scorso mese di dicembre, in vista della scadenza dei diritti a gennaio, in seguito alla richiesta del nipote del celebre drammaturgo.
In pratica, si tratta di applicare anche agli autori italiani il prolungamento della durata dei diritti previsto dal Trattato di Pace del 1947, che conferiva solo ai Paesi vincitori la possibilità di ampliare la durata dei diritti dei loro autori, aggiungendovi anche gli anni di guerra. L’Italia risultava esclusa da questa possibilità, non essendo tra le nazioni vincitrici del conflitto.
Così attualmente, dopo che in base a una Direttiva Europea i diritti d’autore per tutti i Paesi membri dell’ Unione sono di 70 anni dalla morte dell’autore, si verifica la situazione che, per esempio, gli autori francesi ed inglesi sommano i 70 anni dei loro diritti ai 6 anni e 8 mesi del periodo di guerra, mentre gli autori italiani restano fermi a 70 anni, con evidente squilibrio a loro danno. Gli autori inglesi e francesi, infatti, sono tutelati in tutt’Europa, quindi anche in Italia, per 76 anni e 8 mesi, mentre gli Italiani lo sono solo per 70.
Ma il cosiddetto accordo Trips stipulato, nel 1994, dalla maggior parte dei Paesi del mondo, ha eliminato ogni discriminazione tra Paesi vincitori e Paesi che hanno perduto la guerra, quindi gli autori italiani possono godere, nel proprio territorio e in quello europeo, della stessa durata dei diritti (76 anni e otto mesi) proprio per non essere discriminati rispetto ai propri colleghi stranieri.
La questione non riguarda solo Pirandello, ma anche i diritti di Grazia Deledda, Gabriele D’Annunzio e Cesare Pascarella e di altri autori che stanno per scadere nei prossimi anni.
Fonte: dirittodautore.it gennaio 2007
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Grande Alessandro! Ne sai più tu delle persone che sono pagate per rispondere alle domande, anche solo al telefono o via email.
Però per noi è importante non solo pubblicare opere ormai di dominio pubblico, che sono una minoranza, ma anche opere che non lo sono ancora e perciò è fondamentale coinvolgere anche i discendenti, gli eredi, che finora devo dire per i pochi contatti che sono riuscita ad instaurare, sono persone splendide e ben felici di continuare a mantenere vivo il preziosissimo lavoro dei loro nonni, bisnonni, etc.
E' lo spirito giusto, e soprattutto è la cosa giusta.
Però per noi è importante non solo pubblicare opere ormai di dominio pubblico, che sono una minoranza, ma anche opere che non lo sono ancora e perciò è fondamentale coinvolgere anche i discendenti, gli eredi, che finora devo dire per i pochi contatti che sono riuscita ad instaurare, sono persone splendide e ben felici di continuare a mantenere vivo il preziosissimo lavoro dei loro nonni, bisnonni, etc.
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L'idea mi piace moltissimo, e chi mi conosce sa che sono un fissato sull'argomento. Per cui avrete tutto il mio supporto.
Simone
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Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
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niente osta che privatamente ognuno scambi quel che gli va nei modi più disparati, il creare una Open Library ha sicuramente il suo fascino, ma vuoi mettere il fascino dei segreti di bottega dell'antico scrivano/calligrafo? Certamente non auspico una comunità massonica, però penso che il sapere debba essere guadagnato e non dato a piene mani senza che nessuno te lo chieda. E questo lo dico da principiante assoluto della calligrafia.
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Appello per creare una Open Library
Claudio, siamo perfettamente d'accordo. Quando immagino la open library, ora che mi ci fai pensare, la guardo sempre dalla parte dell'opera e non del fruitore.
Infatti l'idea è nata prioritariamente per salvare dalle maglie del tempo i nomi, le storie, il lavoro di tantissimi straordinari artisti e calligrafi che hanno dedicato una vita intera allo studio della loro Arte, con il fine di farla diventare un mezzo attraverso il quale i giovani, le nuove generazioni, potessero apprendere i canoni della calligrafia. Creatività e divulgazione.
E' un'idea nata, insomma, prima di tutto come omaggio, come tributo, come volontà di valorizzare e ridare visibilità a tanti mirabili artisti e studiosi che rischiamo di dimenticare. Tengo particolarmente a contattare i discendenti dei calligrafi che hanno operato nei decenni compresi fra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo, proprio perché anche la parte biografica è rilevante e mi piacerebbe che fosse trasmessa ai posteri insieme all'opera. In questo modo si avrebbe un quadro più complesso e completo dell'opera, con un corollario di informazioni che la sappia inquadrare in un contesto spazio-temporale preciso e riesca a darle in qualche misura - passami il termine - un certo valore iconografico.
La naturale conseguenza è ovviamente l'accessibilità. Sarà a causa della mia impostazione vagamente positivista, ma sono convinta che la scienza ed il progresso - insomma, le moderne tecnologie di diffusione e divulgazione di massa e in una parola...internet! - non siano da contrapporre alla tradizione e alla cultura. La tecnologia può essere un formidabile mezzo per divulgare la conoscenza e tramandare la cultura. Perciò mi piacerebbe intanto recuperare e digitalizzare il più alto numero possibile di manuali di calligrafia (di solito si tratta di piccoli libricini o gruppi di schede) in uso nelle scuole italiane o europee in generale, in quegli anni, perchè non vadano per sempre perduti. Sono opere nate e pensate per gli studenti, quindi per i neofiti.
Tu invece parti da un piano più alto, parli (me lo passi il termine, spero) da artista.
Ma siamo su un altro livello. Un conto è iscriversi ad un corso di calligrafia...altra cosa è pretendere che un artista calligrafo sveli i segreti della sua arte! Questo no, non potrei mai farlo...
Infatti l'idea è nata prioritariamente per salvare dalle maglie del tempo i nomi, le storie, il lavoro di tantissimi straordinari artisti e calligrafi che hanno dedicato una vita intera allo studio della loro Arte, con il fine di farla diventare un mezzo attraverso il quale i giovani, le nuove generazioni, potessero apprendere i canoni della calligrafia. Creatività e divulgazione.
E' un'idea nata, insomma, prima di tutto come omaggio, come tributo, come volontà di valorizzare e ridare visibilità a tanti mirabili artisti e studiosi che rischiamo di dimenticare. Tengo particolarmente a contattare i discendenti dei calligrafi che hanno operato nei decenni compresi fra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo, proprio perché anche la parte biografica è rilevante e mi piacerebbe che fosse trasmessa ai posteri insieme all'opera. In questo modo si avrebbe un quadro più complesso e completo dell'opera, con un corollario di informazioni che la sappia inquadrare in un contesto spazio-temporale preciso e riesca a darle in qualche misura - passami il termine - un certo valore iconografico.
La naturale conseguenza è ovviamente l'accessibilità. Sarà a causa della mia impostazione vagamente positivista, ma sono convinta che la scienza ed il progresso - insomma, le moderne tecnologie di diffusione e divulgazione di massa e in una parola...internet! - non siano da contrapporre alla tradizione e alla cultura. La tecnologia può essere un formidabile mezzo per divulgare la conoscenza e tramandare la cultura. Perciò mi piacerebbe intanto recuperare e digitalizzare il più alto numero possibile di manuali di calligrafia (di solito si tratta di piccoli libricini o gruppi di schede) in uso nelle scuole italiane o europee in generale, in quegli anni, perchè non vadano per sempre perduti. Sono opere nate e pensate per gli studenti, quindi per i neofiti.
Tu invece parti da un piano più alto, parli (me lo passi il termine, spero) da artista.
Ma siamo su un altro livello. Un conto è iscriversi ad un corso di calligrafia...altra cosa è pretendere che un artista calligrafo sveli i segreti della sua arte! Questo no, non potrei mai farlo...
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Daniela
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Cara Daniela penso che abbiamo idee simili anche se da punti vista lontani, sono d'accordo con te sul valorizzare un certo patrimonio della calligrafia (questa sconosciuta, soprattutto a me stesso), e credo che ogni più piccolo contributo debba trovare il giusto spazio. Io non credo che l'impostazione positivista c'entri qualcosa con il contrapporsi alle moderne tecnologie, credo sia soprattutto una questione di apertura mentale, anche perchè c'è un lungo elenco di persone famose "positiviste" che non furono note per la loro lungimiranza. Io ho sempre guardato con grande fiducia allo strutturalismo, ossia la capacità di giocare con gli insiemi, ma questa è un'altra storia.
Io non penso di partire da un piano "più alto", io parto dal punto di vista dell'artigiano, sia esso costruttore di violini o calligrafo, entrambe lavorano usando le mani ed ogni giorno imparano un nuovo segreto, che è poi il lato mistico dell'ignoranza. Io non pretendo che nessuno sveli segreti, ma che si possano imparare le basi di un'arte, perchè la calligrafia è un'arte sic et simpliciter, e come tutte le arti si ruba con gli occhi, ossia osservando il maestro ed il suo gesto.
Quella che si imparava a scuola era una calligrafia cosiddetta "di consumo", che permetteva a noi alunni di imparare ad esprimerci e di comunicare correttamente con i nostri simili, quindi per me va benissimo che si recuperino anche quei testi che insegnavano i primi rudimenti di calligrafia, e non vedo contrapposizione con i piani alti dell'arte, perchè gli uni sono conseguenza dell'altra.
La mia osservazione verteva semplicemente sulla possibilità di scambiare le varie opere privatamente senza incorrere nelle maglie della violazione del copyright, questo per me ha due vantaggi fondamentali: da una parte permette ai veri interessati di comunicare e di ottenere comunque ciò di cui hanno bisogno, dall'altra la possibilità di formare una biblioteca personale in modo oculato e senza dispersioni o distrazioni. Perchè purtroppo non sempre la presenza di un'opera in rete significa una sua maggior diffusione, in un mondo come questo saturo di informazioni fino all'inverosimile, il vero pericolo non è la rarità dell'opera stessa, ma l'indifferenza in cui viene dispersa.
Sono solo mie opinioni, non ho pretese.
Io non penso di partire da un piano "più alto", io parto dal punto di vista dell'artigiano, sia esso costruttore di violini o calligrafo, entrambe lavorano usando le mani ed ogni giorno imparano un nuovo segreto, che è poi il lato mistico dell'ignoranza. Io non pretendo che nessuno sveli segreti, ma che si possano imparare le basi di un'arte, perchè la calligrafia è un'arte sic et simpliciter, e come tutte le arti si ruba con gli occhi, ossia osservando il maestro ed il suo gesto.
Quella che si imparava a scuola era una calligrafia cosiddetta "di consumo", che permetteva a noi alunni di imparare ad esprimerci e di comunicare correttamente con i nostri simili, quindi per me va benissimo che si recuperino anche quei testi che insegnavano i primi rudimenti di calligrafia, e non vedo contrapposizione con i piani alti dell'arte, perchè gli uni sono conseguenza dell'altra.
La mia osservazione verteva semplicemente sulla possibilità di scambiare le varie opere privatamente senza incorrere nelle maglie della violazione del copyright, questo per me ha due vantaggi fondamentali: da una parte permette ai veri interessati di comunicare e di ottenere comunque ciò di cui hanno bisogno, dall'altra la possibilità di formare una biblioteca personale in modo oculato e senza dispersioni o distrazioni. Perchè purtroppo non sempre la presenza di un'opera in rete significa una sua maggior diffusione, in un mondo come questo saturo di informazioni fino all'inverosimile, il vero pericolo non è la rarità dell'opera stessa, ma l'indifferenza in cui viene dispersa.
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Caro Rampa, premesso che il bello di un forum è proprio la possibilità di scambiare e confrontare le proprie opinioni con le altrui in piena serenità, non sembra, almeno da ciò che scrivete, che tu e Daniela abbiate idee simili.
Mentre Irishtales si preoccupa di salvare dall’oblio e tramandare coram populi un patrimonio culturale effettivamente in pericolo, pare che il tuo interesse sia piuttosto indirizzato all’accrescimento del tuo bagaglio personale stabilendo contatti e scambi con un gruppo ristretto di persone.
Senza voler esprimere alcun giudizio (ci mancherebbe altro!) vorrei solo far presente che per secoli il linguaggio e quindi la scrittura, che fissa la parola nel tempo, sono stati accuratamente scelti per far si che la conoscenza rimanesse appannaggio di una elite: il mio stesso nickname indica una grafia in uso presso le cancellerie dei tribunali inglesi così complessa e astrusa da risultare leggibile solo dagli addetti ai lavori (ma guarda!) e bandita per questo motivo nella prima metà del 1700 (pensa un po’!).
Il concetto alla base del world wide web dovrebbe essere proprio l’opposto: l’informazione gratuita (almeno in origine era così, mi pare) a disposizione di tutti in tutto il mondo. Non vedo pericolo di dispersione in questo perché chi è veramente interessato cerca, cerca e, se l’informazione c’è, la trova: parlo per esperienza personale, ho trovato in rete, sia in siti istituzionali che di semplici amatori, scansioni di testi dal 1600 in poi a cui, altrimenti, mai avrei potuto accedere. A mio avviso il pericolo non sta nell’abbondanza dell’informazione ma nella sua conservazione all’interno di ambienti troppo ristretti che porta storicamente all’oblio.
Ah, detto per inciso, lo scambio tra privati di copie non autorizzate di un’opera protetta da copyright viola, se ne ricorrono i presupposti, la normativa sui diritti d’autore paro paro come metterla in rete: solo che il primo caso è molto più difficilmente perseguibile del secondo.
Con simpatia
Mentre Irishtales si preoccupa di salvare dall’oblio e tramandare coram populi un patrimonio culturale effettivamente in pericolo, pare che il tuo interesse sia piuttosto indirizzato all’accrescimento del tuo bagaglio personale stabilendo contatti e scambi con un gruppo ristretto di persone.
Senza voler esprimere alcun giudizio (ci mancherebbe altro!) vorrei solo far presente che per secoli il linguaggio e quindi la scrittura, che fissa la parola nel tempo, sono stati accuratamente scelti per far si che la conoscenza rimanesse appannaggio di una elite: il mio stesso nickname indica una grafia in uso presso le cancellerie dei tribunali inglesi così complessa e astrusa da risultare leggibile solo dagli addetti ai lavori (ma guarda!) e bandita per questo motivo nella prima metà del 1700 (pensa un po’!).
Il concetto alla base del world wide web dovrebbe essere proprio l’opposto: l’informazione gratuita (almeno in origine era così, mi pare) a disposizione di tutti in tutto il mondo. Non vedo pericolo di dispersione in questo perché chi è veramente interessato cerca, cerca e, se l’informazione c’è, la trova: parlo per esperienza personale, ho trovato in rete, sia in siti istituzionali che di semplici amatori, scansioni di testi dal 1600 in poi a cui, altrimenti, mai avrei potuto accedere. A mio avviso il pericolo non sta nell’abbondanza dell’informazione ma nella sua conservazione all’interno di ambienti troppo ristretti che porta storicamente all’oblio.
Ah, detto per inciso, lo scambio tra privati di copie non autorizzate di un’opera protetta da copyright viola, se ne ricorrono i presupposti, la normativa sui diritti d’autore paro paro come metterla in rete: solo che il primo caso è molto più difficilmente perseguibile del secondo.
Con simpatia
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e chi ha mai parlato di un gruppo ristretto? Se siamo qui, e siamo in pubblico, il gruppo è apertissimo. ribadisco: lo scambio tra privati non viola nessun copyright. è una regola di buon senso, oltre che legale.
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Su fatto lo scambio fra privati sia scarsamente assoggettabile alle regole (per me eccessive) imposte dalle attuali leggi del copyright sono anche d'accordo ma in questo caso il buon senso e la legge non vanno d'accordo.Se fai una copia di un DVD/musica/ecc. e la dai a qualcuno anche a titolo gratuito ed in privato, violi di certo il copyright dell'autore. E se ti beccassero saresti eccome soggetto a sanzioni penali, tutt'altro che trascurabili. Bada bene sto parlando, come courthand, di copia illegale (non ricordo più né il convegno, né il relatore, ma il tizio, in avvocato, sosteneva appunto che si rischiava di più carcere a dare un ceffone a Cristina Aguilera che a copiargli illegalmente una canzone).Rampa ha scritto:e chi ha mai parlato di un gruppo ristretto? Se siamo qui, e siamo in pubblico, il gruppo è apertissimo. ribadisco: lo scambio tra privati non viola nessun copyright. è una regola di buon senso, oltre che legale.
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
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e per aiutare chi non trova un termine:
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- La mia penna preferita: cannuccio e pennino
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Appello per creare una Open Library
Stavo facendo proprio proprio lo stesso esempio ...è ben vero che le major della musica e del cinema sono ben più agguerrite di quelle dell'editoria ma, ragionando in linea di principio ...
Bene qui latuit bene vixit
- courthand
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stiamo andando off topic.
Irishtales, è una buona idea e anche percorribile, avendo un po' di tempo da dedicarci, anche perchè penso che gli eredi potrebbero essere più interessati a vedere tramandata l'opera di un loro congiunto che non ai diritti d'autore.
Irishtales, è una buona idea e anche percorribile, avendo un po' di tempo da dedicarci, anche perchè penso che gli eredi potrebbero essere più interessati a vedere tramandata l'opera di un loro congiunto che non ai diritti d'autore.
Bene qui latuit bene vixit