Archipat ha scritto: ↑domenica 5 marzo 2023, 9:24
Concordo con quello che scrivi.
Nel mio set di penne quotidiane ho entrambe le MontBlanc calligraphy, 149 e Le Grand, una Omas 556F vintage in celluloide e una Minerva degli anni 40 con pennino flessibile. Non ho altre vintage flessibili, quindi la mia esperienza è molto limitata.
A mio modestissimo avviso questi nuovi pennini MontBlanc sono paragonabili ai vintage in termini di flessibilità, variazione di tratto e scorrevolezza della scrittura. La Omas ha dalla sua la leggerezza, ma è anche più piccola, e soprattutto una migliore capacità di controllo del flusso quando torna al fine.
Questa è una lotta alla pari, anche le MB hanno delle frecce nel loro paniere. Penso solo alla Le Grand calligraphy che ha davvero un pennino straordinario, ultra fine con variazioni di tratto secche e incise. E questa la penna che alla fine uso di più e ritengo che sia stata ingiustamente oscurata dalla molto diversa sorella maggiore. La Le Grand è più parca di flusso e davvero sibille alle due vecchiette.
Che oggi si possano rifare i pennini di una volta non credo possa essere messo in discussione, visto che abbiamo dalla nostra 80 anni di sviluppo di tecnologie e materiali. Forse oggi si sta rafforzando una nicchia di mercato che possa giustificare la reintroduzione di flessibili moderni, ma ritengo solo in fasce alte di prodotto.
le scritture orientali dimostrano che se c’è mercato si possono fare flessibili moderni a prezzo contenuto. Peccato solo che queste flessibili non siano nate per le scritture occidentali e mal si adattino ad esse.
Un solo esempio: la 912FA è nettamente più morbida delle MB e della Omas ed ha una variazione di tratto davvero importante. È un pennello, ma ritengo che questa penna non sia adatta ad un corsivo quotidiano.
Questo pennino è poco elastico, molto morbido e direi non reattivo. È chiaramente nato per scritture orientali e così mi rendo conto che li uso solo per scrivere qualche titolo.
Dimostra comunque che un flessibile moderno a costo contenuto è possibile farlo.
Grazie per il tuo intervento articolato e informativo.
Ho avuto modo di provare, brevissimamente, una Montblanc 146 Calligraphy, e ne ho avuta la netta impressione che si trattasse, come tu dici, di un pennino piuttosto diverso da quello della 149. Non ho avuto il tempo di approfondirne le doti, ma mi è parso leggermente meno flessibile e leggermente più elastico, una somma di caratteristiche che lo avvicinano maggiormente - come hai notato - agli OMAS
vintage, che sono un poco più duri ma hanno un “ritorno” più marcato. Bel pennino mi è parso, per quel che ho potuto.
I Falcon (che non ho provato) sembrano essere, a tutti gli effetti, dei veri flessibili. Leggo con frequenza che eccedono le capacità di erogazione dell’inchiostro, ma questa non è colpa del pennino quanto piuttosto di un erogatore dal flusso insufficiente.
Se anche solo ci fermassimo qui, ai due Calligraphy flessibili di Montblanc e al pennino della Pilot 912FA, direi che ci sono tutti gli elementi per dimostrare che, in oro o in acciaio, le tecnologie per fare dei flessibili paragonabili ai flex d’epoca ci sono e sono già mature.
Il problema è semmai, a mio avviso, il fatto che molti produttori continuano a spacciare per flessibili pennini che non lo sono per nulla, e ciò facendo confondono le acque del mercato e confondono gli utenti delle loro penne.
Ho già scritto più volte che la “flessibilità “ non è che una delle componenti di un buon pennino flessibile, che a poco serve se la punta manca della necessaria elasticità. Vi sono già fin troppi pennini “morbidi” - frequentemente spacciati come calligrafici - che per la calligrafia proprio non vanno bene, anche se possono fornire una esperienza di scrittura piacevole a patto di non stortarli con eccesso di pressione.
Credo sarebbe più conveniente per tutti - utenti e produttori - se una marca di pennini con esperienza volesse mettersi seriamente all’opera per produrre punte flessibili di qualità in varie misure, che i produttori possano adottare per le loro penne “flessibili”, magari facendone adattare le caratteristiche alle esigenze specifiche delle proprie combinazioni di penne e conduttori.