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Anche ma non solo, c'è stato un aumento enorme delle tirature di libri, quotidiani, riviste e fumetti durante il Covid che ha forzato i produttori ad attingere alle scorte. Non si sono ancora ripresi.Ottorino ha scritto: ↑domenica 26 febbraio 2023, 13:17 Effetto del rincaro energia.
Qui sotto qualcosa al riguardo
https://www.open.online/2022/10/25/prez ... riciclata/
si chiama speculazioneChaotica ha scritto: ↑lunedì 27 febbraio 2023, 10:19 Purtroppo per quanto riguarda gli imballi carta e cartone gli aumenti dovuti ai costi di trasformazione sono stati importanti.
Da pre - febbraio 2022 a oggi i prezzi delle scatole avana e praticamente raddoppiato.
E malgrado il prezzo dell'energia e del gas sia sceso il prezzo tarda a calare ....![]()
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Assolutamente sì. Il problema e che poi sei costretto ad aumentare i prezzi ai clienti e a cascata tutto questo ricade sul consumatore finale al quale purtroppo lo stipendio non viene adeguatoMaruska ha scritto: ↑lunedì 27 febbraio 2023, 12:50si chiama speculazioneChaotica ha scritto: ↑lunedì 27 febbraio 2023, 10:19 Purtroppo per quanto riguarda gli imballi carta e cartone gli aumenti dovuti ai costi di trasformazione sono stati importanti.
Da pre - febbraio 2022 a oggi i prezzi delle scatole avana e praticamente raddoppiato.
E malgrado il prezzo dell'energia e del gas sia sceso il prezzo tarda a calare ....![]()
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eh già... preferisco non dire altro di ciò che penso
Giusta osservazione, in fondo pure io ho penne, inchiostri e carta fino alla fine dei miei giorni, idem per capi di abbigliamento, e di spendere soldi mi è passata la voglia.Augusto67 ha scritto: ↑lunedì 27 febbraio 2023, 13:57 Io sono incuriosito da quel che succederà di questa inflazione, che cade in un contesto sociale ed economico del tutto diverso dagli anni 70/80, per esempio. Allora eravamo allegri consumatori affamati, e l'inflazione ci incitava a far scorta; ora molte case sono piene di cose, gli armadi strabordano (e infatti fioriscono le piattaforme per l'usato), i garage scoppiano, si cerca addirittura di far spazio. In soldoni, a molti non serve più niente. E quindi la mossa prevedibile e facile di chi può e se la sente è: lasciar lì, non comprare. Si è visto bene col gas, quest'inverno, che entravo e trovavo il tabaccaio intabarrato piuttosto che non dico abbassare il riscaldamento, ma anche solo accenderlo. Lo vedo al supermercato, che gli sguardi si sono affilati e ci si aggira circospetti. E devo dire che un cavolo - bio, va bene - grosso due pugni, a 4 euro, mi ha strappato una risata.
In generale, insomma, penso che un vasto coro oggi potrebbe rispondere "non ci serve niente, grazie". Che è anche l'unico modo per comunicare con il mercato, con chi produce e vende: gentilmente, far presente. Ecco, mi incuriosisce vedere che cosa succederà, SE la risposta sarà simile. Mi ci metto dentro: ho taccuini bellissimi a iosa e inchiostri per tutta la vita e alcune reincarnazioni. Poi so che se mi ripiglia la voglia cedo, ma a certi patti. Ovvero, il "no, grazie" direi che me lo sento in canna.