Caro Alessio, ho deciso di “ficcare il naso” in questo argomento che porti avanti ormai da tempo con molto successo, per alcune ragioni differenti.
In primo luogo, per felicitarti dei continui progressi, che sono senza dubbio il risultato di molto divertimento alla scrivania. Ma anche, e questo é un punto chiave, sono il prodotto della tua schietta “umiltá” di calligrafo agli esordi. Ho trovato ammirevole, attraverso queste e altre pagine tue, la splendida relazione che hai stabilito con un “grande” del nostro forum come
calli58, la capacitá con la quale ne hai accolto i consigli e le rare “strigliate”, intendendo alla perfezione come siano dettati da un sano - e a questo punto direi anche affettuoso - desiderio di aiutarti (e attraverso di te tutti gli altri membri della nostra comunità) per ottenere risultati altrimenti impossibili. Complimenti a te, per essere un cosí disciplinato allievo, e a
calli58 per i suoi suggerimenti da maestro.
Secondo punto. Apprezzo moltissimo, a titolo personale, il tuo “approccio” ala calligrafia, perché é vivo e non pedissequo e perché - questa é la mia impressione - non sacrifica il divertimento sull’altare della perfezione. Le tue opere sono allegre e vivaci, personali, spesso un po’ fuori dalle regole, simpaticamente vanitose, e appassionate. Mi riconosco in questo approccio, che mi deriva dal
gusto di usare le penne stilografiche e di metterle a fare qualche cosa di utile per me e per il mio piccolo mondo domestico: un po’ meno dalla disciplina di ripetere e ripetere gli esercizi…. Leggendo e vedendo le tue pagine nel forum, trovo che nel tuo fare e nel modo di condividerlo ci siano tutti gli ingredienti perché la calligrafia si trasformi, nelle tue mani, in una passione non transitoria, ma duratura e piena di soddisfazioni.
Terzo punto. Ho tovato troppo divertente la citazione dei “pensieri vestiti a festa”. Tanto divertente che ieri sera, al ritorno da una spedizione di vari giorni nelle foreste del paese benedetto dove vivo, mi ha fatto venir voglia di sedere allo scrittoio e buttarla giù di nuovo con la mia 149 Calligraphy. Te la allego come un gesto di simpatia ma anche, e soprattutto, per commentarti una cosa.
E’ stata scritta sulla carta vergata di Amatruda, quella che l’azienda amalfitana definisce “per stampante” e che costa meno delle altre. Queste carte a mano sono un’altra categoria dello spirito. La penna vi obbedisce docile, il pennino vi scorre non senza resistenza ma con con il suo filo reso perfettamente misurato dalle fibre, sottile sottilissimo, largo e nero, a seconda di quel che si cerca. Non assomigliano in nulla alle vergate “industriali” che sono a volte un po’ dure e troppo reattive, né alle carte burrose e liscissime che i piú usano per la calligrafia, delle quali non amo la sensazione scivolosa alla scrittura né l’effetto finale, algido e come stampato.
Se tu fossi di quelli che scrivono una decina di operette al dí, ti direi che il costo della calligrafia, con le belle carte amalfitane, diventa un po’ alto, ma per una ogni tanto… ne vale davvero la pena. Prova, per credere, Alessio. So che ne sarai affascinato.
Un caro saluto.
P.S. Complimenti per la splendida Omas anni '50.