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Due penne per la stessa calligrafia: si puó fare...

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fufluns
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Due penne per la stessa calligrafia: si puó fare...

Messaggio da fufluns »

Molti altri, come me, reputano che i pennini prodotti da Omas negli anni '40-50 del secolo scorso siano tra i più equilibrati quanto al rapporto tra flessibilitá/elasticitá e scorrevolezza. Pennini davvero difficili da rifare, come dimostrano molte delle produzioni contemporanee che vorrebbero "riproporre" il pennino flessibile, ma restano corte su uno o più dei fattori chiave per farne qualcosa di paragonabile alla piacevolezza delle classiche punte vintage.

So che parlarne ora, quando già non é più possibile procurarsene uno, sembra ingiusto, ma mi riferisco ancora al pennino della Montblanc 149 Calligraphy perché - per quanto ancora migliorabile - questo progetto dimostra come rifare una punta paragonabile a un Omas Extra o un Omas Extra Lucens sia, industrialmente, possibile.

Amazing Calligraphy.jpg

Amazing Calligraphy (Incredibile Calligrafia non si riferisce a questa in particolare, ma proprio a "La Calligrafia" in sé) é stato scritto sulla carta amalfitana di Amatruda (vergata per stampante, d'accordo alla classificazione dei prodotti dell'azienda) con due pennini separati tra loro da oltre settant'anni di storia. Mi pare che, sinceramente, siano entrambi incredibilmente buoni.

Considerando il prezzo elevato di una penna Meisterstück con pennino Calligraphy flessibile si potrebbe forse opinare che il costo di produzione industriale o semi-industriale di un pennino flessibile contemporaneo ne limiti la possibile diffusione, ma certo vi giocano un ruolo il nome (e il prezzo) tipico delle penne della casa tedesca, e d'altro canto non sarò l'unico ad essermi reso conto di come anche i prezzi del buono e onesto vintage di Omas continuino comunque a lievitare per l'aumento della richiesta di pennini con queste caratteristiche. Una 557-F o una 556-F degli anni 50, una Gentlemen, una Milord in celluloide e finanche una 555 "da signora" costano oggi il doppio di quanto valessero sul mercato solamente cinque anni addietro.

Come amante della scrittura resa possibile dal pennino appuntito flessibile, mi fa enormemente piacere constatare come l'arte (o l'artigianalità) richiesta per la sua produzione non sia lettera morta del passato ma (cosí come Amazing Calligraphy in qualche modo dimostra) una cosa ancora ben possibile e il cui costo potrebbe forse erodersi considerevolmente in un progetto di produzione a maggior diffusione.

Io sarei certo cliente di un simile progetto, e immagino che anche molti altri tra noi.
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platax
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Messaggio da platax »

Ciao e grazie come sempre delle belle immagini che realizzi!
Concordo con quanto da te espresso, si può fare.
Quando vedo i tuoi lavori mi viene spesso in mene il contrasto (e chiedo scusa per il mio deviare un po' dall'argomento principale) come i ragazzi, oggi, quasi non scrivano più con carta e penna. La tecnologia porta a tastiere (anche solo virtuali) e presto arriveremo alla sola dettatura, lo scritto lo realizzerà un calcolatore...
Qui siamo degli appassionati di un qualcosa che, un po' alla volta, sta scomparendo.
Quindi, si, potrà succedere che vengano prodotti pennini del tipo da te indicato, e certamente è possibile.
Se poi succederà o meno... boh! Spero di sbagliarmi ma temo sia difficile :-(
Archipat
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Due penne per la stessa calligrafia: si puó far

Messaggio da Archipat »

Concordo con quello che scrivi.

Nel mio set di penne quotidiane ho entrambe le MontBlanc calligraphy, 149 e Le Grand, una Omas 556F vintage in celluloide e una Minerva degli anni 40 con pennino flessibile. Non ho altre vintage flessibili, quindi la mia esperienza è molto limitata.
A mio modestissimo avviso questi nuovi pennini MontBlanc sono paragonabili ai vintage in termini di flessibilità, variazione di tratto e scorrevolezza della scrittura. La Omas ha dalla sua la leggerezza, ma è anche più piccola, e soprattutto una migliore capacità di controllo del flusso quando torna al fine.

Questa è una lotta alla pari, anche le MB hanno delle frecce nel loro paniere. Penso solo alla Le Grand calligraphy che ha davvero un pennino straordinario, ultra fine con variazioni di tratto secche e incise. E questa la penna che alla fine uso di più e ritengo che sia stata ingiustamente oscurata dalla molto diversa sorella maggiore. La Le Grand è più parca di flusso e davvero sibille alle due vecchiette.

Che oggi si possano rifare i pennini di una volta non credo possa essere messo in discussione, visto che abbiamo dalla nostra 80 anni di sviluppo di tecnologie e materiali. Forse oggi si sta rafforzando una nicchia di mercato che possa giustificare la reintroduzione di flessibili moderni, ma ritengo solo in fasce alte di prodotto.

le scritture orientali dimostrano che se c’è mercato si possono fare flessibili moderni a prezzo contenuto. Peccato solo che queste flessibili non siano nate per le scritture occidentali e mal si adattino ad esse.

Un solo esempio: la 912FA è nettamente più morbida delle MB e della Omas ed ha una variazione di tratto davvero importante. È un pennello, ma ritengo che questa penna non sia adatta ad un corsivo quotidiano.
Questo pennino è poco elastico, molto morbido e direi non reattivo. È chiaramente nato per scritture orientali e così mi rendo conto che li uso solo per scrivere qualche titolo.
Dimostra comunque che un flessibile moderno a costo contenuto è possibile farlo.
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fufluns
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Due penne per la stessa calligrafia: si puó far

Messaggio da fufluns »

Archipat ha scritto: domenica 5 marzo 2023, 9:24 Concordo con quello che scrivi.

Nel mio set di penne quotidiane ho entrambe le MontBlanc calligraphy, 149 e Le Grand, una Omas 556F vintage in celluloide e una Minerva degli anni 40 con pennino flessibile. Non ho altre vintage flessibili, quindi la mia esperienza è molto limitata.
A mio modestissimo avviso questi nuovi pennini MontBlanc sono paragonabili ai vintage in termini di flessibilità, variazione di tratto e scorrevolezza della scrittura. La Omas ha dalla sua la leggerezza, ma è anche più piccola, e soprattutto una migliore capacità di controllo del flusso quando torna al fine.

Questa è una lotta alla pari, anche le MB hanno delle frecce nel loro paniere. Penso solo alla Le Grand calligraphy che ha davvero un pennino straordinario, ultra fine con variazioni di tratto secche e incise. E questa la penna che alla fine uso di più e ritengo che sia stata ingiustamente oscurata dalla molto diversa sorella maggiore. La Le Grand è più parca di flusso e davvero sibille alle due vecchiette.

Che oggi si possano rifare i pennini di una volta non credo possa essere messo in discussione, visto che abbiamo dalla nostra 80 anni di sviluppo di tecnologie e materiali. Forse oggi si sta rafforzando una nicchia di mercato che possa giustificare la reintroduzione di flessibili moderni, ma ritengo solo in fasce alte di prodotto.

le scritture orientali dimostrano che se c’è mercato si possono fare flessibili moderni a prezzo contenuto. Peccato solo che queste flessibili non siano nate per le scritture occidentali e mal si adattino ad esse.

Un solo esempio: la 912FA è nettamente più morbida delle MB e della Omas ed ha una variazione di tratto davvero importante. È un pennello, ma ritengo che questa penna non sia adatta ad un corsivo quotidiano.
Questo pennino è poco elastico, molto morbido e direi non reattivo. È chiaramente nato per scritture orientali e così mi rendo conto che li uso solo per scrivere qualche titolo.
Dimostra comunque che un flessibile moderno a costo contenuto è possibile farlo.
Grazie per il tuo intervento articolato e informativo.

Ho avuto modo di provare, brevissimamente, una Montblanc 146 Calligraphy, e ne ho avuta la netta impressione che si trattasse, come tu dici, di un pennino piuttosto diverso da quello della 149. Non ho avuto il tempo di approfondirne le doti, ma mi è parso leggermente meno flessibile e leggermente più elastico, una somma di caratteristiche che lo avvicinano maggiormente - come hai notato - agli OMAS vintage, che sono un poco più duri ma hanno un “ritorno” più marcato. Bel pennino mi è parso, per quel che ho potuto.

I Falcon (che non ho provato) sembrano essere, a tutti gli effetti, dei veri flessibili. Leggo con frequenza che eccedono le capacità di erogazione dell’inchiostro, ma questa non è colpa del pennino quanto piuttosto di un erogatore dal flusso insufficiente.

Se anche solo ci fermassimo qui, ai due Calligraphy flessibili di Montblanc e al pennino della Pilot 912FA, direi che ci sono tutti gli elementi per dimostrare che, in oro o in acciaio, le tecnologie per fare dei flessibili paragonabili ai flex d’epoca ci sono e sono già mature.

Il problema è semmai, a mio avviso, il fatto che molti produttori continuano a spacciare per flessibili pennini che non lo sono per nulla, e ciò facendo confondono le acque del mercato e confondono gli utenti delle loro penne.

Ho già scritto più volte che la “flessibilità “ non è che una delle componenti di un buon pennino flessibile, che a poco serve se la punta manca della necessaria elasticità. Vi sono già fin troppi pennini “morbidi” - frequentemente spacciati come calligrafici - che per la calligrafia proprio non vanno bene, anche se possono fornire una esperienza di scrittura piacevole a patto di non stortarli con eccesso di pressione.

Credo sarebbe più conveniente per tutti - utenti e produttori - se una marca di pennini con esperienza volesse mettersi seriamente all’opera per produrre punte flessibili di qualità in varie misure, che i produttori possano adottare per le loro penne “flessibili”, magari facendone adattare le caratteristiche alle esigenze specifiche delle proprie combinazioni di penne e conduttori.
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Koten90
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Messaggio da Koten90 »

Trovo che il mio pennino FA sia il più reattivo tra quelli citati, con uno snapback velocissimo senza perdita di controllo del flusso, mentre la 149 e la Omas Extra continuano ad avere il tratto largo per qualche millimetro dopo aver rilasciato la pressione.
La Omas Extra ha dalla sua parte un tratto così fine da far impallidire un EF giapponese, mentre mi è dispiaciuto maturare la considerazione che l’unico vantaggio offerto dalla 149 è un pennino meno levigato che scorre meno e aiuta nel controllo.

Concordo con Franco sul fatto che tantissimo pennini vengano spacciati per “flex” ma poco si distaccano da uno scalpello, mentre ce ne sono alcuni che non vengono dichiarati nemmeno “soft” e non vanno tanto peggio di quelli da voi citati (penso alla Pilot Custom Urushi acquistata il mese scorso o alla Pelikan M1000, che però ha un flusso veramente incontrollabile).

BlueDew è un produttore Taiwanese di penne che fornisce con pennini ultraflex (da EEF a 1,5mm con metà della pressione usata per il FA!) ma senza pallina di iridio in punta e con un feeling graffiante e super elastico, paragonabile a una di quelle Jinhao con pennino Zebra G (che pure non trovo malvagie).
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Messaggio da Archipat »

Interessante questa BlueDew. Il pennino sembra uno Zebra, pur non essendolo. Questo è indubbiamente un super flessibile che costa poco.

Nel sito dove ho comprato l’alimentatore in ebanite per la Pilot FA vendono un adattatore per montare i pennini calligrafici flessibili su diverse penne stilografiche, tra cui la Twsbi 580. Una delle note che questo artigiano scrive è che con molti inchiostri c’è il rischio di ruggine. Non un grande problema perché sono pennino da pochi euro.
Interessante che questa BlueDew abbia un pennino dalle caratteristiche simili che non arrugginisce.

Si acquistano solo sul sito o ci sono rivenditori?

Per quanto riguarda la differenza di pareri sulla FA, forse la differenza sta proprio nel l’alimentatore, il mio a due slitte la rende più generosa. È sicuramente un pennino straordinario, la mia riluttanza all’usarlo è personale, legata al modo con cui scrivo.
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Koten90
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Messaggio da Koten90 »

Archipat ha scritto: martedì 7 marzo 2023, 6:57 Interessante questa BlueDew. Il pennino sembra uno Zebra, pur non essendolo. Questo è indubbiamente un super flessibile che costa poco.

Nel sito dove ho comprato l’alimentatore in ebanite per la Pilot FA vendono un adattatore per montare i pennini calligrafici flessibili su diverse penne stilografiche, tra cui la Twsbi 580. Una delle note che questo artigiano scrive è che con molti inchiostri c’è il rischio di ruggine. Non un grande problema perché sono pennino da pochi euro.
Interessante che questa BlueDew abbia un pennino dalle caratteristiche simili che non arrugginisce.

Si acquistano solo sul sito o ci sono rivenditori?
Immagino che il problema ruggine sia legato ad alcuni incchioatri particolarmente acidi come i ferrogallici, i Baystate di Noodler’s e altri (quelli citati raggiungono pH3!). Per tutta la gamma Noodler’s fuori dalla linea Baystate, il produttore vanta pH neutro e posso confermare che il Polar Black è particolarmente “gentile”: ho caricato intorno a Natale la mia Jinhao X450 con Zebra G in acciaio, è ancora carica perché usata poco e ha il pennino in condizioni perfette. Se non fosse che si secca anche da chiusa……

BlueDew credo sia acquistabile solo da loro sito. I pennini di ricambio arrivano in coppia per 35$ (+4€ di dogana se non ricordo male) in collare Bock #6. Non piacendomi le loro penne, ho montato il pennino in una Kaweco Original 250
Archipat ha scritto: martedì 7 marzo 2023, 6:57 Per quanto riguarda la differenza di pareri sulla FA, forse la differenza sta proprio nel l’alimentatore, il mio a due slitte la rende più generosa. È sicuramente un pennino straordinario, la mia riluttanza all’usarlo è personale, legata al modo con cui scrivo.
La mia ha l’alimentatore triplo…
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.

FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
C7H14S [cit. Chimicazza]
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